“Come mai questo tempo non sapete valutarlo?”

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27 OTTOBRE 2023

VENERDÌ DELLA XXIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Rm 7,18-25a

Salmo: Dal Sal 118 (119)

Vangelo: Lc 12,54-59

“Come mai questo tempo non sapete valutarlo?” Un tempo invalutabile, poiché non corrisponde alle categorie umane. Un tempo eterno, dove la Misericordia di Dio è entrata per non andarsene più, per rimanere ed essere casa per tutti. Un tempo in cui la difesa non è più nostra, ma è diventato Dio nostra difesa. E se per ciascun uomo e donna della storia, i segni del cielo sono diventati chiari per comprendere lo scirocco o la pioggia, i segni di Dio un po’ meno.

Perché questo? Perché in noi viviamo la stessa condizione di San Paolo  esposta nella prima lettura: nel cuore il bene, la consapevolezza di ciò che è bene, ma anche il male che purtroppo non volendo si fa. Impegnati nella propria difesa, spesso il bene si confonde con il male, ed ogni più bella intenzione cade.

Come leggere? Con gli occhi dell’amore, ma non il nostro, quello che Dio ci ha insegnato.

Il Signore oggi ci aiuta a far nostra questa consapevolezza: che il vero segno di questo tempo è rendersi conto di ciò che facciamo, bene e male, per metterlo nel Suo cuore così che sia accolto nella Sua misericordia.

L’uomo può fare molto male, come però è capace di fare del bene. L’uomo è capace di Dio; l’uomo generato nel Suo amore ha una bussola nel cuore: Dio stesso.

Oggi in questa giornata di preghiera per la pace, affidiamo le guerre, tutte quelle sofferenze e divisioni presenti nelle nostre case, affinché nel Suo cuore possano trovare purificazione e si possa ricominciare a vivere da veri esseri umani.

“Come mai questo tempo non sapete valutarlo?” Il Signore ci aiuti a non distogliere mai lo sguardo da Lui, ma a tenerlo ben fisso su quell’amore infinito che ci attraversa, affinché ogni nostro gesto cominci e conduca a Lui, solchi i confini dell’odio e della violenza ed edifichi una pace, anzitutto a partire da noi.

“Signore,

donami un cuore capace di amare.

Un cuore che sappia vederti

e vedendoti sappia camminare.

Quanta strada da compiere,

quanta fatica da superare.

Eppure nel mio cuore c’è un fuoco dentro,

che vuole rimanere acceso:

È il tuo amore che ha preso il mio cuore.

Sei Tu che sussurri al mio cuore.

Fa che le tue parole

conducano a gesti di bene

e nella Tua misericordia,

affido me stesso ed il mondo intero”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

“Date in elemosina quello che c’è dentro”

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11 OTTOBRE 2022

MARTEDÌ DELLA XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gal 5,1-6

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Lc 11,37-41

 

“Date in elemosina quello che c’è dentro e tutto sarà puro”.

Per purificare il cuore c’è bisogno di un atto interno, un gesto che dall’interno sporga verso l’esterno e non il contrario. Questo segno è l’elemosina, spesse volte vista come “dare la monetina”, un atto di carità fatto dai ricchi verso i poveri, quasi che alla fine sia l’avanzo di una ricchezza. Invece, l’elemosina è una forma di condivisione con il povero, e nessuno è così povero da non poter donare nulla.

Il brano del Vangelo di oggi, ci dice infatti, di dare non tanto delle cose materiali, sebbene necessarie a vivere, bensì donare quello che c’è dentro, che viene dal cuore.

Si tratta di sostituire a una purezza esteriore, una purezza interiore e questa è data da un atteggiamento di amore, di misericordia verso il fratello, che benché provenga dal cuore spesso è pieno di tanto altro da dimenticare persino se stesso e chi ha intorno. L’unica cosa che davvero purifica è l’amore ricevuto e donato, capace di restituire la sua iniziale bellezza.

L’elemosina che possiamo fare è condividere pensieri, parole, sorrisi, tempo, gioia, preghiere, amore, misericordia e persino sofferenze e fatiche con chi ci è accanto per aiutarlo. È rendersi conto che siamo tutti sullo stesso piano, feriti per vari motivi, ma degnamente amati da Dio.

Apriamo il nostro cuore all’amore che Dio vi ha riversato, cosi che passi dal cuore alle nostre mani e sia dono per i fratelli.

“Signore,

purifica il mio cuore

dalla presunzione di farcela da solo

e dall’egoismo che mi trattiene dall’amare.

Aiutami a donare tutto quello che ho ricevuto,

perché faccia del bene,

commuova i cuori,

affinché si volgano a te

e ti riconoscano come datore di bene, datore di vita.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)