Conoscere Gesù

 

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VENERDÌ 03 MAGGIO 2024

SANTI FILIPPO E GIACOMO, APOSTOLI – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

È un’esperienza comune quella di stare insieme ad una persona e di non conoscerla fino in fondo. Questa pare essere l’esperienza di Filippo, che chiede a Gesù di mostrargli il Padre. Dopo tanto tempo che Gesù era con i discepoli non ne avevano ancora compreso bene chi era, e il senso della sua missione.

E noi quanto tempo abbiamo passato con Gesù? Quanto abbiamo conosciuto di quel mistero di salvezza che scorre nel nostro tempo?

Dio entra nel tempo e si fa compagno di cammino, così per noi diventa una presenza costante. Il tempo di Dio innestato nel tempo dell’uomo, non più un tempo “fisico” da misurare, ma un tempo da intuire, da vivere nella fede che Cristo è il vero Volto del Padre.

Credere non è sempre semplice e come Filippo vogliamo capire di più, o meglio, desideriamo capire tutto di quel mistero tra Padre e Figlio, ma la nostra fede spesso “ondeggia” sulle nostre emozioni, suggli avvenimenti, in quel tempo che non sappiamo bene definire. Allora per ricentrarci, rivolgiamo lo sguardo a Gesù che abita il nostro tempo, le nostre azioni, e come un girasole, voltiamo la corolla del nostro cuore verso il sole di Cristo, il Presente nel tempo, Colui che ci mostra il Volto del Padre.

“Signore,

Tu sei Colui che mi conosce di più,

ma io cosa so di Te?

Poco, eppure Tu non ti stanchi

di farmi vedere il Tuo volto.

Aprimi il Tuo cuore,

affinché apra il mio e ritrovi Te.

Volto amico, volto di Padre,

uomo di perdono e di pace

e soprattutto, Tu sei Colui

con cui io voglio vivere

una vita di amore e di fedeltà.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Tempo

 tempo

 8 Gennaio 2024

Inizia oggi il tempo liturgico ordinario e il Vangelo ci presenta subito un invito alla conversione, ovvero a volgere il nostro cuore verso quel Signore che passa, che vuole farci suoi discepoli. Il tempo è compiuto, tutto è pronto, non dobbiamo aspettare più nulla, Lui è qui, è presente e ci chiama. Il regno di Dio si è fatto presenza viva nella nostra umanità, perché ogni uomo possa ricevere la sua divinità. Se impariamo a percepire il senso di questo grande mistero che il Signore ci dona, il cuore scoprirà nuove energie per viverlo fino in fondo e troverà la gioia che cerca, nonostante le fatiche umane.

Camminare dietro a Gesù ci fa aprire gli occhi, riconoscere che Lui è la via buona per la nostra vita. Risvegliamo il cuore al suo amore, il desiderio di incontrarlo per gettare con Lui reti di comunione con tutti i fratelli. anche dove non pensiamo di trovarlo: nei poveri, nei malati, nelle solite persone che incontriamo, in quelle situazioni dove ci troviamo a vivere tutti i giorni. Il suo tempo è compiuto per noi e per la nostra salvezza da ricevere ogni momento.

“Signore,

donami la forza

per fare del mio tempo,

il Tuo compimento,

affinché diventi un luogo

dove possa incontrarti,

persino in quelle situazioni

dove nemmeno io vorrei stare.

E quando faccia a faccia,

sento che è la mia realtà

e devo affrontarla,

ti prego donami la Tua forza

così che sappia riconoscerti

e convertire il mio cuore al Tuo amore,

per metterlo nel cuore degli altri,

perché ogni uomo possa ritrovarti

e fare di Te la sua forza,

ogni giorno.” (Shekinaheart eremo del cuore)

“Come mai questo tempo non sapete valutarlo?”

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27 OTTOBRE 2023

VENERDÌ DELLA XXIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Rm 7,18-25a

Salmo: Dal Sal 118 (119)

Vangelo: Lc 12,54-59

“Come mai questo tempo non sapete valutarlo?” Un tempo invalutabile, poiché non corrisponde alle categorie umane. Un tempo eterno, dove la Misericordia di Dio è entrata per non andarsene più, per rimanere ed essere casa per tutti. Un tempo in cui la difesa non è più nostra, ma è diventato Dio nostra difesa. E se per ciascun uomo e donna della storia, i segni del cielo sono diventati chiari per comprendere lo scirocco o la pioggia, i segni di Dio un po’ meno.

Perché questo? Perché in noi viviamo la stessa condizione di San Paolo  esposta nella prima lettura: nel cuore il bene, la consapevolezza di ciò che è bene, ma anche il male che purtroppo non volendo si fa. Impegnati nella propria difesa, spesso il bene si confonde con il male, ed ogni più bella intenzione cade.

Come leggere? Con gli occhi dell’amore, ma non il nostro, quello che Dio ci ha insegnato.

Il Signore oggi ci aiuta a far nostra questa consapevolezza: che il vero segno di questo tempo è rendersi conto di ciò che facciamo, bene e male, per metterlo nel Suo cuore così che sia accolto nella Sua misericordia.

L’uomo può fare molto male, come però è capace di fare del bene. L’uomo è capace di Dio; l’uomo generato nel Suo amore ha una bussola nel cuore: Dio stesso.

Oggi in questa giornata di preghiera per la pace, affidiamo le guerre, tutte quelle sofferenze e divisioni presenti nelle nostre case, affinché nel Suo cuore possano trovare purificazione e si possa ricominciare a vivere da veri esseri umani.

“Come mai questo tempo non sapete valutarlo?” Il Signore ci aiuti a non distogliere mai lo sguardo da Lui, ma a tenerlo ben fisso su quell’amore infinito che ci attraversa, affinché ogni nostro gesto cominci e conduca a Lui, solchi i confini dell’odio e della violenza ed edifichi una pace, anzitutto a partire da noi.

“Signore,

donami un cuore capace di amare.

Un cuore che sappia vederti

e vedendoti sappia camminare.

Quanta strada da compiere,

quanta fatica da superare.

Eppure nel mio cuore c’è un fuoco dentro,

che vuole rimanere acceso:

È il tuo amore che ha preso il mio cuore.

Sei Tu che sussurri al mio cuore.

Fa che le tue parole

conducano a gesti di bene

e nella Tua misericordia,

affido me stesso ed il mondo intero”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Tempo di attesa

Tempo di attesa

 

31 AGOSTO 2023

GIOVEDÌ DELLA XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Ts 3,7-13

Salmo: Dal Sal 89 (90)

Vangelo: Mt 24,42-51

Gesù nel Vangelo di oggi ci vuole insegnare la vigilanza, non solo come riferimento ad un giorno futuro che non conosciamo, ma come ad un appuntamento che ogni giorno si rinnova con Lui.

Stiamo svegli, attenti, non per paura, ma per amore, per non perderci quell’incontro con Dio, quei segni che lo Spirito semina nella nostra vita ordinaria.

Nel cuore di ciascuno la vigilanza diventa un’attitudine che ne plasma tutta la vita e impegna a vivere ogni giorno l’oggi di Dio, la sua presenza; chiede di scrutare con gli occhi della fede ogni avvenimento, per riconoscere il passaggio del Signore a  volte imprevedibile e nascosto.

Vegliare, vuol dire amare veramente con tutto il cuore ciò che Dio ci offre. Questa attesa non è carica di dubbi ma di speranza. Non sappiamo quando il Signore verrà, ma sappiamo per certo che Egli viene. L’incertezza riguarda soltanto il giorno e l’ora non la sua venuta.

Allora, beato quel servo, che vive l’attesa nell’amore che il suo Signore gli ha mostrato, prendendosi cura di quanti gli ha affidato. Beato quel servo, che ha sempre il cuore innamorato.

“Tu o Dio, che fai del Tuo tempo un’attesa di me,

aiutami a vivere ogni giorno e ogni ora cercandoti.

Fa che non disperda le forze e sappia venire da Te sempre.

Il Tuo amore sia la mia forza,

la Tua Risurrezione la mia riuscita

per vivere una vita possibile

anche per me peccatore,

ma già salvato, amato,

unito con Te da quel legame

che Tuo Padre, nostro Padre,

ha da sempre pensato.

Una storia d’amore di cui ogni giorno,

fammi capace di leggerne un pezzetto.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Radici in cielo

Radici in cielo

 

LUNEDÌ 31 LUGLIO 2023

SANT’IGNAZIO DI LOYOLA, PRESBITERO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Es 32,15-24.30-34

Salmo: Dal Sal 105 (106)

Vangelo: Mt 13,31-35

Il regno dei cieli si sviluppa in progressione con la nostra crescita. Il granello di senape deve crescere per dare riparo agli uccelli, il lievito deve fermentare per far aumentare la pasta. Ci vuole tempo, attesa. Ogni cosa ha un suo tempo da rispettare.  Il tempo diventa dono di “formazione’ per assumere quella forma che Dio ha già pensato per noi. Questo non è ledere la nostra libertà, anzi è rendersi conto che Dio ha posato il suo sguardo si di noi.

Oggi si celebra la memoria di Sant’Ignazio di Loyola, egli ha donato alla Chiesa uno strumento per metterci a contatto con Dio: gli esercizi Ignaziani, un tempo di preghiera e ascolto, un tempo in cui purificare il cuore da tutto cio che non è Dio per farlo entrare in noi.  Chiediamo l’aiuto a questo Santo, che nella vita ha lottato, ma alla fine il Signore gli ha fatto comprendere quanto lo voleva per sé, non per merito, ma per amore.

Gli esercizi hanno questo scopo: respirare un amore in grado di riportarci in alto, anche quando siamo in basso.

Noi siamo amati da Dio in ogni momento e siamo chiamati ad amarlo, ciascuno nel proprio stato di vita, a fare di questa vita un esercizio di carità e pazienza, a renderci conto che per quanto ci sentiamo piccoli Egli ci ama infinitamente.

Affidiamo a Dio il nostro cammino di crescita, entriamo nella consapevolezza di essere già nelle sue mani e apriamo il nostro cuore a Colui che ci renderà un albero rigoglioso, le cui radici rivolte al cielo non muoiono più.

“Signore,

aiutami a crescere,

per essere dono e per essere meglio.

Eppure Tu non guardi a questo,

ti sto a cuore cosi come sono,

tra i miei inciampi ed i miei sbagli.

Fa che sia il Tuo amore a guidarmi,

e che in esso purifichi il mio sguardo

per vedere quanto è grande il Tuo,

così da mettere radici in cielo

dove nessuno le potrà togliere

ed io crescerò protetto da Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

” Il tempo in cui sei stata visitata”

il tempo in cui sei stata visitata

GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE 2022

SANTA ELISABETTA DI UNGHERIA, RELIGIOSA – MEMORIA

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 5,1-10

Salmo: Sal 149

Vangelo: Lc 19,41-44

A volte nella sofferenza facciamo fatica a riconoscere chi ci è accanto. Questo ci capita con le persone e soprattutto con Dio, è come se fosse nascosto ai nostri occhi, ma il Dio della pace è venuto a sciogliere il cuore indurito dal dolore. Dovremmo chiederci, se sia questo il tempo in cui il Signore ci visita.

Il Vangelo di oggi ci viene incontro per risollevarci il cuore dal dubbio, dalla amarezza e per tornare a credere che Lui è l’unico in grado di ricostruire da quelle pietre un tempio, e farne Sua dimora, per poter così dire:

“Signore vieni presto a visitarmi.

Sciogli le mie catene,

libera il mio cuore.

Tu che sei la pace risanami

e aiutami a ricostruire la speranza.

Quando le forze verranno meno,

il mio pensiero giunga a Te,

Tu, il mio unico Signore in grado di salvarmi. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

 

 

Un tempo migliore

un tempo migliore

 

VENERDÌ 04 NOVEMBRE 2022

SAN CARLO BORROMEO, VESCOVO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: Fil 3,17-4,1

Salmo: Sal 121 (122)

Vangelo: Lc 16,1-8

 

Un Vangelo molto “terreno” ci viene proposto oggi, un uomo che cerca di cavarsela con astuzia, per non rimanere senza nulla quando il padrone lo manderà via. Non c’è una spiegazione da parte di Gesù su questa parabola, né quale fosse la sua intenzione nel dirla, sappiamo solo che è rivolta ai suoi discepoli.

Dopo averlo ascoltato, i suoi discepoli si saranno chiesti cosa poteva dire a loro e a noi cosa può dirci?

A volte è più facile condonare il debito di un altro che il nostro. Dovremo chiederci in tutta onestà, se dinanzi ad un insuccesso o a qualcosa che non ci va bene, ci mettiamo in gioco cercando di capire dove abbiamo sbagliato, oppure siamo talmente duri con noi stessi da non darci spazio per agire diversamente e se tale atteggiamento lo riversiamo verso gli altri.

Gesù ci da sempre la possibilità per imparare da quell’errore e se anche quell’azione non è andata a buon fine, forse ha sempre un insegnamento da portare.

Quell’uomo della parabola non si è pianto addosso, ma guardandosi come in un specchio, ha dato nome a ciò che aveva dentro, alla sua vergogna, alla sua difficoltà e ha cercato di risolverla. Forse è per questo che il brano del Vangelo termina con una frase insolita: “il padrone lodó l’amministratore disonesto”. Sembra un controsenso, invece no, perché forse anche noi, suoi discepoli, figli della luce, dovremmo avere il coraggio di guardarci per quello che siamo e fare un passo in più rispetto all’amministratore del testo: metterci nelle mani di Dio.

Spesso è più facile stare fermi in quel che si conosce, anche se fa male o faticoso, che camminare lì dove non si sa. Eppure oggi il Signore non ci chiede di cambiare noi stessi, ma il modo di pensare. Anziché dire ciò che non va, chiedersi: cosa di tutto questo possiamo fare per migliorare e farci trasfigurare da Colui che già ci conosce ed è consapevole delle nostre potenzialità.

E per quanto a volte ci sembra di non farcela, con Lui abbiamo la forza per fare in modo che il meglio debba ancora venire.

“Signore,

a volte è difficile dire a me stesso come sono,

soprattutto quando vorrei essere diverso.

Sono qui davanti a Te con tutti i miei sbagli

e nonostante non sia facile,

oggi voglio guardarli con Te

per ricominciare.

Desidero essere quella luce che Tu in me vedi

oltre al mio peccato,

affinché la Tua fiducia in me, possa avere finalmente vita

ed io sappia ritrovare quella parte buona ancora nascosta,

messa da parte per un tempo migliore

e quel tempo è adesso”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Di anno in anno i nostri frutti

 

Di anno in anno i nostri frutti

 

 

22 OTTOBRE 2022

SABATO DELLA XXIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Ef 4,7-16

Salmo: Sal 121 (122)

Vangelo: Lc 13,1-9

 

Il Vangelo di oggi ci fa pensare come dinanzi agli insuccessi, Gesù ci dia sempre una possibilità, così come il vignaiolo è capace di attendere di anno in anno i nostri frutti.

L’amore muove la pazienza e la pazienza fa nascere qualcosa di nuovo. Dinanzi a tanta bontà non possiamo che rimanere stupiti e tirare un respiro di sollievo. Allo stesso tempo la Sua pazienza dev’essere di sprono a non mollare, a mettercela tutta nonostante le fatiche e le fragilità per far crescere in noi frutti buoni.

La natura insegna: per fare frutti ci vuole tempo, cura e pazienza. Prima dei frutti ci sono le gemme segni di rinascita, è la primavera dopo un lungo inverno.

Tutto questo sia per noi una speranza per proseguire il nostro cammino, certi di un amore che ci precede e si manifesta nella cura e nella pazienza di Dio.

Non dobbiamo temere, ma avere fede ed imparare a respirare il Suo amore. Se a volte ci sembra di non farcela confidiamo in Lui, apriamogli il nostro cuore, affidiamogli le nostre intenzioni e prendiamo il coraggio di saltare in alto, tra le braccia di un Padre che ha e avrà sempre cura di noi.

Anche se ci sembra di aver fallito e di “avercela messa tutta”, Gesù ci accoglierà di anno in anno, giorno dopo giorno e non “taglierà” il Suo amore con noi, rimarrà accanto dicendo al Padre: “abbi pazienza ancora”.

“Signore, Dio delle possibilità,

mi commuovo dinanzi a Te,

perché con Te,

non devo essere altro che me stesso,

Io con i miei limiti e le mie cadute,

io con le mie gioie e speranze.

Aiutami a camminare

anche quando mi cede il passo,

sostienimi nell’attraversare le difficoltà

e insegnami a credere che il tempo risanerà la mia ferita

ed il Tuo amore farà il resto.

Il mio frutto sarà la voce di una fede

che ha conosciuto il dolore,

ma ora più forte con Te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Il tempo della presenza

 

Il tempo della presenza

 

 

02 SETTEMBRE 2022

VENERDÌ DELLA XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 4,1-5

Salmo: Sal 36 (37)

Vangelo: Lc 5,33-39

 

Gesù nel Vangelo di oggi dice in risposta ai farisei, i quali reclamavano la mancanza del digiuno dei suoi discepoli: “verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno”, alludendo alla sua futura morte.

Il Signore vuole far capire questo: Egli è lo sposo venuto a portare pienezza nella nostra vita. Se il digiuno fa pensare a un vuoto, alla rinuncia, ma anche a dei bisogni, Lui è qui per farci comprendere che questo momento, come ogni tempo dopo la Sua Risurrezione, è il tempo della presenza di Dio.

L’invito è ricordarci di vivere alla Sua presenza, e per aiutarci dona innumerevoli segni del suo Amore. Si presenta come lo sposo, e qual’è la caratteristica più importante? Ama.

Il Signore ci ama con quell’amore vero, profondo, intenso, destinato a esserci per tutta la nostra vita. E come gli sposi si scambiano una promessa: “io accolgo te”, così Egli ci prende per mano e si prende cura di noi e la sua promessa non verrà mai a mancare, perché il Suo cuore trova le radici dell’amore direttamente in Dio.

Lo sposo è risorto, affinché non avessimo motivo di digiunare di Lui e potessimo credere oltre le sofferenze e le fatiche, che ogni nostro vuoto è tenuto nel cuore di Dio e nessun dolore sarà vano, nulla sarà perso poiché tutto di noi è nelle Sue mani: credere questo è già pienezza.

“Signore,

dinanzi alle mie fatiche

una sola cosa mi è di consolazione:

la mia vita è nelle tue mani.

Il mio cuore trova pace nel Tuo,

perché tu mi insegni che il vero amore

viene da Dio.

Un amore che non pretende e crea,

perdona e ricomincia,

solleva e si abbassa sino a me.

Ed è già pienezza!”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Una vita nello Spirito

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 17,15.22-18,1

Salmo: Sal 148

Vangelo: Gv 16,12-15

 

“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”.

C’è una cura in queste parole di Gesù, ci conosce e viene incontro nella nostra fatica a capire. La Sua Parola a volte difficile da interpretare, non rimane sospesa tra il nostro percepire e il suo reale messaggio, ma sarà guidata alla nostra comprensione dallo Spirito della Verità.

Siamo all’interno di un cammino di fede, che comporta anche una crescita e come tale, avviene nella gradualità del tempo.

Il tempo che viviamo, è quello annunciato da Gesù, siamo già nel momento in cui lo Spirito è con noi e ci parla di Lui. Molte volte non lo sappiamo e attendiamo come quei discepoli lo Spirito che deve ancora venire, quando invece è già qui.

Il nostro presente è quel futuro precedentemente letto, dove Egli sarà glorificato; ci sarebbe da chiedersi se viviamo in attesa di quell’annuncio, oppure se siamo consapevoli fin da ora della Sua presenza?

Il Signore non aspetta altro che farci sentire forte la Sua vicinanza e il Suo amore. Il quotidiano è il luogo che ha scelto per amarci e la Sua dimora è il nostro cuore.

La nostra storia seppur ferita, frammentata, è amata da Dio. Tutta la storia di Gesù, vuole dirci questo amore di un Padre che ci desidera suoi Figli.

Ogni vita nelle Sue mani non sarà mai persa, dimenticata o abbandonata, bensì raccolta e rivestita di dignità e splendore, dove nessun dolore o offesa potrà mai oscurarla, perché risplende della luce del Padre e ora lo Spirito è qui per annunciarlo!