È risorto!

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DOMENICA 09 APRILE 2023

RISURREZIONE DEL SIGNORE

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 10,34a.37-43

Salmo: Sal 117 (118)

Seconda lettura: Col 3,1-4Oppure: 1Cor 5,6-8

Vangelo: Gv 20,1-9

Si ricomincia dal giorno uno. La Risurrezione di Gesù è l’inizio di un nuovo percorso, è segno di novità al punto che tra le prime luci dell’alba e il buio della notte, vi è una pietra tolta. Quali sono i pesi più grandi che hai nel cuore?

Affidali a Lui, a Gesù, che ne farà luogo di rinascita.

Corri come Pietro e Giovanni pieno di speranza, guarda e meravigliati di tanta grandezza: il Signore è risorto e con Lui anche tu.

Senti l’amore correrti incontro, quando stanco dal peso del tuo peccato non hai la forza di alzare gli occhi, oggi la pietra è stata tolta, i teli piegati, tutto è in ordine, perché nella sofferenza dall’interno Dio ha cura di te.

Oggi è un giorno di grande gioia, non solo perché il Signore c’è l ha fatta ed il bene ha vinto sulla morte, ma perché l’amore è risorto in noi, nel sepolcro del nostro cuore Gesù ha tolto quella pietra, e si, le fatiche non mancheranno dovrai ancora correre ma ora sai dove e con Chi.

Sia questo giorno di Pasqua un tempo in cui tornare a credere in lui e per farlo bisogna passare dal sepolcro, non è facile, però la certezza è questa: Dio è già con te, è uscito fuori e ti attende per dirti: coraggio, Risorgi con  me!

 

Il nuovo tempio

 

il nuovo tempio

 

MERCOLEDÌ 09 NOVEMBRE 2022

DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE – FESTA

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ez 47,1-2.8-9.12

Salmo: Sal 45 (46)

Vangelo: Gv 2,13-22

 

Gesù è il nuovo tempio. La casa di Dio non è più solo fatta di mattoni, ha preso vita, così che ciascuno potesse trovare in Gesù il luogo dove incontrare Dio e sentirsi raggiunti.

Oggi l’invito è sentirci a casa con Dio, è sperimentare quanto nel corso dei secoli si è passati dal tempio struttura fissa, al tempio che è Cristo, un tempio che rimarrà per sempre con noi.

Nel Vangelo si parla di tre giorni per ricostruire il tempio, è un’allusione alla Risurrezione di Gesù, quei tre giorni dopo la Sua morte, tempo di attesa, silenzio, in cui dalle viscere della terra, il nuovo tempio stava per risorgere e dire a tutta l’umanità: risorgete con me.

Oggi passando davanti o meglio entrando in una Chiesa, sentitevi parte di qualcosa di grande, parte di una Risurrezione che comunque ci ha coinvolti anche dopo tanti anni. Sentitevi a casa, e credete fermamente che Gesù Cristo Risorto non è fermo lì, ma ci accompagna, è Risorto, affinché tutti potessimo sentire la vita rinascere, sperimentare la Sua forza nelle difficoltà e vivessimo di quell’amore che ci ha raggiunto.

Gesù è il tempio da amare, onorare, celebrare e non è più distante da noi, è un tempio che per risorgere ha attraversato la sofferenza, il dolore, è un tempio le cui ferite sono visibili come le nostre, è un tempio in cui ogni lacrima sarà raccolta e ogni dolore sarà consolato, perché in ognuno di noi è presente e vivo il tempio di Dio.

 “Signore,

desidero cercarti,

perché ho bisogno di essere consolato.

Tu che hai sofferto lo sai,

ti chiedo di starmi accanto,

di farti vivo, presente in me,

perché non perda la forza.

Affido a Te la mia vita

come un candela accesa che arde e si consuma,

posta dinanzi al Tuo altare

e diventa una con Te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Quella forza del Risorto

 

Quella forza del Risorto

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 5,12-16

Salmo: Salmo 117 (118)

Seconda lettura: Ap 1,9-11a.12-13.17-19

Vangelo: Gv 20,19-31

 

Il Signore come ai suoi discepoli, così anche a noi, si rende presente nelle “nostre porte chiuse”, in quei luoghi dove il timore, la fatica e il peccato prendono il sopravvento, facendoci quasi dimenticare il Risorto.

Nella domenica della Divina Misericordia, il Vangelo della liturgia odierna entra nel nostro cuore per prepararci a questa consapevolezza: la certezza di essere parte di un amore perdonato. Le mani e i piedi di Gesù hanno le cicatrici di un male che ora non c’è più, ma sono anche segni di un amore più grande, che ci ha perdonato al punto da offrire se stesso.

Il Signore oggi, entra nelle “nostre porte chiuse”, per farci comprendere che facciamo parte della Sua Risurrezione, e i nostri errori in Lui sono stati perdonati, affinché per noi ci fosse una possibilità di vita. Risorgere per noi è comprendere che possiamo tornare vivere!

Tanto quanto è profondo il nostro errore, tanto possiamo sperimentare quanto è profondo l’amore di Dio, da scendere fino al nostro abisso per recuperarci e ridonarci la speranza.

La Sua Misericordia diventa per noi esperienza di un perdono tangibile, e dopo aver toccato quei segni, poter sentire da essi quella forza del Risorto, quella vita che ritorna come il sangue nelle vene ed esclamare come Tommaso: “mio Signore e mio Dio!”.

 

Per rimanere con loro

 

per rimanere con loro

 

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 3,1-10

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Lc 24,13-35

 

“Egli entrò per rimanere con loro”. Il Signore Gesù entra nelle nostre vite per rimanere con noi, in quella mensa, nel pane spezzato e come i discepoli di Emmaus ci spiega le scritture, affinché possiamo sentire ardere il cuore.

Il gesto dello spezzare del pane, è IL GESTO inconfondibile di Gesù, eseguito prima della Sua Passione ed ora i due discepoli si ritrovano alla mensa del Risorto. Quell’ultima cena, che fu annuncio della Sua Passione e morte, ora svela il volto del Risorto.

Accostiamoci anche noi alla Sua mensa, facciamo spazio nel nostro quotidiano a Colui che desidera rimanerci accanto. Il Signore ci è vicino da risorto, con tutta quella luce e quella forza che desidera donarci.

Vieni a liberarci Signore, dacci occhi per vederti, orecchie per ascoltarti e facci comprendere che sei qui, a camminare con noi.

All’udire: “Il corpo di Cristo”, rispondiamo: “Amen”: Egli entra in noi, diventiamo pane ricevuto, spezzato, donato, affinché la nostra storia sia un incontro con Cristo crocifisso risorto, ed ora celebrato e compreso, nel corso del tempo.