La vigna

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03 GIUGNO 2024

SANTI CARLO LWANGA E COMPAGNI, MARTIRI – MEMORIA

“Avranno rispetto per mio figlio!” Sembra che Gesù racconti la storia di se stesso, ed il desiderio del Padre: rispetto per il Figlio. Rispetto. Riusciamo ad averlo nei confronti del Signore? Egli fa davvero parte della nostra vigna? Oppure è legato a momenti sporadici? Oggi Gesù ci invita a pensarlo, come Colui che è mandato dal Padre.

La storia di salvezza ha compimento in un uomo, un Figlio di un Padre immenso, che per portare pace dona suo Figlio. Chi meglio di Dio potrebbe non capire il dolore di Abramo, sacrificare suo figlio? Isacco non morirà proprio per dono del Padre.  Non morirà perché Dio non vuole il nostro dolore, ma il nostro cuore.

La vigna è data per amore, è data per donare guadagni, lavoro, dignità, e oggi ci insegna anche il rispetto.

Rispettiamo il Signore, nei piccoli gesti della nostra vita, e respiriamo ciò che è venuto a portare: l’amore del Padre. E quando mancheranno di rispetto a noi, alziamo lo sguardo a quel Padre che pensa: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Sarà Lui la nostra forza per superare la fatica; Egli ci darà luce e serenità, perché ciò che da soli ci sembra insuperabile, con Dio diventa segno di vita, per superare quel dolore che Dio ha già raccolto e gettato dalla vigna.

“Signore,

Tu che abiti nella mia vigna,

abbine cura.

Perdona i miei sbagli,

la mia mancanza di rispetto

che ti allontana,

e aiutami a recuperare passi

che mi portino verso di Te.

Stammi accanto,

stai con me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

La vigna

la vigna

01 MARZO 2024

VENERDÌ DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA

Con questa parabola risuona forte l’invito alla conversione per accogliere quel dono più grande che il Padre ci da: suo Figlio.

Dio sa bene, che la nostra storia d’amore con Lui, si dispiega tra continue cadute e debolezze, ma non si da per vinto, anzi continua ad accoglierci e a rassicurarci con la sua misericordia, a versare quel vino della Grazia che noi non siamo riusciti a vendemmiare, e nonostante tutto vuole farci partecipi del suo regno.

Nella relazione con Dio, le nostre sconfitte servono a far risaltare meglio il suo amore. Non bisogna per forza commettere peccati per sperimentare la salvezza, ma nella misura in cui ci riconosciamo sinceramente peccatori, possiamo sentirci dei salvati, possiamo o ancora di più, dobbiamo tornare ad annunciare a tutti, con gioia, la bella notizia che mai il peccato sarà l’ultima parola.

Attraverso Gesù, il Padre ci chiama ad entrare nella sua vigna per produrre frutti buoni, ci ripete una nuova proposta di amore, siamo invitati a fondare la nostra vita su quella pietra che è Cristo, per diventare dei buoni contadini colmi di meraviglia e stupore, inebriati di quel vino versato in abbondanza alle sue nozze; custodi di un giardino che contiene tutta la ricchezza e la bellezza di Dio, la  comunione e la partecipazione alla vita del regno.

“Signore,

sii Tu la mia meraviglia

in una vigna che non è mia.

Ho eretto muri nel corso della vita,

difesa per non temere il male

ed ora sento che sei Tu la mia difesa,

perché il mio cuore non è solo,

è aperto a Te,

Quella pietra testata d’angolo,

è l’unica pietra su cui voglio contare,

nella tua vigna voglio abitare.

Concedimi uno spazio, Signore,

per vivere di Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)