Le transessuali devono usare il bagno degli uomini o delle donne? E’ un dilemma che non è stato ancora chiarito ma che sta alimentando tanta ignoranza. A Napoli, i ragazzi di un liceo sono entrati in sciopero per solidarizzare con un loro compagno transessuale dopo che la dirigente scolastica le ha proibito di usare il bagno dei maschi e di usare quello delle femmine. Secondo gli studenti si tratterebbe di un atto discriminatorio, anche se la dirigente ha chiesto che la trans usasse il bagno corrispondente al genere con cui si identifica. Gli studenti hanno scioperato per protestare contro quello che ritengono l’ennesimo episodio di omotransfobia. Una protesta strumentale che rivela la confusione che regna intorno al politicamente corretto. Perché in un’epoca in cui gli uomini che si sentono donne possono accedere ai servizi femminili, vestire con abiti femminili, partecipare alle competizioni femminili, essere trasferiti nei penitenziari femminili, che c’è di scandaloso se una insegnante chiede a una trans di accedere ai bagni femminili? Non c’è nulla di scandaloso. La dirigente si è semplicemente adeguata al politicamente corretto, il quale pretende che una trans debba accedere ai servizi dedicati alle donne. Eppure per gli studenti si è trattato di un caso di omotransfobia, senza sapere che questo termine indica l’avversione per i diversi e non una semplice richiesta che metta un po’ di ordine nel disordine. Un caos dove ormai ogni pretesto è buono per gridare all’omotransfobia. E dove, purtroppo, ogni pretesto è buono per quei ragazzi che con la scusa della solidarietà vogliono evadere la scuola.
La confusione dei ruoli del politicamente corretto
La confusione dei ruoli del politicamente correttoultima modifica: 2021-04-23T11:22:35+02:00da
L’ignoranza oggi va alla grande. Si fa a gara a chi ne ha e fa di più.
E’ un’ignoranza generata dalla confusione. Cioè da un’epoca in cui non si sa più chi sia chi e chi debba fare cosa.
Ha fatto molto bene, fa parte delle donne usasse i bagni delle donne anche se ha ancora i genitali maschili.
Oppure bisognerebbe aggiungere altre due toilette: una per i trans e una per le trans. Ma a quel punto sarebbe ghettizzazione e scoppierebbero altre proteste. Io però penso che ci sia una colossale ipocrisia dietro a questa solidarietà verso i trans. Ho l’impressione che tutte queste persone che si scoprono improvvisamente tolleranti lo stiano facendo solo per non sembrare omofobi e fuori moda. Ma ho il sospetto che se dovesse capitare loro di avere un trans in famiglia poi se ne vergognerebbero.
Mah! ho notato pure io che c’è una sospetta tolleranza di massa per l’omosessualità e per la transessualità in particolare. Due sono le cose: o sono diventati tutti improvvisamente solidali con i gay (considerato che molti uomini vanno a trans) oppure c’è in giro un’ipocrisia collettiva di chi finge di essere tollerante per non essere apostrofato come omofobo.
Hai centrato il focus della questione: l’omosessualità e il lesbismo sempre più diffusi e mai dichiarati.
La cosa davvero triste a mio avviso è che queste persone, per le quali l’identità sessuale non è certamente un vezzo, debbano sentirsi a disagio e confusi su come comportarsi, a seguito di ciò che gli altri ritengono più o meno accettabile. Io mi metto sempre nei panni di quei genitori di siffatti figli, le loro difficoltà e il fatto di dover convivere con gli inevitabili drammi senza sapere, molte volte, come comportarsi e come aiutarli.
Posso solo immaginare il dramma dei genitori che si accorgono di avere un figlio omosessuale o transessuale. Questo perché, malgrado cambiano i costumi e le mode, non è detto che gli altri debbano accertarlo solo perché “così fan tutti”.