L’avversione contro le coppie omosessuali non accenna a diminuire e non credo che basterà una legge per arginare un problema diffuso e preoccupante. Ne sanno qualcosa Erika Mattina e Martina Tammaro, due ragazze lesbiche che hanno ideato la pagina social Le perle degli omofobi, in cui raccontano il loro amore e mostrano gli insulti ricevuti e le minacce contro il mondo Lgbt. Le due ragazze hanno lanciato una diretta live e sono state sommerse da una valanga di messaggi da far accapponare la pelle. Qualche esempio? “Bruciate, andate nei forni”; “Dovreste essere uccise, anzi sterminate” e molti altri messaggi inneggianti la Shoah dei nazisti che, ricordiamo, non presero di mira solo gli ebrei, ma pure gli omosessuali, rinchiudendoli nei campi di concentramento e contrassegnandoli con un triangolo rosa. Le due ragazze hanno deciso di denunciare i loro haters fornendo tutto il materiale raccolto al loro avvocato. Evidentemente puntano sul fatto che in Italia si discute della legge Zan contro l’omofobia, mentre in tanti altri Paesi, come quelli islamici per esempio, una denuncia simile non sarebbe possibile, dato che lì l’omosessualità è considerata un reato. Da noi, invece, si discute una normativa che, come ogni normativa, vede contrapposte due fazioni: da un lato c’è chi è favorevole e, dall’altro, c’è chi considera questa legge una legge bavaglio. Qualsiasi siano le versioni, Erika e Martina non sono le uniche lesbiche a finire nel mirino degli omofobi. In tutta Italia sono centinaia gli omosessuali picchiati, angheriati, derisi, insultati, minacciati da quanti non hanno alcuna intenzione di tollerare una pratica che si discosta dal rapporto uomo-donna. Una pratica vista da molti come una perversione, tanto da inneggiare perfino ai campi di sterminio per eliminarla.