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Ascari: I Leoni d' Eritrea. Coraggio, Fedeltà, Onore. Tributo al Valore degli Ascari Eritrei.

 

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L'Ascaro del cimitero d'Asmara.

Sessant’anni fa gli avevano dato una divisa kaki, il moschetto ‘91, un tarbush rosso fiammante calcato in testa, tanto poco marziale da sembrare uscito dal magazzino di un trovarobe.
Ha giurato in nome di un’Italia che non esiste più, per un re che è ormai da un pezzo sui libri di storia. Ma non importa: perché la fedeltà è un nodo strano, contorto, indecifrabile. Adesso il vecchio Ghelssechidam è curvato dalla mano del tempo......

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Storia. Anno 1935. Parte Prima. - GUERRA IN ETIOPIA

Post n°163 pubblicato il 06 Novembre 2008 da wrnzla

Fonte Testi: Cronologia.Leonardo.it

Storia. Anno 1935. Parte Prima.

- GUERRA IN ETIOPIA

Il pretesto di Ual Ual, propagandandolo come una provocazione per farne una causa "giusta", è subito trasformato in una "necessità" improrogabile, e conduce MUSSOLINI a rompere gli indugi -dopo gli incidenti- per intervenire militarmente in Africa, in Abissinia, con un vastissimo consenso che gli viene perfino da chi è stato finora all'opposizione.
(alcuni analisti riferiscono che la 2nda guerra mondiale ebbe inizio proprio da questo banale episodio. L'indifferenza o le ipocrite ostilità delle altre nazioni, la stupidaggine delle sanzioni, buttarono l'isolato Mussolini nelle braccia di Hitler)

IL 2 GENNAIO, l'Etiopia preoccupata si rivolge alla Società delle Nazioni per essere salvaguardata dentro i propri territori; nel frattempo il 7 gennaio Francia e Italia firmano un accordo per alcune colonie. Poi con un altro patto segreto la Francia (colloqui con Laval a Roma) lascia "mani libere" a Mussolini (anche se Laval in seguito negherà). Il Duce forte di quest'appoggio inizia a fare i preparativi militari; richiama alle armi alcune classi, forma due divisioni, istituisce gli alti comandi e fa partire il 5 FEBBRAIO circa 35.000 uomini per l'Africa.

Questa missione inizia a muoversi, giunge sul posto, ma nessuno, né Mussolini né i suoi generali hanno presente una meta ben precisa. Le intenzioni del piano DE BONO, che ci teneva tanto a questa guerra (già in Africa il 7 gennaio, poi ne diventa il comandante superiore il 28 marzo), contempla un'immediata offensiva militare, ma Mussolini temporeggia, la sua deve essere una mossa politica, non ancora una vera e propria guerra d'aggressione. Vuole intimorire, convincere, inviando con questa iniziativa solo dei messaggi all'Europa.
Dunque una forza insufficiente per una vera e propria "grande conquista", additittura persino carente per una difesa efficiente in caso di attacco. Infatti come numero di uomini, sono quasi la metà di quelli inviati da Crispi trentanove anni prima).

A stravolgere le buone o le cattive intenzioni, a far rompere quegli equilibri di forze create a Versailles con la Società delle Nazioni, a ciel sereno (ma dopo i risultati del voto nella Saar dello scorso anno) piomba il 16 marzo sull'Europa la denuncia di Hitler, che non intende più rispettare le clausole di quell'umiliante trattato, soprattutto i punti relativi al disarmo. Più che comunicare, con il suo stile da tribuno, avverte che non parteciperà più a nessuna conferenza della Società; annuncia che ha ristabilito il servizio militare obbligatorio; e in parallelo viene costituita una aviazione militare.
Insomma è un'altra sfida dopo la tensione creata lo scorso anno in Austria.

Mentre De Bono scalpita in Africa, Inghilterra, Francia e Italia con questa nuova preoccupazione sollecitano una riunione straordinaria della Società delle Nazioni. (su questo periodo (Stresa ecc.)

L'11 APRILE si svolge l'incontro a Stresa. Viene riaffermato il trattato di Locarno, decidendo di fare fronte comune contro la inquietante Germania di Hitler e del suo nazismo in preoccupante ascesa.
La "questione etiopica" di Mussolini passa in secondo piano. Ma quando se ne parla Mussolini non chiede se può invadere l'Etiopia, ma rassicura e afferma che "l'Italia non vuole mettere in pericolo la pace,... dell'Europa".
Ma la virgola e la pausa è come voler dire "ma dell'Africa sì, quindi non interferite".
Gli ambigui partecipanti capiscono benissimo e se non prendono una netta posizione, significa che anche qui a Stresa a Mussolini gli hanno lasciato "le mani libere". Francia e Inghilterra fanno solo "scena"; cercano di salvare il prestigio della Società delle Nazioni ma ognuna delle due potenze sta facendo la "sua sceneggiata" in malafede. Gli inglesi, infatti (zitti, zitti e all'insaputa della Francia) stanno negoziando con Hitler il Patto Navale che verrà poi firmato il 18 giugno. Un patto che concede libertà d'azione alla Germania di riarmarsi; un accordo questo che va contro le decisioni stipulate dalle grandi potenze (e soprattutto la Francia) a Versailles.
Ma non sono meno ambigui i Francesi, che all'insaputa degli inglesi, tentano degli approcci con la "Nuova Russia" e fanno patti segreti con Mussolini in funzione antitedesca per tutelare l'Austria (patto sull'indipendenza austriaca, in verità congiunto con gli stessi inglesi, nel settembre precedente a Ginevra)

Gli interessi degli inglesi sono forse quelli di invogliare Hitler a rivolgersi a Est in funzione antibolscevica, "bestia nera dei britannici". Mentre gli interessi francesi, come al solito sono di contrastare l'egemonia inglese. L'alleanza con il fascismo del resto a Laval non dispiaceva (Sostenitore dell' appeasement, dopo l'occupazione nazista diventerà il capo del governo Vichy -1942-1945)

Forse a Stresa l'unico che aveva veramente capito da mesi il "pericolo" di quel "caporale" tedesco era proprio Mussolini. Ma aveva capito anche un'altra cosa: diffidare di Francesi e Inglesi. Lui lo scorso anno dopo i "fatti austriaci" era stato il solo uomo a osare, e aveva agito non con le parole ma con i fatti, mandando al Brennero nell'arco di ventiquattrore quattro divisioni sul confine per difendere l'indipendenza dell'Austria. Questa l'avevano sancita a Versailles le grande potenze; invece quando Hitler invase l'Austria, la Gran Bretagna si defilò dicendo che "non prevedeva impegni sul continente", e la Francia mandò a dire che "non si sentiva abbastanza forte per intervenire".

L'Italia con o senza Mussolini, quel giorno venne a trovarsi in una difficilissima posizione. Cioè sola!
Chiunque avrebbe capito che Hitler non lo avrebbe fermato più nessuno. Gli altri non lo capirono! O c'erano altri progetti; e che poi furono sconvolti? (vedi il patto Russo-tedesco)
(Non dimentichiamo cosa accadde poi nel 1939; con l'invasione della Polonia, anche lì, Francia e Inghilterra (le due protettrici, "sulla carta") fecero la "mossa", ma poi non si "mossero". Così la posizione dell'Italia non divenne solo difficilissima, ma divenne critica, quando le armate tedesche, reduci dalla Polonia, disimpegnate, erano sui confini e non solo dell'Italia, pronte a "far qualcos'altro").

L'11 APRILE a Stresa, Mussolini, dopo la figuraccia al Brennero, per l'Abissinia si fa ancora più determinato, sfrutta bene le ambiguità e non si pente della sua scelta. La spedizione in Abissinia l' ha ormai del resto già messa in moto, si sta rivelando secondo le informazioni vincente, e a quel punto non accetterebbe più nessun diktat dai presenti (falsamente) preoccupati di un massiccio intervento militare italiano in Africa. Insomma pochi si stracciano le vesti, e sia la Francia (che ha fatto un patto segreto con l'Italia contro un'eventuale invasione tedesca dell'Austria) e sia l'Inghilterra che ha fatto a sua volta altri patti segreti con la Francia all'insaputa dell'Italia, non prendono posizione, ma riescono a far credere al mondo che si sono uniti in funzione antitedesca.

Quasi avallando l'intervento di Mussolini e a screditare gli abissini, la Società delle Nazioni pubblicherà un rapporto, reso pubblico poi da una massiccia propaganda, dove l'Etiopia figura ancora fra quelle nazioni che praticano la schiavitù. Insomma l'intervento di Mussolini sarebbe quasi una missione di civiltà in questi territori "barbari", dove l'imperatore SELASSIÉ siede sul trono che fu di Salomone, e ha un impero che non ha mai cambiato dinastia da 2000 anni.

Il 24 GIUGNO Mussolini fa il colpo di teatro, minaccia di uscire dalla Società delle Nazioni; ipocritamente EDEN, il Segretario di Stato inglese, lo biasima per l'intervento.

(Salvo poi scoprire in seguito che l'Inghilterra (tanto disgustata per l'intervento di Mussolini) ha fatto 6 giorni prima, il 18 GIUGNO, un doppio gioco peggiore degli italiani, visto che ha negoziato proprio con Hitler, all'insaputa di Italia e Francia un patto navale con i tedeschi. - Diranno poi, e si giustificheranno, in funzione e con finalità antibolscevica. Ma doppio gioco era!

Il 9 LUGLIO la commissione per la pace Etiopia-Italia non giunge a nessuna pacificazione, si rimanda tutto in agosto, quando sono fatte alcune proposte a Mussolini per desistere dalla sua decisione di iniziare l"avventura" africana. Mussolini le ritiene umilianti e le rifiuta in blocco. Si sente quasi offeso.
Volevano concedergli una piccola banale striscia di territorio desertico.

Il 3 SETTEMBRE ci sono ancora schermaglie, infine la rottura totale. L' 11 Settembre 51 Paesi su 54 aderenti alla Società delle azioni, minacciano delle gravi sanzioni se Mussolini osa proseguire nella sua decisione di dichiarare guerra al popolo abissino.

La Germania già in contrasto con la Società delle Nazioni, si dichiara neutrale di fronte al conflitto etiopico, e Mussolini ora può contare (ufficialmente) solo sui rifornimenti di Hitler che non riceve più via mare (su La Manica c'è lo sbarramento per le navi tedesche) ma solo via terra, carbone, acciaio e altro, che paradossalmente invece di punire la Germania questa, ora diventa la "grande favorita" della situazione, una manna dal cielo per la sua produzione e quindi un notevole beneficio economico.
Anche questo nessuno dei 51 paesi lo ha previsto!!!

Con un'ipocrita combine, con una intesa segreta, che segreta non è, spunta l'aiuto inglese che vende addirittura merce alla Germania e che poi questa la vende all'Italia. - I motori Rolls Royce per gli aerei italiani, seguono appunto questa strada, e Mussolini lo sa benissimo.
Sembra, e Mussolini lo vuol far credere, l'inizio di un vero strangolamento dell'economia; un isolamento politico ed economico dell'Italia. Ma le sanzioni hanno mille crepe e si rivelano un grosso bluff degli Stati Europei nei confronti dell'Italia, come abbiamo appena visto sopra.

In Italia parte una feroce campagna stampa contro i Paesi ostili alle decisioni di Mussolini. Parossistica quella contro gli inglesi, veline ai giornali raccomandano perfino di non fare uso di vocaboli inglesi e di evidenziare ogni fatto negativo sul costume degli stessi. Danno fastidio persino le insegne dei locali chiamati da alcuni anni con l'anglofono vocabolo Bar, si sostituisce con il surrealistico paesano termine, "qui si beve".

Nello stesso tempo per trovare i fondi necessari alla guerra, si promuove un prestito nazionale, detto del "cinque per cento", che ha notevole fortuna, in pochi giorni permette di incassare allo Stato otto miliardi di lire. Contemporaneamente scattano aumenti vari e nuove tasse sugli immobili e sugli affari.

L'11 SETTEMBRE a Ginevra, SAMUEL HOARE (non dimentichiamo questo nome - lui è già ministro degli esteri inglese) corre per la poltrona di premier e sfrutta la sua grande occasione di propaganda elettorale cavalcando lo sdegno dei suoi potenziali elettori. Fa un discorso che ha eco in tutto il mondo. E' durissimo e come vedremo del tutto falso e ipocrita. Con un tono forte, deciso, spavaldo e anche plateale grida davanti ai rappresentanti di 54 Paesi " E' giunta l'ora di bloccare Mussolini, perché Hitler ne prenda nota".
(nessuno immagina nemmeno lontanamente che è tutta una sceneggiata - vedi oltre).

IL 12 SETTEMBRE cioè il giorno dopo, Hoare non fa solo parole, ma anche fatti (e questo gli porta non pochi consensi); fa salpare 144 navi verso il Mediterraneo dirette a Malta. Tutti pensano a un potente blocco del Canale di Suez che sbarra la strada a Mussolini. Ma é una spregiudicata e sfacciata mossa propagandistica, solo per vincere le elezioni. Nessuno si sogna di bloccare Suez.
Le elezioni si tengono il 14 novembre, quando in Africa le ostilità sono iniziate da oltre un mese e mezzo. Il 15 Novembre i risultati sono 431 seggi a favore di Hoare contro 184. L'essere "contro Mussolini" ha abbondantemente ripagato!
Ma lui (Qui la sorpresa! Ma pochi conoscono questo retroscena) Hoare non é contro Mussolini, anzi è un suo carissimo amico!

Mussolini abbiamo visto sta attendendo proprio questo risultato elettorale, infatti, il 15 HOARE a elezioni vinte da poche ore, telefona subito al nostro ambasciatore a Londra, GRANDI "e adesso cosa possiamo fare per voi?'" "come vi possiamo sbloccare la situazione?". Grandi chiama Mussolini alle ore 14 dello stesso giorno. E le intese fra Londra e Roma sembrano essere molto chiare, infatti, Mussolini, alle ore 16 manda quel telegramma "segreto e personale" a DE BONO che leggeremo più avanti, e convoca immediatamente BADOGLIO, che dopo ventiquattrore parte immediatamente per l'Africa a sostituire De Bono e quindi a dare la spallata decisiva e risolutiva alla "guerra da vincere ad ogni costo con "ogni mezzo", e, su "questo" non transigo, vincere subito!" gli impone Mussolini

In pratica gli inglesi con HOARE, e i francesi con LAVAL hanno dato carta bianca a Mussolini. Hanno accettato l'invasione dell'Etiopia che non subirà solo quella,.... come vedremo alla fine di questo anno.

A Milano, in Duomo, il cardinale SCHUSTER celebra due eventi insieme, un Te Deum per l'anniversario della fondazione del Fascismo; e nello stesso tempo sulla grande piazza nella commozione generale benedice i gagliardetti dei reparti di quell' "esercito fatto di uomini impegnati a portare la luce della civiltà in Etiopia".
Plaude tutta la stampa nazionalista e la borghesia italiana, mentre la massa attende fiduciosa la facile conquista della "terra delle banane per tutti".

Socialisti e comunisti questa volta "pregano" anche loro, ma dietro altre quinte e sperano che la guerra si trasformi in una totale disfatta fascista. Inizia il disfattismo, mentre i giovani salgono sulle navi diretti in Africa, fiduciosi; anche se molti non torneranno più, da quella che era stata definita "solo una scampagnata".

Segue storia anno 1935. Parte Seconda >>>

 
 
 
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...Dunque tu vuoi essere ascari, o figlio, ed io ti dico che tutto, per l'ascari, è lo Zabet, l'ufficiale.
Lo zabet inglese sa il coraggio e la giustizia, non disturba le donne e ti tratta come un cavallo.
Lo zabet turco sa il coraggio, non sa la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un somaro.
Lo zabet egiziano non sa il coraggio e neppure la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un capretto da macello.
Lo zabet italiano sa il coraggio e la giustizia, qualche volta disturba le donne e ti tratta come un uomo...."

(da Ascari K7 - Paolo Caccia Dominioni)

 
 
 
 

 
 
 
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