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Il traditore, l'eroe, il diavolo. 

Post n°84 pubblicato il 12 Maggio 2008 da zackdelarocha3
Foto di zackdelarocha3

Ho immaginato questo tema, che forse oggi scriverò, e che
già in qualche modo mi giustifica, nei pomeriggi inutili, sotto l’influenza di
Coleridge (creatore ed alchemico di inquietanti misteri) e del consigliere aulico
Leibniz (che inventò l’armonia prestabilita).
Mancano dettagli, rettifiche, messe a punto; vi sono, poi,
zone di questa storia che non mi sono state ancora rivelate. Oggi, la intravedo
così.
L’azione si svolge in un paese oppresso e tenace: un
qualche stato balcanico, o sudamericano, o l’Irlanda, forse, la Polonia, la Repubblica di
Venezia..O meglio: l’azione si svolse;dato
che, sebbene il narratore sia contemporaneo, il tempo della sua storia è la
metà o il principio del secolo XIX. Diciamo (per comodità narrativa) l’Irlanda.
Diciamo il 1831.
Il narratore si chiama Ethan, Ethan Wilcox. E’ il
bisnipote del giovane, dell’eroico, del bello, dell’assassinato Spencer Wilcox,
la cui tomba fu misteriosamente violata, e la cui statua domina una collina
grigia, tra rosse paludi.
Spencer Wilcox fu un cospiratore; un segreto e glorioso
capitano di cospiratori: come Mosè, che dalla terra dei moabiti avvistò la
terra promessa, e non potè calcarla. Wilcox morì alla vigilia della rivolta vittoriosa
che aveva premeditato e sognato.
S’avvicina la data del primo centenario della sua morte;
le circostanze del delitto sono enigmatiche; Ethan, che sta lavorando ad una
biografia dell’eroe, scopre che l’enigma non è puramente poliziesco. Wilcox fu
assassinato in un teatro; la polizia britannica non trovò mai l’autore, e gli
storici affermano che questo insuccesso non intacca la buona reputazione della
polizia, poiché fu essa stessa, probabilmente, a farlo uccidere.
Altri aspetti dell’enigma inquietano Ethan. Sono di
carattere ciclico: sembrano ripetere o combinare fatti di regioni remote, di
remote età. Si sa, per esempio, che gli sbirri che esaminarono il cadavere
dell’eroe trovarono una lettera chiusa, che avvertiva Wilcox del pericolo che
avrebbe corso andando a teatro quella sera. Anche Giulio Cesare, mentre si
avviava al luogo dove l’attendevano i pugnali dei suoi amici, ricevette il
biglietto, che non potè leggere, ed in cui gli si scopriva il tradimento, con i
nomi dei traditori. La moglie di Cesare, Calpurnia, vide rovinare in sogno una
torre che il Senato aveva tributato al marito. Voci false e anonime, la vigilia
della morte di Wilcox, annunciarono a tutto il paese l’incendio della torre
circolare di Kilgarvan.
Ebbene, questi parallelismi (insieme ad altri) della storia
di Cesare col cospiratore irlandese indussero Ethan a supporre una forma
segreta del tempo, un disegno in cui molte linee si ripetono. Pensò alla storia
decimale che ideò Eulero; alle morfologie che proposero Spengler, Hegel e Vico;
agli uomini di Eratostene, che degenerarono dall’oro al ferro. Pensò alla
trasmigrazione delle anime, dottrina che fa l’orrore della letteratura celtica
e che lo stesso Cesare attribuì ai druidi britannici.
Da questi labirinti lo salvò una curiosa scoperta, che poi
lo inabissò in altri labirinti ancor più inestricabili ed eterogenei: certe
parole che un mendicante scambiò con Spencer Wilcox, il giorno della morte di
quest’ultimo furono prefigurate da Shakespeare nella tragedia del Macbeth.
Che la storia avesse copiato la storia era già abbastanza
stupefacente; che la storia copi la letteratura è inconcepibile…Ethan accerta
che, nel 1818, Randall Stevens, il più antico dei compagni dell’eroe, aveva
tradotto in gaelico i principali drammi di Shakespeare, tra cui il Giulio Cesare. Scopre anche, negli
archivi, un articolo manoscritto di Stevens sui Festspiele svizzeri: vaste ed erranti rappresentazioni teatrali che
richiedono migliaia di attori e che reiterano episodi storici nelle stesse
città in cui accaddero.
Un altro documento inedito gli rivela che, pochi giorni
prima della fine, Spencer Wilcox, presiedendo l’ultimo consiglio, aveva firmato
la sentenza di morte di un traditore il cui nome, in seguito, fu cancellato.
Una simile condanna non è nelle abitudini di Wilcox. Ethan ne indaga le ragioni
(questa indagine è una delle lacune della storia) e riesce a decifrare
l’enigma.
Wilcox fu ucciso in teatro, ma da teatro gli servì anche
l’intera città, e gli attori furono legione, e il dramma, che ebbe come atto
finale la sua morte, si consumò in molti giorni e molte notti.
Ecco cosa avvenne:

il 6 luglio 1831 i cospiratori si riunirono. Il paese era
maturo per la rivolta; qualcosa, tuttavia, mancava sempre; c’era un traditore,
nel consiglio. Spencer Wilcox aveva incaricato Randall Stevens di scoprire
questo traditore.
Stevens eseguì il compito: annunciò che il traditore era
lo stesso Wilcox. Dimostrò con prove irrefutabili la verità dell’accusa; i
congiurati condannarono a morte il loro presidente. Questi firmò la propria
condanna, ma implorò che il suo castigo non pregiudicasse la rivolta, e la
patria.
L’Irlanda idolatrava Wilcox; il più tenue sospetto su di
un suo tradimento avrebbe compromesso il colpo di Stato. Allora Stevens concepì
un ingegnoso progetto, che fece dell’esecuzione del traditore uno strumento,
anzi, per aumentare il fermento popolare. Suggerì che il condannato morisse per
mano di un assassino sconosciuto, in circostanze particolarmente drammatiche,
che rimanessero scolpite nell’immagine popolare ed affrettassero, così, l’insorgere
della rivolta. Wilcox giurò di collaborare a questo progetto, che gli offriva
l’occasione per redimersi.
Stevens, pressato dal tempo, non seppe inventare
interamente le circostanze di quella esecuzione dai molti e controversi
aspetti; dovette plagiare un altro drammaturgo, guarda caso, il nemico inglese
William Shakespeare. Ripetè scene del Macbeth, del Giulio Cesare. La pubblica e
segreta rappresentazione occupò vari giorni. Il condannato entrò a Dublino,
discusse, pregò, riprovò, pronunciò parole patetiche, e ciascuno di questi
atti, che ne avrebbe accresciuto la gloria, era stato prefissato da Stevens.
Centinaia di attori collaborarono con il protagonista. La
parte di alcuni fu complessa; quella di altri, momentanea. Le cose che dissero
e che fecero durano ancor oggi nei libri di storia, nella memoria appassionata
dell’Irlanda. Wilcox, animato da questo insolito, minuzioso destino, che lo
redimeva e che lo perdeva, più di una volta arricchì con parole improvvisate il
testo del suo giudice. Così venne dispiegandosi il dramma, finchè, il 6 luglio 1931, in un parco dalle
funeree cortine che prefigurava quello di Lincoln, una pallottola desiderata
entrò nel petto del traditore e dell’eroe, tra due fiotti di sangue improvviso,
alcune parole previste.






Nell’opera di Stevens, i passi imitati di Shakespeare sono
i meno drammatici; Ethan sospetta che
l’autore li intercalasse affinché qualcuno, più tardi, potesse scoprire la
verità.
Sospetta di far parte egli stesso della trama di Stevens…
Dopo tenace cavillare, risolve di tenere segreta la
scoperta. Pubblica un libro, dedicato alla memoria dell’eroe; ed anche questo, forse,
era già stato previsto…



 

 
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