Zagara&Pepe

Pranzo di (quasi) Natale

Il racconto non è finito, lo interrompo un attimo per riportare qui una cosina dello scorso Natale, perchè anche l'anno scorso è stanìto Natale, un Natale così, come, certamente lo sarà anche quest'anno in qualche posto del mondo, d'Italia, magari soltanto dietro l'angolo di casa nostra, o appena fuori il portone.

E questo, davvero, non mi fa dir "fa gnente"

Per tutti voi Auguri di vero cuore.

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Questo non è un racconto inventato ma la pura cronaca di un giorno di quasi Natale


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Milano, ventidue di dicembre di quest'anno del nuovo millennio.

12.30, circa. Prendo il "buco" che mi si è formato fra un appuntamento e l'altro e vado in Centro: Galleria Vittorio Emanuele. Sempre affollata. Anche se io non amo la folla di sti' tempi.

"Fa gnente".

Gio il mio "solito giro" fra i ciddì di RICORDI. -"Cerco un disco TELARC con i canti di Natale incisi da un coro di Mormoni…"- -"Non abbiamo TELARC"- risponde un po' sgarbata la commessa.

"Fa gnente".

Dico io e compero due ciddì di musica antica ed uno di canzoni vecchie di Jannacci, ma così vecchie che se le vedesse uno "moderno" potrebbe dirla questa musica antica più di quella degli altri due ciddì.

Sono le 13.00, o poco più. C'ho un po' di fame.

Il mio menù prevederebbe una fetta di pizza da Autogrill ed una vascherìtta di frutta fresca.
Giro l'angolo. Entro. Troppa gente alla cassa.

"Fa gnente"

Esco. "McDonald" penso. Faccio pochi passi ed effettivamente trovo meno folla.
-"Un menù 4 medio, per favore"- domando -"Se prende il Maxi risparmia!!"- m'informa la cassiera con un tono di compatimento- Non so farmi i conti in tasca, penserà. Non sarò mai un marito affidabile.

"Fa gnente"-

le dico -"Ve bene il medio"-
Che me ne faccio di tutte le patatine del maxi, buone solo, salate come sono, a consumar per forza la bibita Maxi? Che a me poi, patatine e bibita stufano pure!!!

Vassoio, bicchiere, panino, patatine, cannuccia e tovagliolo.

Controllo con un colpo d'occhio. C'è tutto, anche il resto.

Parto per un tavolo laterale, l'ultimo rimasto libero. Appena ci arrivo una coppia di ragazzine vocianti e griffatissime mi anticipa….in scivolata.

Fa gnente.

Prendo un posto ad un bancone, c'è anche lo sgabello.
Sgranocchio di malavoglia le patatine. Davanti a me una coppia di mezza età….avanzata mangia scambiandosi il silenzio.
Tutto attorno invece è un gra vociare.
Le ragazze griffate esibiscono marchi prestigiosi sopra ogni centimetro d'indumento. In testa hanno tutte un cappellino da Babbo Natale con stelle e lucine che ho visto vendere poco prima alla fermata del Metrò da un ambulante africano. Faceva un euro al pezzo. Avranno contrattato portandolo via a novanta centesimi.

Fa gnente.

A loro si sono aggiunti dei ragazzi sui sedici anni direi, gridano e ridonoin modo un po' sguaiato.. Uno, ad un certo punto, butta un bacio in bocca ad una lei. Un bacio che sembra non finire mai. Vedo pezzetti di lingua uscire fra le labbra dei due.
Mi fa un po' schifo.
Sto diventando un guardone. O solo vecchio.

Fa gnente.

Ho dato un morso al panino. Come previsto m'è caduta una buona porzione di salsa. La guardo e penso

"Fa gnente"

Mai piaciuta troppo la salsa del McDonald

S'avvicina un vecchietto strascinando i piedi, mormora qualcosa che intuisci sia la richiesta d'una elemosina.
Frugo con la mano nella tasca.
Ne esco un dischetto d'ottone: cinquanta centesimi.

Penso che al cambio del secolo scorso facevan millelire, ai Tempi del Benessere, intendo.
Mai date millelire ad un vecchietto al McDonald nel secolo scorso, al più cinquecento. E si stava tutti bene.

Guardo il cinquantacentesimi cadergli nella mano e mi sento un po' meschino. Altro che millelire!!

"Fa gnente"

Son sempre 4 o 5 gli euro a fine giornata che mi escon con tutti quelli che incontro a cui bisogna dar qualcosa.

Arriva un inserviente, dall'accento mi pare polacco. "Uno che è riuscito" penserà di sé, col suo lavoro e libretto e permesso di soggiorno in regola. S'avvicina la vecchietto e capisco che è straniero anche lui. Lo allontana e lo sento minacciare in un italiano stentato.
Il vecchietto non reagisce. Si lascia allontanare. Ritenta di caritare ma subito deve uscire, spinto via bruscamente dall'inserviente polacco facendo però il minimo rumore.

E' Natale anche al McDonald ed i Clienti non devon esser disturbati….

Mi guardo tutt'attorno. La coppia davati a me continua a mangiare. In silenzio.
Le ragazze griffate coi loro amici ridono di nulla, come se non aver pensiero fosse uguale al viver spensierato. In testa i cappelli da Babbo Natale lampeggiano delle loro lucine.

Tutto è accaduto senza uno sbatter di ciglia, un sussulto del cuore.
E' Natale a Milano. Anche da Mc Donald.

Mi alzo lasciando il mio vassoio sul tavolo con mezzo panino e le patatine appena appena sgranocchiate non mi va più di mangiare.

Esco e mi ritrovo in Galleria. Vado di scatto verso il negozio del lato opposto. C'era una palla di vetro, col presepe dentro e la neve che a voltarla pareva cadere.

Penso che a volte il mondo sarebbe meglio guardarlo così, non affogato, ma con la neve che cade.

Ho la mia palla di vetro adesso e la guardo come se fosse un caleidoscopio.
E mi par di vedere nella casa più piccina dentro alla boccia, quella lì a destra, una lucina, ed un vecchietto che ha smesso di elemosinare e si sta scaldando al bagliore d'un focolare.

Avrei dovuto mangiar pizza, ieri a Milano. Ma c'era troppa coda.

"Fa gnente".