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Zagara&Pepe

La Metamorfosi è uno stato dell'Anima

 

 

« Manuel e il VentoRobe d'acqua ed altri liquidi »

The Last Tea

Post n°34 pubblicato il 13 Settembre 2006 da pro_mos

Il bricco dell'acqua era fumante, avevo lasciato le bustine in infusione per cinque minuti esatti, quello, mi avevano detto, era il giusto tempo per ottenere un tè aromatico e profumato.
-"Zucchero?"- ti chiesi versando il liquido scuro dentro la tazza -"no, grazie.."- rispondesti
Che sciocco, già dovevo saperlo che a te piaceva amaro. Amaro e bollente tanto che, a volte, me ne versavi una tazza e ti facevi riscaldare ancora l'acqua, perché fosse calda al punto che io avrei perso la sensibilità di tutta la lingua e lo avrei sentito perforare l'esofago, se lo avessi bevuto. Ma tu no, lo amavi così, al punto che ti avrebbe ustionato lo stomaco se fosse stato di un grado, dico un solo grado, più caldo.

Ne sorseggiasti subito un poco, mentre io, invece, lo lasciavo raffreddare. Guardavo i tuoi occhi perdersi dentro la tazza, in quel liquido scuro che fumava.
Soffiai un poco dentro la mia, e ne bevvi appena, mentre tu portavi alla bocca la tua e, senza muovere le labbra, mi dicesti -"ho un altro uomo.....amo un altro, e ho deciso di lasciarti..."-
Rimase sospesa quella frase che a me sembrava invece risolutiva.
Perché la lasciasti sospesa? Cos'altro avresti potuto aggiungere ad una sentenza così inappellabile?

Lo sapevo, dentro di me, da un po' di tempo. Quei tuoi silenzi, quelle mezze frasi rubate, quello sguardo che pareva perdersi oltre la finestra, quando ti scorgevo, immobile, a pensare.
L'avevo saputo, con certezza, il giorno che lo trovai descritto in quel tuo diario che, casualmente, avevo trovato per casa e che avevo letto, forse colpevolmente, non per desiderio di sapere cos'era l'altro, ma per la necessità di conoscere cosa non ero stato io, dove avevo sbagliato, dov'ero mancato.
In quelle poche righe non avevo trovato le risposte che andavo cercando.
Non c'è risposta razionale ad un amore che sboccia, ad una passione che coglie così totalmente.

Tanto leggevo il crescente desiderio in te, tanto si spegneva dentro il mio amore.

Comprensione, forse, era la comprensione per te che mi si affacciava nel cuore. M'immedesimavo con te, in quelle righe, in quegli affanni, in quei desideri, mentre sentivo, a poco a poco, che tutto il mio amore si spegneva, in pochi istanti.

Forse, direte voi, non era un sentimento troppo saldo. Forse, vi dirò io, quando siete sull'orlo del precipizio e non avete ancora deciso se buttarvi o meno, vi aggrappate ad ogni angolo, ad ogni palmo di terra, ad una radice, ad un ciuffo d'erba, per non cadere.
Quel silenzio, quel freddo che mi montavano dentro erano il mio ultimo filo d'erba. Mi ci aggrappai per darmi, ancora una volta, una possibilità, un filo di fiato.

Ti guardai, mescolando un poco lo zucchero dentro la tazza. Il tè m'era parso più amaro, d'un tratto. Si confusero, in quel mulinello creato dal mio cucchiaino, il dolore, la tristezza, un po' per quello che stavo perdendo, e più di tutto, per quello che non ero stato.

Mi nominai, mentalmente, come un participio passato, che si sarebbe fatto in breve, passato remoto, e poi, soltanto un ricordo, una ferita, uno sbaglio.

Ti guardai, avevi una lacrima che ti rigava il volto, e mi dicevi, mi giuravi che non avresti mai voluto, mentre invece, io, avrei preferito sentirti gridare elencando tutte le mie promesse fatte e poi mancate.

Ma si sa, quando un amore finisce, scalzato da uno nuovo, ci si scorda pure dei motivi reali, tutti presi da quell'altra gioia, da quel nuovo desiderio.

Rimasi in silenzio lasciando parlare solo i miei occhi, stanchi, per quella prova che dovevamo affrontare, e per quanto ancora ci sarebbe costato arrivare a dirci addio, per sempre.
-"Non ti devi preoccupare"- ti dissi -"un nuovo amore non è poi una malattia. Pensa se a separarci fosse un tumore, una morte improvvisa, e tu ed io fossimo ancora amanti, quella sarebbe la disperazione. Oggi tu sei felice, anche se con un altro, ed io non riesco più ad amarti, come dici. Non so amare quando non sono riamato. Ma sono troppo stanco per odiare, o fare scenate, o manifestarti, in qualsiasi modo il mio rancore. Voglio che tu sia felice, ed io, per me, voglio cercare ancora un poco di felicità, di quella che c'è stata anche fra noi, per tutto il tempo che ci ha visti innamorati"-
Ti abbracciai e tu scoppiasti a piangere, liberandoti di quella tensione che ti aveva attanagliato, perdendo un po' di quei timori che quel discorso ti avevano fatto maturare.

Sarebbe stato un addio lento ma senza traumi, tutti e due volevamo lasciarci senza ferirci ancora. Sarebbe stata una malvagità, un vero delitto offenderci maggiormente.

Ti accompagnai verso la porta, per uscire e quando fummo sull'uscio mi svegliai di colpo. M'accorsi girandomi nel letto un po' sudato, senza quasi orientamento ch'era stato tutto un sogno. Un incubo, forse, lo chiamerebbe qualcuno. Tu eri lì, accanto a me, nel letto e dormivi, ed io m'accostai leggero alle tue spalle. Il chiarore della notte ti si spandeva sul volto.

E fu allora che vidi le tue labbra schiudersi e mormorare dentro il tuo sogno notturno, e fu allora che, per la prima volta, ti sentii chiamare quel nome, che non era il mio.

 

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Commenti al Post:
end.m
end.m il 13/09/06 alle 15:42 via WEB
MA.. sesto senso?Comunque delle volte accade che l'incubo ,soffoca il nostro lato nascosto quello che nn vogliamo dire .Magari crediamo di amare ancora, di stare bene ,ma dentro?per la storia molto carina ,lo dico veramente ,oltre che ha riflettere le tante verita' che attanagliano la nostra vita,ammette il vero anche se simulato dal sogno .Forse entrambi erano stanchi...sai il te' ,il descrivere la sensazione nel berlo.Diciamo che la relazione era fredda al tal punto che il te' bollente nn ha leso la lingua della tizia .Un sorriso sei sempre il mio preferito .Buona serata :) ;)
 
 
pro_mos
pro_mos il 14/09/06 alle 14:57 via WEB
l'incubo, si dice arrivi per mascherare talune nostre pulsioni indicibile, inconfessabili...........per il resto concordo con te, quel te bollente bevuto nel gelo dei sentimenti non poteva bruciare la lingua:-)
 
VINCYSHEVA
VINCYSHEVA il 13/09/06 alle 16:02 via WEB
CIAO, SONO DI CAPACI MA PER LAVORO ABITO A COMO. HO VISTO CHE SEI PASSATO DAL MIO BLOG E HO VOLUTO LASCIARTI QUESTO COMMENTO VISTO CHE SEI DI PALERMO. CIAO
 
 
pro_mos
pro_mos il 14/09/06 alle 14:58 via WEB
un saluto anche a te ed al "tuo" attuale lago:-)
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 13/09/06 alle 23:37 via WEB
Non sempre accade di riuscire a dirsi addio così, rimanendo amici, e soprattutto non sempre accade che l'amore dell'uno svanisca progressivamente sentendo l'altro allontanarsi, anzi di solito accade esattamente il contrario. Quello che mi ha colpito in questo racconto è stato il tuo fatalismo, il rassegnarti di fronte al fato o al fatto compiuto, senza lottare. L'accettare senza condizioni. E mi ha colpito perchè in effetti se c'è qualcuno che vuole allontanarsi, noi non possiamo fare proprio nulla per impedirlo perchè l'altro non è di nostro possesso, ma nella maggior parde dei casi tendiamo ad incaponirci e il nostro cuore vorrebbe urlare di disperazione e fare qualsiasi cosa per evitare questo allontanamento. Ci vuole una mente molto forte e lucida per accettare gli eventi così, senza battere ciglio.
 
 
pro_mos
pro_mos il 14/09/06 alle 14:59 via WEB
già forse è la mente lucida a farti accetare gli eventi, o forse un cuore ormai chiuso ermeticamente. me lo sono domandato anche io quando l'ho scritto:-)
 
   
VegaLyrae
VegaLyrae il 14/09/06 alle 15:08 via WEB
:o)
 
FridaA
FridaA il 14/09/06 alle 16:59 via WEB
Non so, ma non credo tu abbia vissuto il dolore lancinante dell'abbandono. Nessuna comprensione, l'amore non scema e la mente non razionalizza percorsi di felicità per entrambi. E' un incubo, reale.
 
ilcuoredelloceano
ilcuoredelloceano il 14/09/06 alle 20:25 via WEB
ciao! :) Grazie mille del tuo dolcissimo commento sul mio blog...addirittura del millennio eh? wow mi sento davvero onorata :)))
 
 
pro_mos
pro_mos il 14/09/06 alle 23:45 via WEB
grazie a te per la spontaneità che metti in tutto quello che scrivi.:-)
 
uforobot
uforobot il 14/09/06 alle 22:26 via WEB
l'amore, spesso, ruba l'attenzione dello sguardo, ruba i secondi alle parole. zittisce gli urli che ti fnno sobbalzare il cuore e a volte offende, dipana, elude... ogni amore ha un'anima che cresce ed emerge...inevitabilmente, anche se fa soffrire. bel post.
 
 
pro_mos
pro_mos il 14/09/06 alle 23:50 via WEB
ti ringrazio, davvero, e ti auguro una buonissima notte:-)
 
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