Creato da dracula56 il 30/12/2007

Dracula

Vlad Tepes

 

Vampira..!

Post n°2233 pubblicato il 09 Ottobre 2009 da dracula56

fuoco

 

 

 

 
 
 

Le auguro una buona giornata

Post n°2232 pubblicato il 09 Ottobre 2009 da Giullia1
 

 

 

 

 

 
 
 

Buon pomeriggio Conte

Post n°2231 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da poisongirl2008

Queste immagini non le ricordano un pò qualcuno??

 

Vampires Pictures, Images and Photos

 
 
 

CONTRO LA PEDOFILIA..!

Post n°2230 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da dracula56

ATTENZIONE..!

 
 
 

La storia di dracula..V°parte..!

Post n°2229 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da dracula56

Storia di Dracula 5/15

I figli in pegno
Prevedendo che il sultano intendesse imprigionarlo, il principe di Valacchia recava come salvacondotto la sua prole, da offrire in ostaggio. Avrebbe così ottenuto di poter ripartire, lasciando in pegno ciò che aveva di più prezioso, cioè la sua discendenza. Era una prassi del resto assai comune, cui ricorrevano vassalli e re, gli uni per garantire la propria fedeltà, gli altri per avere una ritorsione da compiere in caso di tradimento. Gli ostaggi venivano in genere trattati con un riguardo adeguato al rango. La loro prigionia acquistava così toni dorati, protraendosi per anni, talvolta per una vita intera. La drammaticità di questa ospitalità forzata si stemperava allora nell'abitudine, lasciando spazio a una fioritura di legami d'intimità e amicizia con i carcerieri.
C'era in qualsiasi momento il rischio spaventoso di poter pagare con una orribile fine la defezione o il voltafaccia di chi avrebbero dovuto garantire con la vita. Ma se questo non accadeva finivano per integrarsi nel mondo in cui gli eventi li avevavo sbalzati. Ne acquistavano le abitudini e la mentalità, sentendosi a lungo andare più simili agli estranei di cui erano in custodia che ai familiari ormai lontani, colpevoli oltre tutto di averne sacrificato la libertà.
Vlad e Radu avevano fino allora vissuto con la madre. Viene da chiedersi quale sorpresa debbano avere provato nel s2entirsi proporre un viaggio in terre lontane con il padre, che tra una guerra e l'altra non avevano avuto alcun modo di conoscere.
C'era dell'allegria negli occhi di entrambi mentre attraversarono con loro scorta il Danubio. Non sapevano in che antro spaventoso si stessero inoltrando, e quali orchi li attendessero.


OSTAGGI DEL SULTANO
Non appena ebbero messo piede in territorio turco, Vlad e i due bambini vennero presi in consegna dagli emissari del sultano, che li trattarono con ogni durezza, incatenandoli come schiavi.
E' intuibile che genere di esecuzione venisse riservata ai Valacchi del seguito di Vlad che non avevano avuto la fortuna di morire battendosi.

In prigione nella rocca di Gallipoli
Anziché alla corte di Adrianopoli, come si aspettava, il principe di Valacchia venne condotto coi suoi figli nella rocca di Gallipoli, sulla riva settentrionale dei Dardanelli, e lì tenuto prigioniero. Murad aveva una predilezione speciale per quel porto fortificato, dal quale sarebbero dovute partire un giorno le operazioni per la conquista definitiva della Grecia. Vi aveva perciò costruito una reggia fastosa, protetta da imprendibili mura.
Tenne Vlad e i suoi figli imprigionati nei sotterranei del palazzo, sottoponendoli al tormento peggiore, che era l'incertezza della loro sorte. Volle infine interrogare di persona l'alleato dal quale si riteneva tradito, chiedendoli conto del suo comportamento.
Dracul si difese con astuzia levantina, adducendo a prova della propria fede il fatto di avere portato con se i figli Dracula e Radu. Non si sa quanto potesse apparire convincente un simile discorso all'orecchio diffidente del sultano, ma visto che il voivoda aveva due figli da lasciare in ostaggio Murad lo lascio andare. Gli faceva evidentemente più comodo un alleato oltre il Danubio, condizionato dai figli lasciati in garanzia, che un nemico da giustiziare a Gallipoli.
Rimasero con Murad, non più prigionieri ma ospiti, Dracula e Radu. Era il 1440 circa. I due ragazzi vissero da quel momento in intimità familiare con i cortigiani del sultano, imparando lingua e abitudini turche.
Da Gallipoli vennero trasferiti dopo qualche anno altrove, seguendo - com'era d'uso - gli spostamenti della corte.

I piaceri dell'Harem
Crescendo, appresero etichetta e le regole della diplomazia ottomana, con le finezze di una logica tendente al raggio e alla simulazione. Parteciparono a banchetti di cui la nobiltà europea ignorava la magnificenza. Assistettero senza speciale emozione al martirio dei nemici di Murad, per i quali erano pronte sempre nuove tecniche di tortura.
Giovanissimi, varcarono le soglie degli Harem, dove amici generosi mostrarono loro la via di raffinati piaceri. Fu in quelli anni che a Radu fu dato il sopranome di Bello. Di lui s'invaghì, a quanto si racconto, lo stesso sultano, che lo volle nel proprio Harem maschile.
Tutto ciò non ridimensionava però la minaccia costante che, per un tradimento del padre, i due principi così finemente islamizzati chiudessero i propri giorni nei supplizi. Il che parve sul punto di accadere tra il 1443 e il 1444, quando i sovrano d'Occidente, spaventati dall'espandersi della potenza ottomana, presero le armi contro Murad.

Vlad II alla crociata
Aderì infatti alla crociata anche Vlad II di Valacchia, insieme all'inseparabile Mircea, incurante che in tal modo si giocava la vita degli altri due figli, ostaggi del sultano. Egli rinnovò la sua fedeltà all'Ordine del Drago con tanto fervore che gli echi di questa sua "riconversione" cristiana giunsero fino a Roma (e di sicuro ad Adrianopoli) procurandogli ogni benedizione speciale del Papa Eugenio IV.
Ben consapevole della sorte cui condannava in tal modo Dracula e Radu, si giustificò dicendo (in una lettera alla città transilvana di Brasov, da vov'era presumibilmente partito per la nuova impresa balcanica) che volentieri sacrificava i suoi figli <>, per poter continuare a servire il Sacro Romano Impero. In una identica situazione era venuto a trovarsi, proprio a quel tempo, il voivoda serbo Jorgy Brankovic, che per liberare la sua terra aveva preso le armi contro la Porta, incurante di avere lasciato in ostaggio di Murad due suoi figli, che per rappresagli erano stati accecati.
Una fine altrettanto atroce aspettava ora Dracula e Radu, la cui vita non aveva alcun valore dopo il tradimento del padre. Nulla lasciare presagire che qualcosa poteva salvarli. Furono invece risparmiati. Non solo non viene torto loro un capello, ma le condizioni stesse della loro blanda prigionia rimasero invariate.
La crociata balcanica parve dapprima mettere in ginocchio le forze ottomane, poi si risolse in un disastro a Varna, sul Mar Nero, dove il 10 novembre 1444 Murad sferò il suo contrattacco. L'esercito cristiano era essenzialmente composto di Ungheresi e Polacchi, riuniti sotto lo scettro di Laslao Jagellone, divenuto alla morte dell'imperatore Alberto II d'Asburgo re di entrambe le nazioni (Ladislao III in Polonia, V in Ungheria).

Il Cavaliere Bianco
Guidava lui personalmente l'armata insieme a Janos Hunyadi, considerato in quelle contrade la quintessenza del cavaliere cristiano senza macchia e senza paura. Avallavano questa sua eroica reputazione le strepitose gesta compiute contro i Turchi alla difesa di Belgrado, nel 1440, e alle Porte di Ferro, sul Danubio, nel 1442. Gli Italiani dei reggimenti pontifici aggregati all'armata lo chiamavano il Cavaliere Bianco, per la tunica immacolata che indossava sopra l'armatura, deformato dai soldati in Janko.
Cavalcava in testa all'armata, con Janos Hunyadi e Ladislao, in rappresentanza del papa, il cardinale Giuliano Cesarini.
I Turchi vennero sconfitti in Serbia e in Bulgaria, e Sofia fu riconquistata. Da lì, Janos, re Ladislao e cardinale Cesarini piombarono come una folgore sulle coste del Mar Nero, dove decimarono la flotta della Porta e conquistarono numerose roccaforti. Ma si erano spinti troppo in profondità oltre i propri confini, su un terreno che non potevano controllare. Non resero quindi all'urto di un'armata guidata da Murad, che li travolse in prossimità del porto di Varna. Morirono sul campo re Ladislao e il legato pontificio Cesarini. Hunyadi cercò scampo nella fuga, e questo gettò un'ombra sulla integrità guerriera del Cavaliere Bianco.

Un eroe sotto accusa
Non erano stati coinvolti nella disfatta Vlad II di Valacchia e suo figlio Mircea, che avevano limitato il loro raggio d'azione, come altri voivoda locali, agli obbiettivi cui erano direttamente interessati per ragioni territoriali. In quest'ottica personalistica si era battuto Mircea, riconquistando la cittadella Giurgiu sul Danubio. Non si era messo in luce Vlad, cui la rovina abbattutasi sull'avversario Janos Hunyadi non poteva che giovare. Come alla maggior parte dei voivoda balcanici e mitteleuropei, che consideravano la crescente fortuna degli Hunyadi una minaccia per la loro dipendenza.
Non fu dunque lasciata cadere l'occasione per mettere Janos sotto accusa, attribuendoli la responsabilità della disfatta. Si riunì per giudicarlo una corte di guerrieri scampati come lui al massacro di Varna. Tra le colpe addebitategli, la fellonia, la defezione in battaglia, l'abbandono del re al suo destino, passibili tutte di morte. Tra i più accaniti accusatori si mise in mostra Mircea, che quasi convinse il tribunale a emettere una sentenza capitale. Prevalse tuttavia la decisione di graziare Hunyadi - pur riconoscendolo reo delle accuse rivoltegli - in considerazione dei servigi fino allora resi alla causa cristina.
Dracul riprese le sue scorribande con Mircea, Janos le redini del potere, assumendo il titolo di reggente d'Ungheria per conto del nuovo re Ladislao VI, di soli quattro anni, detto il Postumo perché nato dopo la morte del padre Alberto II d'Asburgo, sacro romano imperatore.

 
 
 

Vampires...

Post n°2228 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da kinzia73
 
Tag: DeS

 
 
 

Grazie Dracula! ^^

Post n°2227 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da Giullia1
 
Tag: queen

 

 

 

 

 
 
 

Vampiri..!

Post n°2226 pubblicato il 06 Ottobre 2009 da dracula56

welcome to vampire-ville ******

 
 
 

Adepte..!

Post n°2225 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da dracula56

 
 
 

Vampire..!

Post n°2224 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da dracula56

 
 
 

BUON INIZIO SETTIMANA !

Post n°2223 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da piccolastronza1

 
 
 

BUON INIZIO SETTIMANA A TUTTI

Post n°2222 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da kinzia73

 
 
 

caduti a Kabul

Post n°2221 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da dracula56

 
 
 

Buona domenica conte!

Post n°2220 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da Giullia1
 
Tag: tenebra

 

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ILLUMINATA DALLA LUNA

Post n°2219 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da scarlet720

INVAGHITA DELLE TENEBRE

 ADORO LA NOTTE,

ALCOVA DELL'ETERNO AMPLESSO DI CIELO E TERRA

REGNO DI ECATE TRIFORME CHE DETIENE GLI ARCANI DELLA NATURA

 INONDANDO DI NITORE ARGENTEO IL MONDO

 
 
 

DraculaIV parte..!

Post n°2218 pubblicato il 03 Ottobre 2009 da dracula56

Storia di Dracula 4/15

Sigismondo e il Drago
Nebulose ma certe sono le origini dell'Ordine del Drago, fondato dal imperatore Sigismondo, figlio dell'imperatore Carlo IV, per combattere l'eresia. C'è chi dice sia nato nel 1418 (Licurgo Cappelletti, Storia degli ordini cavallereschi, Livorno 1904, e Franco Cuomo, Gli Ordini cavallereschi nel mito e nella storia, Roma 1992), chi invece nel 1387 (Luigi Cibrario, Descrizione storica degli ordini cavallereschi antichi e moderni, Napoli 1894), anno in cui Sigismondo non ancora imperatore, divenne re di Ungheria sposando la regina Maria, figlia di Luigi il Grande. Ma se è vero che a ispirarne la fondazione fosse l'urgenza di contrastare l'espandersi del movimento hussita, la data più verosimile appare il 1418, dopo il rogo di Hus e la ribellione che portò i suoi seguaci a conquistare gran parte della Boemia.
La presenza del Drago si fece inizialmente sentire soprattutto in quei territori, tra Boemia, Polonia e Ungheria, mietendo vittime nei villaggi che avevano aderito in gran numero alla dottrina di Hus. Estese poi la sua influenza all'intera Germania e all'Italia, dove venne tra l'altro rappresentato dall'ambasciatore veneziano Panataleone Balbo. Fu tale la sua fama per un certo periodo, da indurre a aderirvi anche re Alfonso V d'Aragona per combattere i Mori ancora attivi nella penisola iberica. Non vi fu mai nulla, nelle feroci repressioni operate da questi cavalieri, che in qualche modo eguagliasse l'epica dignità delle battaglie in Terrasanta, quale reale confronto tra i guerrieri di civiltà contrapposte. Forse per questo, a differenza dei grandi Ordini nati all'insegna delle crociate, quella del Drago ebbe vita breve, estinguendosi in giro di una generazione, dopo la morte di Sigismondo (1437) e dei suoi primi fondatori.

Giuramento tradito
Si risolse a un tale passo anche Vlad II, tradendo per la prima volta nel 1437 il giuramento reso all'Ordine del Drago. I dettagli della sua alleanza con Murad non sono del tutto noti, ma il movente appare chiaro. I Turchi avevano già tolto Salonicco ai Veneziani, conquistato l'Epiro, messo a sacco l'Albania, ridotto la Serbia a provincia turca. La sorte di Belgrado appariva incerta e una nuova offensiva rischiava di travolgere le difese cristiane oltre il Danubio. Tutto lasciava ritenere che nessuna resistenza potesse più arrestare l'espansione dell'Impero Ottomano, riorganizzato da Murad dopo la crisi provocata dall'incursione di Tamerlano inAnatolia. Dovette dunque sembrare conveniente al principe valacco, che era oltre tutto vassallo della Porta, rendere per così dire operativo il legame già esistente con il sultano.
Murad mostrava di essere generoso con i propri alleati, se ligi ai patti. Era in questo segreto del suo successo, in quell'unità che i cristiani non riuscivano a realizzare per il prevalere di una molteplicità di interessi particolari e contingenti.

Licenza di saccheggio
Vlad II era in una condizione di debolezza, pressato dagli Hunyadi, dal cigino Bogdan, dagli Asburgo e da quinti miravano al suo trono. Era inoltre appena morto l'imperatore Sigismondo, al cui favore doveva la sua ascesa. Era morto senza figli maschi, lasciando il trono al genero Alberto V d'Asburgo, che gli succedeva nell'impero come Alberto II. La posizione di Vlad era dunque più instabile che mai. Aveva bisogno di protezione, di appoggio militare e di bottino. Murad gli offriva l'opportunità di saccheggiare con lui le terre circostanti sulla sua patria, cosa non tanto insolita in quel mondo. Dracul era in uno stato di necessità. Ritenne, secondo la sua logica, di dover accettare, poiché nulla contava nella vita di un voivoda più del potere, presupposto essenziale per la realizzazione di qualsiasi disegno, buono o cattivo. Lo fece. Cavalcò quel estate con i Turchi guidandoli in un'incursione sulla sua parte del Danubio, nella Transilvania degli Hunyadi. Era come sempre al suo fianco il giovane Mircea.

Crudeltà Orientale
La collaborazione di Vlad II fu utilissima ai Turchi, che risalirono la Valacchia inoltrandosi poi in Transilvania senza incontrare resistenza. La facilità e lo scarso rischio dell'impresa non valsero a far desiderare dalla loro abituale ferocia i guerrieri di Murad, che si abbandonarono a stragi e saccheggi nel loro stile peggiore.
Guidate attraverso valichi sicuri da uomini che avevano una grande familiarità con il territorio, le bande ottomane concentrarono il loro attacco sulle città di cui Mircea e Vlad conoscevano la vulnerabilità, infierendo in modo atroce sulle popolazioni. Vennero depredate le terre degli Hunyadi, ma subirono un uguale destino, inevitabilmente, i feudi transilvani di Vlad e numerosi villaggi della stessa Valacchia, i cui abitanti furono massacri al pari degli altri. Con quella crudeltà orientale che per affliggere la morte si avvaleva di lenti e perversi supplizi, come il palo e lo scorticamento.


Al fianco del sultano
Vlad Dracul lo aveva sicuramente messo in conto, non essendo così ingenuo da pensare di poter tenere a freno l'orda turca, una volta varcato il Danubio. Era sceso in campo al fianco del sultano contro la stessa gente, aveva violato la sovranità di altri voivoda, si era compromesso agli occhi della potente consorteria del Drago e, quindi, dell'imperatore stesso.

Più solo che mai
Sta di fatto che in quello stesso anno 1437, in concomitanza con l'invasione islamica, Alessandro dovette definitivamente abbandonare la Valacchia, rinunciando a ogni rivendicazione dinastica. A quella data comincia l'età del pieno potere di Dracul sulla Valacchia e sulla Transilvania meridionale, tra i Carpazi e il Danubio. Inizia anche la fase politicamente più contorta del suo dominio, per l'ambiguità estrema dell'incrinatura creatasi con i principi cristiani. Alla quale non era però corrisposto, diversamente dai suoi piani, un autentico consolidamento dei rapporti con i Turchi.
Tirando le somme, a conclusione dell'operazione congiuntamente condotta con Murad, il principe era più solo che mai. Tanto che di lì a poco il sultano lo convocò per chiedergli conto di qualcosa che durante quella campagna doveva averlo infastidito.
Era infatti accaduto che i notabili di diverse città transilvane o valacche, avendo appreso che coi Turchi c'era il loro voivoda Dracul, si erano rivolti a lui per trattare la resa. Preferivano arrendersi a un rinnegato cristiano, che era peraltro loro legittimo sovrano, anziché finire in mano ai carnefici ottomani, che oltre a impossessarsi delle loro ricchezze, non avrebbero risparmiato ad alcuno la vita. Ne avrebbe tratto un gran vantaggio anche Vlad, guadagnandosi peraltro qualche merito da ostentare a sua giustificazione - o quanto meno attenuante - qualora si fosse trovato a dover rispondere del suo operato di fronte a un tribunale crociato.
Molti signori locali aprirono dunque a Vlad le porte dei loro borghi fortificati, offrendogli tutti i tesori di cui poteva disporre. Ebbero così salva la vita, per se stessi e per le comunità rappresentate. Murad ne era venuto a conoscenza, traendone la conseguenza che di Dracul non c'era da fidarsi. Non soltanto per la pietà mostrava verso gente che nella logica musulmana andava sterminata, ma per essersi così appropriato di tesori che sarebbero dovuti rientrare nel bottino comune. Un bottino di cui solo il sultano poteva disporre, corrispondendo all'alleato una percentuale d'uso.
Vlad sapeva, quando gli emissari di Murad lo informarono con cortesia levantina dell'invito, quale sorte poteva toccargli ad Adrianpoli. Parrebbe dunque strano che al momento di partire decidesse di portare con sé i suoi bambini Dracula Vlad e Radu il Bello, di una decina d'anni il primo e di sei o sette il secondo. Ma strano non era.

 
 
 

BUON FINE SETTIMANA CONTE !

Post n°2217 pubblicato il 03 Ottobre 2009 da piccolastronza1

 
 
 

Buon Week-End da Giullia1!

Post n°2216 pubblicato il 03 Ottobre 2009 da Giullia1

Morte, arido fiume...

Immemore sorella, morte,
L'uguale mi farai del sogno
Baciandomi.

Avro' il tuo passo,
Andro' senza lasciare impronta.

Mi darai il cuore immobile
D'un iddio, saro' innocente,
Non avro' più pensieri ne' bonta'.

Colla mente murata,
Cogli occhi caduti in oblio,
Faro' da guida alla felicità.


 

 

 
 
 

Passione rossa

Post n°2215 pubblicato il 02 Ottobre 2009 da kinzia73
 
Tag: DeS

 
 
 

BUONGIORNO CONTE !

Post n°2214 pubblicato il 02 Ottobre 2009 da piccolastronza1

CARLA

 
 
 

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Grazie cat........kiss,dracula..!
Inviato da: dracula56
il 29/02/2012 alle 17:14
 
Baci Shelly........Dracula..!
Inviato da: dracula56
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