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***Pre_Visioni***

Post n°445 pubblicato il 02 Febbraio 2012 da fragolozza

E' colpa dei ritardi dovuti all'emergenza neve e ghiaccio, altrimenti questo post lo pubblicavo l'anno scorso. O al massimo il mese scorso.
Comunque sia...

In barba a frate indovino, rinnovo l’angolo delle previsioni  per il nuovo anno redatte da me medesima sulla base dell’andamento degli ultimi dodici giorni dell’anno appena trascorso.
Per correttezza, ammetto che la natura approssimativa dei calcoli, condizionata dalla scarsa attenzione ai dettagli per mancante concentrazione, dall’andamento altalenante del mio umore, nonché dalla necessità che questo sia forzatamente un anno “che spacca”, riduce a minimi storici la credibilità di quanto di seguito si potrà leggere.
Se si considera, però, che Maya permettendo, ci sarà la certezza di 366 giorni da vivere, fare, disfare e raddrizzare; se si considera, però, che Maya non permettendo, ci saranno comunque 356 giorni altrettanto vivibili, fattibili, disfattibili e raddrizzabili; se si considera, però, che Maya a parte, c’è sempre l’oroscopo di Branko e le stelle a cui potersi aggrappare... Buon Anno!!!

GENNAIO: guardo un’alba in technicolor all’inizio di un giorno che si conclude con me che vengo scambiata per spagnola da un gruppo di messicani che a sentire che no, non sono spagnola, appaiono propensi ad ingaggiarmi come insegnante di italiano. Sembra un buon inizio… speriamo!
(Di gennaio 2011 ricordo improbabili regali di compleanno, la discrezionalità dell’uso della parola guanciale e la sensazione che tutto fosse meravigliosamente semplice. Soprattutto in prossimità di un camino.)

FEBBRAIO: tre ore in attesa del nulla, per dirottarmi verso qualcosa che, causa mio ritardo, è altrettanto nulla. Lo so di mio che febbraio è dispettoso e che non mi gira mai tanto bene. Riuscirò a ricredermi in itinere? Forse… visto che alla fine un po’ di entusiasmo c’è stato.
(A febbraio 2011, la tristezza arginata dagli effetti comici del decolorante per capelli ha movimentato l’ultima decade, in coincidenza col compimento dei miei trent’anni e con una serie di lunghe, memorabili insonnie. Felice no. Coraggiosa sì. Nel complesso inaspettatamente serena)

MARZO: giornata concentrata, per pensieri opere e azioni, sui presenti. Il presente è un dono. Proverò a ricordarmelo più spesso.
(Marzo 2011, cominciato sulla scia degli eventi intrapresi a febbraio, si è poi declinato verso una profonda crisi mistica, caratterizzata da un desiderio, rimasto irrealizzato, di maggiore concretezza e sostanza. Avrei fatto meglio a rispettare le mie regole senza metterle in discussione. Ma col senno di poi è troppo facile sindacare.)

APRILE: orario e stallo di partenza non sono più gli stessi. Lo scopro per caso, in procinto di un viaggio che non ho mai voglia di fare. Dormo tanto, ma si sa che aprile è così. Riuscirò a svegliarmi?
(Ero convinta che per Aprile 2011 mi sarei innamorata. Nella realtà, non sono nemmeno tornata a casa per Pasqua.)

MAGGIO: ne vogliamo parlare?
(Maggio 2011 è stato una sorpresa. Per la prima volta piacevole, sereno e pieno di vita. Voglio la replica!)

GIUGNO: certe cose non funzioneranno mai, allo stesso modo in cui certe persone mi infastidiranno sempre. Non so che auspicio trarne. Incrocio le dita per l’arrivo dell’estate.
(Nel Giugno del 2011 ho sorriso tanto. E a contatto con la natura ho ripreso coscienza di quanto può essere piacevole la mia natura quando si confronta con quella altrui.)

LUGLIO: digiunare non fa bene. Non quando tutti festeggiano. Sono il bastian contrario della partenza intelligente.
(A Luglio 2011 ho fatto troppe cose ed altrettante me ne sono capitate. Un affettuoso saluto ai rumeni che mi hanno rubato la borsa a Villa Borghese!)

AGOSTO: mi sa tanto che come ogni anno lo trascorrerò lavorando. Ma la consolazione di una piccola trasferta si intravede. Speriamo bene!
(Nell’Agosto 2011 ho scritto impunemente di polli allo spiedo. E mi sono fatta anche una foto con una mucca. Solo che la mucca era finta quanto il mio racconto. Solo che la finzione a volte aiuta a vivere meglio. Decisamente!) 

SETTEMBRE: Tristezza per favore vai via.
(A Settembre 2011 ho rivisto Luca Carboni e quindi… ah… ma le storie d’amore no, non finiscono mai! Poi è ovvio che tutto dipende dalla percentuale di interesse.)

OTTOBRE: partiamo dal presupposto che sono fondamentalmente una bohemienne, per di più  orgogliosa di essere tale. Questo non significa però che sono fatta di gommapiuma e assenzio. Né tantomeno che posso  reagire d’assenso a fronte di iniziative che mi procurano dissenso. Ci si può sempre scoprire diversi da ciò che si credeva di essere.
(Ottobre 2011 è scivolato via piuttosto in fretta. Resto dell’idea che la mia selettività in fatto di rapporti interpersonali mi sia fondamentale)

NOVEMBRE: mi sono svegliata col volto giusto, a conferma del sorriso di Saimi che mi dice: “Sei sempre bellissima”, per poi incazzarsi del mio mettermi a ridere. Non è sempre tutto bellissimo e non è detto che lo sarà. Tantomeno posso esserlo io. Ma con un briciolo di speranza….
(A Novembre 2011 per la prima volta mi sono immersa nella vera nebbia- e non nelle mie stupide nebbie immaginarie- e ne sono riemersa incolume. Non esiste grigiore che non possa illuminarsi).

DICEMBRE: Un’altra fine, ma io parto dall’inizio. È tutto un girotondo ed io ci giro dentro.
(A dicembre 2011, ho pianto, riso, pianto, riso, in un’alternanza che in termini di pronuncia si è trasformata in ho piantato riso. e fu così che la “mondina” visse felice e contenta!)

 

Commenti al Post:
fra19572
fra19572 il 16/02/12 alle 11:57 via WEB
Ciao amica mia, lo vado dicendo da sempre che sei...unica...un abbraccio
 
Kastania
Kastania il 12/03/12 alle 15:27 via WEB
Sono mancata a lungo, e ho pensato di passare a salutare... :*
 
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Le cloache di notte somigliano
a fiumi nascosti.
Scommetti che a perdere il cuore
guadagni più spazio?
Sul banco dei pegni
ho impegnato
il mio ombretto di rosa.
Palpebre nude non chiudo
per cogliere il resto
di quello che resta
sul conto in sospeso
dei nostri sospesi.

Le formiche al tramonto ricordano
grani di pepe.
Sai contare al contrario, partendo
da cifre irrisorie?
Sotto l’arco
s’inarca in trionfo
la triade imperfetta.
Me stessa, quell’altra o la stessa
si chiudono a riccio.
Per capriccio
mi cavo d’impiccio.
Mi sento di troppo.

 

 

 

 
 

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