Creato da Discriminare il 20/05/2012
 

IMMANENTE TRASCENDE

Metafisica del III° millennio

 

 

SCIENZA COME VERA RIVOLUZIONE DEL CUORE

Post n°23 pubblicato il 01 Settembre 2013 da Discriminare

SCIENZA COME VERA RIVOLUZIONE DEL CUORE

 

Esiste una Scienza dello Spirito come c’è quella della Materia: ognuna di esse ha le sue proprie Categorie, il suo modus operandi, i suoi specialisti, le sue valide e incontestabili tesi. Solo mediante la disciplina si possono afferrare e utilizzare i benefìci dei segreti della Mente e della conseguente Materia.

Il principio del va prima di tutto appreso mediante gli insegnamenti di chi conosce il , la Divinità incarnata; siccome è molto difficile avere la possibilità di incontrare persone che abbiano questo tipo di esperienza del con la volontà di insegnarNe il Principio, è meglio cercare dentro di noi il Gurù, piuttosto che cadere nelle fauci di chi ha interessi materiali intorno a questi insegnamenti, che sono prettamente spirituali!

Dopo questa esperienza, quando in un lampo la Verità del si svela, bisogna passare per i processi di riflessione, meditazione e assimilazione, affinché possiamo stabilire fermamente la beatitudine di quel lampo, del rivelato.

Nelle scritture, per es. il Brahmasutra, troviamo l’aiuto di cui abbiamo bisogno per avanzare correttamente sulla via spirituale; esso esordisce con le parole:

Athâto brahma jijñâsa  (Dopo di ciò, lo studio di Brahman)

Dopo che cosa? Quali sono i passi preliminari? Quando una persona è pronta per partecipare alla discussione e allo studio del Brahman?

Ci sono altri due testi che vanno studiati prima, uno dice:

Athâto karma jijñâsa  (Dopo di ciò, si considera il karma, l’attività)

e l’altro si apre con le parole:

      Athâto dharma jijñâsa  (Dopo di ciò, si passa a considerare il dharma)

A prescindere dai Testi, l’essere umano solo dopo aver purificato la mente con azioni compiute secondo la morale del suo dharma (dovere), ha il diritto ad acquisire la Conoscenza del Principio Universale che, fin dall’eternità, è la vera Essenza di ogni cosa.

Solo dopo aver “assaggiato” questo modus operandi, che rivoluziona il cuore agendo concretamente nel mondo ed entrando a far parte delle attività ad esso inerenti nel rispetto del Codice Morale, scopriremo quanto il “suo sapore” non sia gradevole senza il “sale” della Sapienza: l’Esperienza dello Spirito.

Dedichiamoci dunque alle cose del mondo con almeno un “pizzico” di quel “sale” – la consapevolezza di non essere il corpo ma l’essere che vi dimora; la consapevolezza di essere il Testimone del panorama mutevole della natura – ed allora potremo avanzare verso la felicità e la pace che tanto agogniamo.

Piano piano, gradualmente ci rafforzeremo nell’idea che in Dio è ricapitolato tutto il mondo; allora, anche senza pregare e senza chiedere, tutto ciò di cui abbiamo bisogno ci sarà dato in sovrappiù.

 
 
 

IL MIO CANE ARGO

Post n°22 pubblicato il 25 Agosto 2013 da Discriminare
 

IL MIO CANE ARGO

 

Grazie amico mio,

i tuoi quindici anni

sono stati molto preziosi:

per te, perché hai imparato

a farti conoscere meglio,

per me, perché ho imparato

a voler bene senza timore.

Ti ricorderò sempre Argo.

Ti sei allontanato in silenzio,

per non farci soffrire, e morivi.

Ti ho voluto bene fino alla fine.

Sei stato migliore di me in tutto

amico mio, mi hai sempre amato,

anche quando ti punivo,

pensando di insegnarti qualcosa.

Come sbagliavo amico mio…

non capivo che invece eri tu

che mi insegnavi ad amare, sempre.

Grazie amico mio, grazie di cuore.

 

 
 
 

Ritorno al carmelo

Post n°21 pubblicato il 07 Agosto 2013 da Discriminare
 
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Ritorno al carmelo

 

Posso immaginarti

e nell’ideale di te

sentirmi ancora vivo.

 

Ancora mi sostiene

un alito di respiro,

tra tremendi pensieri

e parole brucianti

senza alcuna pietà.

Solo l’amore

addolcisce le fitte.

 

Questo è il Calvario

sui cui ripidi pendii

l’anima s’inerpica.

È il ritorno al Carmelo

che in alto si vede

su sfondo rossiccio,

lì, in fondo alla strada.

 

Ancora lunga è la via

del ritorno voglioso

di oscurità dei sensi.

Il cammino pare triste

e la corona lontana.

Possanza non sostiene

le lamine ormai fuse.

 

Ritorno a volo d’angelo

tra infuocati Troni,

inestimabile valore, disgelo

del cuore nel “paese dei coni”.

 

 
 
 

‘O tiempe’

Post n°19 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da Discriminare
 

‘O tiempe’

 

Comma nu’ raggio e sole

corre ‘mmieze all’acqua

cercanno pe’stu ciele

‘na via sicura pe’ passà,

 

accussì ‘int’a tempesta,

ll’anema mia stracca

vò luce pe’na feneste’

e ‘n’anema pa’mpastà.

 

Pecché chin’e tristezza

sento ‘ll’aria e ‘o core’?

Pecché tanta’bellezza

e ‘a vita addà mancà?

 

Ma’ritto tanti ’ccose’

‘o tiempe, ‘na’mezora:

c‘a vita è fatta a’rrose

e je’nu’saccio’stampà.

 

Aggiu’ditto: ammore,

stiennele tu ‘sti’ttele,

‘sti’llenzole sporche

bone solo pe’fforche.

 

Famme sentì ‘ll’ardore,

stracciale tu ‘sti’vvele

c’affonneno ‘bbarche

e’affocan‘ll’umanità.

 

 

 
 
 

VEDANTA

Post n°18 pubblicato il 27 Luglio 2012 da Discriminare
 
Tag: Vedanta
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Vedanta

 

Il Sostrato NON può essere appreso con alcun organo sensoriale,

perché diversamente non sarebbe Sostrato

ma semplice oggetto fenomenico percettivo

invece di Colui che permette ogni percezione.

 

Insisto con enfasi su questo punto,

perché ogni ricerca va affrontata con adeguati strumenti

e con peculiari modalità di approccio.

Questa Verità Assoluta oggi può dirsi anche Verità Scientifica,

perché una nuova generazione di Ricercatori della Verità Ultima,

da tempo, sta crescendo ed è ormai in grado di essere familiare

con questo sconvolgente Paradigma fondato sulla Verità

che è Puro Amore, Pace, Giustizia e Non-Violenza.

 

Sta crescendo a vista d’occhio in tutti gli strati giovanili

della società mondiale e,

prima che alcuni prepotenti se ne rendano conto,

guideranno  tutta la società verso quella meta

da sempre agognata: l’Età dell’Oro!

 

I Saggi hanno detto che per la realizzazione occorre praticare

quattro qualificazioni, senza le quali

l’attuazione del Brahman può fallire.

Le quattro qualificazioni sono i mezzi o gli strumenti necessari

per penetrare nel mondo delle cause

e rompere le catene delle false sovrapposizioni.

 

Per coloro che non si ritrovano in nessuna

delle quattro qualificazioni specificate nel Metodo Vicara,

resta la via più semplice di ogni altra per iniziare,

è chiamata Namasmarana, cioè Ripetizione del Nome,

che serve alla purificazione preparatoria della mente

e del cuore spirituale umano.

 

 
 
 

ANANDA

Post n°17 pubblicato il 27 Luglio 2012 da Discriminare
 
Tag: Ananda
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Ananda

 

L’intero mondo dei Nomi e delle Forme emerge

dietro la spinta del Puro Amore,

cioè di ananda;

si conserva per ananda, si trasforma e si distrugge

per un puro atto d’amore compiutezza.

 

La stessa realizzazione nasce per ananda.

Per amore dell’Amato il mistico trascende il relativo;

per amore della Verità, il Conoscitore trova in sé Sat,

cioè l’esistenza assoluta;

per amore della vita, l’anima incarnata abbandona le forme

morendo a se stessa;

tutto solo per Puro Amore.

 

La morte è l’effetto di un atto d’amore

verso la Grande Vita omogenea.

Nella misura in cui si tende verso i godimenti

egoistici e materiali,

ananda si oscura e rimane latente;

nella misura in cui ci s’innalza

alla condizione soprasensibile,

sublimando il desiderio sensuale

fonte di ogni conflitto,

ananda emerge imperiosa e beatificante.

In verità la nostra natura è ananda,

la Beatitudine Infinita.

 

 
 
 

AMORE

Post n°16 pubblicato il 25 Luglio 2012 da Discriminare
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Amore

 

L’amore è la forza vitale della spiritualità.

Essendo nato in questo universo immenso,

è un vero peccato che l’uomo abbia

una mentalità ristretta.

 

Questo universo è la Forma di Dio.

Essendo il Signore immanente in tutti,

il cuore dell’uomo dovrebbe essere esteso

come l’universo;

ma egli ha dimenticato Dio,

è caduto nella trappola del materialismo,

ha acquisito una mentalità ristretta.

 

Se medita su Dio Onnipervadente,

anche la sua mente si allargherà

e diverrà espansa.

Egli deve allargare il cuore in questo modo

per ritrovare sé stesso.

 

 
 
 

BASTA POCO

Post n°15 pubblicato il 06 Luglio 2012 da Discriminare
 
Tag: Poesia
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Basta Poco

 

Come la luce di una lampada accesa

la Grazia di Dio si spande ogni dove

su tutti coloro che si avvicinano a Lui

e amano starGli vicino.

Se interponiamo uno schermo

che intercetti la Sua luce

per cui la Grazia non risplende,

incolpiamo solo noi stessi.

Apriamo le porte del cuore

e lasciamo che la Grazia di Dio

entri e rischiari ogni angolo.

 

Per ricevere un programma radiofonico

dobbiamo accendere e sintonizzarci,

è uno sforzo minimo ma inevitabile.

Basta poco: fede, impegno e successo,

questo è il messaggio dei testi sacri.

Quando Dio è soddisfatto di noi

anche il mondo intero lo è,

quindi facciamo che tutti i nostri sforzi

siano diretti a compiacere il Signore.

 

 
 
 

COME FOGLIA MORENTE

Post n°14 pubblicato il 01 Luglio 2012 da Discriminare
 
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A fior d’acqua la foglia morente

sembra rivivere nel gioco cristallino

del sole invernale basso e brillante,

recando al fiume un odore sopraffino

dopo salti e cascatelle un po’ comare.

 

È solo un inganno, un’apparenza,

l’ingiallitura del tempo che ha ritirato

il ruggito vitale e ogni sapienza

dalle venature ormai anchilosate.

Poi il fiume la macera, la rinnova,

pronta a donarsi con pazienza

in primavera, in ogni strofa,

per un nuovo, magico girotondo.

 

 
 
 

COME UNA LAMPADA

Post n°13 pubblicato il 26 Giugno 2012 da Discriminare
 
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Come Una Lampada

Come una lampada della Luce divina,

Eleusis era esistita per circa duemila anni,

arrivando al suo termine con l’era cristiana;

ma fu una lampada solo per pochi,

le masse avevano dèi e dèe mitologici,

mentre ai pochi ritenuti degni e pronti

venivano insegnati i significati profondi

che giacevano alla base degli stessi miti.

Il criterio basilare di scelta dei candidati

era che questi dovevano avere un carattere integro

basato sull’etica morale-spirituale.

 

Per essere membri non serviva ricchezza o potere;

la Religione del Mistero ad Eleusis si basava

sul principio riportato anche nei Vangeli:

“Non gettate le perle ai porci!”

Vi era un voto che veniva richiesto ai nuovi membri,

e questo indicava l’alto livello morale-spirituale

di queste scuole del Mistero, ed era:

“Giuro di essere disposto a rinunciare alla mia vita

per la salvezza dei miei fratelli, che è l’umanità intera,

e se chiamato a farlo, morirò per la difesa della Verità.”

Questo ricco tesoro nasce ed è conservato in India,

ma non è solo per l’India, è per l’intera umanità.

 

Alcuni esseri arrivarono in India e altri partirono.

Uno di questi era Gesù di Nazareth che venne a bere

profondamente all’Eterna Sorgente

e ripartì portando con sé grandi brocche di Acqua Viva

da distribuire ai popoli di Israele e Palestinese,

entrambi assetati di Dio, del vero Dio trascendente.

Ciò che Gesù insegnò si diffuse tra i popoli occidentali,

e la Lampada dell’Era Cristiana illuminò l’oscurità.

Egli disse ai discepoli più vicini di parlare a tutti

e di non riservare a pochi eletti la Verità Ultima,

bastava che si volesse veramente esserNe consapevoli.

 

La Lampada della Religione del Mistero aveva dato vita

alla Luce della Saggezza Divina per circa duemila anni,

poi fu rimpiazzata dalla Lampada del Cristianesimo;

anch’essa doveva brillare solo per circa duemila anni.

Oggi anche questa Lampada sembra volgere a termine,

offuscata, macchiata da impronte ipocrite, indegne di Cristo.

Che sia giunto il momento che sorga una Lampada Immensa

a diffondere la Luce e lo Splendore della Saggezza Cosmica?

La risposta è si, finalmente le religioni, con i loro steccati,

saranno tutte sintetizzate dalla potente Forza della spiritualità,

che le trasformerà in una sola: la Religione dell’Amore,

che nascerà dal cuore purificato di tutta la razza umana.

 
 
 

PAURA DI PERDERSI

Post n°12 pubblicato il 24 Giugno 2012 da Discriminare
 
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Paura Di Perdersi

 

Questo io che sembra autonomo, distinto,

è il mio io e il tuo tu, questo io-fantasma

creato dalle reazioni energetiche qualitative

dei corpi che rivestono il ,

questo io che è passato per tutte le angosce

e tutti i godimenti che l’esistenza può offrire

nei molteplici stati di coscienza,

ora vuole tranquillizzarsi, ha paura di perdersi.

 

Aggrappato alla sua incompiutezza

vuole disperatamente sopravvivere e si ciba di illusioni,

magari inventandosi filosofie che fanno apparire reali

le allucinazioni che la vita gli presenta.

Allora intuendo un suo possibile annichilimento,

ansiosamente si chiede: Quale potrà essere la mia sorte?

 

Momento drammatico e abissale in cui molti,

per una folle paura, rimandano il più tardi possibile.

Molti sono i chiamati ma pochi gli eletti.

Chi saprà vincere?

Il richiamo della propria autentica natura beatifica?

Oppure la potenza mayahica conflittuale che,

simile ad una sirena,

offre all’anima ammaliata la mera gloria spaziotemporale?

 

Che cosa esiste di là dall’io fantasma?

Una seconda illusoria natura di essere?

Oppure il nulla, il totale annichilimento, il vuoto integrale?

Tutte domande terribili, angosciose per tutte le povere anime.

Eppure, occorre affrontarle tutte prima o poi, con ferma decisione.

 

Bisogna comprendere che l’anima particolareggiata,

riflesso di Quello, non esiste di per sé,

per cui quando essa riconosce la propria intima Luce

si riconosce che è pura Esistenza, allora come ente separato

scompare immediatamente e la coscienza,

che animava quella entità fantasma, prefabbricata,

rientra nella condizione eterna di Dio,

nella Consapevolezza Costante Integrata

chiamata anche Cristo, il Puro Eterno Amore.

 

 
 
 

A COLLOQUIO CON MARCO TODESCHINI

Post n°11 pubblicato il 20 Giugno 2012 da Discriminare
 
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 «“Buon giorno caro Marco, come stai? Scusa se ti disturbo…”

Molto bene, grazie; sarò felice di rispondere alle tue domande, anche se le stesse mi sono state poste negli anni passati da giornalisti di varie testate nazionali ed estere, e da fisici e premi Nobel di larga fama mondiale. Con te, caro Vincenzo, sarò felice di riprendere i soliti discorsi e le solite dimostrazioni matematiche dal punto di vista leggermente più esoterico, in modo da affiancarmi di più alle tue tesi, anche se, spiritualmente, non possiamo che concordare così come lo hai esposto giorni fa e secondo ciò che di te ho letto della bozza del “Messaggio” lasciata la settimana scorsa.

“Mi fai felice oltremodo, perché non pensavo che avessi avuto il tempo di leggere il mio manoscritto e addirittura porlo a confronto con la tua Scienza Universale! Ne approfitto subito e ti chiedo di parlarmi della dimostrazione di quel fluido universale che si è sempre chiamato etere, che hai specificato meglio come spaziofluidodinamico e che il mio modesto scritto ha chiamato Ordine Esplicato del Puro Amore, mentre Bohm ha chiamato Ordine Esplicato del Campo con Potenziale Q, che ho inserito come forma particolare di Energia Cinetica dal Traspazio al tuo Spazio, come hai potuto leggere dal calcolo da me sviluppato secondo la tua interpretazione dell’equazione di Schrödinger.”

Ho letto e apprezzato. In effetti, Vincenzo, si trattava di dimostrare più che l’esistenza dell’etere, direi la giusta interpretazione del noto esperimento fatto dal prof. A. Michelson nel 1881 con l’intento dichiarato, poi travisato da alcuni fisici, di verificare se questo etere, esistente e da tutti ammesso, fosse immobile o mobile! Quali risultati avrebbe dovuto ottenere l’esperimento se il nostro pianeta fosse stato immerso in una corrente di etere che lo spingesse a rivoluire intorno al Sole alla sua stessa velocità V di circa 30 Km/sec, come risulta anche dalla mia teoria? È chiaro che in tal caso la velocità di rivoluzione della Terra è uguale a quella della corrente fluida di etere in cui è immersa, cioè non vi è velocità relativa tra il nostro globo ed il fluido circostante, essi formano un tutt’unico che si sposta alla stessa velocità intorno al Sole!

Ebbene, con l’interferometro da lui inventato, Michelson trovò esattamente che i due raggi di luce lanciati contemporaneamente uno in senso longitudinale alla Terra e l’altro lanciato in senso trasversale ortogonale al primo, compirono i due uguali percorsi nello stesso tempo, non in tempi diversi come invece si aspettavano nella ipotesi preconcetta della immobilità dell’etere rispetto alla Terra! Senza addentrarmi nella dimostrazione matematica, semplice peraltro, che si può trovare nelle pagine della mia opera, la “Psicobiofisica” al capitolo X°, ti dico solo, caro Vincenzo, che tale famoso esperimento non ha fatto altro che confermare l’esistenza dell’etere, e dimostrato che una corrente di esso si sposta compatta assieme alla Terra nel suo moto di rivoluzione attorno al Sole, come detto. Il risultato incontrovertibile di tale esperimento è in perfetta armonia con l’aberrazione astronomica della luce, come ho scoperto e ampiamente dimostrato. Se Einstein ha ritenuto erroneamente che il risultato di questo esperimento di Michelson fosse in contrasto con l’aberrazione astronomica e per sanare tale contrasto negò arbitrariamente l’esistenza dell’etere, ciò non toglie che entrambi gli esperimenti ottici in parola seguitino a confermare la esistenza di tale mezzo fluido universale e NON a negarla, come ritengono inopinatamente ancora oggi alcuni fisici sostenitori ad oltranza della sua pseudorelatività ristretta e generale. La relatività di Cartesio quindi, ci conferma che è adatta a rendere invarianti le leggi fenomeniche dal sistema di riferimento e che per tale scopo non vi è alcun bisogno di introdurre teorie che variano le leggi a seconda del sistema di riferimento!

Poiché l’esperimento Michelson ha dimostrato, con migliaia di esperimenti compiuti, l’uguaglianza dei tempi dei due raggi di luce, allora NON ha smentito l’esistenza dell’etere come ritenuto erroneamente ma, viceversa, ha confermato l’esistenza di tale fluido universale in modo incontrovertibile!

A proposito del tuo scritto Vincenzo, mi è parso che il tuo concetto dell’Amore quale fluido scientifico universale e sostrato basilare del fluido eterico, sia alquanto tirato per i capelli, intendo scientificamente, perché impossibile da dimostrare come per lo spazio eterico

“Vedi caro Marco, quell’Amore “che muove il Sole e l’altre stelle” non serve dimostrarLo, come invece è servito per l’etere, perché l’Amore è nella natura delle cose esistenti, è un’assioma ineludibile a priori ad ogni esistente, la cui natura è Sat-Cit-Ananda, cioè Esistenza-Intelligenza-Beatitudine, di cui bisogna un giorno tenerNe conto anche nelle analisi sperimentali della scienza dei fenomeni, i più materialistici, perché, anche se non se Ne è coscienti, Esso sempre c’è, è come il prezzemolo in ogni minestra, allora è meglio tenerNe conto con consapevolezza e scienza; a quel punto il nuovo paradigma farà cambiare i cuori, quindi i modi di pensare e di agire non solo delle cime scientifiche, ma ANCHE e soprattutto della gente comune che “non mastica scienza”, ne sono convinto!”

Si, non sbagli caro Vincenzo, perché prima o poi il Bene prevarrà.

“Certo che prevarrà! Come Verità onnipervadente il Cosmo, perché lo scopo principale dell’essere umano è quello di praticare e propagare il valore vitale della verità e tu, caro Marco, sei un buon esempio da imitare, perché la tua vita dimostra inconfutabilmente che prima di predicare la verità la si deve praticare; tu lo dimostri in ogni attimo della giornata. Qualunque cosa accada bisogna avere il coraggio e la convinzione di seguire la via della verità, anche a costo della vita di scienziato e, soprattutto, di uomo. Il tuo viso splendente e pulito riverbera la saggezza che hai nel cuore, che ti ha sempre guidato in tutti gli atti pensativi e operativi, il che mi conforta ulteriormente e mi convince oltremodo che si deve essere pronti a mettere in pratica la verità e la rettitudine anche a costo della propria vita. Grazie di tutto Marco, che Dio te ne renda merito per tutto ciò che fai e continui a fare per l’umanità. Anche se non sei stato onorato come meritavi, sono certo che prima o poi la comunità scientifica tornerà sui suoi passi e te ne renderà merito pienamente.

La scienza sta già ipotizzando un sostrato universale, e con la Meccanica Quantistica di David Bohm la spiritualità sta facendo passi da gigante nella fisica e nella matematica. Il tuo geniale Principio Unifenomenico sta facendo grandi passi nel sostrato dei vari ragionamenti scientifici, vedrai che prima o poi esploderà alla luce del Sole e sarà a tutti chiaro il tuo merito!

Ho qui con me il libro della tua Psicobiofisica. Vorresti autografarmelo per favore? Ne sarei onoratissimo.”

“Certo Vincenzo, ecco fatto. Ancora un paio di chiarimenti. Da come parli delle sensazioni ho l’impressione che ti poni in contraddizione con la mia Psicobiofisica, perché poni le sensazioni nella materia oggettiva, mentre sappiamo che esse vengono suscitate nella psiche solo a seguito dell’onda esterna. Puoi farmi capire meglio, per favore?

“In effetti le sensazioni non vengono solamente suscitate nella psiche perché ivi “nascono” a seguito dell’urto esterno, ma sono anche nell’onda elettronica esterna che urta gli organi sensori i quali, eccitati in un certo modo, suscitano nella psiche sensazioni già poste nel subconscio e/o nel conscio.

Sarebbe più corretto dire che risvegliano sensazioni assopite non che nascono solo al momento nella mente, perché allora non si capirebbe esattamente, restando nel vago, l’interfaccia tra la corrente che arriva e la corrispondente sensazione che essa suscita nell’organo mentale. Mi sono quindi posto la domanda

Come nasce, di fatto, la sensazione?

La mia spiegazione tratta dal vedanta, è vero che sembra contraddire la tua Psicobiofisica, ma invero, ragionandoci su bene, l’avvalora ulteriormente!

Vediamo come. Le cinque sensazioni principali sono non solo soggettive e in, ossia operatori spiritali-psichici dello spazio mentale, ma sono anche oggettive ed out, ossia operatori materiali oggettivi in sintonia con quelli psichici: ad ogni ElementoS [1] corrisponde una Sensazione.

 

 

 

La corrente elettronica di “S = maout, (dove S è l’apparente forza che genera ciascuna sensazione, m è la massa elettronica che investe gli organi sensori, ed a la sua decelerazione), può suscitare nella psiche le sensazioni in perché esse sono anche qualità sottili della stessa massa oggettiva elettronica out, la quale emette le onde elettromagnetiche eccitanti le invisibili sensazioni della mente; ciò è possibile perché vale anche nel particolare l’Immanenza di ciò che è Universale, nel senso che il Universale è lo stesso Incarnato, quindi come il Cosmico svela il Soggettivo Incarnato, così le Qualità oggettive immanenti svelano le Qualità soggettive chiamate Sensazioni, site già nella Mente;

come dire che solamente il Cosmico può svelare il Incarnato, quindi solamente le Sensazioni Oggettive possono svelare quelle Soggettive già ivi residenti a livello conscio, ma soprattutto subconscio; pur restando, bada bene, la Mente Ordinaria incapace della Sintesi Cosmica, prerogativa della sola Intuizione del Sé Incarnato. Anche tu, del resto, parli della “Mente di Dio”, quindi è sempre da Dio che vengono suscitate le sensazioni!

La differenza tra le nostre definizioni sta principalmente nel fatto che io considero l’Universo una esplicazione di Dio, tu invece poni Dio come Persona Creatore dell’Universo e da esso separato!

Il mio punto di vista è confermato pienamente dal testo evangelico di Giovanni e, in particolare, da quello vedico: “Colui che vede tutti gli esseri nel Sé e il Sé in tutti gli esseri…” (Isa upanisad: 6). Infatti, il Signore che è in tutti i cuori è lo stesso Signore della Totalità, cioè degli Universi grossolani e sottili, e non è una entità distinta da essi. Il Signore (Isvara = Cristo) è onnisciente, perché attraverso tutti gli stati di coscienza di veglia, sogno e sonno profondo, risiede, come Conoscenza in ogni individualità e quindi è sempre il Signore che permette e svela la percezione oggettiva.

La mente si proietta all’esterno tramite gli Organi di Senso, si lega agli oggetti e, al tempo stesso, in virtù di questo atto, ne assume la forma; questo processo viene chiamato Funzione Mentale (vritti).

Gli oggetti conoscibili vengono conosciuti unicamente per mezzo degli Organi dei cinque sensi, quindi la sperimentazione del mondo avviene attraverso questi strumenti che agiscono da intermediari tra il conoscitore (anima o jiva) e il conoscibile. La capacità interiore di conoscere gli oggetti viene chiamata “mente” (manas). La mente, però, NON è intelligente e quindi non lo sono neppure le sue trasformazioni ed elaborazioni.

Dunque la mente, che è priva di intelligenza (acetana), NON può conoscere la Intelligenza Suprema (Cetana) che pervade l’Universo!

La Forza Motrice che attiva gli strumenti interni del corpo fisico è Dio, è il Signore posto nel cuore. Ma la cosa che più potrebbe meravigliare è il fatto che la Entità Eterna è IMMOBILE, quindi non è sottoposta ai tre impulsi (guna[2]: sattva, rajas, tamas) della manifestazione, in quanto in perfetto equilibrio, né impartisce ordini ai sensi per un qualche scopo. Allora sorge una domanda:

la mente, l’energia vitale, la parola e tutti i sensi, svolgono le loro rispettive funzioni spinti dalla Legge di causa-effetto, oppure agiscono così perché mossi dalla Volontà di una Forza Consapevole?

Quando la mente, per mezzo dei sensi di percezione, si estroverte e avvolge gli oggetti, nasce la conoscenza; dunque, sia i cinque sensi che la mente sono solo STRUMENTI DI CONOSCENZA, ma come possono svolgere questa funzione intelligente se, per loro natura, SONO OTTUSI? La risposta ovvia è questa:

possono svolgere quella Funzione Mentale grazie alla PRESENZA DELLO SPIRITO (il o Atma), che riflette il Suo splendore sull’Organo Interno (Antahkarana), ossia sul complesso mente-ego-intelletto.

L’Atma è, dunque, il Motore del Movimento, la Macchina della Macchina, ovvero la Luce, lo Splendore dell’Atma è l’Orecchio delle orecchie, l’Occhio degli occhi, la Corrente che mette in azione ogni cosa!

Ma l’aspetto più stupefacente è che lo Spirito ( o Atma) è INATTIVO E PRIVO DI QUALSIASI ATTRIBUTO, quindi NON ha niente a che fare con la mente e con i sensi che, tuttavia, vengono attivati dalla Sua Presenza; quindi l’Atma NON è responsabile dell’uso dei sensi, nel bene e nel male, di ciò è colpevole il Suo riflesso: l’anima!

Non esiste un conoscitore che sia in grado di conoscere l’Atma perché Egli è la Pura Conoscenza Stessa, quindi non può essere conosciuto da un conoscitore perché è il Conoscitore! Ogni altra cosa può essere conosciuta tramite il processo conoscitivo, ma NON la Conoscenza Stessa!”

Va bene, ho capito meglio il tuo pensiero; ma in tal caso non incorri nel panteismo? Non ti pare?

“No caro Marco, non mi pare, perché Dio è Immanente ma è anche Trascendente.”

Dell’altra cosa che volevo sapere mi hai già risposto. Non sono daccordo sulla immanenza perché la mia cultura è cristiana.

“Scusami, non volevo arrivare a questo punto, tanto meno offendere la tua sensibilità religiosa; specifichiamo meglio però: cattolica, che è anche cristiana. Vedi amico mio, tu non credi nell’immanenza di Dio, eppure ogni cosa che ci circonda parla di Dio, la stessa Bibbia parla di un Dio immanente, come mai tu non Lo vedi?”

Perché, caro Vincenzo, io Lo vedo con gli occhi della mia fede cattolica, come hai voluto, giustamente, specificare, tu invece, da ciò che dici e scrivi, non ti professi cattolico, anche se ti dichiari essere cristiano. Onestamente mi dai l’impressione di seguire il Buddismo. Comunque, non è per discriminare le varie religioni che ci siamo incontrati, no?

“Vero, tuttavia il mio scritto si basa sui testi vedantici, e per forza deve coinvolgere anche il discorso umanistico delle religioni.

A proposito del Dio Creatore e non Immanente. Ci crederei pure se qualcuno mi potesse dire dove questo Dio si trovi, in quale “parte dell’Universo immenso” è residente? Se rispondi che si trova nella nostra Immagine spirituale, nella nostra Anima, allora è dello stesso Dio che parliamo, perché dire della Sua Immagine in noi è come dire della Sua Immanenza negli esseri umani, allora fai ancora un piccolo passettino e vedrai che Lo ritrovi anche Immanente nella materia dell’Universo; guarda bene e Lo trovi anche nel nucleo dell’atomo!”

No, non si può arrivare a tanto, con qualsiasi tipo di scienza, perché noi siamo solo dei piccoli uomini!

“Mi spiace contraddirti caro Marco, ma come disse lo stesso Gesù Cristo: Voi siete Dèi[3], noi siamo Divini, anche se non ne siamo ancora pienamente consapevoli. Grazie della squisita ospitalità ma è ora che vada, non voglio stancarti troppo amico mio. Vedo già tua figlia che si avvicina premurosa… Grazie di tutto. Verrò ancora a farti visita per abbeverarmi direttamente alla tua Scienza Spaziodinamica, magari mi parlerai dell’Aberrazione delle stelle.”

Vieni tutte le volte che lo riterrai opportuno, amico mio, sarai benvenuto sempre! Buon ritorno a casa, arrivederci a presto.”

“Arrivederci a presto Marco, che Dio ti benedica!”

 

Bergamo,  07 giugno 1980 »



[1] I 5 Sensi sono legati ai 5 Elementi Sottili indicati come ElementiS e sono: Spazio, Aria, Fuoco, Acqua e Terra.

[2] Guna o triguna: attributi che determinano le propretà di tutte le cose create:

       Sattva = puro, buono, nobile, spirituale, calmo;

                Rajas = passionale, agitato, attivo, mondano;

                Tamas = inerte, ottuso, oscuro, ignorante.

[3] Citazione di Gesù: Vangelo di Giovanni 10, 34 citando Salmo 82, 6 del Vecchio Testamento.

 
 
 

LA TEORIA DI EINSTEIN

Post n°10 pubblicato il 18 Giugno 2012 da Discriminare
 
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La Meccanica Quantistica, scienza moderna, non predice un singolo risultato ben definito per una determinata osservazione, bensì un certo numero di diversi esiti possibili, indicandone la probabilità per ciascuno di essi; ma con ciò non assolve al suo dovere basilare, perché pone nell’incertezza ogni risultato scientifico, mettendo in discussione qualsiasi consistenza del vivere ordinario dando troppa importanza alla Statistica che, per una sana scienza ritenuta da sempre “scienza esatta” è, a dir poco, assurdo. Nello stesso madornale errore è caduta anche la Medicina, con un aggravante: essa ha in mano non la Fisica Nucleare o la struttura molecolare di una nuova ricerca, ma la salute della società umana, delle persone che si fidano ciecamente della scienza accademica!

Questa incertezza riflette ciò che cova nella mente umana: incapacità di autoanalizzarsi e discriminare ciò che è, da ciò che appare ma non è!

Verso la fine del XIX° Secolo la scienza si trovava ad un bivio: c’era da una parte la concezione del pieno eterico, che spiegava gran parte dei fenomeni, specialmente quelli astronomici, e dall’altra la concezione del vuoto assoluto. Prima che entrasse nella discussione Albert Einstein, si riteneva certa la esistenza dell’etere e si era incerti sulla sua immobilità o mobilità, quest’ultima intesa come moto in senso opposto alla rivoluzione della Terra attorno al Sole; dunque c’era solo il dubbio se la Terra venisse investita da un “vento di etere” contrario al suo moto rivoluente oppure l’etere fosse del tutto immobile, come un macigno che pesasse, avvolgendo il nostro pianeta passivamente, influendo in tal modo ponderalmente sulla gravità, sullo spazio e sul tempo, come ipotizzato nel 1895 dal grande matematico Lorentz, che su tale ipotesi formulò quattro equazioni dette di “trasformazione di Lorentz”, adoperate poi da Einstein per spiegare la sua relatività ristretta.

Per spiegare la relatività generale egli scrive:

«… la teoria della relatività ristretta si riferisce a domini galileiani, ossia a quelli in cui non esiste alcun campo gravitazionale, e si assume come corpo di riferimento un corpo galileiano RIGIDO il cui moto è rettilineo uniforme dei suoi punti materiali isolati. Se tali domini galileiani si riferiscono anche a corpi di riferimento non galileiani, allora è presente rispetto a quei corpi un campo gravitazionale di tipo speciale. Nei campi gravitazionali però non esistono corpi rigidi con proprietà euclidee, perciò nella teoria della relatività generale non ci si può avvalere della finzione del corpo rigido di riferimento. Anche l’andamento degli orologi è influenzato dai campi gravitazionali, in modo tale che una definizione fisica del tempo eseguita direttamente col sussidio di orologi non possiede assolutamente lo stesso grado di plausibilità che essa aveva nella teoria della relatività ristretta. Per questa ragione si ricorre a corpi di riferimento NON RIGIDI i quali non soltanto, se considerati come un tutto, si muovono in qualsivoglia maniera, ma subiscono altresì deformazioni arbitrarie durante il loro moto. Per la definizione del tempo servono orologi, per i quali la legge dello andamento è di qualunque tipo, comunque irregolare.

Dobbiamo immaginare ciascuno di questi orologi fissato a un punto del corpo di riferimento non rigido. Essi soddisfano soltanto l’unica condizione che le “letture” simultaneamente osservabili su orologi spazialmente vicini differiscono infinitamente poco l’una dalla altra. Questo corpo di riferimento non rigido che potrebbe appropriatamente venir denominato Mollusco di Riferimento, risulta in sostanza equivalente a un sistema di coordinate gaussiane quadrimensionale arbitrariamente scelto. Ciò che dà al “mollusco” una certa intuibilità, confrontato con il sistema di coordinate gaussiane, è il perdurare formale (propriamente ingiustificato) della esistenza a sé stante delle coordinate spaziali rispetto alla coordinata temporale. Ogni punto del “mollusco” è trattato come un punto dello spazio, e ogni punto materiale che sia in quiete relativamente a esso è trattato come in quiete, finché il mollusco è considerato quale corpo di riferimento. Il principio generale di relatività richiede che tutti questi molluschi possano venir usati come corpi di riferimento con uguale diritto e uguale successo nella formulazione delle leggi generali della natura; le leggi stesse devono essere del tutto indipendenti dalla scelta del mollusco. La grande forza direttiva posseduta dal principio generale di relatività risiede nella stessa limitazione che viene imposta alle leggi della natura in seguito a quanto visto.»

Non volendo evidenziare troppo il lato squisitamente comico che, da buon napoletano, mi verrebbe da fare, a me pare che tutto il discorso sulla relatività generale si riduca ad un campo gravitazionale dovuto a un corpo “molliccio tipo mollusco”, come dire “dovuto a un corpo Fluido Eterico” peraltro sempre negato dallo stesso Einstein. Questo mi fa pensare che il caro Albert abbia buttato fuori dalla porta di quella famosa “stanza” l’etere, per ritrovarselo camuffato da mollusco intrufolato con molta efficacia dalla “finestra”.

L’insostenibilità di tutto il discorso, diciamo così “molluschiano” di Einstein, sta nella influenza troppo forzata delle linee gaussiane e sulle relative coordinate, ovviamente anche la temporale; mi riferisco non alla loro giusta curvatura (i piloti di aerei sulle linee intercontinentali la conoscono molto bene!), quanto al suo ipotetico, indimostrabile, assurdo accorciamento delle coordinate pur di non contraddire la sua stessa relatività ristretta riguardante la costanza della velocità della luce C (vero!), rispetto a qualsiasi riferimento e l’insuperabilità di C da parte di qualsiasi ente fisico (non vero!), anche se le sue teorie furono ottenute con un ammirevole e grande sforzo matematico.

Per meglio chiarire la questione, la cosa migliore da fare mi è sembrata quella di andare a casa del mio amico Ing. Prof. Marco Todeschini, espertissimo in materia, e parlare direttamente con lui dei problemi irrisolti della scienza, o addirittura risolti ma interpretati erroneamente e quindi ancora alla base di quella scienza detta moderna, ritenuti da molti pilastri intoccabili e inamovibili, senza che questi “molti” si accorgano che invece tali pilastri sono traballanti, e le sue fondamenta poggiano su un terreno sabbioso che l’accademia dominante “non vuole vedere” per una sua evidente convenienza:

 
 
 

GAYATRI MANTRA

Post n°9 pubblicato il 17 Giugno 2012 da Discriminare
 
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GAYATRI MANTRA

 

Il Gayatri è una preghiera rivolta all’Intelligenza Universale. Si trova nei Veda:

OM

Bhuh, Bhuvah, Svah

Tat Savitur Varenyam

Bhargo Devasya Dhimahi

Dhiyo Yo Nah Pracodayāt

OM

 OM

O Signore Supremo, fulgore e gloria dei tre mondi.

Ti adoriamo nel vivificante potere contenuto nel sole.

Contempliamo il Tuo splendore e la Tua grazia.

Ti preghiamo, illumina il nostro intelletto e guidaci.

OM

 

Il suo scopo è quello di accendere il potere del discernimento per permettere la autoanalisi e svelare la verità della natura divina degli esseri umani.

Agisce come uno speciale “talismano” protettore, per tutti coloro che la pronunciano con continuità.

Sai Baba afferma che questa preghiera è adatta a qualsiasi credo, perché essa dal Glorioso Potere che pervade il Sole e i Tre Mondi (Fisico, Eterico, Causale) invoca la crescita, il risveglio e il rinvigorimento della nostra Intelligenza.

Il Gayatri Mantra è sinonimo del Divino, è lo stesso suono di Dio, esso permea tutto il Cosmo manifesto, è la Base, la Realtà che trascende l’Universo soggetto a conoscenza e a sperimentazione.

Il termine “Gayatri” proviene da GAYAntam TRIyate iti, che significa:

Ciò che preserva, protegge o salva dalla corruttibilità, chi lo recita

Gaya vuol dire Essere e insegna la Verità, il Principio della Vita. Occorre accostarsi a questo mantra con dovuta umiltà, reverenza, fede e amore.

È una preghiera per ottenere la visione del Divino nella Sua effulgenza e magnificenza, attraverso il risveglio della Coscienza e dell’Intelligenza che pervade gli universi. Sai Baba ha detto: “Gli occidentali hanno studiato le vibrazioni prodotte dalla Gayatri e hanno trovato che quando essa è recitata con esattezza, come scritto nei Veda, la luminosità viene emessa in forma circolare.

La Gayatri è sinonimo di Verità, le scritture dicono: “La Verità è Dio, come la Saggezza è Dio. Esse sono entrambe presenti ovunque, trascendendo il concetto di spazio e di tempo.” Quando cerchiamo Dio e vogliamo vederLo, dobbiamo guardare dentro di noi; Egli non è in un luogo lontano, è nel nostro cuore!

 

 

 
 
 

USCIRE DALLA CAVERNA

Post n°8 pubblicato il 12 Giugno 2012 da Discriminare
 
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Che cos’è questa strana crisi che attanaglia, da qualche anno, l’area euro e si accanisce in particolare contro la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna e l’Italia?

I più grandi economisti del mondo, alcuni anche Premi Nobel, hanno cercato di spiegarla per risolverla ma, fino ad oggi, nessuno è riuscito in questo intento: è troppo complicata questa crisi, dicono; sarà, ma io vedo che chi era pieno di soldi prima della crisi si sta arricchendo ulteriormente e con una facilità insperata, al contrario chi veniva considerato ceto medio prima, adesso viene annoverato tra la classe povera e la sua povertà tende ad aumentare ogni giorno.

Non vi dico di coloro che erano annoverati tra i poveri prima della crisi: il divario tra questi e i ricchi è diventato, a dir poco, vergognoso!

La gente comune (in testa i pensionati con una sola entrata inferiore ai mille euro mensili) sta rischiando letteralmente la fame o l’abitazione, perché non riesce a pagare l’affitto o il mutuo, e le bollette: o queste o la morte. Se venisse a mancare l’aiuto della Caritas, del Volontariato ed altre Organizzazioni Umanitarie simili, per molti sarebbe impossibile sbarcare i lunario!

Liberté, Égalité, Fraternité fu il motto della rivoluzione francese alla fine del XVIII° Secolo ma, come per tutte le rivoluzioni sanguinarie, tale motto non fu mai messo in pratica se non con soprusi, prevaricazioni e peggio ancora, dalla nascente classe dirigente francese dell’epoca. Oggi in Italia ci sono due grandi partiti politici che vorrebbero mettere in pratica le parole del motto rivoluzionario suddetto, o almeno una delle sue risplendenti parole:

Liberté per il partito politico chiamato Popolo delle Libertà.

Égalité per il partito politico chiamato Partito Democratico.

Ma il motto è costituito non da due, bensì da TRE parole, e finché la parola Fraternité non viene messa veramente in pratica non ci potrà mai essere piena Liberté e vera Égalité, ci potrà solo essere ipocrisia e cocenti illusioni molto dolorose, per coloro che seguono questo o quel partito politico.

Purtroppo l’egoismo è imperante e non si salva nessuno, a qualsiasi livello e con qualsiasi casacca addosso: ognuno pensa solo al suo mulino, solamente quando la sua “pancia è piena” pensa, forse, anche al “povero cristo”. E non venite a dirmi che, adesso che è “disceso in Terra” il prof. Mario Monti (che sembra un robot a forza di ripetere “tutto andrà bene con me da questo momento”), la nostra economia è salva. Quasi come se egli fosse il Messia della Economia: “Ma mi faccia il piacere –avrebbe detto giustamente il grande Totò- non ci prenda anche per fessi!”. Purtroppo la fune si sta assottigliando troppo per sostenere il peso di altre baggianate simili o addirittura peggiori. Abbiate almeno un po’ di decenza e vergognatevi! È vero che in Italia non c’è stata alcuna “rivoluzione sanguinaria” come in Francia molto tempo fa, ma volete che ciò avvenga anche qui, ora? No ragazzi, no, sarebbe il non ritorno, neanche pensarlo! Muovetevi bene allora, svuotate un po’ le vostre supergonfie tasche, senza far troppo pesare la vostra “carità”, solo per sentirvi la coscienza più leggera, anche perché è la classe politica, chi più chi meno, ad averci portati alla situazione economica in cui ci troviamo oggi; è innegabile che per colpa vostra il debito pubblico è cresciuto in modo abnorme e senza benefici per la popolazione ma solo per riempire il vostro obeso ventre, schifosi ingordi che siete; il peggior male che ne è venuto a tutti è dovuto dunque, principalmente, proprio al vostro ingordo super-egoismo. Date dunque come si dà ad un fratello nel bisogno, almeno da adesso, aprite il cuore a quel povero Cristo che non arriva a fine mese, che diamine. “Siate buoni, se potete!” diceva San Filippo Neri; la bontà può risolvere i problemi:

Se l’individuo è buono, la famiglia vive in armonia.

Se le famiglie sono in armonia, la società è stabile.

Se la società è stabile, la nazione prospera.

Se le nazioni prosperano, il mondo intero è trasformato.

Quindi la trasformazione ha inizio con l’individuo!

Il profondo cambiamento del cuore umano è la corretta soluzione delle crisi. In tal modo non dovrebbe essere molto difficile rimettere in equilibrio la barca comune: basterà iniziare a tappare alcuni strani buchi e alleggerire un po’ certi egoistici pesi. Si dovrebbe cominciare dagli strani buchi oscuri dei politici; passare poi all’influenza degli egoistici pesi di alcuni industriali facoltosi e lobby varie; e solo alla fine, in fondo, toccare i poveri cristi, gli operai e i pensionati che vivono solo del loro unico reddito. Non si faccia il contrario per favore, perché sarebbe come “uccidere” una nazione: si avvicinano al galoppo tempi durissimi, per lo sfacelo dei valori umani nella società e nell’economia!

Spero nel buon senso e nella bontà di alcuni. Vi abbraccio con affetto fraterno.

Le suddette frasi sulla crisi economica sono parti di uno scritto più vasto di un “pensionato incavolato”; credo però che molti lo sottoscriverebbero, magari alcune di quelle persone con il diritto di un libero voto democratico. Tutta la società umana, quella economicamente modesta e quella “povera”, è coinvolta in questa crisi manovrata dai grandi capitali internazionali, infatti è planetaria. Ho l’impressione però che essa sia una crisi voluta e quindi abilmente pilotata, magari per sostituire una pericolosa guerra mondiale sterminatrice di milioni di individui esigenti: da sfamare ma restii ad essere sfruttati. Se si mira con sincerità ad ottenere la soluzione dei problemi della società, bisogna fare degli sforzi per creare le condizioni necessarie allo scopo. Poiché la mente umana è condizionata dalle nozioni di bene e di male, derivanti dal proprio ambiente, occorre che gli esseri umani si creino un habitat adatto ai loro bisogni, perché non serve a niente aspettare che il fenomeno si autorisolva meccanicamente da solo nel bene, o per autodistruzione nel male. Il destino della nazione o della comunità dipende dalla forza morale della sua popolazione, il cui carattere deve essere ben radicato nella verità. La verità si deve manifestare come unità di pensiero, parola ed azione che corrispondono ai veri Valori Umani di Moralità, Rettitudine e Spiritualità. Se non c’è moralità, la nazione è destinata a decadere, solo la moralità determina il successo o il fallimento di una società.Oggi in Italia purtroppo c’è solo un ipocrito, stomachevole, peloso moralismo, a partire dalle prime “teste istituzionali”.

Esiste una Massa Critica Psichica (MCP) relativa al comportamento di un individuo, tale che la sua evoluzione, o involuzione, influenzi l’ambiente con cui continuamente interagisce nel bene e/o nel male?

Da un punto di vista sottile ordinario comune, ogni mente ha una sua evoluzione e/o involuzione totalmente indipendenti da quella denominata collettiva: non esistono forme di influenza di una mente su un'altra, almeno negli stati mentali definiti ordinari e comuni (Veglia e Sogno), bensì esiste una condivisione olografica[1] delle informazioni accumulate con la propria esperienza da ogni singola mente e scambiate con le altre menti tramite il comportamento del “gruppo simile” nell’ambiente circostante e condiviso da altri tipi di gruppi.

Premesso che il cambiamento, evolutivo o involutivo, è individuale, tuttavia è innegabile che da un punto di vista comportamentale ogni forma spazio temporale, cioè ogni mente, ha una sua evoluzione e/o involuzione parzialmente dipendente dagli altri enti appartenenti al gruppo o a gruppi vicini, intesi tali come “buone o cattive compagnie”. Tali fenomeni accadono sia sul piano fisico grossolano che sui piani sottili eterici. Non esiste una condivisione comportamentale olografica tra le menti comuni, ma solo una influenza sensoriale diretta e indiretta, fisica ed energetica. L'idea di una Massa Critica Psichica che influenzi indirettamente tutte le altre menti è in contraddizione non solo con la comunicazione olografica: che bisogno ci sarebbe di una MCP, quando in realtà tutti hanno tutte le medesime informazioni istantaneamente?

Tale idea di MCP mi sembra anche in contraddizione con alcune Leggi Divine fondamentali: che senso avrebbe l'esistenza del karma, se tanto basterebbero pochi individui per fare il lavoro per tutti?

Che senso avrebbe il Giudizio Finale di Dio, se esso non riguardasse ciò che OGNUNO ha fatto e non ciò che alcuni avrebbero fatto per loro, per i molti?

Che senso avrebbe vivere per servizio (“Ama tutti, SERVI tutti” dice Sathya Sai Baba) ciò che gli altri vivono, se poi tale legge d’amore di “servire tutti” non riguardasse tutti i beneficiari dell'effetto Massa Critica?

Che senso avrebbe dare ad ognuno ciò che si merita, se poi vi fossero dei beneficiari della MCP che otterrebbero, grazie ad altri, qualcosa di non meritato?

Insomma, la teoria della MCP sarebbe in contraddizione con molte leggi spirituali, invece quella della Massa Critica Comportamentale (MCC) sarebbe addirittura un sostegno correttivo per le leggi umane distorte, oggi dominanti, e addirittura favorirebbe lo sviluppo delle leggi spirituali. La teoria della Massa Critica Psichica e quella Comportamentale si basano sulla confusione diffusa tra il concetto di “Unità” e il concetto di “Identità”. Il concetto di Unità riguarda la "unione di un soggetto con altri soggetti", mentre il concetto di Identità riguarda la "unione di un soggetto con se stesso".

Ogni parte del Creato è una Identità, l'unione di tutte le Identità forma l’Unità; quindi “percepire” l’Unità del Creato non esclude l’Identità Individuale: il Tutto è Uno, perché il Tutto è in OGNUNO come Identità!

Le leggi, divine ed umane, riguardano per definizione il singolo essere, ossia la Identità, sebbene poi le leggi umane siano interpretabili ed interpretate in modo diverso da soggetti diversi. Non esistono leggi, né divine né umane, che estendano il vantaggio o lo svantaggio di pochi automaticamente a tutti gli altri in modo meccanico e che riguardino la Unità Collettiva (Coscienza Collettiva) in quanto tale. La realtà è che ognuno è giudice di se stesso, nel bene e nel male: se si evolve è merito proprio e non di altri che avrebbero fatto il lavoro per noi, sebbene possano indirettamente supportarci nel nostro lavoro; e se si involve è parimenti demerito nostro, non di altri che ci avrebbero causato tale peggioramento, sebbene possano incentivarlo. Tale realtà vale sia per la crescita spirituale che per la crescita umana. È tuttavia vero che anche tutto lo stile di vita e il proprio ambiente possono essere o meno di supporto alla nostra evoluzione umana; qualsiasi situazione che viviamo è stata da noi creata, sia in quanto Spirito (per ciò che non dipende consciamente da noi) sia in quanto essere umano (per ciò che dipende consciamente da noi) come ente egoico.

Per molti è però difficile riconoscere le responsabilità personali di tutto ciò che vivono, perché spesso non vengono giustificate dal proprio comportamento consapevole. Ma le menti non sono solo coscienza (fisica), ma sono anche incoscienza (istintiva energetica) e spiritualità (piani di luce diversamente colorati e più o meno luminosi a seconda dei nostri veri sentimenti evidenziati dalla nostra aura). La Vita che creiamo dipende non solo dal nostro comportamento, ma anche dalla nostra genetica, dai nostri pensieri inconsci e dalle esperienze che il nostro mentale deve fare nella forma attuale per evolvere.

Solo chi ha Fede nell'Assoluto può riconoscere la Giustizia del Creato e fidarsi della Vita, anche qualora non conosca il funzionamento della realtà spirituale, di quella psicobiofisica e delle leggi che le governano entrambe dall’eternità.

Comunque sia la nostra Vita, essa è ciò di cui abbiamo bisogno in quel dato momento per evolvere, sia come mente e sia come intelletto.

Il concetto della MCP e MCC è un meccanismo di creazione della realtà interna o individuale; non è da confondere con il meccanismo di creazione della realtà esterna oggettiva, che si dovrebbe basare sul principio della maggioranza tra gli individui umani e non sulla legge del più forte, come tra individui non umani; solo in presenza di una stabile e integrata Coscienza Cosmica negli esseri realizzati può prevalere una valida Giustizia Anarchica priva di ogni minima traccia di egoismo. Infine, non è da confondere la MCP e MCC con la Massa Critica dell’unità fisica degli universi oggettivi, il cosmo, sviluppata dall’astrofisica, che pure segue specifiche leggi primarie che sono all’origine anche delle stesse MCP e MCC degli individui animali umani e non umani.

I riformatori moderni purtroppo non mirano alla trasformazione delle qualità umane, non ne sono capaci e nemmeno ci provano, anzi, un pensiero del genere non li sfiora, e se sorgesse nelle loro menti verrebbe scacciato subito perché considerato antiscientifico e, a dir poco, bizzarro; essi cercano solo di apportare una certa forma di uguaglianza nel settore economico e quindi per ciò che riguarda la sola vita materiale collettiva dell’insieme chiamato società civile.

Eppure, l’uguaglianza sociale non può reggere se non quando le qualità del carattere siano fondate sul principio stesso dell’uguaglianza.

Se nel proprio carattere non si è data importanza a queste qualità, quando anche ci fosse un’equa distribuzione dei beni, l’uguaglianza sociale sarebbe destinata a fallire miseramente dopo un periodo di tempo nemmeno tanto lungo.

È necessario, quindi, riformare il carattere delle persone attraverso la pratica esperienza conoscitiva del incarnato in ogni singolo individuo. Questa è la riforma che può dare un ottimo frutto molto duraturo, il frutto della Pace!

Ognuno deve lavorare su sé stesso per riformare il proprio carattere; accanto a questa riforma, nella misura in cui viene attuata, si può produrre pure una restaurazione del livello socio-economico: fine ultimo degli onesti, grandi riformatori del nostro tempo, i quali non devono conoscere solamente la Teoria della Economia, ma anche e soprattutto la pratica dei Valori Umani![2]

La pulizia interiore dovrebbe essere il nostro primo scopo. Possiamo avere delle verdure ottime, delle spezie eccellenti, il sale e i legumi migliori, il cuoco può essere un maestro dell’arte culinaria, il migliore che si trovi ma, se il tegame di rame che usiamo non è stagnato, la zuppa diverrà una cosa pericolosa e immangiabile. Il piatto preparato diventa velenoso se l’interno del recipiente non è adatto alla cottura; in egual modo dobbiamo purificare la nostra parte interiore. L’agire virtuoso e le abitudini buone, accompagnati alla preghiera, agiscono come rivestimento per il recipiente del cuore dove le emozioni, gli impulsi e gli istinti stanno cuocendo. Gli istinti saranno domati dalla preghiera per essere controllati dall’intelletto, come un cavallo selvaggio è addestrato per essere cavalcato con destrezza. Colui in cui tale comprensione splende pienamente è correttamente chiamato Saggio. Impegnamoci dunque, molto seriamente a purificare, prima di ogni altra cosa, il nostro cuore: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio! dice Gesù Cristo, confermando così il corretto approccio a qualsiasi tipo di yoga per l’evoluzione materiale e spirituale del genere umano.



[1] Olografia è la condivisione automatica di un’informazione tra tutto il gruppo ambientale.

[2] I Valori Umani sono: Amore, Verità, Giustizia, Non_Violenza, Pace.

 
 
 

USCIRE DALLA CAVERNA

Post n°7 pubblicato il 11 Giugno 2012 da Discriminare
 
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Le tradizioni riguardanti il “mondo sotterraneo” si ritrovano in tutti i popoli, perché la vera conoscenza iniziatica deve necessariamente restare “nascosta” tra le pieghe del “mito” e dei cosiddetti “piccoli-grandi misteri” affinché il vero e sincero ricercatore possa cercare e trovare il classico, mitico, precristiano “vello d’oro” ovvero il cristiano calice del “Santo Graal”.

Secondo l’occultista Svedenborg la conoscenza nascosta, cioè esoterica, va cercata nel “centro del mondo” cioè nel Tibet, io rritengo che “il centro del mondo” sia coincidente con il “cuore spirituale” degli esseri umani, pertanto essa va cercata solo nelle profondità più recondite del nostro cuore, e se ciò è molto difficoltoso per i più, è solo perché essi non hanno “pulito-purificato” il loro cuore per potervi accedere, da ciò e solo da ciò la Conoscenza è, e resta, nascosta,  ovvero è “sotterranea”. Fra le tradizioni riguardanti il “mondo sotterraneo”; Guénon, per esempio, ricorda la misteriosa città di Luz che si ritrova nell’esoterismo ebraico. Si racconta che vicino alla città Luz vi è un mandorlo, che in ebraico si chiama “luz”, alla base del quale si trova una cavità che conduce a una città sotterranea. Il significato più comune della parola ebraica “luz” è “mandorlo”, “nocciolo”.

Il “nocciolo” indica esattamento il “centro”, per esempio di un frutto come la pesca, quindi il “noccciolo”, ovvero il “mandorlo” ossia “luz”, si trova al centro del mondo e pertanto coincide con il “cuore spirituale” degli esseri umani.

E siccome il “nocciolo” è ciò che il frutto nasconde, ecco spuntare il rapporto con ciò che è celato (caelare = cielo), nascosto, sotterraneo come una caverna!

Uscire dalla caverna”, di memoria platonica, indica che il “dovere” di ogni essere umano è quello di svelare la Verità Ultima nascosta in “caverna” e renderla di dominio pubblico, disponibile per tutti coloro che sinceramente vogliono “conoscere” la Verità. La parola “luz” indica anche una particella situata all’estremità inferiore dell’osso sacro alla base della colonna vertebrale, perciò luz indica anche la Kundalini, l’energia vitale degli esseri viventi, la quale, salendo lungo la spina dorsale, apre i sette cakra posti sul suo cammino, fino a quello posto sulla sommità del capo che dona l’Illuminazione costante e integrata, la realizzazione dell’Unità Uomo-Dio, perché in Verità, Tutto è Uno.

 
 
 

USCIRE DALLA CAVERNA - prefazione -

Post n°6 pubblicato il 10 Giugno 2012 da Discriminare
 
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PREFAZIONE

Venite, io sono colui che medica i cuori spezzati,

come fabbro che risalda, aggiusta e ricostituisce.

Sathya Sai Baba

 

Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, io vi ristorerò.

Gesù Cristo

Il processo di seguito esposto è semplice e privo di ogni pericolo, nel senso di non turbare le coscienze dei lettori non ancora pronti a porsi senza sostegno per valicare senza rischi l’abisso dello spazio mentale, come vorrebbe invece, per chi è gà pronto, la tecnica dell’asparsa yoga. Questo processo è un cammino che procede dall’esteriore all’interiore, è basilare per iniziare nel modo più semplice e naturale qualsiasi metodo yoga, perché prepara il volonteroso ad acquisire le necessarie caratteristiche mentali.

Tra i prerequisiti che incoraggiano l’insorgere della brama per avanzare su questa strada, il principale è la capacità di discernere fra ciò che è transitorio e ciò che non lo è, ovvero la scoperta che l’interiore o Spirito, che è al di là dello spaziotempo, causalità e casualità, è la nostra Realtà e tutti gli oggetti percepibili dai sensi, nostro corpo psicobiofisiologico, sono instabili, continuamente cangianti e solo il nostro vero Io-Sé non subisce alcun tipo di mutamento: Io Sono Io, e ciò è sufficiente per meritare la definizione di Unica e sola Verità Eterna Imutabile, che può dirsi pertanto Verità Assoluta.

Questa realtà è la sola singolarità che non si può eludere, con qualsiasi tipo di artificio, matematico o di qualunque altro tipo.

Informare la gente dell’essenza del Messaggio di una religione è basilare, vitale per qualunque religione, ma non deve significare fare proselitismo, come invece la bassa convenienza egoistica degli uomini vuole intendere, anche a costo di falsificare addirittura lo stesso Messaggio Spirituale Universale che, invece, è la vera Essenza di tutte le religioni!

La ragione per cui l’uomo nasce e vive in questo mondo è sicuramente da ricercarsi nel suo Dovere Vitale coincidente con lo svelamento della Verità Ultima insita nel Messaggio Spirituale informale, quale “Oro di Dio”, perché si trova marcato a fuoco nel cuore di tutti gli esseri viventi e nella essenza di tutte le cose, in tutta la materia, che portò Gesù Cristo a profetizzare una stranezza riportata anche dai Vangeli canonici, in Luca 19, 40, ovvero:

Se taceranno gli uomini, parleranno le pietre!

Tra le altre cose, questo scritto vuol far conoscere il profondo Messaggio Universale dei Veda che Bhagavan Sathya Sai Baba ripete, essenzialmente, in ogni discorso, che si può sintetizzare come Monismo o Non-Dualismo, ovvero Advaita Vedanta: base di qualsiasi sviluppo scientifico, religioso e spirituale.

In questo scritto pongo in evidenza alcune riflessioni sul rapporto Fisica Metafisica, da cui si può evincere anche uno stato egoico formalizzabile con la Matematica e denominato Stato Egodinamico della Coscienza che ho sviluppato al mio meglio nell’ultimo saggio completo, denominato “Lavandai”.

Si può dire che il presente scritto evidenzia la Singolarità ineludibile che sottende il Creato e vuole essere un ramo della filosofia scientifica che studia i problemi e i valori connessi ad una prassi della OM, l’AUM vedantico, il quale è Ordine Esplicato o Verbo di Quell’Ordine Implicato chiamato Puro Amore il quale, allorché si svela come movimento, dal più sottile al più grossolano, assume le caratteristiche di un ego e, per questa ragione, tale progressivo svelamento Vibratorio, l’ho denominato Processo Egodinamico.

Per sviluppare tale processo, anche matematicamente, mi sono avvalso della Psicobiofisica di Marco Todeschini e la quantistica di David Bohm, e le ho combinate col facile Vedanta di Bhagavan Sathya Sai Baba.

Tuttavia, deve essere chiaro a tutti che alcune basilari intuizioni in esso contenute sono esclusivamente dello scrivente, o meglio della Divinità Interiore dello scrivente quindi, come si suol dire, “è farina del suo sacco”.

A qualcuno potrà sembrare strano, ma la Scienza avvicina molto a Dio e la Fisica Egodinamica si può dire che è la razionalizzazione dei tanti Testi Sacri letti e studiati che mi hanno permesso di recepire la Singolarità intuitivamente anche dalla prospettiva di una matematica elementare, il cui scopo principale non è parlare di filosofia matematica o di filosofia, di religione o di esoterismo, quanto parlare di Scienza Spirituale che include tutti i rami della Scienza, nei termini di un paradigma che ha le radici nella filosofia del non dualismo, nella sintesi religiosa devozionale e nell’esoterismo, in due parole nel Puro Amore o che, come Archetipo in Essere, viene identificato come Ego Cosmico E e quindi anche come ego ordinario e quale Sua singolare scintilla.

Ho indicato con eO l’ego Operativo, con eM l’ego Mentale e infine con eS l’ego subconscio di Stazionamento, e ritengo corrisponda al vero l’equazione:

eO = eM + eS

 

Tuttavia, di qualsiasi specie si possa qualificare un ego: Operativo, Mentale, di Stazionamento, esso resta ed è comunque un semplice ego che indico con “e”.

Tale Scienza Spirituale può, con giusta ragione, essere denominata Scienza del Puro Amore o Scienza di Dio, perché Dio è Amore, anche se nell’indviduale viene chiamato ego o ego Operativo e nell’universale Ego Cosmico E.

L’Egodinamica è dunque un pensiero Metafisico che può tranquillamente definirsi FISICA UMANISTICA; essa contempla il Principio Fondante del Puro Amore Infinito, secondo il quale: TUTTI I NOMI SONO LEGATI alle rispettive FORME tramite precise LEGGI SPIRITUALI che, formalizzate con la matematica, facilita la comprensione di Leggi Fisiche della materia oggettiva di cui le Forme sono costituite e vibrano nell’archetipo Nome che esprime anche la nota formula dell’energia nucleare dell’atomo:

E = mC 2

 

nata grazie a Leibniz nel XVIII° sec. e riscoperta nel XX° sec. da Einstein.

Questo scritto è una prospettiva che disciplina la spiritualità alquanto singolare dell’ego; lo si potrà capire meglio alla fine della lettura perché attraverso la ragione, con un modesto aiuto della matematica e della fisica, incammina Lettori e Lettrici attenti su una strada analitica che li porterà facilmente al discernimento dei Valori Umani INTERNI e positivi insiti prima di tutto nei loro cuori, dai Valori Bestiali detti anche umani ma ESTERNI alle “Mura del Regno” e negativi. Questa prospettiva ha un’angolazione visuale che considera il sistema energia non più invalicabile ed ultimo, come finora ritenuto dalla scienza accademica, ma considera tutte le differenti energie quali espressioni della sola Energia Cinetica, come dimostrato ampiamente ed in modo esaustivo dal prof. Marco Todeschini con la Spaziodinamica della sua “La Teoria delle Apparenze”, e considera tale energia un sottosistema complesso di quel Quid chiamato anche Uno-senza-secondo, che è il Sistema Assoluto Semplice, eterno, della Pura Coscienza detta più chiaramente Incarnato e Cosmico.

Dalle parole di Nikola Tesla pubblicate nel 1908 sul New York Times, che riprendo dal libro dell’astrofisico Massimo Teodorani: TESLA Lampo di genio:

«Ogni atomo ponderabile è differenziato da un fluido tenue, che riempie tutto lo spazio meramente con un moto rotatorio, proprio come fa un vortice di acqua in un lago calmo. Una volta che questo fluido – ovvero l’etere – viene messo in movimento, diventa grossolana materia. Non appena il suo movimento viene arrestato la sostanza primaria ritorna al suo stato normale. … Può allora accadere che, se riesce in qualche modo a imbrigliare questo fluido, l’uomo possa innescare o fermare questi vortici di etere in movimento in modo da creare alternativamente la formazione e sparizione della materia. Dunque al suo comando, quasi senza sforzo da parte sua, vecchi mondi svanirebbero e nuovi mondi entrerebbero nell’esistenza. L’uomo potrebbe così alterare le dimensioni di questo pianeta, controllare le sue stagioni, aggiustare la sua distanza dal Sole, guidarlo nel suo viaggio eterno lungo l’orbita di sua scelta, attraverso le profondità dell’Universo. Egli potrebbe far collidere i pianeti e creare i suoi Soli e le sue stelle, il suo calore e la sua luce, potrebbe dare origine alla vita in tutte le sue infinite forme. Dare origine alla nascita e alla morte della materia sarebbe il più grande degli atti umani, cosa che darebbe all’uomo una scienza profonda della creazione fisica; tutto questo gli permetterebbe di compiere il suo destino ultimo.»

Da queste chiare parole si capisce che Tesla parla dell’etere che successivamente il Prof. Marco Todeschini chiamerà Spaziofluidodinamico e lo porrà alla base della sua La Teoria delle Apparenze e della sua Psicobiofisica.

Ciò che più colpisce in queste parole è il concetto di creazione che ingloba gli assunti della religione nella scienza, un’unica scienza unitaria che raccoglie in sé tutte le conoscenze, dando agli esseri umani il giusto ruolo vedantico di cocreatore del Progetto Divino. Su questo specifico punto però c’è l’asserzione inconfondibile del Purna Avatara di questa Era, Sri Bhagavan Sathya Sai Baba, che dice inequivocabilmente: «Il realizzato in vita ha tutti i poteri tranne quello di creatore o distruttore di Universi.» Quindi il realizzato può creare materia energia dalla natura circostante, ma non può influenzare direttamente il Piano Cosmico Divino né creare ex nihilo, prerogativa esclusiva del solo Purna Avatara, cioè di Dio Stesso, incarnato o meno in un corpo fisico!

Del resto lo stesso Tesla, quando parla dell’Universo Interno agli uomini, dice: «Il dono del potere della mente proviene da Dio, Essere Divino, e se concentriamo le nostre menti su quella Verità, ci sintonizziamo con la Grande Potenza di Dio».

Possiamo quindi “sintonizzarci” sulla Potenza ed Energia di Dio, possiamo beneficiarne quanto e quando vogliamo, ma non possiamo inficiarla o modificarla secondo i nostri, sempre limitati, piani umani.

Vi auguro una buona e molto profiqua lettura!

 

 

 
 
 

IL CORRETTO APPROCCIO

Post n°5 pubblicato il 09 Giugno 2012 da Discriminare
 
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IL CORRETTO APPROCCIO

 

In generale gli interrogativi principali  che ci poniamo su certi “seri” argomenti scientifici ed esistenziali sono quattro: “Chi? Che Cosa? Come? Perché?”.

Per rispondere ai primi due interrogativi “Chi? Che cosa?”, è necessario fare alcune premesse fondamentali. Non intendo sviluppare il saggio riempiendolo di formule matematiche, a volte molto astruse, tranne che per alcune elementari indicazioni necessarie per la buona comprensione del discorso complessivo.

Alla domanda Chi?, la risposta è: Puro Amore, Amore è Dio, Dio è Amore.

La incarnazione del Puro Amore viene chiamata “Signore”. Il Signore è la incarnazione di Dio che, in questa era particolarmente nefasta, ha assunto il Nome e la Forma di Sri Bhagavan Sathya Sai Baba. Dio è Uno, chiamato in molti modi diversi a seconda del tempo e del luogo della Sua incarnazione.

Circa duemila anni fa lo stesso Dio Uno si incarnò come Signore con il Nome e la Forma del Messia palestinese aspettato dagli ebrei: Gesù, il Cristo appunto.

Nei secoli, da diversi millenni a noi noti a questa parte, Dio si è incarnato tantissime volte come Signore, prendendo il Nome e la Forma appropriati al momento e al luogo, per esempio come Maometto, Krsna, Buddha, Confucio, Mazda, Yahvé, Visnu, Rama, Shiva e molte altre, poco note o addirittura sconosciute, le quali ci assicurano che tutti gli Esseri, umani e non umani, sono Dio Stesso; ma non è tutto, perché ogni atomo è l’esplicazione dello stesso Dio in quanto Immanente nella natura materiale, mentre come Signore Egli è Immanente negli esseri umani. In entrambi i casi è simultanea anche la Trascendenza di Dio,  perché “Tutto è Dio!”, senza che si possa pensare al panteismo.

Tuttavia, Dio è da considerarsi solo un Riflesso dell’Assoluto, ossia una proiezione dell’INESprimibile (INES) ed Inconcepibile, Infinito, Ente Supremo:

ASSOLUTO INES → DIO → SIGNORE → UOMO

Esercizi spirituali come l’adorazione, il canto, la meditazione, sono frutti della Devozione per accedere a poteri più elevati, chi è ignaro delle profondità e delle altezze a cui tali pratiche possono condurre, si astenga dal fare discussioni polemiche sulla loro efficacia, poiché quelle mete possono essere raggiunte e giudicate soltanto da coloro che le sperimentano concretamente.

L’anelito per la vita spirituale, che va oltre il dominio dei sensi, sorge nel ricercatore sia per un bisogno di principii basilari, sia per la necessità di sperimentare una felicità duratura, intramontabile, che non sia solamente “piacere estemporaneo” che dura un lasso di tempo legato a situazioni mutevoli, dipendenti da altro e da altri. Ma chi è il Ricercatore? È l’ego, che sollecitato, punzecchiato da certe esperienze interiori inspiegabili ed inaspettate, inizia a porsi certe domande che mai erano entrate nel suo raggio di concezione e che nemmeno immaginava che fossero possibili e addirittura “utili”, perché, per lui, erano totalmente insussistenti, e quelle poche notizie avute da certi “tipi”, erano considerate perlomeno sconvenienti per la sua vita quotidiana e il suo decoro, quindi venivano semplicemente ignorate fino a quel momento, perché un individuo “sano di mente” quale egli si reputa, con i piedi ben piantati per terra e una personalità integrata felicemente nell’attuale società umana, in particolare quella occidentale, non può andare dietro ad ogni onda di “new age” o addirittura peggio. La sua intelligenza assolutamente non lo permette. Tuttavia, le domande esigono risposte!

Non si possono lasciare in sospeso perché premono, e certe risposte possono e debbono essere verificate sul campo. La semplice aspirazione o risposta teorica tratta dai libri, anche sacri, non basta più a soddisfare quella “strana sete” di conoscenza per giungere, dove?, ad una vaga meta basata su un atto di fede!

Occorre indubbiamente iniziare una pratica disciplina spirituale e non fidarsi ciecamente delle sole chiacchiere, anche se dette da persone autorevoli.

Quindi, prima di iniziare questo cammino è importante autoanalizzarsi e valutare in ogni dettaglio le proprie aspirazioni e la propria disposizione d’animo.

Giacché le religioni contemporanee, le quali dichiarano di far da guida ai ricercatori che si cimentano in tale cammino, non infondono fiducia, specialmente tra i giovani, questi hanno la sensazione che alcune di quelle religioni abbiano subìto i condizionamenti dell’epoca in cui si sono sviluppate come istituzioni.

Molte religioni sono divenute obsolete; alcune si sono compromesse con particolari stati teocratici camuffati di laicità; altre religioni sono state imposte e sviluppate secondo la mentalità di popoli stranieri; altre ancora si combattono in maniera scandalosa ed offensiva per le stesse religioni.

I giovani che aspirano ad una vita più elevata, senza ipocrisia, provano la sensazione di cadere nel ridicolo se aderiscono ad una di queste “religioni”.

A chi imbocca questo sentiero di pratica spirituale dico che è assolutamente indispensabile avere innanzitutto fiducia in sé stessi!

Per coloro che sono oppressi dal peso di responsabilità ed ansie e per coloro che si ritrovano incapaci di formulare una sincera preghiera all’Altissimo, dico di non disperare, perché continua a crescere il numero di coloro che vivono nella genuina e sana gioia di una pratica spirituale: ciò che davvero conta è oltre la gioia e la felicità, è la Pace della mente!

Nati come esseri umani, non si dovrebbe mai ripudiare quella natura che appartiene unicamente all’essere umano. Giammai il nostro agire dovrebbe degradare al livello delle bestie o peggio, al livello degli esseri demoniaci.

Affinché tale immondo degrado sia ripudiato dai nostri pensieri è vitale seguire la via dello Spirito che nutre la decisione del ricercatore della Verità, contro la ignoranza dell’ego, che pure è sollecitato a sperimentare contro la sua ipocrita accondiscendenza, la sua falsa resa, che si svela essere solo un subdolo tatticismo per la sua miseranda sopravvivenza contraria all’intelletto discriminante.

Solo questa ricerca può risvegliare e corroborare il desiderio intenso del Divino, nato inizialmente dalla curiosità dell’ego, ma bisogna partire col piede giusto: l’importanza di tale scelta di vita può essere compresa solo dopo che si è sperimentato e capito il “mondo”; questo stato di coscienza si può facilmente ottenere tramite la purificazione del cuore in ogni aspetto e una seria disciplina.

La spiritualità, infatti, nasce da una esperienza diretta di alcune persone che si sono trovate ad avere accesso ad un Quarto stato di coscienza, totalmente diverso da quello che viene comunemente sperimentato durante la vita di ogni giorno: veglia, sonno con sogni e sonno profondo, che dipendono molto dalle esperienze dello stato di veglia. Questo Quarto stato di coscienza è chiamato Turiya in sanscrito, è lo stato di Coscienza Cosmica, massima (piena) Consapevolezza durante l’estasi, che il saggio sperimenta attraverso la riflessione meditativa costituita da due principali stadi: concentrazione e contemplazione, i quali, poi, con la Grazia del Sgnore, permettono di sperimentare lo stato di coscienza estatico della indispensabile, profonda e vivificante meditazione.

Essa è intesa nel senso di IMMERSIONE dell’Individualità nell’Universalità, cioè nella Divinità Interiore e conseguente identificazione del meditante con Lei. La vera meditazione consiste nell’essere continuamente assorti nel pensiero di Dio. Dio solo e solo Dio. Pensare Dio, respirare Dio, vedere Dio, udire Dio, mangiare Dio, bere Dio, amare Dio, vivere Dio. Il mistico ha dunque accesso a tale “misterioso” stato di coscienza, ma il comune individuo ne resta fuori, perché questo Ente Supremo chiamato Quello, , Sat Cit Ananda, questo INESprimibile, posto nel Tabernacolo più recondito del cuore spirituale umano, pur essendo alla portata di ognuno ha la peculiarità di confondersi con le apparenze mutevoli della vita quotidiana; e proprio per questa Sua Natura necessita di un metodo particolare per accedervi consapevolmente. Del resto, anche per ricavare il burro dal latte serve una tecnica specifica per poterlo estrarre da tutte le goccioline di latte, non è vero? Mentre per il sonno e il sogno bastano, generalmente, la stanchezza fisica e le attività dello stato di veglia, per accedere a Turiya, il Quarto, necessita la pulizia di tutto ciò che l’adombra e rende misterioso e non accessibile in pienezza.

La tecnica più semplice è la Purificazione del cuore tramite la Ripetizione del Nome del Signore caro al meditante, con il ricordo della Sua Forma.

Tramite la Ripetizione del Nome e Concentrazione si arriva a Contemplare il Suo Splendore e si ottiene la Grazia della Meditazione, profonda e catartica!

La mente e l’intelletto purificati giungono alla Consapevolezza costante integrata dell’Atman (il Sé Assoluto), e rifulgono alfine del Suo Splendore.

Colui in cui tale comprensione splende pienamente è chiamato Saggio.

Purifichiamo dunque il nostro cuore (Vangelo di Matteo 5, 8):

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio!”

dice Gesù Cristo, confermando il corretto approccio a qualsiasi tipo di yoga.

Affinché il processo di unione (yoga) con la Divinità interiore, il , abbia inizio serve non solo una “sana curiosità” dell’ego, ma una fede sincera e stabile nel proprio , in sé_stessi, questo è essenziale per raggiungere la Saggezza_Conoscenza (Jnana). Necessita anche il desiderio profondo di assorbire gli insegnamenti del Maestro, ma se questi non è degno allora è meglio affidarsi alla propria Coscienza “chiedendo aiuto”, perché “a chiunque bussa sarà aperto”. Dobbiamo sempre essere vigili, non tendere all’ozio o alla compagnia inadatta o non incoraggiante. Per sfuggire simili influenze (cattive compagnie) e rinforzare la mente, serve una buona padronanza dei sensi; lo so, non è facile ma è basilare per avanzare su questa scelta di vita.

Non fate “voti di castità”, non servono a niente, anzi, sono una continua e inutile “tentazione”, serve solo un buon “controllo” sulle spinte sessuali che naturalmente emergono dalle esigenze del fisico (il “vizio” è altra cosa ed è sempre da escludere!), specialmente se si è giovani; quando la castità maturerà lo si capirà benissimo, senza equivoci e da soli.

Ricordate che le domande che sorgono dentro costringono all’autoanalisi, non escludono quindi, comunque, il dono della fede e della costanza nella pratica e non sono distruttive quanto il veleno del dubbio, perché porsi certe domande non significa necessariamente essere dubbiosi, ma significa e deve significare solo desiderio di “crescita” nella esperienza della Conoscenza. Il mefetico dubbio nasce da una volontà malvagia e distruttiva, dall’ottusa ignoranza senza alcun desiderio positivo (Ajnana), esso penetra nel cuore e lì cresce: è la fonte del disastro! Alzatevi e impegnatevi con fede completa nelle attività giornaliere abbandonando il desiderio dei loro risultati donandolo al vostro Signore; allora otterrete la saggezza e raggiungerete la liberazione.

È ciò che davvero serve per superare ogni tipo di crisi, esistenziale ed economica, individuale e collettiva.

 
 
 

LA TEORIA DELL’EVOLUZIONE DI DARWIN - riflessioni -

Post n°4 pubblicato il 02 Giugno 2012 da Discriminare
 
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LA TEORIA DELL’EVOLUZIONE DI DARWIN

- riflessioni -

 

La teoria dell’evoluzione di Darwin fu accettata rapidamente dalla società scientifica e non, per il semplice fatto che si diffuse subito la credenza secondo la quale essa non supponeva interventi miracolosi, a differenza della teoria della creazione. In effetti la teoria evoluzionistica, lungi da fare a meno di miracoli, li richiede ancor più della teoria della creazione, facendo danni enormi anche contro la stessa scienza, in particolare per molte trasformazioni postulate, basate solo su fantasie create appositamente per il folto ed ignorante pubblico ma che attecchivano, per la suddetta ragione, anche tra un certo tipo di pubblico scientifico. Il famoso “anello mancante” tra la scimmia e l’uomo, di fatto, non esiste, non si potrà mai trovare se non nelle fantastiche e pseudoscientifiche elaborazioni e connessioni inventate ad arte dagli scrittori di fantascienza.

Secondo il Vangelo di Matteo 20: 1, 16 la Parabola degli operai nella vigna si riferisce senza dubbio agli ultimi tempi dell’Età Oscura, essa termina così:

Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi.

Questo versetto finale, per molti ancora oggi è ritenuto oscuro, inspiegabile e addirittura ingiusto: immaginate un’azienda agricola che retribuisca con la stessa paga giornaliera i dipendenti che hanno vendemmiato per tutto il giorno e quelli che invece hanno lavorato solo nell’ultima ora, ci sarebbe un’alzata di scudi sindacale e come minimo uno sciopero e un’occupazione della vigna perché, a prescindere da ogni preaccordo diretto tra il datore e gli operatori, i primi lavoratori pretenderebbero di più ritenendosi almeno defraudati, ingannati da un accordo capestro e non sindacale.

Ma non è così, perché Gesù si riferiva a ben altro che a una pseudo ingiustizia divina di Dio Padre.

Generalmente l’uomo oggi tende a fuggire dalla Verità perché ha paura di ciò che può scoprire di sé, tanto è corrotta la sua mente.

Eppure la Verità si sta chiudendo da tutte le parti proprio sull’uomo, si può dire che in quest’Era Oscura è molto più a portata di mano di ogni uomo, facilmente, senza sforzo e senza paura, diversamente dalle Ere precedenti durante le quali, per avvicinarsi alla Verità, non bastava una vita di sacrifici.

Ora è necessario e sufficiente non fuggire da Essa, non tirarsi indietro e avere un pizzico di coraggio, basta avere una piccola fiducia, piccola come un granellino di senape, non serve altro per vedere svelata la Verità Assoluta nel proprio Cuore. L’Illuminato Maometto, il Profeta dell’Islam, disse:

«In verità, siete in un tempo in cui se trascurate un decimo di quello che vi è stato comandato, sarete condannati. Verrà poi un tempo [ed è questo! N.d.A.] in cui colui che osserverà un decimo di ciò che è ora comandato sarà salvo

Basta poco, in quest’Era Oscura, per realizzare l’illuminazione, per la salvezza; basta la Ripetizione del Nome del Signore e la Memoria della Sua Forma; questa semplice tecnica ritualistica, nei Veda, è chiamata Namasmarana. Basta un ritualismo “leggero” ma sincero per svelare il Regno, la Luce posta sugli altari dei Cuori spirituali.

Come mai?

La risposta è: perché il Supremo e Assoluto si è fatto Uomo ed è pronto a sostenerci per farci superare ogni tipo di ostacolo che possiamo incontrare.

Siamo certi che tutti siamo Suoi figli e tutti saremo Uno in Lui.

È giusto?

Non saprei dirlo, però posso pensare che se i lavoratori della vigna ricevettero tutti la stessa paga, fu perché quelli giunti tardi, grazie a una provvidenziale differenza di condizioni ambientali, furono capaci di raccogliere in breve tempo tanta uva quanta quella raccolta dai lavoratori durante la calura del giorno.

Questa è la Grazia di Dio in questa “fortunata” Era Oscura, e la scienza, grazie alla Spaziodinamica di Marco Todeschini, s’incammina sulla giusta strada avvicinando sempre più l’uomo di scienza alla salutare Grazia di Dio.

 

 
 
 

Al Mare

Post n°3 pubblicato il 29 Maggio 2012 da Discriminare
 
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Al Mare

 

Ti invoco Teti, ninfa nereida

dagli occhi azzurri e oscuro velo;

mia regina, che veloce ti aggiri

palpitante intorno alla terra

col dolce soffio dell’aura fragrante;

sulle pietrose rive grandi flutti.

Scorri serena su soavi onde,

dalle navi onorata,

nutrice di belve eppur gentile

per il viandante del mare.

Madre delle oscure nuvole

e d’ogni fonte che sgorga

dal seno delle ninfe, ascoltami

dolce e veneranda sirena,

presta benigno soccorso

e alle navi in rotta manda

un vento favorevole,

guidale alla madre Gaia

e a buon fine ogni onda,

azzurrando gli oscuri veli

dona cuori puri, ninfe ancelle caste,

e tra lampare e mille stelle

possa tu brillare tra le più belle.

 

 
 
 
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