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CANNES 69: PALMA A LOACH. UN ALTRO CINEMA È POSSIBILE da welovecinema

Post n°13214 pubblicato il 27 Maggio 2016 da Ladridicinema
 

di Laura Delli Colli

Da Cannes con la vittoria di Ken Loach un messaggio di solidarietà ai nuovi poveri del mondo: è questo oltre la qualità del cinema il segno forte che lascia con la Palma d’Oro 2016 al suo I, Daniel Blake il Festival 69 che si è appena concluso. Loach nove anni fa aveva già vinto con Il vento che accarezza l’erba e per una Giuria che ha visto i film di un concorso interessante, nel quale non c’era però un ‘colpo di fulmine’ troppo prevedibile, è prevalsa sull’originalità e le provocazioni d’autore, la storia toccante di un uomo che conosce sulla sua pelle il tunnel di quella povertà inesorabile e improvvisa che attraversa oggi le società più civili del mondo

Ken Loach è un maestro nel raccontare il mondo del lavoro e la sofferenza delle classi povere. “Cannes è importante per il future del cinema” ha detto ritirando il premio ma è ai lavoratori, quelli del suo film innanzitutto, che ha voluto dedicare la Palma, andata al suo Daniel Blakeperché, come ha detto ringraziando la giuria, “E’ grazie a loro se siamo qui. Cercate di restare forti, per favore. Ci sono persone che faticano a trovare il cibo nel quinto paese più ricco del mondo. Ci sono milioni di persone ridotte alla fame, per la grottesca ricchezza di pochi. Il cinema serve anche a rappresentare questo, le persone che combattono contro i ricchi e i potenti. Diamo un messaggio di speranza, un altro mondo è possibile e necessario”.

A Laurent Lafitte, che ha condotto la cerimonia finale, è toccato il compito di annunciare I premi tra emozioni e sorprese. L’emozione per esempio del pianto dirotto di Xavier Dolan, il ragazzo prodigio che aveva vinto con Mommy solo due anni fa ed è oggi di nuovo vincitore del Grand Prix con il suo Juste la fin du monde (che in realtà non era stato accolto dalla stampa con un successo unanime) il quale, tra le lacrime, non dimentica di ringraziare la famiglia. Una famiglia, dice, con cui “mi trovo molto meglio rispetto a quanto fa il mio protagonista con la sua”.

Hanno un po’ sorpreso alcuni premi, altri sono andati forse nel segno di un compromesso al quale- giudicando i rumors con I quali era stato accolto proprio il suo film- Personal shopper – hanno senza dubbio gratificato non solo Olivier Assayas ma certamente I ‘padroni di casa’. Tra le scelte meno scontate Houda Benyamina ha vinto la Camera d’or con Divines e ha salutato il Premio e la giuria molto femminile con un linguaggio a dir poco …libero

Emozione al massimo in sala quando una standing ovation e un lungo applauso ha salutato Jean Pierre Leaud, Palma d’onore di questa 69.ma edizione così anche nel segno di Truffaut “Sono nato qui” dice “quando Truffaut ha presentato I 400 colpi. Ora sono di nuovo qui con La mort de Louis XIV (il film spagnolo di Albert Serra in cui Léaud interpreta re di Francia). Ma mi chiedo ancora cos’è il cinema e ancora non so rispondermi, anche se forse aveva ragione Cocteau quando diceva che ‘è la sola arte che cattura la morte al lavoro’.

Il miglior attore è Shabab Hosseini, per Forushande di Asghar Farhadi e dice sul palco “Questo premio lo devo al mio popolo e glielo dedico col cuore” (allo stesso film che raccontal l’Iran tra tradizione e modernità anche il premio per la sceneggiatura).

La giuria presieduta dal regista di Mad Max George Miller, nella quale ha ‘militato’ anche la ‘nostra’ Valeria Golino, ha scelto come migliore attrice invece Jaclyn Jose, protagonista del filippino Ma’ Rosa di Brillante Mendoza. Premio alla regia a pari merito a Cristian Mungiu e Olivier Assayas, un compromesso tra il film rumeno, per molti favorito senza dubbio quello firmato da Assayas, regista–manifesto del cinema francese d’autore, molto amato dal Presidente del festival, un grande industriale e produttore del cinema francese come Pierre Lescure.

Il resto è nella lista del palmarès. E forse nelle dichiarazioni dei giurati, poche come sempre, dopo la premiazione: filtra l’unanimità dai pochi commenti ‘a caldo’  (Valeria Golino non lo ha nascosto, sia pure con una battuta ‘al volo’). Ma a quanto pare neanche la furia di Mad Max stavolta  avrebbe potuto fare una rivoluzione contro la tentazione di qualche  eccesso di diplomazia…

 

TUTTI I PREMI:

Il premio per il miglior attore del Festival di Cannes è andato a Shahab Hosseini per Le Client di Asghar Farhadi.

Il premio per la miglior attrice del Festival di Cannes e’ andato a Jaclyn Jose per Ma’ Rosa di Brillante Mendoza.

Il premio per la miglior sceneggiatura a Ashgar Farhadi per Le Client.

Il premio per il miglior regista del Festival di Cannes e’ andato ex aequo a Olivier Assayas per Personal Shopper e Cristian Mungiu per Bacalaureat.

Il Grand Prix della giuria del Festival di Cannes e’ andato a Xavier Dolan per Juste la fin du monde.

Il premio Camera d’Or per la migliore opera prima a Divines di Houda Benyamina. 

La Palma d’oro del cortometraggio va a TimeCode del regista spagnolo Juanjo Giménez.

 
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