Creato da old_eagle il 08/10/2009

i fornelli di gio'

Ricette tipiche della cucina italiana e marchigiana in particolare - mens beata in corpore beato

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Sugo alle panocchie (o canocchie o cicale di mare) - primi piatti -

Un sugo semplice e veloce, una ricetta facile facile per un primo piatto dal gusto unico. Importante è la scelta delle panocchie che devono essere freschissime, se si muovono non avrete dubbi...
Personalmente uso abbinarlo ai garganelli, peccato che quelli di qualità costino parecchio, di solito acquisto quelli di taglia più piccola.
Vi verrà da chiedermi - Ma come? I garganelli? Ma se è una pasta romagnola? - avete ragione, ma nel mio peregrinare lungo lo stivale, ho incontrato questa pasta e trovo che si sposi a meraviglia con il sugo di panocchie, in alternativa potrete usare degli spaghetti alla chitarra o anche tagliolini, ma sempre pasta all'uovo, possibilmente fresca.

 ingredienti per 4 persone:
12 panocchie (3 a testa).
2-3 spicchi d'aglio sgusciati.
1/2 carota.
1/2 costa di sedano.
20 gr. di cipolla.
1 buccia di limone.
2 cucchiaini di concentrato di pomodoro.
10 gr. di prezzemolo.
Sale.
Pepe.

Preparazione: 
Mettete sul fuoco un pentolino con dell'acqua, del sale, la carota, il sedano, la cipolla e la buccia di limone (facciamo il famoso “fumetto di pesce”).
Lavate le panocchie in acqua corrente (se poteste avere acqua di mare sarebbe il massimo) ma senza esagerare, e senza “stressarle
” troppo, mondatele togliendo le zampe, la testa (quella con gli occhi veri) e le pinne ventrali, quindi gettate tutte le capature nel pentolino.
In una padella mettete l'olio e l'aglio schiacciato, fate soffriggere e togliete l'aglio quando è diventato dorato, mettete quindi il trito di prezzemolo, dopo poco (1 minuto circa) mettete le panocchie tagliandole in pezzi di 3-4 cm sopra la padella in modo da non perdere neanche una goccia dell'umore che dovesse uscire.
Mescolate frequentemente con un cucchiaio di legno.
Quando le panocchie saranno diventate rosse (come tutti i crostacei quando sono cotti) unite il fumetto (qui dovete regolarvi voi, tenete presente che la pasta all'uovo "assorbe") che preleverete con un piccolo ramaiolo (avendo cura di prendere solo il brodo), salate, pepate (macinatelo al momento) e unite il concentrato di pomodoro.
Nel frattempo l'acqua per la cottura della pasta starà bollendo quindi buttate i garganelli, quando questi saranno quasi cotti, scolateli e versateli nella padella (mescolate per non più di un minuto, non vi dico di “saltarli” tanto vengono bene lo stesso, anche senza scena), spruzzate con del prezzemolo tritato crudo, portate la padella in tavola e servite con la schiumarola.
Il formaggio sarebbe severamente bandito... ma di questi tempi, tutto può capitare.

 Consigli:
Se trovate dell'aglio fresco (in primavera non è difficile), fate il soffritto con le foglie verdi (non la parte bianca) tritandole insieme al prezzemolo.
Non tenete le panocchie troppo tempo sul fuoco.

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PROVENIENZA GENTILI OSPITI

PROVERBIO 1

Fa'l pà n'puretto ié se slama l'forno.

traduzione letterale in italiano: quando fa il pane un povero (poveretto) gli si slama (frana) il forno.

Per capire il  proverbio, bisogna andare indietro nel tempo quando il pane si faceva in casa e lo si portava a cuocere dal fornaio: i poveri avevano ben poche occasioni di farlo.

Significato traslato: è un proverbio un po' verghiano... per una volta che cerchi di alzare la testa, il mondo ti cade addosso.

 

PROVERBIO 2

Sta cui (con i) frati e zappa l'orto.

Per spiegare questo proverbio bisogna risalire al... medio evo, periodo storico in cui i latitanti erano ben felici di prestare la loro opera nei conventi (zona franca), al posto di essere incarcerati o peggio.

Significato traslato: c'è chi si adatta a tutto per il proprio tornaconto.

 

PROVERBIO 3

chi cia'l pà, n'cià i denti

traduzione letterale: chi ha il pane non ha i denti.

Significato traslato: molte volte chi ha una qualsivoglia fortuna non sa approfittarne.

 

PROVERBIO 4

chi sparte n'capa.

Traduzione letterale: chi fa le parti non sceglie.

Il significato è palese e si applica un po' a tutto, dalla divisione di una bistecca a quella di un terreno.

 

PROVERBIO 5

Fa cume i ceghi de Lureto... (ié ce vole n'soldo pe'ncumincià e du pe lassà n'dà)

Traduzione letterale: fa come i ciechi di Loreto... (gli ci vuole un soldo per cominciare e due per lasciar andare -smettere-)

É un proverbio che proviene da tempi lontani, quando il Santuario di Loreto era attorniato di ciechi (veri, ma, più probabilmente, fasulli) dediti all'accattonaggio che, per un soldo, si mettevano a cantare poi, una volta cominciato, non se la finivano più e bisognava dar loro il doppio per farli smettere.

Il significato traslato è più che ovvio... molte volte per far fare qualche cosa a qualcuno bisogna spingerlo... ma quando ha incominciato non si ferma più; basta vedere quello che succede a chi si avvicina sospettoso al pc... non se ne stacca più..

 

PROVERBIO 6

Quesso e gnente iè dà parente.

Traduzione letterale: questo e niente gli è parente (sono parenti).

il significato può essere esteso a parecchie situazioni, tanto per rimanere in tema... culinario... è l'esclamazione davanti a una porzione di cibo... misera

 

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