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"Ci giunge notizia che, dopo 17 anni di attesa,

l'Inter F.C. ha conquistato il suo quattordicesimo scudetto,

 il primo in assoluto assegnato a tavolino alla terza classificata

del campionato 05/06.

 A Massimo Moratti, a Roberto Mancini

e al Commissario Federale Guido Rossi, i più vivi

rallegramenti per la STRAORDINARIA IMPRESA SPORTIVA".

(G.Padovan - Tuttosport del 27/7/06)

 

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Juve

Post n°325 pubblicato il 30 Gennaio 2009 da SunJuve
















Farsopoli, tra tifo e passione

Editoriale di F. ZAGARI del 30/01/2009 9.28.38

 

Questa volta non vogliamo parlare di processi, di sentenze, di codici e norme, e tutto quello che in questi lunghi trentadue mesi ci ha accompagnato per cercare di capire cosa stava succedendo.
Mai abbiamo fatto illazioni, e sempre ci siamo poggiati sui fatti, ma quei processi e quelle sentenze, inevitabilmente, ci hanno rubato l’anima, strappato il cuore.
Alcuni hanno gridato, altri, non sapendo, hanno preferito tacere, qualcuno si è incazzato con chi era stato messo alla gogna, e non accorgendosene stavano tutti compiendo l’irreparabile: dimenticarsi che cos’è la Juventus.
Ricordo perfettamente, in giovane età, quando con mio padre facevamo centinaia di chilometri per andare a vedere giocare Bettega, Zoff e Furino; andavamo anche la notte, per vedere i lanci millimetrici di chi mise il foie gras sul pane, indirizzati a chi la notte la faceva diventare bella.
Erano anni in cui, durante l’attesa fuori dai cancelli, si mangiava il pane con la mortadella, si beveva il vino (io no, ero piccolo) dal fiasco portato da casa, c’era addirittura chi, venendo dal sud Italia, si portava all’interno di un termos la pastasciutta calda da mangiare nelle serate fredde di Torino. Dicono che era un altro calcio. Balle. Era lo stesso calcio che si è giocato, vissuto e tifato fino all’estate del 2006.
Era il calcio che portava via dalla mente i pensieri, i problemi, che allora come oggi attraversavano la settimana dal lunedì al sabato, per poi dimenticarsene, saltando il solito turno, la domenica.
Era il calcio di Trapattoni, fischiato prima perché ritenuto difensivista – anche quando metteva contemporaneamente in campo Rossi, Platini e Boniek – e dopo perché teneva in panchina un ragazzo nato a Conegliano Veneto, ed appena approdato alla prima squadra da neo campione del torneo della città del carnevale.
E’ stato il calcio, per quelli nati negli anni settanta, del buio, che ha sfiorato i due lustri di astinenza dalla vittoria, per poi rivedere la luce grazie ad un pugno di professionisti che rimarranno per sempre nella storia bianconera.
E’ stato il calcio delle centinaia di articoli scritti per la partenza di un uomo da centocinquanta miliardi di lire, commentato da migliaia di tifosi anche nel peggior bar di Caracas.
E’ stato il calcio delle “notti magiche”, e anche se quella volta non hanno cantato Bennato e la Nannini, la coppa l’abbiamo alzata per davvero.
Tutto questo, e molto, molto altro, ha appassionato per anni i milioni di tifosi bianconeri sparsi in Italia e nel mondo, facendo crescere attese, nascere e morire amicizie per poi ritrovarle un giorno come un altro sui gradoni di uno stadio, in alcuni casi fomentare anche il più innocuo degli impiegati alle poste, per giunta sposato, con prole e iscritto ad una qualunque associazione di pace.
In quasi tre anni, per amore dei nostri colori, ci siamo ingarbugliati l’anima con ogni sorta di carta processuale, di informativa, di intercettazione, per porci quantomeno un dubbio.
Questo oggi vive dentro di noi, e con orgoglio e forza, senza timore e rassegnazione, andiamo avanti senza rinnegare nulla di quello che abbiamo perseguito, perché lo abbiamo fatto per la nostra maglia, per la nostra Juventus, avvicinandoci ad essa come forse mai ci era capitato di fare.
Ma quello che fa male, tanto male, è trovarsi ancora nella terra di Farsopoli, con davanti agli occhi una legge che non c’era e che ha cancellato la Storia e tre anni di calcio, e chissà quanti altri ancora.
Ma non dobbiamo dimenticare mai una cosa: ci hanno tolto il dominio indiscusso per settantasei giornate consecutive, due scudetti, il posto che ci spetta in Italia e in Europa, ma mai potranno toglierci la passione, quella passione per cui, dopo le tagliatelle mangiate la domenica a casa della zia, siamo nati: tifare la Juventus, con una bandiera o con un articolo.


 


 
 
 

Farsopoli.

Post n°324 pubblicato il 28 Gennaio 2009 da SunJuve


Capello rivuole gli scudetti

"La Juventus li ha vinti sul campo, tutti questi favori non li ho mai visti", precisa l'ex allenatore della formazione bianconera.














Capello rivuole gli scudetti

 


Fabio Capello rivuole gli scudetti che ha vinto alla guida della Juventus. "Sono stati conquistati sul campo - ha affermato l'ex allenatore dei bianconeri, ora commissario tecnico dell'Inghilterra, ospite di "Chiambretti Night" -: abbiamo sempre giocato per ottenere i tre punti e io tutti questi favori non li ho mai visti".Per il mister goriziano anche un tuffo nel passato. "Moggi, Giraudo e Bettega continuano a essere miei amici".


 
 
 

Intervista a Big Luciano

Post n°323 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da SunJuve





Direttore. Nei 12 anni dell'era Triade si è mai pentito di qualcosa che ha fatto? Rapporti sin troppo amichevoli con le istituzioni del calcio (designatori arbitrali, organi federali), amicizie troppo strette con la società di procuratori Gea, provocazioni antipatiche ad altri dirigenti, membri del mondo calcio, giornalisti o altro.
In tutto questo elenco di rapporti che ha enumerato non devo pentirmi di niente. Avere rapporti amichevoli con le istituzioni è il compito di ogni buon dirigente di società. Essere collusi, tutto un altro discorso. I nostri erano solo buoni rapporti improntati sempre alla massima correttezza. Con i designatori arbitrali siamo stati sempre corretti. Idem con gli arbitri. Comportamenti che NON ERANO ASSOLUMANTE VIETATI (lo scriva grande e sottolineato) esattamente uguali a quelli che avevano tutti, anche se poi c’è stata una corsa a dimenticare telefonate ed inviti a cena che riemergeranno nel processo di Napoli in tantissime intercettazioni trascurate, chissà perché… Per quanto riguarda i procuratori abbiamo sempre dato il massimo rispetto a coloro che rispetto lo meritavano, Gea compresa. Il nostro obiettivo non era quello di favorire i procuratori, ma di prendere buoni giocatori per vincere e credo che, per questo, i migliori testimoni siano i risultati ottenuti. Quindi nessuna preferenza a nessuno, GEA compresa, dalla quale sono arrivati giocatori come Mutu a parametro zero e Legrottaglie e non gli Andrade. Il resto sono solo chiacchiere e falsità. Di provocazioni antipatiche a dirigenti ed esponenti in genere del mondo del calcio non ne ricordo, ma anche ve ne fossero state apparterebbero alla normale dialettica dei rapporti.



Si è mai pentito di aver sottovalutato i nemici mediatici (Mediaset, radio - tv e stampa romana, Gazzetta dello sport, giornalisti anti-juventini) lasciando passare indisturbate troppe accuse e diffamazioni nel corso degli anni, che sono state poi alla base del massacro mass-mediatico di quello che tutti ricorderanno come “Moggiopoli”?
MOGGIOPOLI è parola usata solo dal quotidiano rosa.. Tutti gli altri, correttamente, l’hanno definita “Calciopoli” proprio perché coinvolgeva più squadre e praticamente quasi tutti i dirigenti. C’era però bisogno di un capro espiatorio per dare un cenno..del cessato pericolo..affinché quelli che non sapevano vincere perché NON SAPEVANO FARE LE SQUADRE (scriva grosso e sottolineato anche questo) potessero fare il comodo loro, come in effetti sta avvenendo. Soltanto quando i miei avvocati leggeranno nelle aule del tribunale le intercettazioni dei miei ex colleghi (completamente trascurate..) facendo un confronto con quelle del sottoscritto, allora ci sarà da ridere. Ho sempre cercato di andare d’accordo con tutti, perché a questa abitudine ho conformato tutta la mia vita e non solo nel mondo del calcio. Mi è capitato negli ultimi tempi di non andare d’accordo con Enrico Varriale della Rai, ma non sono il solo, visto quello che è successo quest’anno con Zenga, allenatore del Catania. Quanto alle accuse, chi ha buona memoria dovrebbe riconoscere che le stesse sono indirizzate ora all’Inter. A giusta ragione, dico io, perché se si va ad osservare il campionato 2007-08, vinto dai nerazzurri, le distrazioni arbitrali che hanno favorito la squadra nerazzurra sono state in quantità industriale (e non richieste aggiungo io) basta citare alcune partite tra le più clamorose come Inter-Parma, Inter-Empoli o Inter-Palermo. Credo che quando la vedova Sensi ha affermato che lo scorso campionato lo doveva vincere la Roma aveva tutte le ragioni di questo mondo. Per non citare poi le sviste pro-Inter più clamorose di quest’anno come il gol convalidato contro il Siena con cinque nerazzurri in fuorigioco o come in coppa Italia contro il Genoa e la Roma. Solo che Moratti finge di non vederle e tace. Adesso stanno cercando di prendersela con la Juve, ma tanto ormai si sbaglia in buona fede no?


“Il calcio deve uscire dalle farmacie”. Forse è la frase migliore pronunciata da Zeman in tutta la sua carriera. Perché però quel giusto grido di allarme non fu utilizzato per cogliere l’occasione di controllare le farmacie di tutte le squadre di calcio e si cercò solo di criminalizzare invece la formazione che vinceva di più in quegli anni? Quanto si sarebbe potuto fare del bene al calcio se si fosse fatta un’indagine a 360°?
La Juve da questa vicenda ne è uscita pulita. Avessero fatto la stessa indagine a tutti invece…….

Vero, la Juventus ne è uscita completamente pulita sia a livello sportivo che penale. Quello che però le chiedo io è: adesso, a distanza di anni, a livello morale si sente di condannare l’operato del dottor Agricola di quegli anni? Tutti quei farmaci (leciti ma pur sempre farmaci) somministrati a ragazzi completamente sani…
Il Dottor Agricola è un professionista esemplare, scrupoloso e capace. Si può elogiare, non condannare.


Ritorniamo a Zeman. Tempo fa, commentando la crisi Juve di inizio stagione ha dichiarato: “alla Juve manca un regista…alla Moggi”. Secondo lei l’allenatore boemo ce l’ha davvero con lei o è sfruttato da quei giornalisti pavidi e codardi che non hanno il coraggio di accusarla in prima persona?
Credo che sia molto sfruttato dai giornalisti, che lo portano a rispondere come loro desiderano. Comunque Zeman è grande e vaccinato. Nessuno gli punta la pistola per dire le solite quattro bischerate quotidiane. Ho sentito tra l’altro, che gli hanno proposto di fare un film. Finalmente potrebbe aver trovato la sua vera collocazione!


Senza Calciopoli: Buffon sarebbe stato venduto al Milan (vuole smentire?) e Del Piero non avrebbe sopportato ancora Capello (dico bene?) e sarebbe emigrato via (magari rimpiazzato da Cassano..). Si può affermare quindi che le bandiere nel calcio moderno, dominato dai soldi, non esistono più salvo combinazione di una serie di fattori positivi? Quale sarebbe stata la squadra della Juventus 2006-2007?
Si sbaglia. Buffon non sarebbe mai stato ceduto e Del Piero, invece, avrebbe sopportato Capello. Diciamo che le bandiere sono diminuite ma ci sono ancora esempi illustri come Maldini, Del Piero e Totti. La squadra del 2006-2007, soltanto con qualche ritocco, avrebbe proseguito il suo ciclo di vittorie. Ecco perché nasce Calciopoli…..!


Molti sostengono che nella seconda parte del suo secondo anno in maglia bianconera Zlatan Ibrahimovic giocò appositamente male perché voleva il suo contratto adeguato al pari degli altri campioni. C’è qualcosa di vero in questa diceria? Senza Calciopoli ci sarebbero stati problemi per trattenerlo?
Queste sono solo fantasie. Problemi a trattenerlo non ci sarebbero mai stati. Mi sembra, poi, che Ibra anche da nerazzurro abbia elogiato la vecchia Juve e i suoi dirigenti. Ci sarà un motivo?


Ha mai creduto alla versione della nuova dirigenza bianconera, secondo la quale Ibrahimovic lo voleva solamente l’Inter? Ma come può uno dei giocatori più forti al mondo avere solo un acquirente e ad un prezzo così basso? Avessero aspettato qualche giorno a venderlo, non si sarebbe scatenata un’asta al rialzo?
Da chi ha sbagliato una cessione del genere per averlo trasferito ad una diretta concorrente e ad un prezzo cosi basso, non ci si può attendere una versione di comodo diversa. Chi sia Ibrahimovic lo ha dimostrato prima alla Juve e poi all’Inter: la storiella che non ci fossero altri pretendenti fa solo ridere. Dispiace dirlo ma, sopratutto con IBRA la nuova dirigenza ha sbagliato tutto, cedendolo ad un’avversaria ed a prezzo di liquidazione..quando tutto il mondo calcistico lo avrebbe acquistato e non certo a quelle quotazioni.


Vieri, Roberto Baggio, Zidane, Peruzzi, Henry. All’epoca era davvero impossibile trattenerli? Ne ha mai rimpianto la cessione?
Vieri voleva andar via. Se ci pensate in tutta la sua carriera ha voluto sempre cambiare. Roberto Baggio era un grandissimo campione ma non ci sembrava più compatibile con il gioco della Juve, anche perché avevamo in casa un certo Del Piero…Al suo posto poi sono arrivati fior di campioni. Stessa cosa per Peruzzi o qualcuno ha dimenticato forse che abbiamo preso Buffon? Zidane, invece, voleva andar via e quando un giocatore è così determinato, puoi solo cercare di far fruttare al massimo la cessione (aveva anche 30 anni), cosi come è stato fatto con un trasferimento di importo record che ancora resiste nel tempo. Come disse l’Avvocato”Fu acquistato per un tozzo di pane e rivenduto a 150 miliardi di vecchie lire”. Se proprio mi sono pentito di una cessione, è stata quella di Henry, ma forse era capitato alla Juve nel suo anno sbagliato. Era giovane e non voleva fare la riserva perchè voleva andare a tutti i costi in Inghilterra a riabbracciare il suo vecchio allenatore. Anche in questo caso però abbiamo preso campioni che non lo hanno fatto certo rimpiangere.


La triade è stata completamente distrutta. Eppure di quel tridente storico solamente lei ha scelto di difendersi in pubblico ed esporre la sua difesa. Perché Antonio Giraudo e Roberto Bettega si sono isolati in un silenzio “assordante”?
Io ho scelto la mia linea perché ho ritenuto giusto continuare a battermi anche in pubblico a difesa del “nostro” (non solo mio) operato e perché non mi ritenevo (ci riteniamo) responsabile (responsabili) di niente. L’ho fatto, perché convinto che difendendo me (noi) e il mio (nostro) lavoro difendevo anche la causa juventina. Sapevo fin d’allora che la difesa sarebbe stata difficile e persino osteggiata in un calcio che ti condanna a priori senza prove e con la forza mediatica e di una carta stampata che ti viene scaraventata addosso ogni giorno ed in ogni momento con la tecnica di mandare in mille pezzi la tua immagine cercando di distruggerti anche fisicamente. Giraudo e Bettega hanno deciso diversamente e non voglio chiedermi il perché. E’ una decisione che appartiene a loro.


Cosa pensa dell’incontro di poco tempo fa tra Berlusconi e Giraudo insieme a Capello? Poco dopo che il premier si incontrò con lei…
Giraudo è in Inghilterra, Capello anche. Penso che l’attuale situazione comune logistica li abbia portati ad un incontro amichevole con Berlusconi


L’avvocato difensore della Juventus Cesare Zaccone il 12 Luglio 2006 rispondendo ad una mia e-mail mi assicurò (e-mail che custodisco ancora gelosamente) che la Juventus non avrebbe accettato pena diversa da quella inflitta a Milan, Lazio e Fiorentina e che per questo si sarebbero battuti in ogni grado di giudizio. Quattro mesi dopo invece durante l’assemblea degli azionisti dichiarò che “con quelle carte si rischiava la serie C”. Ancora non riesco a darmi una risposta (o forse non voglio darmela) per quella netta virata. E lei?
Io la penso come lei. E in quanto al presunto rischio della serie C, i lettori possono riandare alla conclusione della sentenza sportiva che non accertò alcun illecito e sulla quale un giudice, Dr. Serio, accertò che la Corte aveva seguito il “diffuso sentimento popolare”. Non c’è nessuno che non senta riecheggiare i metodi della caccia alle streghe ? Erano le streghe quelle che finivano al rogo, no? Basterebbe infine riascoltare le parole del Commissario Rossi quando fu giubilato (aveva fatto tutto quello che doveva fare e non serviva più) ”mi avevano detto che bastava far fuori i dirigenti della Juve….Ed invece mi sono accorto che chi comandava, comanda ancora e vuol continuare a comandare”. Ergo.


Se le togliessero la squalifica e Moratti le offrisse nuovamente una proposta di lavoro la valuterebbe?
Assolutamente no.


Visto che all’epoca fu un fenomeno molto diffuso, avete mai pensato di falsificare passaporti come fece ad esempio Oriali per l’Inter?
Assolutamente no. Queste sono cose da ”banda degli onesti”. E poi d’altra parte come avrei potuto pensare ad una cosa del genere non essendo in buoni rapporti con l’esperto del settore, Franco Baldini, allora dirigente della Roma e attualmente della nazionale inglese ?


Perché nessuno in questi 3 anni ha mai avuto il coraggio di scrivere sui giornali più importanti o dire in tv che Collina si organizzava per andare di nascosto a cena con Galliani, nel ristorante (chiuso al pubblico) di Meani? E’ stato deluso dai commenti di qualche giornalista, opinionista tv o tifoso in questi 3 anni?
Perché la legge, anche quella sportiva, è si uguale per tutti, ma per qualcuno e più uguale che per altri… Su quella vicenda non è stato posto un velo, ma un macigno. E il perché si capisce: anche solo un sospetto avrebbe impedito l’investitura solenne di Collina designatore. Deluso? Un’infinità di volte nel periodo più crudo di Calciopoli. Adesso in tanti, soprattutto tra giornalisti ed opinionisti, si sono riposizionati o lo stanno facendo ora. Debbo meravigliarmene?


Per descrivere la sua vita nel calcio ha scritto una bellissima autobiografia dal titolo “un calcio nel cuore”. A chi dedicherebbe/darebbe invece “un calcio nel culo”?
Non ho esperienze in merito. Si potrebbe però chiedere a Cannavò che sul ”calcio in culo” ha fatto una sorta di elegia e di ricerca storiografica al tempo di quello scagliato da Silvio Baldini a Mimmo Di Carlo (articolo del 29 agosto 2007 ”restituiamo dignità al calcio in culo”)


Che idea ha della proprietà della Juventus e della nuova dirigenza? Cosa le ha più dato fastidio in questi 3 anni? Le mancate condoglianze alla perdita di suo padre, il mancato ringraziamento alla presentazione del nuovo stadio, la mancata difesa mediatica alle accuse di scorrettezza riguardo vittorie epiche come quella del 5 Maggio 2002 o altro?
Non voglio essere io ad affrontare questi temi, preferisco che siano i lettori ad esprimere il loro giudizio. Ma in questo elenco di domande manca sicuramente qualcosa: l’esplosione dei giovani che adesso fa impettire i nuovi arrivati, senza che nessuno di essi rivolga un grazie a chi quei giovani ha scovato, allevato e vi ha creduto. Quando persi mio padre, le persone che mi volevano bene mi sono state vicine e questa per me è la cosa più importante. La vita e gli affetti sono una cosa, il calcio un’altra.

 


Si faccia una domanda e si dia una risposta.
Ormai le domande a me stesso le ho da tempo esaurite. Stò mettendo insieme invece tutte le risposte che devo dare e che darò.


Mi faccia fare uno sguub (come direbbe Biscardi). Mi dica una cosa che non ha mai confessato a nessuno.
Non ho sguub particolari per dirla alla Biscardi, ma ancora non ho detto tutto ciò che conosco dell’ambiente calcistico...


C’è almeno una vittoria di quelle ottenute nei 12 anni di Juventus che sente di aver “rubato”, o alla quale comunque è meno legato per il modo in cui è arrivata?
Assolutamente no. Sono state, tutte sudate e limpide.


Qui a Roma l’hanno prima amata e poi maledetta (al punto di arrivare addirittura a slogan come quello per magliette e cori : Moggi magari mori oggi….). Eppure non sono pochi quelli che l’avrebbero voluta per “comandare” il calcio proprio dalla Capitale. (Altro che vento del nord…)
E’ difficile accontentare tutti. E non voglio sapere quanti mi avrebbero voluto alla guida della Roma. Sò soltanto che mi sarebbe piaciuto tornarci e che vi avrei messo lo stesso impegno che ho profuso nella Juve.


Per chiudere, dopo tutto quello che è successo nell’estate 2006 sente di dover chiedere scusa in qualche modo ai tifosi juventini per quello che hanno sofferto?
Debbono chiedere scusa quelli che, potendo, non hanno difeso la Juve, portandola ad una retrocessione che assolutamente non meritava. L’ha ricordato Lei prima: l’Avvocato Zaccone disse che la Juve non avrebbe accettato una pena diversa da quella di Milan, Lazio e Fiorentina. Poi se ne è dimenticato. Quella B non appartiene a Noi, ma a coloro che l’hanno subita senza combattere, forse perché a quel tempo c’era il problema di distruggere in qualunque maniera l’immagine della Triade, senza capire che in tal modo è stato fatto solo autolesionismo, con una macchia della B che purtroppo resterà indelebile nella storia della Juventus

 
 
 

Disastro Arbitri. Tutto come prima.

Post n°322 pubblicato il 26 Gennaio 2009 da SunJuve

Colpa solo del designatore Pierluigi Collina se Saccani ha penalizzato la Fiorentina, se Tagliavento non ha capito nul­la dei rigori in Bologna-Milan, se Romeo ha assegnato due penalty discutibili alla Lazio, se Morganti non ha visto il fuorigioco di Mexes sul primo gol della Roma a Napoli, se Banti ha annullato una rete buona a Milito in Genoa-Ca­tania, ammonendo tra l’altro due siciliani che in questo mo­do salteranno l’Inter? Troppo semplice, baby. Collina ha le sue responsabilità, e ci man­cherebbe, ma accollare il peso di un flop unicamente su di lui è come nascondere la polvere sotto il tappeto. Colpa del pa­lazzo e dei palazzinari? Uh, va molto di moda sostenerlo. Col­pa del mondo cinico e baro do­ve esistono due categorie di persone, i vessatori e i vessati? Forse non è questione di di­sparità tra grandi o piccole, di scandali nordisti, di tenerezze romane, di sudditanze sudiste, forse è questione di medio­crità. Quella della classe arbi­trale italiana, uscita malridot­ta da Calciopoli, che sbaglia nella stessa misura in cui sba­gliava la precedente. Il punto è che una volta il ”cupolaro” era Moggi e ora si va a caccia del suo degno “erede” in ma­niera da ripulirsi la coscienza. Sorge un dubbio: visto l’an­dazzo, o non c’era prima o c’è anche adesso, il “cupolaro”. e nn è Moggi.
Son tornati i Piangina (fottono e piangono pure)

«Il primo scudetto ve lo hanno dato in segreteria, il secondo lo avete vinto perché non c’era nessuno. Il terzo all’ultimo minuto. Siete una squadra di ...»

e se lo dice lui...

 
 
 

Farsopoli e dintorni

Post n°321 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da SunJuve

Nessuno può essere condannato per un’azione o un’omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale".

Questo è stabilito (nulla poena sine lege) dall'Art.7 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà. Secondo i giudici di Strasburgo, lo Stato italiano ha violato l’articolo 7 della Convenzione sancente la non applicabilità della pena se quest’ultima non è prevista dalla legge. La Corte di Strasburgo conferma quanto, a suo tempo, venne rilevato dalla Corte di Cassazione italiana che assolse i costruttori di Punta Perotti "per aver commesso un errore inevitabile e scusabile nell’interpretare le disposizioni di legge regionali, essendo queste oscure e mal formulate".
Nella sentenza dei giudici europei si legge che, al tempo in cui si svolsero i fatti, "le leggi in materia di confisca in Italia non erano chiare e quindi non permettevano di prevedere l’eventuale sanzione".
Non vogliamo entrare nello specifico della vicenda, né valutare se la scelta della costruzione, avvenuta nel 1995 sulla spiaggia di Bari, godesse o meno dei requisiti ambientali, ma quello che ci preme sottolineare è l’avvenuto riconoscimento, da parte dei giudici di Strasburgo, della violazione dell’articolo 7 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo.

Infatti, dalle sentenze scaturite dal processo sportivo denominato "Calciopoli", le pene comminate alla Juventus e alla sua dirigenza non erano riconosciute da una legge. Ma andiamo per gradi.

La Juventus venne accusata, nell’estate del 2006, dal procuratore federale Stefano Palazzi, di due illeciti sportivi, riferiti alle partite contestate del campionato 2004/05: Juventus – Lazio e Bologna – Juventus. Altresì, nell’accusa era contemplato un comportamento scorretto (Art.1) per la partita Juventus-Udinese e, nell’ipotesi di una conferma da parte della Corte, anche la logica e consequenziale classifica alterata.
Nella sentenza di primo grado, il presidente della Corte Cesare Ruperto ha così sentenziato: non ci sono tracce di illecito sportivo, le tre partite prese in esame contemplano il solo articolo 1.
La logica conclusione della Corte sarebbe stata quella di escludere automaticamente la richiesta di classifica alterata. Ma non fu così. Si sentenziò che: la somma degli Art.1, contemplati nelle tre partite prese in esame, è stata funzionale al conseguimento di una classifica alterata, indi per cui punibile con l’articolo 6, illecito sportivo.

In soldoni alla Juventus è stata inflitta una pena - la condannata alla serie B con penalizzazione – non riconosciuta dalla legge ed introdotta a processo in corso.
Nella sentenza della Corte d’Appello, presieduta da Piero Sandulli, è stata confermata la sentenza di primo grado, precisando che “la inammissibile somma algebrica di Art.1 è da considerarsi piuttosto come ineliminabili tasselli funzionali alla realizzazione dell'art.6".
In pratica una confessione – inammissibile somma algebrica di Art.1 – suffragata dall’incompatibilità di una legge non prevista – tasselli funzionali alla realizzazione dell’art. 6 -.
Una condanna per omicidio, senza che nessuno sia morto, senza prove, né complici, né arma del delitto e tanto meno surrogata da una legge.

Se a questo si aggiunge l’articolo 25 della Costituzione italiana (Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso) non si riesce a capire con quali criteri una Corte abbia potuto violare per due volte, nello stesso procedimento, la Costituzione Italiana e la Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà.

Laddove si aggiungano le dichiarazioni recenti e passate di Piero Sandulli ("l’illecito associativo non esisteva, era una falla nel sistema giuridico, è stato da noi introdotto") si entra direttamente dalla porta principale in un contesto che definire surreale è un eufemismo.

In questi giorni si sta disquisendo, dopo le dichiarazioni di Piero Sandulli in merito all’inesistenza dell’illecito strutturato (l’illecito introdotto), sulla differenza tra Giustizia Sportiva e quella Ordinaria. Ognuna con le sue regole, leggi e codici.
Qui il punto è un altro. Qui si parla di diritti, di una pena scontata per essere stati condannati tramite una legge che non esisteva.

GiùlemanidallaJuve, dopo essere scesa in prima linea per la difesa della Juventus in Italia (dove pende un ricorso al Consiglio di Stato), ha piantato una bandierina a Bruxelles (in Europa!), presso la sede della Commissione Europea per la Concorrenza, perché un giorno, speriamo non lontano, quella Convenzione possa restituire una volta per sempre la Storia che ha contraddistinto per oltre cento anni il cammino della Juventus.
E poco importa se gli scudetti saranno ventisette o ventinove o se quel sentimento popolare riuscirà a cavalcare una nuova onda, quello che sarà importante per chi crede ancora nella giustizia è che una vicenda, nata male e continuata peggio, possa finire con il giusto giudizio.

Intanto due giorni fa Luciano Moggi, ex dg della Juventus, è stato assolto dall'accusa di diffamazione nei confronti dell'Inter. Lo ha deciso il Gup di Milano, Marco Maria Alma, che non ha ritenuto diffamatorie le dichiarazioni che l'ex dirigente juventino rilasciò al quotidiano Libero nel luglio 2006. Ad una domanda fatta da un giornalista sulle squadre che non erano state punite come invece era accaduto a lui e alla Juventus, Moggi rispose parlando del falso passaporto di Alvaro Recoba, affermando che, in quell'occasione, la squadra presieduta da Moratti aveva patteggiato senza ulteriori conseguenze.
Per queste dichiarazioni l'Inter querelò Moggi per diffamazione, ricordando che Gabriele Oriali e Recoba avevano patteggiato la pena presso il tribunale di Udine. Ma il gup di Milano ha ritenuto che le parole di Moggi fossero solo espressione del diritto di critica, al massimo imprecise, ma non penalmente rilevanti.

E ci mancherebbe solo che una persona, parlando di fatti realmente accaduti e di cui tutti sono a conoscenza, venisse condannata per diffamazione.

 
 
 
 
 

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