Creato da MarianneWerefkin il 26/10/2007

Il mignolo

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Messaggi del 19/11/2014

Il paradiso in una stanza.

Post n°221 pubblicato il 19 Novembre 2014 da MarianneWerefkin

“La gloria di colui che tutto move 
per l’universo penetra, e risplende 
in una parte più e meno altrove.


Nel ciel che più de la sua luce prende 
fu’ io, e vidi cose che ridire 
né sa né può chi di là sù discende;                                

perché appressando sé al suo disire, 
nostro intelletto si profonda tanto, 
che dietro la memoria non può ire.                                 

Veramente quant’io del regno santo 
ne la mia mente potei far tesoro, 
sarà ora materia del mio canto.”    

Paradiso, Canto I, Dante Alighieri.

 

 

La stanza degli angeli.  Sono rari i momenti in cui percorro il corridoio del primo piano, spesso me ne faccio un cruccio, ma l’intensità dei frangenti vissuti a qualche metro da terra merita una pacificazione con sé stessi, uno spirito libero e  capace di percepire l’impossibile dove Dio non c’è ma è ugualmente presente un cielo  zaffiro profondamente blu e lenzuola bianche illuminate da luce terrestre.  E mi faccio una colpa della mia trascuratezza ma non sempre riesco ad arrivare a tanto. Il grigiore di alcune giornate mi opprime e probabilmente, sicuramente, dovrei frequentare quelle stanze più spesso.
Gli allettati. Che ci si arrivi facendo le scale o prendendo l’ascensore, non cambia. Sai dove vai a finire. La posizione fetale è lampante e gli occhi quasi sempre azzurri, sempre chiari, spiccano ed emergono da un corpo in rovina purtroppo a volte segnato da buchi neri dai quali non entra energia ma forse esce malessere. I loro capelli sono fili di seta che accarezzano la fronte e con aria materna li scosto per rimetterli al loro posto, ma poi lascio stare, loro sono incantevoli così. E allora m'incanto. La loro anima vola e mi accompagna alla finestra della camera. Salta e si appoggia dentro il mio sguardo e l'accolgo e mi sento beata. Sono loro i veri santi in terra penso sempre di più, sempre più intimamente, mentre volgo lo sguardo silenzioso oltre il vetro e scruto l’orizzonte pacificamente, nessuna nuvola, nessuna piega alla mia fronte, solo campi verdi sterminati e qualche albero antico a demarcare confini. Una magnificenza dentro una stanza: i muri non esistono più, le pareti delle loro stanze sono veli candidi oramai vedovi di  vita ma lo spirito aleggia ancora e fluttua cercando libertà.

 
 
 

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