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L'era dei Nuovi Partiti

Post n°226 pubblicato il 20 Novembre 2007 da gladiatore1973
 
Foto di gladiatore1973

In un'epoca in cui l'aspetto fisico, l'immagine che una persona dà al primo impatto è fondamentale per "conquistare" un posto di lavoro, un gradino nella compagine sociale, un gradino nel gruppo, anche la politica si rifà il look, anche la politica ricorre al suo "lifting" indispensabile per affascinare la folla, il popolo, la gente.

Dopo la caduta della famosa "Prima Repubblica", nella quale per almeno vent'anni ha regnato il famoso PENTAPARTITO (D.C.- P.S.I- P.S.D.I. - P.R.I. - P.L.I.) a causa dello scoppio di Tangentopoli, nacque nel lontano 1994 il partito berlusconiano "Forza Italia". Il partito che prese il posto di una buona parte dei Deomocristiani e Socialisti, fu fondato il 18 gennaio 1994, e la sua ideologia si ispirava al liberismo dell'economia sociale di mercato con l'intento di dare un tocco di rinnovamento e modernizzazione. Il rinnovamento c'è stato ed in modo particolare soprattutto nelle modalità di fare politica e nel lessico politico dando vita a toni paradossalmente "anti-politici". Ben presto il movimento forzista diventa il primo partito in Italia con una media di voti intorno al 20-25% scavalcando anche il suo antagonista Partito dei Democratici di Sinistra, anch'esso oramai logoro e alla deriva. Silvio Berlusconi vince le elezioni nel 1994 e forma subito il suo primo governo. Ma quel primo Governo fu molto infelice visto la prematura crisi nata da divergenze con il suo più grande alleato di oggi: Umberto Bossi. Il Senatur affermò che "L'accordo sul federalismo è stato ampiamente disatteso dal governo". Ma la sua vera prima vittoria è quella del precedente Governo durato ben cinque anni (dal 2001 al 2006) caratterizzato da piccole fasi di crisi dovute ai capricci di qualche "piccola formazione politica" capeggiata da Follini che ben presto è passato al lato sinistro del "fiume politico".

Sono passati ben tredici anni e il Cavaliere ha deciso di formare una nuova forza politica "Nascerà una nuova formazione che si chiamerà "Il popolo della libertà" o "Il partito della libertà". Nascerà dal basso, dalla gente, non sarà una fusione fredda come quella avvenuta di recente per il Partito democratico. Nei gazebo allestiti da Forza Italia anche nel weekend prossimo raccoglieremo le adesioni dei partiti. E decideranno i cittadini il nome che avrà la nuova formazione politica", queste le sue prime parole pronunciate in Piazza San Babila a Milano, domenica 18 novembre. Questa sua esternazione ha naturalmente creato malumore e rabbia tra i politici di Alleanza Nazionale, fino a qualche giorno fa, i più grandi alleati di Berlusconi.

Fini non ci sta e rilancia "Alleanza nazionale non si scioglie e non confluisce nel nuovo partito di Berlusconi, a cui fa gli auguri e con cui si confronterà in Parlamento e nel paese per mandare a casa Prodi e costruire una alternativa alle sinistre". Una posizione, quella di An, che di fatto segna la fine dei propositi di creazione di un unico soggetto politico come evoluzione dell'attuale coalizione, una prospettiva a cui sembravano lavorare sia Berlusconi sia Fini fino a qualche settimana fa. Il Cavaliere parla di "fusione meno fredda", ma per fare una fusione bisognerebbe chiamare la "parti partecipanti", ma Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini ed Umberto Bossi non sono mai stati avvisati.

Fino a qualche mese fa si parlava di dar vita ad una nuova legge elettorale che desse la possibilità di far emergere il famoso, da ME non condiviso, BIPOLARISMO "americano": in poche parole cinque anni comando io, ed i prossimi cinque passo la mano a te, come accade in modo "apparantemente" democratico alla Commissione Europea: Penoso e Ridicolo. Ma con la nascita ad ottobre scorso del "Partito Democratico" capeggiato da Walter Veltroni nasceva l'esigenza di dar vita ad una forza di Centro-Destra che contrastasse la Sinistra. Per mesi si era parlato del nuovo Partito della Libertà, ma solo parole. Ma si sa, a Berlusconi non piace tanto aspettare e ha deciso di fare di testa sua. Ha riunito il suo "popolo" a Milano, in Val Padana, ha allestito gazebo in tutta Italia e su "richiesta firmata" dal parte di dieci milioni di italiani ha creato l' "Anti-Partito-Democratico". Ma non finisce qua. Il Cavaliere ha cambiato idea anche sul "Bipolarismo" oramai, secondo lui, vecchio e superato.

"Nel Partito democratico ci sono personaggi di buon senso e buona volontà che vedono il bene del Paese ma che non possono realizzarlo perché la coalizione è ostaggio della sinistra esterma. Anche nel centrodestra ci sono problemi, nonostante dopo 5 anni di governo. Il bipolarismo attuale è qualcosa che non può funzionare per il bene del Paese" e continuando "Ci apriamo a un dialogo con l'altra parte politica, non difendiamo più la vigente legge elettorale, ci apriamo alla considerazione di una legge elettorale diversa che non può che essere proporzionale. Pensiamo ad un proporzionale non machiavellico, un proporzionale puro ma con sbarramento che eviti un eccessivo frazionamento", "Perché all'estero -  ha puntualizzato - siamo esposti al ridicolo per il numero di forze politiche che popolano il nostro Parlamento".

Siamo giunti molto probabilmente nell'era di una specie di Terza Repubblica, l'era dei Partiti che si rifanno il look come la gente si rifà la faccia, il corpo, i glutei, i fianchi, per meglio apparire, poi magari i contenuti mancano del tutto, ma quelli in una Società Mediocre non servono, quelli li lasciamo agli altri. I Partiti Politici cambiano la facciata, cambiano il loro "logo", cambiano il loro "nome", cambiano il loro "colore", ma la gente, i politici, i dirigenti dietro le quinte, coloro che muovono i "burattini" al Governo, coloro che scrivono i programmi, o quel che ne resta, paradossalmente non cambiano. Tutto diventa "show-business", tutto diventa "marketing-politico", tutto diventa tutto, l'importante che la folla venga affascinata, conquistata, addomesticata.

 
 
 
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