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MISTERI VARI

Scienza, cosmologia, astrofisica, religione, astronomia, astronautica, avventura, fantascienza, fantasy, fantarcheologia, tecnologia, pc, internet, ufo, alieni, fantasmi, vita oltre la morte, catastrofi varie, musica, film con queste tematiche, e altro ancora.....

 

 

Le sonde marziane sono ancora in attività !!!

Post n°202 pubblicato il 16 Ottobre 2010 da Deepspace_explorer

SPAZIO

Opportunity, il lungo viaggio del rover nei deserti marziani.

La sua missione doveva durare solo 90 giorni. Invece va avanti da quasi sette anni, durante i quali ha percorso 24 chilometri e fatto importanti scoperte. 

E ora ha anche un software che gli consente scelte autonome.Opportunity, il lungo viaggio del rover nei deserti marziani

Il braccio robot del rover Opportunity

Nell'immensa pianura marziana che circonda il cratere Endeavour, un piccolo esploratore robotico porta avanti da solo una missione che avrebbe dovuto durare 90 giorni e invece si protrae da quasi sette anni: dal 25 gennaio 2004, giorno del suo atterraggio, il rover Opportunity ha percorso 24 chilometri sulla sabbia del Pianeta Rosso, mettendo a segno una serie di importanti scoperte: dall'esistenza di strutture che confermano la presenza di acqua superficiale in un lontano passato (si sono trovate onde nella sabbia che farebbero pensare a spiagge), alle piccolissime palline di minerali (chiamate mirtilli) che confermerebbero ulteriormente la presenza di mari e laghi, fino a meteoriti che sono rimasti così come caddero sulla superficie del pianeta e contengono importanti informazioni sull'atmosfera che circondava il pianeta.

Superate tutte le aspettative possibili, da alcuni mesi a questa parte Opportunity è stato dotato di un software inviato da Terra che lo rende "intelligente". Gli ingegneri della Nasa infatti, hanno voluto provare un sistema che fa di Opportunity un mezzo parzialmente autonomo su alcune decisioni importanti: se estrarre o meno il proprio braccio robotizzato per analizzare una roccia presente sul proprio percorso; quale fotografia inviare a Terra tra le centinaia che scatta al paesaggio circostante; quanta strada percorrere. Le scelte vengono comunque vagliate dai tecnici della Nasa, ma fino ad oggi Opportunity ha dimostrato di aver "appreso" le informazione del software in modo perfetto e continua imperterrito la sua strada verso l'obiettivo che gli è stato richiesto.

Le vicissitudini a cui ha dovuto far fronte Opportunity sono state numerose, ma forse la peggiore di tutte è stata una serie di tempeste di polvere contro le quale si è imbattuto alla fine di giugno del 2007. Il pulviscolo ha ricoperto completamente i pannelli solari che inizialmente producevano circa 700 watt/ora di energia al giorno, facendo scendere le loro potenzialità a soli 150 watt/ora al giorno. Fu così che il rover venne messo in una specie di ibernazione nell'attesa che le tempeste passassero. Solo ad agosto la situazione migliorò, ma le speranze di rivedere Opportunity in attività erano poche. Lentamente invece, le batterie tornarono a caricarsi e i pannelli si pulirono grazie ad una leggera brezza e, in parte, grazie ad un sistema di pulitura previsto dai tecnici in fase di costruzione. Sta di fatto che in poche settimane ritornò ad un'efficienza quasi simile a quella iniziale e nel settembre del 2007 si infilò fin quasi sul fondo del Cratere Victoria. Vi uscì solo un anno dopo e da quel momento venne indirizzato verso il nuovo cratere che dovrebbe raggiungere l'anno prossimo. Ora a bordo i pannelli solari erogano circa 280 watt/ora al giorno.

Il rover gemello Spirit, sceso su Marte il 4 gennaio del 2004 è atterrato nel cuore di una grande cratere, il Gusev, che un tempo poteva essere interamente ricoperto d'acqua. E non ci volle molto per trovare le testimonianze dell'esistenza del liquido in un passato molto remoto. Anch'esso ha lavorato oltre i limiti dei 90 giorni previsti, percorrendo 7.730 m, ma il 22 marzo del 2010 ha smesso di comunicare con la Terra, dopo essersi insabbiato con due ruote fuori uso. Alla Nasa si continuano a tenere le antenne accese verso il rover, ma le probabilità che esso abbia passato indenne l'inverno appena trascorso nella regione in cui si trova e che possa nuovamente ricaricare le batteria al punto di iniziare i collegamenti con i tecnici del progetto sono scarse. Ma dai due rover ci si può aspettare di tutto e la Nasa non demorde. (Fonte:repubblica.it, Luigi Bignami)

 

 
 
 

SPAZIO

Post n°201 pubblicato il 30 Settembre 2010 da Deepspace_explorer

Scoperto il pianeta extrasolare più simile alla Terra,che potrebbe ospitare la vita.Si chiama Gliese 581g e si trova a venti anni luce da noi.

 I ricercatori sono sicuri: "Possono esserci esseri viventi"

IL NOME, al momento, non è tra i più accattivanti per quello che potrebbe nascondere: si chiama Gliese 581g ed è il pianeta extrasolare più simile alla Terra tra quelli finora scoperti, il primo sul quale potrebbero essersi create le condizioni per la vita.

Il pianeta si trova a venti anni luce da noi e, come si può capire dal suo nome, orbita intorno alla stella Gliese. Ciò che lo rende più interessante rispetto a tutti gli altri pianeti extrasolari è proprio la distanza dal suo sole: l'energia che lo raggiunge renderebbe possibile la vita sulla sua superficie. La scoperta, pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal, è stata realizzata da ricercatori dell'Università della California a Santa Cruz e della Carnegie Institution di Washington, che hanno individuato Gliese 581g attravero l'osservatorio astronomico Keck delle Hawaii. Il pianeta è venuto alla luce grazie allo studio, durato una decina d'anni, che ha considerato le più piccole variazioni di orbita della stella madre, variazioni imputabili ai pianeti che le ruotano attorno.

Ad oggi sono stati scoperti 490 pianeti al di fuori del nostro sistema solare che orbitano attorno a circa 420 stelle, ma nessuno finora aveva caratteristiche idonee a sostenere la vita. Molti di essi infatti, sono gassosi e giganteschi, altri troppo vicini o troppo lontani dalla stella madre perché l'acqua, elemento fondamentale per la vita così come la conosciamo, possa scorrere liquida. Gliese 581g invece, si trova alla distanza giusta e possiede una massa tra 3,1 e 4,3 volte quella della Terra e un diametro tra 1,2 e 1,5 diametri terrestri. Inoltre potrebbe essere roccioso e avere acqua liquida sotto un piccolo strato di ghiaccio superficiale e un'atmosfera in grado di proteggere la vita, se mai è sbocciata. "Personalmente viste le potenzialità di quel mondo, sarei propenso ad affermare che le probabilità di trovare vita su di esso sono del 100%", ha detto Steven Vogt, astronomo dell'Università della California, durante la presentazione della scoperta

Il pianeta ruota attorno alla sua stella in 36,6 giorni e le sue temperature medie di superficie sono comprese fra -31 gradi e -12 gradi. Sembra che esso rivolga sempre la stessa faccia all'astro e questo lo porterebbe ad avere una faccia molto più calda dell'altra. Gliese è una nana rossa, una stella che è circa 50 volte più debole del nostro Sole. Poiché essa è anche più fredda i pianeti papabili di avere vita possono ruotarle attorno a distanza anche molto ravvicinate. Gliese 581g infatti, gli ruota a 0,15 Unità Astronomiche (una Unità astronomica corrisponde a 150 milioni di chilometri ossia la distanza Terra-Sole). Cliese 581g è stato scoperto insieme a un altro pianeta, troppo lontano dalla stella madre per poter ipotizzare una qualche forma di vita.

( di LUIGI BIGNAMI)

NON RESTA CHE TROVARE IL MODO DI VIAGGIARE NELLO SPAZIO AD UNA VELOCITA' SUPERIORE A QUELLA DELLA LUCE, E IL GIOCO E' FATTO !!!POSSIAMO ANDARCI!!!

 
 
 

COSA SUCCEDE DOPO LA MORTE ?

Post n°200 pubblicato il 04 Settembre 2010 da Deepspace_explorer

Una domanda che tutti si pongono è: Cosa accade dopo la morte? Dove si va quando si muore? L'anima, il cielo, l'inferno... cosa c'è di vero? Nel corso dei secoli l'uomo ha cercato di darsi delle risposte cercando nella filosofia e nelle tradizioni religiose, nel tentativo di sottrarsi al timore generato da quegli interrogativi.

SECONDO GLI ATEI

Gli atei (coloro che non credono nell'esistenza di Dio) affermano che l'uomo non è altro che un animale. Essi negano che vi sia un'anima che sopravvive al corpo e perciò ritengono che dopo la morte non vi sia nulla. Essi credono che la morte sia la fine totale e irrimediabile della vita dell'individuo, e che la vita vada quindi vissuta fintanto che dura, o per un ideale comune o per il piacere egoistico.

SECONDO I CULTI  ORIENTALI

Altri, andando all'altro estremo, credono nelle più disparate forme di spiritualità orientale - in particolare nella teoria della reincarnazione (di cui esistono le innumerevoli varianti dei buddisti, induisti, sikh, giainisti, esoteristi, ecc.), e in una grande energia cosmica impersonale che pervade tutto e tutti. Morire è per loro il passaggio da un'esistenza terrena a un'altra. L'anima continua a passare attraverso una lunga catena di reincarnazioni, cioè a reincarnarsi in altri esseri umani finché non ha raccolto tutte le conseguenze delle proprie azioni.

SECONDO LE RELIGIONI AFRICANE

 Le religioni tradizionali africane insegnano che i morti continuano a intervenire nella vita dei discendenti sotto forma di "spiriti protettori". I bambini, gli "anormali", e i morti di morte violenta sono invece esclusi da questo ruolo, e rimangono degli spiriti vaganti e pericolosi.

SECONDO L'EBRAISMO

La religione Ebraica si basa sull'Antico Testamento (i primi 39 libri della Bibbia), e insegna che vi sarà la risurrezione di tutti gli esseri umani dopo il Giudizio finale da parte di Dio. L'Ebraismo insegna che quando si muore, l'anima lascia il corpo e raggiunge tutte le altre anime che riposano nello Sheol (il soggiorno dei morti, o Ades).

SECONDO L'ISLAM

Anche la religione Islamica - che fu basata parzialmente sull'Ebraismo - insegna l'esistenza dell'anima, e l'esistenza di un giorno destinato al Giudizio finale (chiamato "l'ultimo giorno"). L'Islam insegna che chi non crede in Allah è destinato all'inferno; chi invece è stato sufficientemente giusto potrà contemplare Allah.

SECONDO ALCUNI CULTI MODERNI

Alcune sette pseudocristiane come i Testimoni di Geova insegnano a non credere nel cielo e nell'inferno, e fondono il concetto di paradiso con quello di vita terrena. Il loro pensiero è che i morti che saranno stati sufficientemente giusti, un giorno ricominceranno a vivere "una nuova vita su una terra paradisiaca" (in questo mondo). Per sostenere quest'idea prendono il verso biblico di Giovanni 5:28,29. Ma cosa dice in realtà questo verso? Niente di tutto questo. Gesù dichiara semplicemente che tutti i morti risusciteranno, e fa solo due distinzioni: alcuni risusciteranno in "risurrezione di vita" (la vita eterna con Dio), e gli altri in "resurrezione di giudizio" (il giudizio finale descritto in Apocalisse 20:11 e seguenti). I Testimoni di Geova affermano anche che l'inferno non esiste. Essi dicono che nella Bibbia non si parla di un inferno di fuoco, e che una volta morti si torna soltanto alla polvere, all'inesistenza; chi sarà ritenuto degno potrà invece vivere sulla terra. La verità è che il Signore Gesù Cristo parlò più dell'inferno che del cielo, e ha detto con chiarezza che l'inferno è come una fornace ardente (Matteo 13:49-50), un fuoco inestinguibile (Marco 9:42-48) ed eterno (Matteo 18:8).

SECONDO IL CATTOLICESIMO

 Il Cattolicesimo, rifacendosi in parte alla Bibbia ma anche, purtroppo, in larga misura alle tradizioni religiose romane, insegna che quando si muore esistono tre destinazioni possibili per l'anima del defunto: paradiso, inferno, e purgatorio (la Bibbia invece parla soltanto dei primi due, e ammette due sole condizioni possibili per i defunti: salvati, e non salvati). Secondo la chiesa cattolica, il purgatorio è un luogo di tormento dove vanno coloro che muoiono in grazia, a espiare la pena dovuta per i loro peccati. I parenti che vogliono aiutare un defunto a uscire del purgatorio possono rivolgersi alla chiesa cattolica, la quale effettuerà una messa di suffragio per "aiutarli". Ancora più efficace sarebbe la messa offerta sull'"altare privilegiato", che avrebbe il potere di fare uscire subito l'anima dal purgatorio. Per approfondimenti sul purgatorio vedere qui. Il Cattolicesimo inoltre, come certe religioni africane, insegna che i defunti ci ascoltano e ci aiutano, e che vanno pregati. La Bibbia insegna invece che i morti non sono in grado di fare niente di tutto questo, e vieta di rivolgersi a loro.

 

TORNERO' PRESTO SU QUESTO ARGOMENTO, INQUIETANTE , MISTERIOSO, CHE PUO' TERRORIZZARE (MOLTI PREFERISCONO NON PENSARCI,ANCHE SE SARA' INEVITABILE PER TUTTI) MA ANCHE DA AFFRONTARE, SECONDO ME, CON SERENITA'

 
 
 

No God Needed To Create Universe, Hawking Says; Your Thoughts?

Post n°199 pubblicato il 03 Settembre 2010 da Deepspace_explorer

Stephen Hawking: “Dio non ha creato l’universo”

Nel suo ultimissimo libro, The Grand Design, scritto insieme a Leonard Mlodinow, in uscita nel mondo anglosassone il 9 settembre ma di cui il Times ha pubblicato a pagamento alcune anticipazioni, il famoso astrofisico inglese Stephen Hawking sostiene che le conoscenze raggiunte dalla fisica rendono ormai inutile credere in una divinità creatrice dell’universo: “la creazione spontanea è la ragione per cui esiste qualcosa”. Hawking ha paragonato la circostanza con la teoria dell’evoluzione, che ha reso inconcepibile la creazione delle specie a opera di un essere sovrannaturale. In precedenza lo scienziato aveva sostenuto che l’idea di un Dio creatore non fosse in contrasto con la scienza.

Continua l'eterno contrasto tra scienza e fede.

DOVE FINISCE L'UNA E COMINCIA L'ALTRA?

Io,personalmente,pur essendo un grande ammiratore di Hawking e un suo attento lettore, credo che l'uomo non possa fare a meno di credere nell'esistenza di un essere supremo, di un Dio creatore dell'Universo o degli Universi esistenti, e che anzi ne abbia bisogno.

 
 
 

LA NEBULOSA CON LA PUNTA ILLUMINATA

Post n°198 pubblicato il 22 Agosto 2010 da Deepspace_explorer

 

 

Per i ricercatori è un mistero da chiarire, per tutti gli altri sono immagini molto suggestive: questo scatto, pubblicato dalla Nasa, della piccola (si fa per dire) Nebulosa IRAS 05437+ 2502, all'interno della Costellazione del Toro, mostra la sua punta a V rovesciata, come la punta di una montagna, che sembra   illuminata, ed è stata fotografata per la prima volta nel 1993.

Questa foto, spiega la Nasa, mostra   molti     dettagli della nebulosa, ma non svela il mistero della sua luce, della sua punta illuminata.

Una cosa è certa: l'universo non finirà mai di stupirci.

Anzi, è di gran lunga molto più straordinario  di  quanto noi riusciamo ad immaginare.

(Foto:ESA,NASA,Hubble, R.Sahai,jpl) 

 
 
 

Conferenze su Astri e particelle al Palazzo delle esposizioni a Roma

Post n°197 pubblicato il 22 Gennaio 2010 da Deepspace_explorer
Foto di Deepspace_explorer

In questo periodo, ogni giovedì alle 18.30, sto andando a sentire interessantissime conferenze, ad alto livello, presso il Palazzo delle Esposizioni in Via Nazionale a Roma, su argomenti di fisica,cosmologia e astronomia.

La sala dove si svolgono le conferenze è molto accogliente,tipo cinema,però ha un numero di posti limitato (circa un centinaio). Il conferenziere parla e commenta delle slides su maxischermo,proiettate in powerpoint. Alla fine dell'esposizione, c'è anche la possibilità di fare delle domande.

Le conferenze stanno avendo un grande successo (ha parlato anche Carlo Rubbia). Bisogna arrivare almeno un'ora prima, perchè c'è sempre un  afflusso notevole, altrimenti si viene dirottati in un'altra sala adiacente, però in videoconferenza, e non è la stessa cosa.

A chi può, suggerisco di andarci, è un'occasione importante, da non perdere, per gli studiosi e per i semplici appassionati come me !!!

Vi do il link per scaricarvi il programma degli eventi: 

http://www.palazzoesposizioni.it/mediacenter/api/Risorse/StreamAttributoMedia.aspx?guid=ADA27913-DA16-4A0E-98BD-3DF1688764CB

 
 
 

Prove di teletrasporto alla Star Trek

Post n°196 pubblicato il 23 Dicembre 2009 da Deepspace_explorer

Al Politecnico della California si tenterà di «spostare» sferette di silicio

Nei fantascientifici esperimenti di teletrasporto che Star Trek ci ha già fatto conoscere nella dimensione fantastica ora gli scienziati tentano il colpo grosso. Finora avevano compiuto la prodezza di teletrasportare le caratteristiche di un atomo da un luogo all’altro.

Adesso cercheranno di fare altrettanto con qualcosa di più consistente: delle sferette di silicio. L’impresa è ardua ma già è sulla carta preparata dai ricercatori del Caltech americano, il politecnico della California. Il tutto è stato ufficializzato sui Proceedings of the National Academy of Sciences statunitense.

LASER- Il temerario della meccanica quantistica su cui si basa l’esperimento è Darrik Chang il quale propone di utilizzare fasci di luce laser già predisposti nella loro caratteristiche per essere teletrasportati, proiettandoli su sferette di silicio del diametro di cento nanometri (milionesimi di millimetro) equivalenti a un centesimo del capello umano.

In questo modo il fascio di luce compie due operazioni: isola le sferette facendole levitare, eliminando tutti i disturbi ambientali circostanti che potrebbero «impedire» il viaggio, in secondo luogo trasmette le sue proprietà di teletrasporto alle sferette stesse realizzando l’operazione.

Se riesce siamo passati dal teletrasporto di singoli atomi al teletrasporto di sferette con 10 milioni di atomi, quindi un oggetto che si avvicina al mondo reale.

In altre parole, l’esperimento mira a rendere evidenti a livello di un sistema meccanico di dimensioni vicine a quelle normali i comportamenti strani previsti dalla meccanica quantistica che Einstein bollava come spettrali azioni a distanza.

Aspettiamo e vediamo se l’artificio funziona.

 
 
 

Large Hadron Collider (LHC) fermo per una briciola di pane !

Post n°195 pubblicato il 12 Novembre 2009 da Deepspace_explorer

Questo il comunicato ufficiale del Cern al riguardo.

E questa è la traduzione,più o meno:

"Martedì 3 Novembre un uccello che trasportava una baguette ha causato un cortocircuito in una installazione elettrica all’esterno, installazione che serve i settori 7-8 e 8-1 di LHC. Gli effetti collaterali dell’episodio includono una interruzione delle operazioni del sistema criogenico di LHC. L’uccello è riuscito a scappare senza riportare danni ma perdendo il suo pane.

Il sistema di sicurezza standard si è messo in azione immediatamente, e una volta identificata la causa del problema, il ri-raffreddamento della macchina è iniziato e i settori sono tornati alla temperatura operazionale ieri notte [giovedì 5 novembre]. L’incidente è assimilabile a un normale power cut, per il quale i sistemi di protezione della macchina sono ben preparati."


La notizia ha fatto il giro del mondo,ma il fatto è che,così come è stata scritta e divulgata,sembra proprio ridicola ,a discapito dell'immagine e del prestigio del Cern, per non parlare della più grande macchina del mondo,inceppatasi ancora una volta per un evento imprevisto ed improbabile.

Ora però pare che tutto sia stato risolto e sia imminente la ripresa dell'attività  dello straordinario congegno, incrociamo le dita.

 
 
 

Hanno trovato un buco sulla Luna !

Post n°194 pubblicato il 23 Ottobre 2009 da Deepspace_explorer

 

Hanno trovato un buco sulla Luna e lo hanno fotografato. È il primo ad essere scoperto dopo anni di ipotesi e ricerche sulle fotografie raccolte in quasi mezzo secolo di esplorazioni spaziali. A riuscirci è stata la sonda giapponese Kaguya che per due anni, e sino al giugno scorso, ha ripreso in continuazione mari e valli seleniche. Un apposito team di planetologi della Jaxa, l’agenzia spaziale nipponica, era al lavoro proprio con questo fine: trovare buchi lunari. E ci sono riusciti aprendo un interessante panorama di possibilità per quanto riguarda i piani della colonizzazione di cui si parla sempre più insistentemente.  

LE IPOTESI - Il buco è stato identificato in un’area vulcanica vicino alle colline «Marius Hills» e ha un diametro di 65 metri. Junichi Haruyama, il leader del gruppo di ricercatori, ha spiegato che potrebbe scorrere in profondità per centinaia di metri creando una cavità molto stabile. Come si sia formato non è ben chiaro.

Potrebbe essere stato generato in seguito a un’eruzione vulcanica nelle prime epoche della formazione del corpo celeste. Nei processi di raffreddamento della lava si generano situazioni del genere. Oppure si ipotizza che possa essere un buco che dalle profondità lunari permetteva la fuoriuscita della lava miliardi di anni fa. Comunque sia l’origine, il buco c’è ed ora si vuol capire bene le sue caratteristiche.

Per questa ragione la sonda americana Lunar Reconnaissance Orbiter della Nasa, da poco arrivata in orbita, punterà i suoi obiettivi per tracciarne con maggior dettaglio (dieci volte superiore) un identikit. Ma nel frattempo si metterà alla ricerca anche di altri possibili buchi esistenti in regioni diverse della superficie.

FUTURA RESIDENZA? - Questo interesse, oltre ad essere legato alla decifrazione della geologia lunare e alle caratteristiche del sottosuolo, mira già ad un’importante applicazione. Quella di trasformare questi buchi in residenze per gli astronauti nella colonia lunare a cui si sta pensando. Sulla Luna c’è il problema delle radiazioni dalle quali gli esploratori dovranno difendersi. Per risolvere questo problema che condiziona i futuri sviluppi dell’esplorazione ci sono tre possibilità. Una è quella di costruire unità di abitazione con materiali e sistemi in grado di schermare la pioggia di radiazioni cosmiche che costituiscono un grave pericolo alla salute umana. La seconda ipotesi è quella di ricoprire le unità di abitazione di uno strato di regolite, che è il materiale della superficie, il quale funziona da schermo. La terza è di scovare caverne lunari nelle quali abitare. In questo caso il basalto della struttura geologica lunare è efficacissimo nella protezione. Ecco perché si cercano i buchi come quello finalmente trovato. Le successive indagini ci diranno se la via delle caverne è davvero la soluzione vincente. Intanto le abbiamo trovate e questo è un punto di partenza concreto importante che materializza una possibilità in passato soltanto teorizzata.

 
 
 

Una bolla celeste tra le stelle!

Post n°193 pubblicato il 28 Luglio 2009 da Deepspace_explorer

La rarità della bolla-nebulosa è legata alla forma perfettamente sferica e simmetrica.

PNG75.5+1.7, una bolla celeste tra le stelle

È una nebulosa generata da una vecchia stella lanciando nello spazio gas e polveri derivati dallo strato più esterno.

Si tratta di una rara formazione celeste che stupisce e affascina; sembra incredibile nella sua gigantesca perfezione. La bolla cosmica, battezzata «PNG75.5+1.7» nei giorni scorsi, era stata scoperta  il 6 luglio 2008 da Dave Jurasevich dall’osservatorio di Monte Wilson.

Poco dopo, anche altri due astrofili, Mel Helm e Keith Quttrocchi l'hanno individuata tra le stelle. La bolla è una nebulosa generata alla fine della vita da una vecchia stella lanciando nello spazio gas e polveri derivati dallo strato più esterno.

La rarità della bolla-nebulosa è legata alla forma perfettamente sferica e simmetrica, assai inconsueta.

Di solito, quando sono generate, le nebulose prendono invece le sembianze di un sigaro, di una bolla con due lobi, di un’ellisse; questa invece ha una geometria che sembra disegnata da Giotto: una meraviglia celeste che si aggiunge a tutte le altre di questo meraviglioso universo in cui viviamo - non solo noi, ne sono assolutamente convinto - e che non finirà mai di stupirci.

L'Universo, anzi, contiene sicuramente cose straordinarie che vanno anche al di là della nostra immaginazione.

 
 
 

Foto dell'impatto ripresa da HST

Post n°192 pubblicato il 25 Luglio 2009 da Deepspace_explorer

Sempre più impressionante la zona dell'impatto dell'oggetto proveniente dallo spazio profondo (cometa? meteorite? asteroide? o che altro?) che ha colpito Giove vicino al polo sud.

Questa la straordinaria immagine ripresa da HST (Hubble Space Telescope).

Se avesse colpito la Terra, sarebbe stata l'apocalisse!

 
 
 

Cometa si schianta su Giove

Post n°191 pubblicato il 21 Luglio 2009 da Deepspace_explorer

Si è creata una cicatrice nera, grande quasi come la Terra (!) sulla superficie dell'immenso pianeta: la scoperta dell'anno è di un astronomo dilettante, Anthony Wesley, 44 anni, australiano, che ha fotografato l'impatto. L'evento è stato poi confermato anche dalla Nasa.

La zona dell'impatto ripresa agli infrarossi

Una cometa (o forse un asteroide) si è schiantata su Giove e l'evento è stato ripreso (quasi) in diretta. Tutto merito di un programmatore informatico australiano Anthony Wesley, 44 anni, che ha scoperto la zona dell'impatto mentre scrutava il cielo da casa. Il Laboratorio Propulsione Jet (Jpl) della Nasa ha confermato la scoperta usando il potente telescopio a infrarossi di Mauna Kea, nelle Hawaii.

La scoperta di Wesley ha lasciato attonito il mondo dell'astronomia. Wesley ha detto che gli ci sono voluti 30 minuti per realizzare che una macchia scura che ruotava nelle nubi di Giove il 19 luglio era effettivamente il primo impatto visto dagli astronomi da quando una cometa entrò in collisione con il Pianeta gigante nel luglio 1994.

«Ho pensato che probabilmente si trattava di una normale tempesta polare», ha detto Wesley sul suo sito web. «Ma dal momento che continuava a ruotare e le condizioni miglioravano, improvvisamente ho capito che non era solo scura, era nero in tutti i canali, il che significava che era veramente una macchia nera», spiega Wesley dalla sua casa a Murrumbateman, a nord di Canberra.

Le fotografie mostrano la zona dell'impatto, una «cicatrice nera», vicino al Polo Sud di Giove.

La cicatrice lasciata su Giove dall'impatto

«Siamo stati molto fortunati ad aver guardato Giove esattamente in quel momento, in quell'ora per assistere all'evento. Non avremmo potuto progettarla meglio», ha detto Glenn Orton, scienziato del Jpl della Nasa, al quotidiano australiano Sydney Morning Herald.

E' incredibile, aggiungo io, la grandezza della macchia provocata dall'impatto, grande quasi come la Terra, se pensiamo alle enormi dimensioni di Giove (318 volte la Terra).

Se una cometa (o asteroide) del genere avesse colpito il nostro pianeta, probabilmente non saremmo qui a raccontarlo !!!

 
 
 

La fine del mondo nel 2012?

Post n°190 pubblicato il 20 Giugno 2009 da Deepspace_explorer

La fine del mondo nel 2012?
Sul web è di nuovo allarme

La Pietra del Sole azteca

VENTI dicembre 2012, ovvero 20-12-2012, ovvero la prossima fine del mondo. Catastrofisti e fan di apocalissi varie hanno una nuova data da segnare in rosso sul loro calendario - fra tre anni - che coincide con la fine secondo il calendario Maya di un ciclo durato 5.126 anni.

Archiviato l'incubo
Y2K, ovvero il fatidico arrivo dell'anno 2000, carico di oscuri presagi, incubi da crash informatico globale, da affrontare con istruzioni precise diffuse in rete e kit di sopravvivenza, e scavallata la prova acceleratore Lhc di Ginevra, anche questa accompagnata da previsioni catastrofiche, ecco il nuovo allarme per il 20 dicembre 2012. Data ricca di rimandi interni cui è difficile resistere, che, come ricorda anche Cnn, senza alcun fondamento scientifico, ha scatenato una nuova ondata di allarme via web.

Siti, libri, forum, perfino kolossal hollywoodiani stanno alimentando il fenomeno, anche se nessuno scienziato è in grado di sostenere l'idea che i Maya, noti per le loro avanzate conoscenze astronomiche, abbiano lanciato alcun allarme per l'anno in questione.

Eppure basta fare una semplice ricerca su Google con "2012 fine mondo" per essere inondati da 881.000 risultati, fra siti, volumi dedicati, blog e video a tema, solo in italiano. Con vari scenari: si spazia da tempeste solari in grado di innescare eruzioni vulcaniche a un'inversione dei poli magnetici che farà fermare la terra per 72 ore, per poi farla riprendere a girare sul proprio asse in direzione opposta. Bufala creata ad arte o profezia che si basa su un minimo di verità? L'unico fatto è che la data del 20 dicembre 2012 coincide con il solstizio di inverno. Se si aggiunge l'ipotesi secondo la quale i Maya avrebbero indicato questa specifica data come finale perché coincide con l'allineamento del Sole con il centro della Via Lattea, tanto basta a seguaci di teorie new age e amanti ed esegeti di coincidenze catastro-millenariste a creare un fenomeno.

Neppure le smentite degli esperti riescono a far smontare la bolla: "Libri popolari e teorie sui Maya sono costruite sulla base di ben poche evidenze" assicura alla Cnn Anthony Aveni, professore di astronomia e antropologia e studi nativo-americani all'università Colgate, negli Stati Uniti, studioso della civiltà Maya.

Le ultime uscite in libreria, insieme a Hollywood - che farà uscire in autunno un filmone con John Cusack diretto da Roland Emmerich dal titolo "
2012" - alimentano la febbre da giorno del giudizio, agitando lo spettro di catastrofi climatiche, disastri naturali, impatti di asteroidi o comunque qualcosa di terribile che sconvolgerà il mondo.

Per qualcun'altro quella fine preannunciata per il 2012, ammesso che arrivi davvero, potrebbe voler solo indicare un rinnovamento; almeno così avrebbero interpretato i Maya fa la fine del ciclo al termine del quale il mondo avrebbe attraversato una grande trasformazione, non necessariamente negativa: potrebbe trattarsi di una rivoluzione in senso spirituale, con il passaggio da un mondo materiale ad uno dominato da valori più elevati, alternativi.

 
 
 
 
 

RIESI (CALTANISSETTA),IL MISTERO DEL SUOLO CHE SCOTTA

Post n°188 pubblicato il 04 Maggio 2009 da Deepspace_explorer

Resta ancora un mistero.

Dopo tre giorni di scavi, rilievi e misurazioni, il pavimento di un appartamento in via Mazzini a Riesi ha raggiunto i 100 gradi.

Siamo a pochi chilometri da Caltanissetta.

Il sindaco, Salvatore Buttigé, ha mobilitato più forze possibili per accertare l’origine del fenomeno: tecnici e studiosi del centro di geofisica e vulcanologia di Palermo, vigili del fuoco, addetti dell’Enel e della Siciliana Gas.Oltre settanta ore di monitoraggio continuo che si sono concluse con un nulla di fatto.Sono stati effettuati degli scavi per accertare l’eventuale presenza di cavi o condutture.

Esclusa l’ipotesi dell’alta tensione come anche quella della possibile presenza di una fuga di gas.Stamattina, poco prima di mezzogiorno, si è riunito il comitato tecnico. La decisione presa è stata quella di presidiare l’abitazione. Nessuna evacuazione, almeno per il momentoInizialmente, nel paese, si era anche diffusa la voce di emissioni di fumo provenienti dalla strada. Voce poi smentita dallo stesso sindaco. Si sarebbe infatti trattato semplicemente della polvere sollevata dai mezzi durante le operazioni di scavo.Di certo al momento c’è la costituzione di un comitato permanente per l’osservazione del fenomeno.

Oggi gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Palermo avvieranno ulteriori analisi e misurazioni.”Siamo in attesa - afferma il sindaco Buttigé - di capire l’origine del fenomeno. I tecnici sono perplessi. La natura del fenomeno al momento non è infatti chiara”.Non sembra neanche attendibile l’ipotesi di vulcanelli nella zona. Lo scorso anno sotto la collina di Sant’Anna, a Caltanissetta, si era aperto un fronte con una notevole fuoriuscita di gas che aveva prodotto l’innalzamento del terreno.E ancora prima un evento simile si era manifestato nella zona di Santa Barbara, dove furono sfollate 24 famiglie.

A Riesi resta quindi il mistero sull’evento. Mistero che porta molti a pensare ai recenti fenomeni che si sono registrati a Canneto di Caronia. Fenomeni che non sono stati sino ad oggi spiegati. Anche allora vennero coinvolti numerosi studiosi e venne istituita una task force speciale. 

Dai poltergeist agli esperimenti militari, passando per la presenza di Ufo, ancora nulla è stato però spiegato. 

Anche in questo caso ciò che è vero sono i danni riportati alle abitazioni e alle apparecchiature elettroniche del luogo.

Fonte:siciliainformazioni.com

Da tener presente, anche, che a Riesi, nell'aprile 2008 è comparso un crop circle,tanto per dirne una....

 

 
 
 

Un solo Universo o infiniti Universi?

Post n°187 pubblicato il 25 Aprile 2009 da Deepspace_explorer

Fino a non molti anni fa, si credeva che l'universo in cui viviamo fosse tutto l'universo, anzi, si credeva che la nostra galassia (la Via Lattea) fosse tutto l'universo esistente.
Oggi invece si sta diffondendo sempre di più la convinzione che il nostro universo non sia l'unico presente in natura; esisterebbe, infatti, una molteplicità di universi di cui il nostro sarebbe solamente uno dei tanti.

Ci sarebbero, cioè, moltissimi universi (qualcuno dice una infinità) ognuno dei quali con le sue leggi fisiche, che potrebbero essere anche diversissime dalle nostre.

Per esempio potrebbero esistere universi dominati da una gravità fortissima, popolati solo da buchi neri; oppure da una gravità debolissima ,composti solamente da una tenue foschia di idrogeno; è ovvio che qui la fantasia può trovare libero sfogo e immaginare possibili universi a volontà, con le più strane e disparate caratteristiche.

Se questa ipotesi è giusta non avremmo più motivo di stupirci se ci troviamo in un universo così particolare; infatti avendo a che fare con una moltitudine di universi, la probabilità di trovarne uno con caratteristiche così peculiari diventa molto più alta.

Facciamo un altro esempio. Se entrassimo in un negozio di abbigliamento non ci stupiremmo se in mezzo a centinaia di vestiti trovassimo quello che ci calza a pennello; avremmo motivo di stupore se il negozio anziché centinaia di vestiti ne avesse uno solo.

Inoltre, secondo la teoria dei molti-universi ogni universo avrebbe la capacità di generare universi figli ognuno dei quali rimarrebbe collegato all'universo madre attraverso un canale di collegamento (una specie di cordone ombelicale) il quale, dopo un certo tempo, sarebbe destinato a spezzarsi e l'universo figlio, ormai separato dall'universo madre, comincerebbe ad evolversi per conto proprio. Dal punto di vista dell'universo madre l'imbocco del canale di collegamento sarebbe un buco nero.

Questa eventualità potrebbe rappresentare l'unica via di salvezza per gli esseri che si troveranno a vivere nel nostro universo in un lontanissimo futuro. Infatti le teorie e osservazioni attuali sembrano indicare che l'espansione dell'universo continuerà per sempre; di conseguenza quando tutte le risorse energetiche saranno esaurite il nostro universo diventerà inabitabile.

Avere a disposizione altri universi e la possibilità di accedervi potrebbe costituire l'ultima via di fuga.

Partendo dall'idea che i buchi neri siano una specie di ingresso verso altri universi, il fisico Lee Smolin ha proposto l'esistenza di una specie di evoluzione di tipo darwiniano fra i vari universi: analogamente a quello che succede in natura dove hanno successo le specie viventi che meglio si adattano all'ambiente e meglio si riproducono, secondo Smolin gli universi che avrebbero maggior successo sono quelli in cui è massima la generazione di buchi neri.

Questa ipotesi si potrebbe forse verificare: infatti se il nostro universo fosse il risultato di una tale selezione allora dovrebbe generare una grande quantità di buchi neri; basterebbe allora verificare, ovviamente sulla carta, se questa generazione di buchi neri viene meno modificando leggermente le leggi della fisica.

Un'altra teoria molto affascinante è stata formulata dal fisico russo Andrei Linde. Secondo Linde il nostro universo sarebbe solamente una minuscola regione di una struttura molto più vasta denominata “multiverso”; nel multiverso avverrebbero, in maniera caotica, continui Big Bang con relative inflazioni e generazioni di nuovi universi.

Alex Vilenkin, uno dei più famosi cosmologi del mondo, sostiene proprio che potrebbe esserci un'infinità di universi oltre al nostro, nel suo famoso best-seller "Un solo mondo o infiniti? Alla ricerca di altri universi".

Le teorie di cui abbiamo parlato fino ad ora sono solo congetture teoriche che sono state ricavate esplorando alcune possibilità offerte dalle moderne teorie sulle particelle elementari con l'aiuto di simulazioni al computer; purtroppo mancano le conferme o smentite (che sono altrettanto importanti) sperimentali; però la cosmologia è una scienza ancora molto giovane e c'è ancora molta strada da percorrere.

È comunque affascinante il fatto che problematiche come la nascita e lo sviluppo del nostro e di eventuali altri universi costituiscano il punto di incontro di due discipline a prima vista diversissime fra loro come la cosmologia, che studia il mondo dell'infinitamente grande, e la fisica delle particelle elementari, che studia il mondo dell'infinitamente piccolo.

 
 
 

IL SIGNORE È VERAMENTE RISORTO

Post n°186 pubblicato il 12 Aprile 2009 da Deepspace_explorer

Resurrezione Gesù  

IL VANGELO attesta che i discepoli di Gesù furono colti di sorpresa dalla risurrezione di Gesù: «infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti» (Gv 20,9). Come Marta, credevano nella risurrezione dell’ultimo giorno (Cfr Gv 11,24), ma una risurrezione come quella di Gesù non era nelle loro speranze. Avevano visto Lazzaro uscire dal sepolcro, ma i loro occhi non si erano aperti alle dimensioni del mistero della salvezza.

Non trovando il corpo di Gesù nel sepolcro, la Maddalena pensò che qualcuno l’avesse portato via, non che fosse risorto; e Tommaso pretese di toccare con mano il corpo di Gesù per credere che era risorto. Anche i nostri occhi di cristiani del ventunesimo secolo fanno fatica ad aprirsi al mistero con cui Dio salva il mondo. A Marta Gesù disse: «Non ho detto che, se crederai vedrai la gloria di Dio?» (Gv 11,40). Queste parole sono dette anche a noi, a ciascuno di noi, oggi; urtano la nostra poca fede e ci sollecitano a domandare che la fede diventi in noi più vera e più grande.

 

QUESTA E' LA VERA SPERANZA DI TUTTI I CRISTIANI:

IL SIGNORE HA VINTO LA MORTE !

 
 
 

5 aprile 2009 - Domenica delle Palme

Post n°185 pubblicato il 05 Aprile 2009 da Deepspace_explorer
 

Ingresso di Gesù a Gerusalemme

Abbiamo seguito il rito dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Un ingresso trionfale. Ma la liturgia di questa domenica delle Palme sembra volerci suggerire di concentrare la nostra attenzione sulla passione del Redentore. Gesù ha vissuto interamente la sua "Ora": è venuto nel mondo per dare la propria vita per la salvezza dell’umanità. Il canto del Servo sofferente, tratto dal Libro di Isaia (I Lettura), ci permette di intravedere e in qualche modo condividere i sentimenti di Cristo che affronta la sua passione: la sofferenza, l’angoscia, la solitudine, ma anche il coraggio e la fiducia nella certezza della vittoria finale. San Paolo, scrivendo ai Filippesi (II Lettura), parla dello "svuotamento" del Cristo che «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce».

Ma la sua passione-morte ci aprì alla Pasqua di risurrezione. Il racconto della passione secondo Marco (Vangelo) è chiarissimo. Seguendo il suo percorso tematico, l’evangelista ci colloca di fronte alla croce, perché pure noi, come fece per primo il centurione romano, riconosciamo in quell’uomo crocifisso, il Figlio di Dio.

La croce, piantata sulla nostra terra, è lo strumento valido dell’umana redenzione.

 
 
 

LA MAPPA DELLE GALASSIE

Post n°184 pubblicato il 04 Aprile 2009 da Deepspace_explorer

Completata dopo dieci anni di studio da parte di astronomi australiani, inglesi e americani.Per la prima volta sono state messe in relazione tra loro

 

ROMA - Dopo 10 anni di esplorazione dei cieli notturni dell'emisfero australe, astronomi australiani, inglesi e americani che lavorano all'Anglo Australian Observatory di Coonabarabran nel New South Wales hanno completato la più accurata mappa delle galassie più vicine alla Terra. "La nuova carta del cielo posiziona le galassie, con estrema, precisione le una rispetto alle altre e ciascuna di esse rispetto alla nostra", ha detto Heath Jones che ha lavorato al progetto. Nella nuova carta del cielo sono presenti oltre 100.000 galassie che dalla Terra si estendono per un raggio di circa 2 miliardi di anni luce. Le dimensioni, le forme e la luminosità dei vari ammassi stellari risultano alquanto diversi tra loro.

"Usando una metafora possiamo dire che l'immagine che abbiamo ottenuto è paragonabile a quella di un'enorme mandria di animali in una pianura africana. Osservando la posizione di ciascun animale e le interazioni reciproche possiamo dire verso quale pozza d'acqua è diretto ciascuno di loro. Allo stesso modo il risultato ottenuto ci ha permesso di capire a che velocità e verso quale direzione si sta muovendo ciascuna galassia", ha raccontato Jones.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare le grandi isole di stelle non sono distribuite omogeneamente nell'Universo, ma tendono a raccogliersi in gruppi o in lunghi filamenti lasciando tra di essi enormi vuoti quasi privi di galassie. Di tali vuoti ne sono stati contati circa 500. I gruppi di galassie poi, tendono a raccogliersi in grappoli ancora più giganteschi. "L'Universo dunque appare, abbastanza strutturato", ha detto Jones.

Nei computer degli astronomi i punti che indicano le galassie possono essere visti tridimensionalmente e in tal modo è possibile verificare le reali distanze tra tutte le galassie e come la massa di ciascuna di esse interagisce su quelle vicine.

Ciò ha portato in risalto un dato alquanto interessante: il modo con il quale le galassie si muovono e la velocità dei loro spostamenti non può essere spiegata unicamente tenendo conto della materia che si può osservare direttamente con i telescopi. E' necessario che vi sia altra materia in circolazione, materia invisibile agli occhi e agli strumenti usuali. E' la conferma che nell'Universo vi è almeno il 23% di "materia oscura" di cui solo ultimamente si ipotizza di cosa sia costituita (forse particelle subatomiche).

"La materia oscura - ha sottolineato l'astronomo - è una componente fondamentale dell'Universo. Essa sembra essere una specie di colla che tiene unite le galassie e che impedisce alle stelle di volar via dalle galassie stesse e sembra guidare su larga scala i movimenti dei gruppi di galassie e dei super grappoli".

 
 
 

FORSE SCOPERTA UNA PROVA DELL'ESISTENZA DELLA MATERIA OSCURA

Post n°183 pubblicato il 04 Aprile 2009 da Deepspace_explorer
 

IL SATELLITE "PAMELA"

La «firma» della materia oscura

Una ricerca guidata dall'Italia potrebbe avere raccolto la sua prima evidenza concreta

In una missione ideata e guidata dall'Italia, il satellite internazionale Pamela ('Payload for Antimatter Matter Exploration and Light - nuclei Astrophysics'),  potrebbe avere raccolto la prima evidenza concreta della materia oscura, la materia invisibile quasi cinque volte più abbondante di quella visibile di cui sono fatte stelle, pianeti, animali e uomini. Il risultato, pubblicato su Nature, si deve alla ricerca coordinata dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e condotta in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Vi hanno partecipato l'università tedesca di Siegen, quella svedese AlbaNova di Stoccolma e la Russia, con la sua Agenzia spaziale e centri di ricerca a Mosca e San Pietroburgo. «Riconosco che potrebbe essere la firma della materia oscura», dice Piergiorgio Picozza, dell'Infn e coordinatore della missione, che comunque sottolinea che per avere questa certezza serviranno ancora molte altre verifiche.

PAMELA - Lanciato nel 2006, il satellite Pamela (Payload for Antimatter Matter Exploration and Light - nuclei Astrophysics) è una sorta di osservatorio che misura particelle e antiparticelle. Quello che ha visto è un'abbondanza inattesa di positroni (gli equivalenti degli elettroni nell'antimateria) che potrebbe essere spiegata dalla presenza della materia oscura
Il dispositivo è composto da un magnete e da molteplici rivelatori di particelle, orbita e da circa tre anni attorno alla Terra, a un’altezza tra 350 e 600 chilometri, per studiare i raggi cosmici e, in particolare, la loro componente di antimateria. I raggi cosmici sono particelle accelerate a velocità vicine a quella della luce, probabilmente in seguito agli effetti di esplosioni di supernovae lontane o di altri fenomeni violenti nel cosmo; sono formati soprattutto da protoni, nuclei di atomi di elio, o più pesanti, ed elettroni. Tuttavia, tra le particelle più rare si trovano anche particelle di antimateria - identiche alle particelle di materia ma con carica opposta - e tra queste, in particolare, antielettroni, chiamati anche positroni, e antiprotoni.

LA SCOPERTA - I risultati pubblicati su Nature evidenziano un’anomalia nel rapporto tra il numero di positroni e il numero di elettroni rivelati. Questa abbondanza di positroni può trovare una spiegazione plausibile in un segnale di materia oscura, ma non è da escludere che si tratti di particelle provenienti da pulsar o da altre sorgenti astrofisiche. L’ipotesi è che le particelle di materia oscura presenti nella nostra galassia, interagendo fra loro, si annichilino o decadano, producendo sciami di particelle secondarie di alta energia e, in particolare, coppie protone-antiprotone ed elettrone-positrone che Pamela sta intercettando. «Questi dati, insieme a quelli pubblicati sul rapporto antiprotoni su protoni in febbraio su Physical Review Letters, rappresentano uno dei più importanti contributi di questi ultimi anni alla conoscenza del mistero della materia oscura, permettendo di restringere in modo molto significativo il campo delle ipotesi sulla sua natura», spiega Piergiorgio Picozza dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Università di Roma Tor Vergata, coordinatore dell’esperimento Pamela.

MATERIA ESOTICA - Oltre ai nuclei di antimateria e ai possibili segnali di materia oscura, i fisici della collaborazione stanno cercando altri tipi di materia esotica, ma anche indicazioni sulle sorgenti dei raggi cosmici e sulle leggi che regolano i loro meccanismi di accelerazione e propagazione nella galassia, oltre a precise informazioni sull’evoluzione dell’attività del Sole. Il lavoro di analisi, cominciato dopo il lancio da Baikonur, in Kazakistan, il 15 giugno 2006, coinvolge una collaborazione internazionale, a cui partecipano scienziati italiani, russi, tedeschi e svedesi. I ricercatori italiani, provenienti dalle Sezioni Infn e università di Roma Tor Vergata, Trieste, Firenze, Napoli e Bari, dai Laboratori Nazionali di Frascati dell’Infn e dall’Ifac del Cnr di Firenze, costituiscono il nucleo centrale e più numeroso della collaborazione. La missione Pamela continuerà a fornire informazioni per almeno altri tre anni. «Andare nel cosmo a studiare l’antimateria di origine naturale è fondamentale per capire l’origine e l’evoluzione dell’Universo in cui viviamo» spiega Enrico Flamini, responsabile Osservazione dell’Universo dell’Agenzia Spaziale Italiana. «Per questo l’impegno italiano in questo campo proseguirà con la missione AMS, il più grande cacciatore di antimateria mai costruito, che verrà agganciata alla Stazione Spaziale Internazionale alla fine del prossimo anno».

 
 
 
 
 
 

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Cosa c'era prima del Big Bang? E a cosa
somigliavano lo spazio e il tempo prima
che tutto avesse inizio? Dall'inizio del
XX secolo i teorici - da Planck a Einstein
a Hawking - non smettono di riflettere su
tali domande e sulle eventuali risposte.
Ed è proprio il grande romanzo dell'origine
assoluta che Igor e Grichka Bogdanov
hanno cominciato a esplorare a loro volta,
in questo libro dotto ma serenamente divulgativo.
Per la prima volta tracciano anche, a partire
dalle scoperte più recenti e basandosi su
ricerche originali, diverse ipotesi destinate
ad avere grande risonanza: l'universo prima
del Big Bang era forse già un complesso
d'informazioni?
E non potrebbe esserci,
all'origine di quest'universo, un
«codice cosmologico»
come esiste, per i viventi, un codice genetico?

 
 
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