Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
------------------------------------------------------------------
JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
MONDO JAZZ SU FACEBOOK E SU TWITTER
CERCA IN QUESTO BLOG
JAZZ DAY BY DAY
I PODCAST DELLA RAI
CERCA IN QUESTO BLOG
Messaggi di Aprile 2012
Post n°2243 pubblicato il 30 Aprile 2012 da pierrde
UN SUCCESSO che ha sorpreso in primo luogo gli organizzatori e forse anche chi questa novità non l'ha per nulla gradita. Il bilancio della prime tre giornate del Torino Jazz festival, ha fatto registrare ovunque , specie nelle numerose location della sezione "Fringe" diretta da Furio Di Castri e in piazzale Valdo Fusi un boom di presenze inaspettato. Anche ieri nell'area davanti all'ex Borsa, nonostante la minaccia di pioggia, si è presentata tanta gente , galvanizzata dallo show di Ray Gelato che ha fatto ballare anche i "bogianen". "Di una cosa ero convinto- spiega l'assessore alla Cultura Maurizio Braccialarghe prima dell'esibizione di Billy Cobham in piazza Castello- della risposta dei cittadini. Ed è stata superiore ad ogni più rosea previsione. Se delle quasi trentamila presenze che abbiamo finora registrato (e ci teniamo bassi come stime) un decimo si è avvicinato per la prima volta al jazz, la nostra mission è compiuta. "Ma chi ci ha fatto rilievi per costruire una seconda edizione ancora più curata (tutto è migliorabile) è ben accetto". Soddisfatto anche il direttore artistico Dario Salvatori: "La risposta dei torinesi è stata finora straordinaria. La gente ammaliata da Jamal per due ore e Gelato è uno spettacolo indimenticabile. Unico neo? Chi si è voluto improvvisare critico di jazz in questi giorni senza avere le basi, parlando a vanvera". Fonte: La Stampa Ben felice del successo, che però non va sopravalutato (con ingressi a pagamento i numeri sarebbero stati piuttosto diversi), mi rimane oscuro l'anatema lanciato da Salvatori. Non so a chi si stia rivolgendo, credo a personaggi della città, ma le critiche della maggior parte di appassionati e addetti ai lavori rimangono immutate: con quel badget il programma è veramente poca cosa. Un grande concerto, Jamal, e poche altre proposte degne in mezzo a moltissima mediocrità sono veramente troppo poco per suscitare entusiasmi. Che poi qualcuno si sia avvicinato al jazz tramite la Warwick o Ray Gelato sarebbe sicuramente miracolo degno dell'esame del Sant'Uffizio....
|
Post n°2242 pubblicato il 30 Aprile 2012 da pierrde
Adriana Calcanhotto, Afrocubism, Alanis Morissette, Alexey Botvinov, Amy Macdonald, Anastacia, Antonio Sánchez, Bastian Baker, Bebe Winans, Billy Boy Arnold, Billy Branch, Bob Dylan, Bobby Mcferrin, Bobby Womack, Bombay Bicycle Club, Buddy Guy, Burhan Ocal, Carlos Johnson, Chiara Izzi, Chicago Blues: A Living History, Chick Corea, Chris Cornell, Cidade Negra, D’angelo, Dr. John, Ed Sheeran, Emeli Sandé, Emicida, Erykah Badu, Fourplay, Garland Jeffreys, Gilberto Gil’s Viramundo, Herbert Grönemeyer, Herbie Hancock, Hugh Laurie, Iiro Rantala, Jamie N Commons, Jane Birkin, Janelle Monáe, Jessie J, Jethro Tull’s Ian Anderson, Joe Bonamassa Acoustic Project, Jorge Ben Jor, Juliette Gréco, Kassav’, Katie Melua, Kimbra, Labrinth, Lana Del Rey, Leszek Mozdzer, Lilabungalow, Little Feat, Luiz Melodia, Mark Ronson, Martina Topley Bird, Melody Gardot, Michael Wollny, Nada Surf, Nick Waterhouse, Nightwish, Nile Rodgers, Noel Gallagher’s High Flying Birds, Paco De Lucia & Band, Pat Metheny Unity Band, Piotr Orzechowski, Pitbull, Quinn Sullivan, Rufus Wainwright, Rumer, Sérgio Mendes, Sarah Marie Young, Sinéad O’connor, Taj Mahal Trio, The Ting Tings, Tony Bennett, Tricky, Trombone Shorty & Orleans Avenue, Van Morrison, Woodkid, Yaron Herman.
I musicisti qui sopra elencati costituiscono il programma di un importante e storico festival estivo. Quale ? a) Disco per l'estate b) Heineken Jammin' Festival c) Montreaux Jazz Festival d) Desert Rock Festival La risposta esatta è la più scontata. Nessuna meraviglia e tutto sotto controllo, tra pochi anni anche Umbria Jazz sarà cosi' e già al momento, retorica a parte, le differenze non sono cosi' pronunciate..... |
Lunedì 30 aprile si celebra per la prima volta nel mondo la giornata internazionale del jazz, proclamata dall'Unesco. Una giornata per ripercorrere la storia del jazz - le sue origini, il suo futuro e l'impatto che ha avuto nel tempo - ma anche per diffondere e celebrare il jazz come strumento educativo, veicolo di pace, di unità, dialogo e cooperazione tra i popoli. Tutto il palinsesto di Radio3 sarà nella giornata attraversato dalle mille sonorità del jazz con concerti sia registrati che dal vivo e soprattutto incursioni e improvvisazioni. Le incursioni irromperanno negli studi K1 e K2 di via Asiago, da dove vanno in onda le trasmissioni di Radio3, come una marching band. Protagonisti Claudio Corvini alla tromba, Rosario Giuliani e Sandro Satta ai sassofoni e il giovanissimo trombettista sardo Francesco Lento. Tra gli appuntamenti speciali della giornata, la voce di Bobby Mc Ferrin dal Festival Internazionale di Brno nel Concerto del mattino (ore 12.00), la diretta del concerto della big band di Carla Bley dal Torino Jazz Festival nel corso di Radio3 Suite e una notte speciale di approfondimento sui mestieri del jazz a Battiti. lunedì 30 aprile 2012 12.00 Locandina IL CONCERTO DEL MATTINO GIORNATA INTERNAZIONALE DEL JAZZ FESTIVAL INTERNAZIONALE DI BRNO Bobby Mc Ferrin voce Bobby Mc Ferrin Improvisation 1 Johann Sebastian Bach/Charles Gounod Ave Maria John Lennon/Paul McCartney Blackbird Registrato nella Sala Vodova di Brno il 29 marzo 2011 -------------------------------------------------------- CONCERTI JAZZ DEL LUNEDÌ ALLA BBC Mike Westbrook Band Kate Westbrook voce Karen Streeet sassofono Chris Biscoe sassofono Chris Caldwell sassofono Andy Tweed sassofono Simon Pearson percussioni Mike e Kate Westbrook The Serpent Hit (suite) Registrato a King Place a Londra il 3 aprile 2011 -------------------------------------------------------- Festival Internazionale di Brno Bobby Mc Ferrin voce Bobby Mc Ferrin Improvisation Registrato nella Sala Vodova di Brno il 29 marzo 2011 * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * lunedì 30 aprile 2012 21.00 Locandina IL CARTELLONE GIORNATA INTERNAZIONALE DEL JAZZ In diretta da Piazza Castello in Torino TORINO JAZZ FESTIVAL Carla Bley Turin Project Big Band featuring Steve Swallow & Andy Sheppard Carla Bley, pianoforte, leader Steve Swallow, basso Andy Sheppard, sax tenore Claudio Chiara, sax alto Valerio Signetto, sax alto Fulvio Albano, sax tenore Helga Plankensteiner, sax baritono Beppe Calamosca, trombone Gigi Grata, trombone Dino Piana, trombone Gianfranco Marchesi, trombone basso Nemanja Jovanovic, tromba Luca Calabrese, tromba Vito Giordano, tromba Giampaolo Casati, tromba Adam Pache, batteria Alberto Gurrisi, organo hammond Presenta Fabio Giudice, alias Capitan Freedom |
Post n°2240 pubblicato il 28 Aprile 2012 da pierrde
L'etichetta di Monaco nel suo pluridecennale percorso ha raccolto come è normale sia critiche che consensi. E' comunque indubbio che Manfred Eicher abbia portato una visione personale all'interno del mercato discografico: alta qualità di incisione, copertine dall'impronta immediatamente riconoscibile, grande attenzione al suono, tanto da farne quasi una filosofia. Come in tutti i grandi cataloghi ci sono poi capolavori, opere interessanti, opere minori e qualche volta anche tanta noia. Succede perfino alla Blue Note e ai giorni nostri, e l'etichetta americana è dichiaratamente una etichetta jazz tout-court, mentre ECM è sempre stata sicuramente più ibrida e crossover. Questi ultimi tre album non credo rientrino tra le incisioni da catalogare alla voce "noia", i primi ascolti di Fly e Abercrombie sono molto apprezzabili, intanto è possibile per tutti un antipasto grazie all'ECM Player. |
Post n°2239 pubblicato il 27 Aprile 2012 da pierrde
Una fotografia dello stato attuale del jazz italiano, analizzato attraverso le sue componenti, è quella che traccia Alceste Ayroldi su Andymag.com. Per chi minimamente è all'interno della vicenda nulla di particolrmente nuovo, ma comunque sia lettura interessante e stimolante. Propongo le conclusioni di Ayroldi rimandando al link del testo completo: Il jazz system italiano c’è, con le sue manchevolezze, con i suoi fraintendimenti e con le sue storie necessariamente legate alla politica e all’evoluzione dei tempi. Gli italiani il jazz lo sanno fare, alla pari di tanti altri e, alcune volte, anche meglio. Le case discografiche si danno un gran da fare, i manager altrettanto, così come gli uffici stampa, invece il mondo mediatico legato al jazz si muove ancora con il respiro grosso, mentre il web si scatena, forse anche troppo. Saltuariamente se ne parla su qualche rivista, inserto di qualche quotidiano, spesso per fare cenno, però, ai soliti noti italiani o stranieri. Un punto fermo sono le poche riviste specializzate: Musica Jazz e Jazzit, alle quali in passato se ne affiancavano altre che hanno dovuto gettare la spugna. Troppo poco per dare voce ad una musica ancora nascosta, bistrattata, ritenuta difficile dai più, snobbata o trattata con aria di sufficienza dagli amanti della musica classica. Eccoci quindi di fronte a un sistema piuttosto articolato e, per ogni settore, ben armato. Sarebbe bello far funzionare i vari componenti come un meccanismo, coordinare alcune attività, unire gli sforzi per poter raggiungere dei risultati condivisi da tutti, anche economicamente. Sfoderare le spade non per incrociarle in una guerra fratricida, ma per convincere le istituzioni (che spesso non hanno neanche contezza del jazz, salvo pensare allo swingettino da balera), i privati e anche il pubblico che il jazz fatto dagli italiani esiste, è di buona fattura, ricco di creatività, che esistono ottime scuole, ottimi management, eccellenti uffici stampa e valenti organizzatori e che tutto questo – sembrerà strano dirlo di questi tempi – può creare posti di lavoro, rendere felice anche economicamente un bel po’ di gente, creare cultura vera ed essere esportato all’estero. A bocce ferme, questo scenario potrebbe sembrare l’iperuranio platonico. Ma siamo sicuri che ciò non sia possibile? http://www.andymag.com/rubriche/radiografie-contemporanee/1598-alceste-ayroldi.html |
Post n°2238 pubblicato il 27 Aprile 2012 da pierrde
Orrori da Gustare è il titolo di una fortunata trasmissione televisiva del canale satellitare Travel & Living: il protagonista è un curioso e simpatico buongustaio americano che sperimenta i piatti più improbabili delle culture più diverse. Cosi' è possibile vedere in padella gli animali più estremi, dalle tarantole cambogiane alle uova di uccello con feto sviluppato, piatto concepito in diverse regioni del mondo. Le ragioni dello sbigottimento dello spettatore diventano quindi evidenti, esattamente come quelle dell'appassionato di jazz che passa un pò del suo tempo libero sulla rete a caccia di notizie e si imbatte in strafalcioni di vario tipo e natura, da quelli più simpatici a quelli più sospetti. Tra i simpatici c'è sicuramente la presentazione di questo video risalente al Festival di Sanremo del 1963: il povero Art Blakey viene linguisticamente maltrattato da una gentile presentatrice tanto sicura di sè quanto inadeguata sia nella pronuncia che nei concetti espressi. In compenso il concerto è splendido e da gustare per intero. La scorsa estate mi ero divertito a postare in più riprese estratti e spezzoni tratti dalla rete ma pubblicati perlopiù da quotidiani e relativi a recensioni dei numerosi festival italiani. E' un esercizio di ironia, senza nessuna canzonatura per l'autore, tutti potremmo vedere un nostro scritto estrapolato, giusto per sorridere e sdrammatizzare un ambiente già troppo serioso di suo. Ecco quindi alcune segnalazioni, alle quali in futuro aggiungerò nuove perle.... Di Gualazzi ho parlato nel post n. 2232, ma credo sia evidente che la fantascientifica bufala sia opera più dell'ufficio stampa che della testata che l'ha pubblicata. Una più grave, vista l'importanza ed il prestigio del quotidiano, è la recensione di Radio Music Society di Esperanza Spalding ad opera di Francesco Prisco sul Sole 24 Ore. Il nostro dopo una serie di ardimentosi parallelismi si lancia in un finale tremendo per chi ha a cuore la nostra musica: Se il jazz del futuro è questo, ci sono ottime probabilità che torni a essere la musica popolare delle origini. Mah, che dire, speriamo di rimanere impopolari a lungo.... http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-04-24/jazz-formato-song-radio-124040.shtml?uuid=AbDvhvSF Un percorso per molti versi terrificante, naturalmente però è solo questione di gusti, è esemplificato sul quotidiano on-line di Asti: come passare con immutato entusiasmo da Chopin ad Allevi con una tappa intermedia anche attraverso il jazz. A mio modo di vedere questo è sicuramente l'orrore del mese: Per chiudere una notizia tutt'altro che orrorifica: per tutti gli appassionati lombardi c'è la conferma che il Festival Jazz di Tremezzo ci sarà anche quest'anno. Le serate saranno tre, il 16 17 e 18 di agosto nel bellissimo parco comunale. I nomi ? Ancora presto.... |
Post n°2237 pubblicato il 26 Aprile 2012 da pierrde
In questi ultimi tempi, su questo ed altri blog, ho letto diversi post che parlavano di – a mio medesto avviso – argomenti molto poco coinvolgenti. Si è discusso a lungo sul fatto che i blogger fossero o meno gli ultimi paladini della libertà di stampa; se si debba o meno parlare male di un CD o di un concerto; se il programma e il bugget di questo o quel festival sia all’altezza del nome, e così via… Personalmente mi sono avvicinato a questo blog perché mi interessavano le notizie che dava sulla musica, pubblicata o suonata, e perché trovavo interessante quello che veniva detto su questo o quel concerto. Non mi appassionano minimamente, invece, gli argomenti che ho citato in apertura. Per questa ragione, vorrei riportare il focus sulla Musica. Lo faccio con un argomento che può sembrare una provocazione, ma che serve più che altro a stimolare una discussione per capire quale sia il punto di vista degli appassionati del genere musicale che si tratta su queste pagine. Negli ultimi tempi nel mio lettore CD la fa da padrone un disco di Paolo Fresu e Omar Sosa (Alma) che a me piace molto. Trovo questo disco molto piacevole all’ascolto e lo considero – fino al momento – la migliore uscita del 2012. Faccio questa premessa per far capire che quello che segue non vuole essere una stroncatura, ma – come ho detto – solo una provocazione per stimolare la discussione. Quello che mi chiedo e che vi chiedo è “Ma questo è un CD di jazz?” La domanda potrebbe – e forse lo è – sembrare stupida. La risposta più immediata sarebbe “Dipende cosa intendi tu per jazz…” Bene, ve lo dico… Per me, come credo per molti altri, quello che accomuna le molte venature del jazz e che fa sì che si identifichino generi molto lontani come “Musica jazz” è l’estemporaneità del momento. In pratica, io ritengo che il jazz sia l’invenzione del momento e di conseguenza, i dischi di jazz siano la fotografia di un attimo. Ascoltando il CD di cui parliamo, non sarà sfuggito a nessuno che in certi brani ci sono contemporanemanete una tromba, una tromba con sordina e un flicorno… Fresu è sicuramente un fenomeno, ma ho il sospetto che siano state fatte delle sovraincisioni E allora mi chiedo, ma questo è jazz? A voi la parola… Milton |
Post n°2236 pubblicato il 26 Aprile 2012 da pierrde
Per chiudere il discorso sul Bollani pianista classico ecco due recensioni sempre pescate dalla rete di stampo e spirito diversi, l'una scritta da un giornalista e l'altra da un blogger. Stefano Jacini su Il Giornale della Musica da un ritratto convinto ed entusista della serata trasmessa in diretta radiofonica (e contemporaneamente anche in un centinaio di teatri) e dedicata a Gershwin. Grande serata della Filarmonica della Scala interamente dedicata a Gershwin e con ottima accoglienza del pubblico. Nella seconda parte il Concerto in fa ha avuto un'esecuzione di prima grandezza con solista Bollani, del tutto a proprio agio col compositore americano; complice Chailly è riuscito a infondere nell'orchestra una prestanza inconsueta. Risultato, una forte carica che ha trascinato tutti in una lettura trasparente e gioiosa. Rinnovata nel primo dei bis, Rialto Ripples con la sua chiusura beffarda che ha strappato gli applausi. Bollani ha poi regalato un omaggio solista a Scott Joplin; poi con batteria e contrabbasso amplificato una scatenata fantasia su Les feuilles mortes per concludere con un suo cavallo di battaglia, Apanhei-te cavaquinho del brasiliano Ernesto Nazareth. La prima parte del concerto non è stata altrettanto brillante: Catfish Row da Porgy and Bess, già in programma nelle precedenti due serate della Stagione sinfonica scaligera, e An American in Paris. Entrambe esecuzioni più che corrette, ma con una sensazione di affanno da parte dell'organico che sembra spesso faticare nel tener testa a sonorità che richiederebbero guizzi più disinvolti e swing. L'autore del blog Il Mondo a Testa in Giù ha una visione forse meno da addetto ai lavori, preferendo raccogliere una serie di riflessioni personali che, avendo ascoltato il concerto alla radio, condivido in buona parte compreso il giudizio finale. D'altronde è un pò quello che è emerso in forma maggioritaria dai diversi commenti al precedente post sul connubio Chailly-Bollani: non è in discussione la caratura tecnica di Stefano ma la sua capacità di essere perfetto padrone di una situazione per lui tutto sommato secondaria (forse però non ai fini più terrestramente economici).
Ieri son stato in Scala per un concerto un po' diverso. Gershwin suonato da Bollani, almeno così recitava il programma. L'idea, furbetta di marketing, però sollecitava l'attenzione, e devo dire che attraeva anche il pubblico. Non avevo mai visto scolaresche in Scala, bambinetti che dopo un po' si lamentavano perché si annoiavano, probabilmente convinti a venire ad assistere ad un concerto perché c'era quel fanciullone di Bollani che vedono in televisione. Il concerto in realtà è stato per una buona parte il concerto di Chailly. Direttore dal percorso molto originale, tuttora con il sorriso aperto alla ricerca nonostante l'età non più giovanissima, ha proposto un programma orchestrale semplice e furbo: una suite di brani di Porgy and Bess, Un americano a Parigi. Brani conosciuti, sui quali si può discutere molto, ma che sono l'emblema stesso della musica "colta" americana di questo secolo, un incrocio fra forme classiche, jazz, modernità (i clacson dell'americano a parigi per sottolineare il traffico caotico) sempre in bilico con il rischio di diventare musica da film. Indipendentemente dal fatto che questa musica piaccia o meno, è comunque qualcosa che arricchisce dal punto di vista culturale, che mostra una delle evoluzioni della musica del 900. Finalmente, ultimo brano e Bollani in scena. Concerto per pianoforte in fa. Sostanzialmente sconosciuto, tutto sommato non un capolavoro. Molto più classico come struttura rispetto ai brani precedenti, riprende molti dei temi propri di Gershwin (orchestrazione, sviluppo, variazioni) senza però quei guizzi tematici che rimangono in mente (e che rappresentano anche un po' il limite della sua musica). Bollani mi è parso molto ingessato in questo brano, costretto in un ruolo già scritto. E questa ingessatura è risultata evidente nei bis: un primo ancora con orchestra, per poi scatenarsi prima in una variazione jazzistica di Summertime, dove l'improvvisazione fra jazz e musica colta ha dato risultati molto interessanti, e poi esibirsi in un trio jazz con il batterista (si, in Gershwin c'è la batteria in orchestra...) e il contrabbasso, inframmezzando con gags gli intervalli tecnici per allestire lo spazio sul palco. Insomma, a mio sentire Bollani è un jazzista molto interessante, ma non basta questo (e un repertorio che attinge dal jazz come quello di Gershwin) per farlo diventare un pianista da concerto, pur essendo un pianista di gran talento. |
Post n°2235 pubblicato il 25 Aprile 2012 da pierrde
«È più dark, soprattutto per chi si aspetta le cose jazzeggianti o country del passato. Potrei rifarle, ma sarebbe noioso..." Intervista a Andrea Laffranchi, Corriere della Sera, del 23/04, link: http://archiviostorico.corriere.it/2012/aprile/23/Niente_ritmi_jazz_svolta_dark_co_9_1204230 Tranquilla Norah, eri noiosa anche prima; frutto di un ottimo lavoro di marketing (fatte le debite proporzioni, come Gualazzi e come Allievi per rimanere da noi), donna giusta al momento giusto, carina quanto basta, con una bella storia alle spallle, una voce accattivante e tante etichette appiccicate di nuova voce del jazz. Dove poi fosse il jazz è difficile stabilirlo, negli album precedenti al massimo si possono trovare diluite minime dosi omeopatiche. Perlomeno con il nuovo album, "niente jazz, la svolta dark", come strilla il Corriere, equivoci non ce ne dovrebbero più essere.... |
Post n°2234 pubblicato il 25 Aprile 2012 da pierrde
Una data che da ragazzino ho vissuto con fastidio, mal sopportando la retorica delle cerimonie scolastiche cosi' vuote e insignificanti nella forma se non nella sostanza. Una data che da adulto ho riscoperto con gli occhi di mio padre, fatto prigioniero in Grecia dopo l'otto di settembre del 1943, deportato in Germania per essersi rifiutato di entrare nell'esercito filo-nazista della Repubblica Sociale di Salò. Due anni di tormenti e di fame, lui, figlio di madre tedesca, in nome della libertà propria e del proprio paese. Lasciò per sempre la salute, riusci' a tornare a casa dove nel frattempo i genitori erano morti ed i fratelli, dandolo per morto, si erano divisi quello che c'era. Ogni anno quando si ripresentava il fatidico 25 aprile si guardava bene dal partecipare al corteo e ai discorsi di piazza. Diceva che chi la guerra l'aveva vissuta non aveva più voglia di ricordarla, e poi, con un sorriso triste aggiungeva che quelli sul palco, almeno una buona parte, erano gli stessi di prima, avevano solo cambiato casacca.... La voce straordinariamente nera di Mercedes Sosa e le parole bellissime di Julio Numhauser mi sembrano il migliore modo di ricordare chi ha lottato, sofferto o dato la vita per una idea giusta indipendentemente da quello che poi ne avrebbero fatto le generazioni successive.
TUTTO CAMBIA Cambia ciò che è superficiale e anche ciò che è profondo cambia il modo di pensare cambia tutto in questo mondo. Cambia il clima con gli anni cambia il pastore il suo gregge e così come tutto cambia che io cambi non è strano. Cambia il più prezioso brillante di mano in mano il suo splendore, cambia nido l'uccellino cambia il sentimento degli amanti. cambia direzione il viandante sebbene questo lo danneggi e così come tutto cambia che io cambi non è strano. Cambia, tutto cambia Cambia, tutto cambia Cambia, tutto cambia Cambia, tutto cambia. Cambia il sole nella sua corsa quando la notte persiste, cambia la pianta e si veste di verde in primavera. Cambia il manto della fiera cambiano i capelli dell'anziano e così come tutto cambia che io cambi non è strano. Ma non cambia il mio amore per quanto lontano mi trovi, né il ricordo né il dolore della mia terra e della mia gente. E ciò che è cambiato ieri di nuovo cambierà domani così come cambio io in questa terra lontana.
|
Post n°2232 pubblicato il 24 Aprile 2012 da pierrde
Il pianista e compositore italiano Raphael Gualazzi inaugura il 27 aprile l’“lnternational Jazz Day” promosso da Herbie Hancock. Raphael Gualazzi live a Parigi tra le leggende del jazz. Il pianista e compositore italiano che con il suo incredibile successo ha riportato in auge nel nostro paese la musica “nera” per eccellenza, si appresta a fare il suo ingresso nell’olimpo mondiale della musica jazz. Il talento scoperto da Caterina Caselli infatti aprirà con un suo concerto l’“International Jazz Day” il 27 aprile a Parigi nel quartier generale dell’UNESCO. Fonte: http://www.newsic.it/news/body_news.php?id=30111 |
Post n°2231 pubblicato il 23 Aprile 2012 da pierrde
La Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d'Autore, proclamata dall'UNESCO per il 23 aprile, ha lo scopo di promuovere la lettura, l'editoria e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il diritto d'autore. L’idea della Giornata mondiale del libro e del Diritto d’autore ha la sua origine in Catalogna dove, il 23 aprile, festa di San Giorgio, viene offerta una rosa per ogni libro venduto. La data ha, inoltre, un particolare valore simbolico poiché il 23 aprile del 1616 vennero a mancare contemporaneamente Cervantes, Shakespeare e l’Inca Garcilaso de la Vega Fonte: www.mangialibri.com La passione per la musica l'ho sempre accompagnata ed insaporita con una uguale attrazione per il cinema ed i libri. Sono un lettore compulsivo, in periodi particolarmente fertili riesco a leggere contemporaneamente più testi, ma sopratutto fin dall'età scolare non ho mai smesso di ricercare nuovi autori e nuove emozioni. Ho appena terminato un divertente e dissacrante libro di John Niven, A volte ritorno. L'imbrobabile ma irresistibile storia del ritorno del figlio di Dio sulla terra in epoca moderna alle prese con le numerosissime chiese che a lui si richiamano. Il racconto, solo apparentemente strampalato e folle, riesce mirabilmente a mettere a nudo le più grosse contraddizioni delle chiese, tutte le chiese, e lo fa con un carico di humor cosi' ben assemblato che qualsiasi lettore non appartenente a Comunione e Liberazione o devoto ascoltatore di Radio Maria, non potrà che apprezzare abbandonandosi a sane risate liberatorie. Ma dietro l'ironia c'è sempre la zampata graffiante, la contraddizione messa a nudo, ed il merito di Niven è di riuscirci con una scrittura agile e senza pretese letterarie. Diverte e fa pensare, spesso in maniera molto più incisiva rispetto ai ponderosi testi teologici di autori di casa nelle trasmissioni televisive . Ora sono a buon punto con Musicofilia di Oliver Sacks, ed ho pronti sul comodino altri tre testi. Monk di Robin Kelley,una traduzione in italiano che aspettavo da tempo. Nuova Storia del Jazz di Alyn Shipton, un tomo che mi impegnerà non poco, graditissimo regalo di amici che spesso mi leggono. Viaggio nell'India del Nord di Cinzia Pieruccini e Mimma Congedo, un libro che spero mi preparerà adeguatamente all'avventura autunnale nel Rajasthan. |
Post n°2230 pubblicato il 21 Aprile 2012 da pierrde
Finalmente un'annata come si deve Non ho parole...stupendo festival Cartellone spettacolare Programma pazzesco quest'anno Great line-up
Sono solo alcuni dei commenti su Facebook relativi al programma di Umbria Jazz per quanto riguarda i concerti in prima serata all'Arena Santa Giuliana. E' curioso, nemmeno una persona che dica: ma guarda, per la ventesima volta c'è Pat Metheny, che fantasia, come al solito non mancano ne Sonny Rollins ne Enrico Rava ne Chick Corea ne Stefano Bollani.... Oppure un commento di un jazzofilo che esprima soddisfazione per la presenza di Stan Tracey o di Joe Lovano e Dave Douglas e che ricordi che, per quanto abusati, i nomi precedenti sono comunque di molte spanne superiori al solito scialbo minestrone di soul, rythm & blues e pop di cui è infarcito il (brutto) programma anche quest'anno. Invece sono tutti commenti che, poveri noi jazzofili, traboccano di soddisfazione (legittima, naturalmente) per la presenza di Erikha Badu, Macy Gray, Alpha Blondy, Sting et similia. Tutto ciò credo imponga una riflessione: sappiamo che da molti anni Umbria Jazz ha imboccato un percorso simile a quello di altri grandi festival: meno jazz e molto più pop. Indubbiamente cio' ha una giustificazione economica che rende felici gli sponsor: le moltitudini richiamate dalla musica commerciale portano maggiori introiti sia diretti sia indiretti. Naturalmente all'interno del cartellone, che sarà reso noto per intero il 14 maggio, ci sarà anche molto e ottimo jazz (per quanto sempre più minoritario e confinato nei teatri). Dicevo prima che Umbria Jazz, come Montreaux, come Estival, come molte altre realtà, è un grande festival. In passato lo è stato per i nomi, oggi lo è per i numeri più che per la qualità e la voglia di innovazione che da molto si sono spostate verso altri lidi . Peccato, per fortuna c'è un esempio luminoso di festival di dimensioni simili (Marciac), che ha fatto della indipendenza dagli sponsor una linea programmatica vincente e non ha bisogno di stelle più o meno appannate del pop per riempire uno stadio. Eppure per molti anni a Perugia si sono ascoltate in anteprima le formazioni più avanzate e le proposte più coraggiose e, a mia memoria, sia i Giardini del Frontone sia la chiesa di San Francesco al Prato erano sempre stipate fino all'inverosimile. Cosa è successo dunque ? Difficile dare una risposta da semplice appassionato che non conosce persone e interessi che stanno dietro l'organizzazione. Naturalmente anche quest'anno il direttore artistico ci spiegherà in mille interviste che i concerti in prima serata rappresentano al meglio la musica nera in tutte le sue sfaccettature indipendentemente dalle etichette cosi' superate e che è quantomeno demodè pensare che ad un festival jazz ci si possa limitare alla sola musica afro-amricana . Non so Carlo Pagnotta ma personalmente se decido di andare alla sagra della porchetta di Roccafritta e mi viene servito un piatto di minestra con le rape qualche fuck off anche se demodè mi viene spontaneo..... Il programma completo dell'Arena: http://www.umbriajazz.com/Mediacenter/FE/CategoriaMedia.aspx?idc=5&explicit=SI |
Post n°2229 pubblicato il 21 Aprile 2012 da pierrde
...se ti prende non ti lascia più. Però, assicura Adriano Mazzoletti, siamo portatori sani.
Informazione di servizio per tutti gli addetti ai lavori, collezionisti, cultori del jazz: se foste in possesso di incisioni o registrazioni di concerti, su nastro, vecchie bobine, in forma di file. ma anche video, fotografie, partiture, locandine, articoli, lettere e quant' altro e aveste il desiderio di condividere, tramandare il grande o piccolo, comunque prezioso patrimonio, oggi è nata un' istituzione capace di rendere disponibile al vasto pubblico di appassionati e alla cerchia degli studiosi tutto il materiale raccolto, l' Archivio nazionale del jazz. A dare il buon esempio e ad assumersi la responsabilità di portarlo avanti è stato Adriano Mazzoletti, giornalista, scrittore, autore e conduttore di programmi radio e tv. Essendo tra i più grandi divulgatori di musica afroamericana ed esperti in giro per il mondo, in una vita discretamente lunga ha raccolto una miniera di documenti che ora ha messo a disposizione dell' iniziativa, costituita da un' altra istituzione nazionale, in particolare nel settore della didattica, con attività quarantennale nella capitale, ovvero il Saint Louis college of music. Presentato ieri in Campidoglio (coinvolte Roma Capitale e Biblioteche di Roma), l' Archivio ha l' ambizione di diventare un punto di riferimento Europa, sul modello dei musei nazionali di Harlem e New Orleans, attingendo a quelle fonti documentali di primaria importanza che sono le collezioni private. Al centro della strategia è il web, strumento principe di raccolta e circolazione delle informazioni, una «filosofia della condivisione che è propria della spirito del jazz», come dice il direttore del Saint Louis, Stefano Mastruzzi. Per un primo assaggio e presa di contatti, l' indirizzo è www.archivionazionaledeljazz.com Fonte: Raffaele Roselli, Corriere della Sera del 20.4.2012 Piccola nota autobiografica: mi interesso di musica da quando ero adolescente, sono ormai più di 45 anni, e spesso negli ultimi tempi mi sono posto la domanda di che fare del patrimonio discografico, fotografico e di riviste in più lingue che ormai occupano non solo l'appartamento dove abito ma anche buona parte della cantina. Per mancanza di spazio in passato mi sono liberato a malincuore di una vasta documentazione relativa a festival nonchè di vecchie pubblicazioni, ma ora mi piacerebbe trovare una soluzione (da vivo....) alla mole di documenti e album. Non cerco compensazioni economiche, sarei molto contento di poter donare ad una istituzione (ente, fondazione, biblioteca, archivio) buona parte del materiale che posseggo. C'è qualcuno........? ? |
AUTORI DEL BLOG
Andrea Baroni
Fabio Chiarini
Roberto Dell'Ava
Franco Riccardi
Ernesto Scurati
Inviato da: Less.is.more
il 24/08/2019 alle 11:46
Inviato da: Less.is.more
il 23/08/2019 alle 21:27
Inviato da: Piero Terranova
il 13/07/2019 alle 20:06
Inviato da: Luciano Linzi
il 19/10/2018 alle 15:44
Inviato da: juliensorel2018
il 12/10/2018 alle 15:21