MySo-Called(un)Life

Trama: Park Kang-du non è un tipo molto sveglio, ma è molto buono ed ha una figlia che adora, Hyun-seo. I due vivono col padre di lui. Kang-du ha una sorella che concorre alle finali di tiro con l'arco. E un fratello sbandato che se ne è andato di casa tempo addietro. Una mattina un'enorme creatura mostruosa salta fuori dal fiume Han e attacca tutti quelli che trova.

"The Host", Corea, 2006, regia di Bong Joon-ho. Un film d'azione, che nasconde molto di più. Il mostro c'è ed è realizzato molto bene, grazie alle tre società che hanno collaborato agli effetti speciali. Ma l'ospite di cui parla il titolo è l'Occidente, l'America. Tra i vari attori, infatti, sbucano alcuni americani, nei ruoli di scienziati o militari. Ma il film è pervaso da una sorta di critica, di condanna nei confronti del processo di Occidentalizazzione che ha colpito la Corea. Un film intelligentissimo e pervaso da una grezza ironia. Gli eroi, poi, saranno tre anti-eroi per eccellenza: Kang-du, un padre sbadato e poco sveglio; suo fratello, un laureato che non ha ancora trovato un'occupazione; e la zia, una campionessa di tiro con l'arco che non vince mai l'oro per via della sua lentezza. M'è piaciuto tantissimo (forse perchè anch'io critico gli USA), anche se alla fine, [spoiler] quando Hyun-seo muore proprio davanti agli occhi del padre (dopo un'ora e mezza per trovarla), mi sono incazzato di braus. Consigliato, nonostante la lunga durata. 8.5/10