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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi del 20/12/2015

 

Un Natale sotto la catena di montaggio

Post n°839 pubblicato il 20 Dicembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Nel Marchionne pensiero, se pensiero si può chiamare lo sfruttamento, l’orario ed i giorni di lavoro sono strumenti della produzione e quindi completamente strappati alla vita della gente, ai loro affetti o ai loro problemi.

Alla Sevel  abruzzese si lavora sette giorni su sette, 24 ore su 24. Non c’è domenica che tenga, non c’è affetto che abbia senso, non c’è tempo libero da poter gestire, non c’è progetto familiare da pianificare, si vive per lavorare, sino a che le forze fisiche e mentali lo permettono.

Ma sembra che neanche questo basti ai “moderni” ed avanzati padroni, a quelli che, all’unisono con Renzi e al suo ministro, che mai ha lavorato, signor Poletti, ritengono che ora vada tutto bene, c’è ripresa, c’è lavoro…e quindi non abbiamo nulla da pretendere.

Ma ripresa e lavoro sono fattori estranei alla qualità della vita della maggioranza delle persone, concetti riguardanti, esclusivamente, il rapporto tra accumulazioni di capitale e diminuzioni di diritti, ormai direttamente proporzionali. Si cancellano le vite, le aspirazioni, le pulsioni, le speranze, gli amori, finanche gli odori nel tritacarne dell’inganno competitività, dello sfruttamento santificato a sacrificio, della rinuncia innalzata ad affidabilità.

Vivere per lavorare, senza diritti e senza libertà, senza presente e con povero futuro, essere derubati di tutto, ogni giorno, fino a 67 e passa anni.

Lo Slai cobas denuncia:  “Il calendario produttivo Sevel, che sempre più spesso impedisce ai dipendenti di organizzare e conciliare le esigenze lavorative con quelle di vita e familiari, a dicembre sorvola sulle festività e cinicamente ricorda che i sacrifici non sono stati sufficienti, ne serviranno altri. L’obiettivo record 2015, posticipato ogni mese, nonostante lo stabilimento sia aperto 24 ore al giorno per sette giorni, necessita, per la direzione, di ulteriori sforzi, mentre per gli stratosferici premi annunciati, non equivalenti ad incrementi in paga base, i tempi di attesa restano lunghi e dalle modalità incerte”.

Il sindacato di base, come sempre da solo, dichiara sciopero in tutti i sabati lavorativi di dicembre, per dare una risposta collettiva necessaria alle imposizioni antidemocratiche dell’azienda e trova, a sorpresa, nella Rsa della Fiom, un appoggio a maggioranza, un appoggio poi negato dal segretario Fiom.

Sotto l’albero di Natale degli operai c’è il “pacco” dono del Marchionne pensiero e del job acts, della “svolta buona” e della “competitività”, di un sindacato confederale asservito ed ormai complice…lo Slai cobas lo rimanda al mittente, convinto che altrettanto faranno gli operai.   

 
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