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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Ottobre 2014

 

Il veggente sul colle

Post n°609 pubblicato il 22 Ottobre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Apprendiamo, dai servi della stampa, che solo ieri, non vidimato e senza le specifiche delle reali e concrete coperture, è stato presentato il disegno della legge di stabilità al signor Napolitano, quel Presidente della Repubblica che ancora non spiega ai cittadini della Campania il motivo del suo silenzio e del suo “non-fare” sull’avvelenamento di quelle terre.

Eppure il signor Napolitano, Presidente eletto per la seconda volta, unico caso nella storia della Repubblica, appena due/tre giorni fa espresse il suo apprezzamento per una legge che non gli era neanche arrivata sul tavolo e che forse, grazie alle sue doti da veggente, già vedeva spazzare via le nubi della crisi che attanagliano il nostro paese e dare quel necessario slancio per quella crescita della quale si parla dall’uomo del tunnel, tal Monti.

Apprezziamo, gaudiosi e gaudenti, le doti del signor Napolitano, quel Presidente che secreta le telefonate fatte con Mancino ed impedisce al paese di assistere alla sua deposizione su uno dei fatti più inquietanti della storia italica, l’accordo Stato-mafia che ha portato alla morte di Falcone e Borsellino, e ci auguriamo che, almeno come veggente, ne azzecchi una…visto che sinora, con i premier da lui imposti, senza alcun passaggio elettorale, l’unico risultato ottenuto è stato quello di un ulteriore affossamento delle libertà e dello stato economico del paese.

 
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Figli di Renzi

Post n°608 pubblicato il 20 Ottobre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Eia eia alalà, il bonus per il figlio è pronto già ! Il Renzi  favorisce, con il bonus di 80 euro,  “le famiglie numerose, esalta la famiglia, diffonde l’assistenza alla maternità”…proprio come il Duce e come il Duce ne fa propaganda, pacchiandosi, da Barbara D’Urso, della sua magnifica idea…altri voti trovati per strada che arriveranno da quelle coppie (reddito sino a 90mila annui, quindi circa 8mila euro mensili) che vogliono avere un figlio ed hanno un lavoro (altrimenti il figlio come lo fanno ?).

La propaganda, in stile fascista, del premier eletto da nessuno, continua senza sosta ed occupa tutte le tv, come faceva il suo mentore Berlusconi. Annunci e promesse: 800mila posti di lavoro (Silvio ne aveva promessi un milione però…), soldi a chi lavora, soldi alle mamme, abbassamento delle tasse, ricchi premi e cotillon, selfie a tutto spiano e cinguettii che trasudano spocchia e arroganza. L’appoggio di Napolitano c’è ed è scontato da parte di chi la Costituzione l’ha messa sotto i piedi per tutto il suo mandato, l’Europa se ne frega alla grande della fine che può fare l’Italia (come ha fatto con la Grecia), basta che paghi, e lo “sprofonda Italia” va avanti, senza alcun freno, tra fiducie sfiduciate e fiducie critiche, tra gli alè dei berluscones e i mal di pancia di chi la poltrona non la lascia neanche con una pistola puntata alla fronte…immaginate se possano mai farlo per una questione di principio.

Il toscanotto fascistello del 2000 italico non sembra poter avere, al momento, alcuna opposizione politica seria nel paese. Le manifestazioni degli studenti depredati della scuola pubblica e dei cittadini, privati di ogni cosa, vengono affrontate da armigeri armati sino ai denti e pronti al massacro ad ogni occasione, i disabili permangono per giorni sotto le istituzioni senza aver nessuna risposta (forse nel futuro della renzite si prevede anche una razza ariana scevra da ogni male e malattia), i pensionati vengono lasciati a rovistare nei cassonetti, forse per favorire la raccolta differenziata, i disoccupati continuano a rimanere tali, come i senza casa, nel menefreghismo di un paese che concede lavoro solo ai figli dei politici e dei sindacalisti, dei primari, dei rettori, dei magistrati e dei mille e passa potenti, e lascia al resto le briciole rimaste da spartirsi…democraticamente.

Mentre i suoi compari rubano in ogni regione, è di oggi il rinvio a giudizio di due dirigenti piemontesi del PD, Reschigna e Perrito,  per i rimborsi gonfiati in ogni modo, il premierino, che non mette mano a nessuna legge per stoppare la corruzione dilagante ed i furti vergognosi, lancia il suo monito, senza espellere i ladri, facendo credere agli italioti che basti la sua parola, e non leggi scritte, a fermare quel sistema che ha permesso a lui stesso di sedersi sullo scranno più alto, senza avere, come Costituzione prevede, il voto dei cittadini.

Da Piazza Venezia, da un balcone, alle passerelle televisive, accompagnato da servitori ben pagati, applaudito da pubblici addestrati, si consuma l’ennesima ingiuria alla democrazia, alle conquiste di chi è morto per dare al nostro paese quella speranza di un futuro fatto di onestà e di possibilità per tutti, dove il lavoro, la casa, la sanità, la scuola erano un diritto…ed ora sono diventati solo 80 miseri euro.

 
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Scelta di classe

Post n°607 pubblicato il 18 Ottobre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Job act, legge di stabilità, la “svolta buona” e via raccontando sono le parole che ora il capitale, o i ricchi affamatori della terra, amano utilizzare quando colpiscono al cuore i diritti delle genti, mascherando l’ abuso dietro una crisi necessaria alle loro ricchezze e strumentale per un impoverimento massificato e universale che riporti il mondo a quel medioevo di soprusi nel quale la vita era considerata una “variabile dipendente dai bisogni del padrone”.

“Non crediamo più che all’interno di quei palazzi, nelle stanze di quei partiti, possa essere presa in considerazione, anche solo marginalmente, la questione operaia, la vita dei pensionati e/o dei disabili, l’emergenza disoccupazione o quella che vede le nostre terre avvelenate e sfruttate da chi si arricchisce sulle nostre vite”, dice Mara Malavenda nella relazione introduttiva dell’assemblea che lo Slai cobas ha organizzato a Pomigliano, “Siamo di fronte ad una vera e propria controrivoluzione del Capitale, a quasi 100 anni da quella d’Ottobre, un costante e continuo attacco ai diritti fondamentali che fonda le sue radici nel tradimento di quelle organizzazioni sindacali e di quei partiti nati e cresciuti per difenderli”.

L’asse Renzi/Marchionne è l’emblema di quell’accordo che vede la politica sottomessa agli interessi del capitale, pronta a colpire le conquiste operaie e studentesche, a negare il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, “passo dopo passo”, rubando a chi già non ha più nulla.

Una lotta di classe all’incontrario i cui protagonisti militano nelle fila di quel PD, di quei sindacati, di quei partiti della cosiddetta sinistra che negli anni, a cominciare dalla “strategia dell’Eur”, con l’allora segretario Cgil Lama, che teorizzava “la trasformazione dei diritti dei lavoratori e di quelli sociali, della democrazia e della Costituzione, in variabili dipendenti dalle necessità dell’impresa”, sino al “pacchetto Treu”, salutato con entusiasmo da Bertinotti e voluto da quel Prodi che consegnò al massacro della Fiat l’Alfa Romeo di Arese, hanno rosicchiato spazi e libertà, fino a chiamare “privilegi” le pensioni sociali (500 euro mensili), gli assegni di invalidità (270 euro mensili), gli ammortizzatori sociali (700 – 800 euro mensili), la sanità e l’istruzione, portate entrambe, nel tempo, alla distruzione mattone dopo mattone, mentre rimanevano intonse le evasioni fiscali (sempre condonate), la corruzione, gli stipendi faraonici dei politici e dei loro galoppini, l’avvelenamento delle nostre terre (chiedere al signor Napolitano), la distruzione sistematica del territorio, i privilegi delle varie caste, il furto delle risorse, gli sprechi utili a rimpinguare il carniere dei servi porta voti.

Chi ora propone risibili manifestazioni di contrasto ad un percorso di ulteriori tagli ai diritti sociali ed a quelli dei lavoratori, ne ha aperto la strada firmando accordi sulla precarizzazione, sul peggioramento delle condizioni nelle fabbriche, su licenziamenti collettivi, impedendo ai sindacati di base, eletti dai lavoratori, di partecipare alle trattative se non firmatari di quei contratti nazionali a perdere sempre “concertati” in nome di un’occupazione mai rilanciata, millantando il proprio antagonismo nelle piazze o davanti alle telecamere mentre, di nascosto, salva l’ a.d. della FCA, Marchionne, da quella denuncia penale, per discriminazione, in cambio  del ritorno in fabbrica dei suoi 19 delegati sindacali, fregandosene degli altri 2300 ancora in cassa integrazione ed in procinto di essere definitivamente licenziati.

Ed è proprio lo “schema” Marchionne ad aver ispirato il premier, eletto da nessuno, nell’ideazione di quel job act e di quella legge di stabilità che, nei fatti, riduce ulteriormente gli spazi di democrazia e di libertà di chi lavora (per il premier, che non ha mai lavorato in vita sua, il lavoro è un dovere…nostro si intende…non un diritto), toglie tutele ai più deboli, a partire dai pensionati a poche centinaia di euro al mese, dai disabili, ormai abbandonati totalmente dallo Stato, per finire a quella platea enorme di disoccupati che saranno costretti, pur di lavorare, ad accettare condizioni disumane, come già accade in molte realtà italiche, pur di avere un qualcosa da portare a casa. Un modello simile a quello dei paesi asiatici, come Taiwan, come Hong Kong, regine dello sfruttamento della manodopera e “paradisi fiscali” per i potenti.

Perfino la I. G. Metal tedesca, sindacato concertativo presente nella Volkswagen, esprime le sue preoccupazioni per “il rischio di un effetto domino delle politiche economiche italiane per tutti i lavoratori europei”…un rischio che non sembrano “cogliere” né i sinistri di un PD, oramai molto più a destra di Berlusconi, né quella finta opposizione parlamentare, tanto urlata quanto assente quando si tratta di lottare assieme a quei “cittadini”, lavoratori e non, che scendono in piazza, che denunciano, dettagliatamente, l’omicidio di quella democrazia rimasta solo nelle pagine di storia, ma ben lontana dalle case e dalle strade della vita reale.

L’assemblea, al termine, conferma che una scelta di classe, di quella classe che esiste nei milioni di poveri del nostro paese, in quei disoccupati, sottoccupati, precari, sfruttati e malpagati, del “modello” industriale italiano, in quei pensionati ridotti alla fame, in quei disabili lasciati al proprio destino, in quei milioni di persone per le quali la vita dipende, esclusivamente, dalle scelte di chi, di quelle esistenze, se ne frega, è l’unica seria e reale strada percorribile per riconquistare ciò che ci è stato rubato.

 
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Il Colle s’indigna

Post n°606 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Dure, durissime,  le parole del Presidente Napolitano sulle responsabilità per le alluvioni che stanno affogando l’Italia sotto il fango delle irresponsabilità diffuse e della silente collusione con le mafie dello stivale e la corruzione di ampi strati della classe dirigente imprenditoriale e politica.

Concordiamo, per una volta, con il Presidente della Repubblica, soprattutto rispetto a quelle responsabilità chiaramente e facilmente rispondenti a quell’ identikit  di chi ha reso il territorio scempio sottomesso ai propri interessi politici, di chi, pagato per questo profumatamente, avrebbe dovuto denunciare ad alta voce le lungaggini burocratiche ed i pericoli che correva la popolazione, di chi, da capo dello Stato e da capo del governo, non ha mai fatto nulla, neanche un monito, affinché questo non accadesse.

Nei fatti l’indignazione del Colle si riversa su se stessa, su quel Napolitano, nel 1996 Ministro degli Interni, che, alle dichiarazioni di Schiavone che rivelavano un agghiacciante avvelenamento del territorio campano, ha preferito il silenzio istituzionale, coperto da segreto, alle azioni da intraprendere, nell’immediato, per evitare un strage, per evitare che si costruisse, per evitare che si seminasse dove la morte era sotterrata.

Il Colle s’indigna, forse immemore dei suoi errori, che ora pagano i bambini, le donne, gli uomini, gli anziani della terra che gli ha dato i natali…s’indigna perché indignarsi è facile…è molto più difficile, ma molto più serio e meno ipocrita, assumersi le proprie responsabilità e trarne le dovute conseguenze.

 
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TAssa Servizi Inesistenti, ovvero TASI

Post n°605 pubblicato il 12 Ottobre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Una bomba d’acqua, termine sconosciuto alla meteorologia che classifica questi fenomeni, anche per la portata d’acqua, come nubifragi, ha, ancora una volta, sommerso Genova e la sua voglia di rinascere dal fango dell’ultima alluvione.

3 anni senza far nulla, impantanati in una politica ed una burocrazia veloce solo quando si tratta di dividersi mazzette ed appalti, molto più lenta quando si tratta di fare, di mettere al sicuro un paese che frana sotto la speculazione e la corruzione, sotto la mancanza di coscienza e di capacità di personaggi senza spessore, senza faccia, senza vergogna, senza anima.

“Ci mettono la faccia”, una faccia che non hanno, al pari delle competenze e della capacità di rendersi conto dei danni che fanno, dell’inutilità e della pericolosità della loro solo presenza, scaricandosi il macigno di responsabilità l’uno con l’altro, tra  uno “sbaglio” ed un “non ho capito”, tra un “non ho potuto” ed un “avrei voluto”, in un sistema così canceroso da risultare marcio anche a se stesso.

Senza faccia e senza responsabilità difronte alle morti ed alle disperazioni, al dissesto di un territorio, ad un sistematico avvelenamento morale e materiale di una intera nazione, come se a governare ci fossero stati altri, come se fino a ieri, questi personaggi, non avessero contribuito, nel partito, con il partito, nei ruoli istituzionali ricoperti, a massacrare il paese, a renderlo fango ad ogni pioggia intensa (nubifragio…si chiama, signori giornalisti !), macerie ad ogni scossa di terremoto, veleno per ogni accordo, palese e non, raggiunto con i “grandi” imprenditori ed i mafiosi nostrani.

Mentre Genova, e la gente di Genova, lotta contro i senza faccia e le loro colpe, contro le conseguenze delle loro incapacità e corruzioni, arriva la Tasi, la tassa sui servizi, quelli che non ci sono, quella tassa che serve a mantenere in piedi il marcio, il fango morale di quella gente che siede negli scranni istituzionali contro di noi.

“Non pagherò più nulla”, urla un cittadino le cui cose sono scomparse sotto quel mare di ingiustizia chiamata politica…altri con pale rimediate spalano il fango dalle case e dai negozi…altri piangono ciò che non riusciranno a riavere più, come i loro amici dell’Aquila, della Sardegna, di tutta quella gente abbandonata al loro destino da uno Stato assente, presente solo al momento delle tasse.

C’è un paese vero, onesto, leale, sommerso dal fango…e c’è un fango, in giacca e cravatta, riverito e ben pagato, che affonda le sue radici nella puzza della sua corruzione…l’Italia, per ritornare ad essere un paese, il fango deve spalarlo via tutto, ma proprio tutto.

 
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