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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Ottobre 2014

 

Senza l’art.18 Pasquale sarebbe licenziato

Post n°604 pubblicato il 11 Ottobre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Con chiarezza, documentando, a differenza di Renzi, le conseguenze di una cancellazione prevista, ma ancora non messa su carta, da un premier che non ha neanche il coraggio di dire con onestà quale sia il suo pensiero, il comitato mogli operai di Pomigliano manda una lettera pubblica al rottamatore di libertà e diritti, nella quale si precisano le conseguenze di un atto discriminatorio che colpisce non solo il singolo lavoratore, ma tutta la sua famiglia e tutti quegli operai che ancora ritengono la dignità un valore da difendere non solo legato ad un malpagato stipendio.

Pasquale, licenziato ingiustamente è stato reintegrato dal giudice del lavoro e la scorsa settimana anche la Corte di Cassazione con sentenza definitiva ha condannato la Fiat riconfermando le ragioni del lavoratore. Con la proposta governativa di cancellazione dell’art. 18 oggi Pasquale sarebbe sul lastrico con la sua famiglia:  

Renzi… si fossi mammeta… te facesse na’ faccia ‘e pacchere ! 

Perché si era pe’ tè oggi Sabrina di 11 anni e Viviana di 17 anni ‘e ffiglie ‘e Pascale facevano ‘a famme… col padre licenziato ingiustamente dalla Fiat di Marchionne, il tuo “compariello americano” fortemente appoggiato dalla barbarie delle tue “moderne” leggi e che oggi vorresti rappresentasse il nostro futuro e quello (sic) dei nostri figli.  

Perché non ci fa tanto rabbia la tua faccia tosta col tuo già grave atteggiamento consapevolmente indisponente e  bugiardo ma ci inquieta la pretesa di precarizzare e mettere sotto ricatto padronale tutti i lavoratori italiani sulla falsariga dell’accordo di Pomigliano!   

Altro che modernità, il tuo governo ricorda le banana republic 

Per la ostentata e manifesta collusione da te dimostrata sulla scena internazionale di Detroit con la sottomissione del tuo governo ai forti poteri economici e finanziari internazionali ed agli interessi monopolistici e lucrativi in Italia di Fiat-Chrysler, la multinazionale dell’auto ad influenza americana  

E questo nella tragicomica circostanza del “semestre di presidenza italiana del consiglio UE” nonché in concomitanza della fuga della Fiat dall’Italia formalizzata proprio in questi giorni e  la contemporanea apertura di un’inchiesta europea sulla Fiat in odore di  evasione fiscale: se non fosse da piangere ci sarebbe da ridere!  

Ma c’è ben poco da ridere considerando la pericolosità sociale del tuo governo per l’insieme dei lavoratori italiani ed il probabile e conseguente “effetto domino”  per quelli europei.   

Se tu, con la tua azienda di famiglia (tra l’altro sotto inchiesta per illeciti penali) stai con Marchionne, noi stiamo con Pasquale e con tutte le “vittime della Fiat”, dai suicidati ai licenziati alle migliaia di cassintegrati senza futuro delle fabbriche italiane”. 

Ed è per questo che parteciperemo all’assemblea pubblica degli operai Fiat che si terrà a   Pomigliano il prossimo 18 ottobre. 

Comitato Mogli Operai - Pomigliano d’Arco, 9 ottobre 2014

 

 
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Il futuro rottama Renzi

Post n°603 pubblicato il 10 Ottobre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Decine di migliaia di studenti e di precari della scuola hanno invaso Napoli, centinaia di migliaia 60 città italiane, per difendere quel futuro che il signor Renzi, ed il suo governo di non eletti, ha deciso di cancellare, rendendo la scuola pubblica, fatiscente e cadente, un apprendistato per schiavi, un “corso di formazione” a quel jobs act che toglie diritti e salario, tutele costituzionali e libertà.

Se un merito si voleva per forza trovare all’uomo voluto da Napolitano, ed ancora oggi difeso dallo stesso, è quello di aver spinto finalmente la gente onesta a riprendersi il paese, pacificamente, a manifestare la rabbia per decisioni che vanno in un solo verso, ulteriori cancellazioni di diritti e libertà, e che, ancora oggi, non affrontano i nodi del problema Italia che risiedono, tutti, nella corruzione della classe dirigente, nei bancarottieri, come il padre di Renzi, nella distruzione sistematica di istruzione e sanità, in quella montagna di provvedimenti che mira a distribuire povertà e necessità, per meglio ricattare, per meglio arricchirsi.

“Se ci rubano il futuro occuperemo le città” gridano saltando i nostri figli, lasciati senza lavoro e con la prospettiva, secondo una riforma stile Renzi, non ancora definita, di dovere lavorare gratis, negli ultimi anni di liceo, per le aziende, per quell’inserimento che poi diverrà  un apprendistato mascherato, passibile di licenziamento ad ogni rivendicazione di un diritto.

Eppure, dice qualcuno, la moglie di Renzi, guarda caso, lavora proprio nelle scuole, come può accettare questa riforma che cancella, alla base, il vero senso dell’istruzione ?

Ma chi vuol “cambiare verso” all’Italia, continuando a rimanere impuniti i corrotti e garantiti i mafiosi nelle istituzioni, risponde, proprio in contemporanea alla marea che ha invaso l’Italia, con un ulteriore taglio di 800 milioni di euro sull’istruzione pubblica…

“Il nostro percorso non si ferma oggi”, gridano i ragazzi, “occuperemo le scuole, chiederemo ai nostri genitori di scendere in piazza con noi, manifesteremo con gli insegnanti, con i precari, con i lavoratori, il futuro è nostro, chi ce lo vuol rubare è pregato di togliere il disturbo !”

 
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Fasci renziani

Post n°602 pubblicato il 08 Ottobre 2014 da ilpasquino.controinf
 
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Esautorato il parlamento dei suoi poteri, su questioni di interesse primario, impedendo qualsiasi discussione nel perenne silenzio di un Presidente della Repubblica impegnato a farsi ascoltare, al processo della trattativa Stato-mafia, alla presenza di Riina e Bagarella, cancellati i diritti alla salute ed alla formazione, con una sanità fatiscente piena di raccomandati politici incompetenti ed una scuola pubblica che cade a pezzi, asservita definitivamente l’informazione italica, nata cresciuta e pasciuta all’ombra di una politica che ne indicava i redattori e la riempiva di quei fondi necessari per continuare a disinformare, il governo Renzi, tra una fiducia critica ed una fiducia sfiduciata dei suoi “illustri” amici e sodali di partito, si appresta, questo pomeriggio, a farsi dare carta bianca su una riforma del lavoro che puzza di fascismo, come il suo leader e come tutto il suo partito.

Il gregge belante, sostenitore della distruzione di ogni democrazia e di ogni redistribuzione di un reddito ormai solo nelle mani di pochi, si spende nel difendere l’indifendibile, solo per mantenere le misere posizioni, raggiunte grazie alle raccomandazioni che il “partito” gli ha fornito, e per “piazzare” i figli, negando ogni idealità, ogni verità…per quell’unico squallido e patetico obiettivo che fa dell’uomo uno schiavo pur di mantenere la pagnotta anche a costo della vita degli altri.

Da queste pagine lo avevamo detto per tempo, ai tempi di quel “bella ciao” dei fascisti odierni che regalavano, cantando ed offendendo la memoria di chi aveva perso la propria vita per dare libertà a questo paese, miliardi alle banche, mentre, al contempo, aumentavano le tasse sulle famiglie, sui lavoratori, sui disoccupati, toglievano i necessari aiuti ai disabili, umiliavano chi aveva lavorato per anni, cancellando il potere d’acquisto della misera, ma onesta, pensione percepita…il pericolo “fascista” veniva, e viene, dal PD, dai suoi pochi iscritti, da quei funzionari, da quei nullafacenti, da quei corrotti e corruttori che si sono insinuati in ogni dove nei gangli della nostra democrazia, sporcando tutto, rubando tutto, e che pur di rimanere attaccati ai loro privilegi rubati (la ripetizione è d’obbligo) negano la verità.

La corruzione vola, ed i bancarottieri fraudolenti, come il padre del sig. Renzi, vivono felici dei loro furti, vivono sulle spalle di un intero paese, senza che il governo dei “sinistri” ritenga una priorità fermare la corruzione, fermare il ladrocinio, dare uno stop agli sprechi ed alle clientele. “Cambieremo il paese”, dice l’eletto da nessuno, quello che campa grazie al voto di una massa di dementi che pur di fregare Grillo si sono dati, da soli, una pesante martellata sui genitali.

Ed il paese cambia, in peggio, rendendo il licenziamento un diritto del padrone, la ribellione una pena da dover pagare con secoli di carcere (190 anni richiesti per gli attivisti No Tav), l’avvelenamento, l’inquinamento, l’omicidio colposo di intere zone del nostro paese, un reato minore da dover scontare con qualche buffetto sulla spalla (62 anni richiesti per gli imputati del processo Marlane Marzotto che, ad oggi, conta 108 morti per tumore ed altre decine di operai ammalati dello stesso male), la disabilità una colpa da dover scontare e pagarsi in famiglia, la casa un diritto dei soli ricchi, la pensione una chimera, il vitalizio per i ladri un diritto.

Nel silenzio totale dei media, nell’asservimento complice dei vari conduttori di talk show, che parlano di pizze ed ammennicoli vari, gli unici a dare battaglia rimangono quelle migliaia di persone scese in piazza per contestare la BCE, quelle oggi a Milano con la Fiom, i No Tav, rimasti da soli a combattere la repressione fascista del governo, i vari comitati della terra inquinata campana, che il 25 ottobre ribadiranno la loro rabbia, i comitati No Muos, No TTIP, che da soli combattono battaglie di democrazia e di libertà dei popoli,  ed i cinque stelle, che in parlamento sono gli unici a lottare.

L’Italia non è morta, alle dittature siamo abituati, ma siamo anche stati sempre capaci di farle cadere...forse è il momento di comprendere che le divisioni di chi non accetta le imposizioni dei ladri, debbono scomparire difronte all’obiettivo comune, quell’obiettivo che si chiama ancora, oggi come ieri, democrazia e Costituzione.

 
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Processo Marlane/Marzotto: chiesti 62 anni di carcere per gli imputati

Post n°601 pubblicato il 07 Ottobre 2014 da ilpasquino.controinf
 
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E’ in dirittura d’arrivo, finalmente, il processo per la strage di Praia a mare, oltre 100 operai morti per tumore, tantissimi altri ammalati. I pm Sonia Gambassi e Maria Camodeca, nella loro requisitoria finale, hanno chiesto, per i reati di omicidio colposo e disastro ambientale, le seguenti condanne: Pietro Marzotto, presidente del gruppo, 6 anni; Silvano Stoner, ex amministratore delegato, 5 anni; Jean De Jaegher, manager del gruppo Marzotto, 5 anni; Lorenzo Basetti, ex sindaco di Valdagno e vicepresidente di Lanerossi, 5 anni; Carlo Lomonaco, ex capo reparto Marlane ed ex sindaco di Praia a Mare, 10 anni; Salvatore Cristallino, responsabile Marlane, 3 anni; Vincenzo Benincasa, responsabile Marlane, 8 anni; Ernesto Antonio Favrin, vice Presidente vicario della Confindustria veneta, 5 anni; Giuseppe Ferrari, 4 anni e 6 mesi; Lamberto Priori, 7 anni e sei mesi; Attilio Rausse, 3 anni e 6 mesi.

La vicenda, lunga 13 anni di indagini, tra depistaggi e reticenze dei vertici aziendali, ha lasciato, lungo la sua tortuosa strada, una inaccettabile striscia di morti, di quegli operai che lavoravano in ambienti nei quali la salute era ritenuto un costo da non dover affrontare, con la compiacenza ed il silenzio di chi avrebbe dovuto controllare, di quei sindacati confederali, ora assenti al processo, di quelle istituzioni locali, totalmente interne al management dell’azienda, come l’ex sindaco di Praia.

Denuncia lo Slai cobas, unico sindacato, assieme a medicina democratica, ancora presente come parte lesa al processo, l’esistenza di registrazioni telefoniche che proverebbero tentativi di influenzare i testi. “In quindici anni, denuncia Mara Malavenda dello Slai cobas nazionale, l’azienda ha fatto di tutto per ritardare l’accertamento dei fatti per arrivare alla prescrizione. Le stesse registrazioni, come il ricatto sulle famiglie dei defunti e degli ammalati, che le ha costrette ad accettare un patteggiamento ben al di sotto del reale danno subito, ne sono la prova. Siamo l’unico sindacato costituito parte civile in questo processo, che va avanti grazie al nostro impegno ed a quello di medicina democratica. Non demorderemo sino alla sentenza di condanna”.

Praia a Mare, così come Valdagno, così come l’Ilva di Taranto, così come la Terra dei fuochi e le tante realtà italiane, nelle quali la vita delle persone è considerata meno di zero, nelle quali i tumori vengono attribuiti, da chi fa politica per gioco e senza alcuna capacità né conoscenza, a “stili di vita”  sbagliati, sono il pericoloso segnale del degrado morale di una classe dirigente e di una politica collusa e corrotta, per la quale la salvaguardia della salute, il rispetto delle leggi, il diritto ad un lavoro che non costi in termini di vite umane, non trova alcun posto difronte al profitto.

Il processo che si svolge a Paola è alle sue battute conclusive. La lunghezza del suo procedimento, con i certi ricorsi in appello ed in cassazione, rischia di rendere inutile l’impegno di chi si sta battendo affinché questi delitti non siano cancellati da una prescrizione che ingiuria la giustizia e tutto il nostro paese, le vittime e le loro famiglie, la verità e quella Costituzione ormai divenuta carta straccia nelle mani di chi la storpia solo ed esclusivamente per cancellare diritti ed aumentare le salvaguardie per i ladri, i corrotti, gli assassini.

Purtroppo nel paese dei Renzi, del PD e del Pdl uniti nell’eliminare le ultimi flebili salvaguardie rimaste, l’unica riforma seria, l’unica riforma vera, quella di una giustizia che punisca, senza prescrizione, chi delinque, è ben lungi dall’essere anche solamente pensata…improbabile, difficile, impossibile, sperare che i colpevoli si puniscano da soli.

 
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De Magistris sospeso, cittadini in piazza

Post n°600 pubblicato il 04 Ottobre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

In un battibaleno arriva, dopo la condanna per abuso di ufficio, la sospensione, dalla carica di Sindaco, per Luigi De Magistris…mai giustizia italiana fu così solerte e così attenta a far rispettare quelle regole che, in ogni dove, nel nostro paese, sono violate quotidianamente .

C’è chi è figlio, e si erge a neo costituente, con una condanna definitiva per una frode fiscale di svariati miliardi, apprezzato ed ascoltato da chi straparla di valori costituzionali e di legalità, e chi è figliastro e viene additato come quel cancro di cui l’Italia deve liberarsi per lasciare spazio a chi l’ha avvelenata, e vuole continuare a farlo, l’ha derubata, e vuole spolparla, l’ ha impoverita, e vuole umiliarla.

Sia chiaro, da queste pagine, più volte, abbiamo criticato alcune scelte dell’amministrazione dell’ex pm, più volte non ne abbiamo apprezzato la sindrome del “faccio tutto io” e “so tutto io”, la mancata attuazione di quelle promesse, non mantenute, non solo per sua responsabilità ma anche, se non soprattutto, per i danni materiali e morali che le giunte del PD hanno lasciato in eredità…con uno stuolo di galoppini, attaccati alle loro poltrone, ancora capaci di bloccare riforme necessarie e muovere i fili di un clientelismo arraffone che si aggira nei palazzi a far solo danni. Ma di certo, a questo sindaco, non si può non riconoscere l’onestà, le ore di lavoro spese, l’impegno nel difendere l’acqua pubblica, nel creare il registro delle unioni civili, nell’opporsi agli inceneritori, ultima “trovata” di uno Stato che ha reso la Campania contenitore di rifiuti tossici di tutta Europa e sede dei loschi intrecci tra politica e mafie.

Un ostacolo da rimuovere, ora che arrivano i fondi per la riqualificazione di Bagnoli, ora che personaggi, dal passato ben noto a chi non fa finta di non vedere, tornano in campo, da vincitori, riannodando le fila per una nuova fase del famoso “mani sulla città”, per un nuovo esproprio, per un nuovo scempio.

Napoli non può e non deve consentire il ritorno degli sciacalli ed allo stesso tempo deve chiedere a De Magistris una svolta definitiva, l’allontanamento, dalle stanze decisionali, da quella burocrazia nascosta, ma sempre onnipresente nell’ indirizzare e/o bloccare scelte importanti per la città, di quei personaggi collusi con le vecchie amministrazioni, con quella politica delinquenziale che ha creato veri e propri ras di quartiere, boss in giacca e cravatta, ricchi nullafacenti ancora capaci, oggi come ieri, di dispensare assunzioni, di decidere nomine, di impedire che questa città sia finalmente capace di crescere libera dalla loro nefanda presenza.

Questo hanno detto, con chiarezza, le centinaia di persone accorse ieri in Piazza Municipio, questo ha ribadito Pino De Stasio, uno dei più attivi consiglieri municipali, questo sembra aver capito il sindaco sospeso…”sono stato per le strade e ho stretto mani pulite…e meno mani infettate”.

 
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