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Montezemolo ha parlato poi di premierato forte, dicendo che il Presidente del Consiglio dovrebbe avere un vero potere di nomina e revoca dei ministri. Ha aggiunto che non occorre solo modificare la legge elettorale, ma occorrono riforme istituzionali e modifiche coraggiose alla Costituzione, che deve a suo dire adeguarsi ai tempi.

Ha parlato di pressione fiscale inaccettabile, lanciando una stilettata all'Esecutivo; quell'Esecutivo cui un anno fa, in campagna elettorale, egli diede l'imprimatur e supportò nell'affossamento del governo Berlusconi, di cui oggi ricalca invece i programmi.

Ed infine, argomento trendy in questo periodo, il patron di Confindustria ha fatto un accenno anche ai costi della politica, cosa che ridurrebbe l'immobilismo politico. Ha preso spunto dai bilanci del Parlamento, che prevedono una spesa annuale di un milardo e 600 milioni di euro, per invitare il Governo ad attuare una riforma che tagli i costi di funzionamento della Camera e del Senato.

L'opposizione ha particolarmente apprezzato il discorso di Montezemolo. Invece la maggiornaza di governo si è divisa tra plaudenti e detrattori.

Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, presente all’Assemblea, pare non aver molto gradito l’intervento di Montezemolo e il suo j'acuse alla politica e al governo -contenuto in una relazione che pareva inversamente proporzionale al dodecalogo prodiano- tanto che ha dichiarato gelidamente ai giornalisti che “Montezemolo si commenta da solo”.

Il discorso pronunciato stamattina da Montezemolo davanti all’affollatissima platea dell’assemblea di Confindustria è sembrato a tratti un vero e proprio discorso politico.

Che la sua prossima uscita da Viale dell'Economia segni il suo ingresso nei palazzi della politica? E magari collocandosi proprio al centro, dove manca un vero leader e si avrebbe bisogno di un messia politico.

Ai posteri l’ardua sentenza.

Intanto Montezemolo il suo dodecalogo politico lo ha illustrato.