Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi di Febbraio 2014

SU E GIU'

Post n°2253 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da Praj
 

Non importa quanto l'altro ti sembri su, ma piuttosto quanto tu ti vedi giù.
E' da questa percezione interna che poi determini il tuo agire e pensare.



 
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NEO MANICHEISMO

Post n°2252 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Praj
 

Quando si percepisce e prevale un pesante e diffuso clima di neo manicheismo, l'atmosfera relazionale non è mai di ampio respiro, non è foriera di positività e fiducia. E' meglio sempre far spazio al buon senso intelligente e allo spirito di tolleranza e comprensione reciproca. Gli steccati non portano che negatività.
 
MANICHEO: di persona che nel giudicare atteggiamenti, opinioni, situazioni ritiene di poter formulare giudizî secondo un’opposizione radicale di vero e falso, bene e male, senza offrire alternative né ammettere sfumature, e ritenendo di essere dalla parte del giusto e del vero: è un m., per lui esiste soltanto il bene o il male; analogam., giudizî m., concezione m., distinzione m. tra giusto e ingiusto, tra buoni e cattivi.



 
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VISIONE SOLO ORIZZONTALE

Post n°2251 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Praj
 

Non è sufficiente conoscere chi umanamente sei per sollevarti da terra...
Per contemplare un panorama più vasto, devi prima e inevitabilmente auto riconoscerti in chi veramente Sei, svincolato dai giogo della mente che ti trattiene alla catena di una dimensione visiva e conoscitiva solo orizzontale.



 
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UN VELO

Post n°2250 pubblicato il 26 Febbraio 2014 da Praj
 

La collera persistente, per quanto possa sembrare abbia una ragion d'essere, è un velo tra i più opachi che impedisce di vedere la realtà delle cose. Ci mostra solo le maglie di un tessuto fatto di pregiudizi e di proiezioni emotive.
Solo quando si ridiventa sereni e equilibrati si comprende quanto ciò sia vero.



 
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IGNORANZA SAPIENTE?

Post n°2249 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da Praj
 

Ognuno di noi può trovarsi di fronte alle stesse situazioni difficili nella vita. Ma non è detto che ogni individuo non risponda diversamente alla condizione data. C'è gente che in condizioni difficilissime, con handicap di ogni genere, sa vivere in modo più sereno e appagato di altri che pur vivono nell'opulenza, senza problemi economici, fisici o ambientali. Ciò potrebbe essere anche la dimostrazione che ciò che conta, aldilà di casi estremi, è lo stato di coscienza di ognuno che fa la differenza.
In cosa consisterebbe questa differenza, sostanzialmente?
Secondo me, sta nella pienezza spirituale, non necessariamente religiosa, che un individuo porta in sé; nella saggezza acquisita, la quale gli fa trovare un senso profondo nell'esistenza, comunque sia. Cosa che non sempre la mera cultura razionalistica, filosofia speculativa, ideologia politica, sa trovare, offrire all'uomo. Ci possono benissimo essere due individui che, pur immersi in una stessa realtà, sia sociale che psicologica, possono avere un approccio, verso i problemi che pone l'esistenza, totalmente diverso. Gli occhiali coscienziali che potrebbero o che danno il senso alla loro vita saranno determinanti per come vedranno e interpreteranno il mondo e la dialettica delle cose, gli eventi con i quali si confronteranno…
Per me, chi riesce a godere con spirito positivo la Vita data, così com'è, qualunque sia il destino in cui possa venire coinvolto, senza pretese e aspettative, è gratificato da una serenità senza pari. Questo atteggiamento si pone esempio o specchio allo stesso essere umano vicino che, nelle medesime condizioni, vive frustrato e nella sofferenza psicologica. Questo semplice essere diverso mostra un altro modo di rispondere e affrontare le situazioni, ed è già di per sé aiuto. L’aiuto operativo e compassionevole è poi scontato: perché chi è appagato spiritualmente non può esimersi d’aiutare il suo simile. Non è capace d’ignorare il sofferente. Colui che guarda e si arrende alla Vita così com'è, in totale Fiducia del mistero che è chiamato a vivere, scopre una Grazia che gli illumina ogni situazione, per quanto dolorosa e disagevole sia. Questo comportamento positivo non trova il significato in una qualche forma di logica, ma sorge da un senso di gratitudine inesplicabile, che non è frutto del mero intelletto, ma solo in regioni profonde e insondabili che dimorano nella Essenza dell’ Essere. Da questo luogo non si reclama nessuna richiesta di giustizia, di equanimità… ma c’è un senso di unità trascendente, impersonale, di bellezza ed equilibrio superiore, dove anche la morte della propria persona non incute più terrore, né angoscia. Ciò permette di non farsi sopraffare dagli orrori che possono vedere intorno, ma anche di saper cogliere le meraviglie che stanno fuori e dentro di noi. Il solo sentirsi vivo si percepisce come un dono e un miracolo continuo. Poi, non saprei perchè a qualcuno ciò accade e ad altri no. Qui potrei rispondere che il mistero della Grazia forse si offre a chi è disposto ad accoglierla. Questo perchè ha rinunciato a comprendere il senso e il significato del mistero dell’esistenza, e che si è arreso all'Ignoranza metafisica… che poi scopre invece Sapiente?




 
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SCOPRIRE IL VALORE...

Post n°2248 pubblicato il 24 Febbraio 2014 da Praj
 

Aspettarsi nulla è un modo certo per ricevere sempre qualcosa più di niente.
Ma se anche non è una gradita sorpresa, è comunque un dono alla tua anima.
Sta a te scoprirne il prezioso valore.



 
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C'E' FOLLIA E FOLLIA

Post n°2247 pubblicato il 23 Febbraio 2014 da Praj
 

Quando a volte si equipara la follia alla saggezza, non vorrei si scambiasse la mera irrazionalità egoica, la stravaganza comportamentale, la follia nevrotica, intesa come libertà dalle costrizioni e condizionamenti, con la "saggia follia" la quale, invece, è tutt'altra cosa.
C'è la follia metafisica (Divina) e la follia mondana. Prima di equiparare con leggerezza la follia mondana con la "folle" saggezza di un risvegliato al Sè, inviterei a visitare gli ospedali psichiatrici. Si potrebbe vedere molta sofferenza... altro che amore, sia per se stessi che per l'altro, per la vita!
Solitudine e divisione la fanno da padrone in quei tristi luoghi dove impera la follia dello smarrimento, dell'annientamento costruttivo.
La saggezza genuina, invece, ha attraversato la follia dell'ego e l'ha trascesa. Non così è successo al folle rimasto imprigionato nell'oscurità della sua mente, che vive nel dominio della rassegnazione inconsapevole, non certo nell'armonia dell'accettazione cosciente.
Allora, secondo me, è meglio dire individuo consapevole "liberato" dal senso dell'ego ma responsabile, piuttosto che folle come sinonimo di libero e creativo esserci esistenziale. Dire "folle" tout court, se non usato in chiave metaforica o poetica, può dare adito a fraintendimenti, equivoci, ambiguità.
Essersi liberati dal senso dell'ego però non vuol dire essere senza ego, questo va chiarito, ma solo che si è in grado di gestirlo piuttosto che esserne gestiti.
Essersi liberati dal senso dell'ego vuol dire essere "morti" all'illusione di essere qualcuno, ritornare consapevolmente ordinari; vuol dire essere essere "morti" all'idea che si è quel qualcuno, così inteso in modo convenzionale, come nell'individuo identificato in un ruolo sociale, sia anche come un qualcuno immaginario, creduto dal folle perso nei labirinti dell'incoscienza.

L'immagine (Swing of Love III) è del pittore Michael Cheval

 


 
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CONFUSO E INFELICE

Post n°2246 pubblicato il 22 Febbraio 2014 da Praj
 

Tutto ciò che nasce dalla confusione non può che sfociare ancora nella confusione. Il guaio che è che coloro che stanno in confusione, il più delle volte, non sanno nemmeno d'esservi dentro. Per cui sono portati a fare cose sempre più confuse nel tentativo d'arginare il caos interno che proiettano poi all'esterno. Non essendo coscienti del loro stato mentale non possono nemmeno riconoscerlo, ammetterlo, e quindi fermarsi.
Come poveri criceti alimentano, correndo sempre più, il girare a vuoto di una ruota che non li porta a nulla. Per uscire da questo penoso stato di psicologico non c'è che un rimedio: diventare più consapevoli di sè, e cominciare il viaggio che conduce dalla confusione alla chiarezza
interiore. Altrimenti è tutta energia sprecata.




 
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OLTRE L'INNAMORAMENTO

Post n°2245 pubblicato il 21 Febbraio 2014 da Praj
 

L'Amore reale può cominciare solo quando termina l'innamoramento. Il delirio, il sogno, la sbornia, la passione... dell'innamoramento è solo l'amo per la possibilità di intraprendere un processo di crescita più grande. E' una opportunità importante che si può però sciupare, e molte volte accade, se non la si coglie come occasione per conoscerci e conoscere. Per imparare altro, molto altro. L'innamoramento dunque è solo una sorta di trailer, uno spot, uno stimolo messo in atto dall'esistenza, oltre che per perpetuare la specie, per convincerci ad intraprendere una grande avventura umana... e spirituale. Attaccarsi ad esso è infantile e letale per la nostra evoluzione interiore.



 
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NEMICI

Post n°2244 pubblicato il 21 Febbraio 2014 da Praj
 

Spesso creiamo nemici all'esterno per non vedere quelli veri che abbiamo all'interno.



 
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NUOVO ORDINE INDIVIDUALE

Post n°2243 pubblicato il 20 Febbraio 2014 da Praj
 

Magari ci fosse un Nuovo Ordine Mondiale! Non quello però del dominio di pochi individui sui popoli, ma uno basato sulla giustizia, sull'amore, sulla libertà e una consapevolezza diffusa.
Aldilà dell'utopia, sarebbe già tanto realizzare un Nuovo Ordine Individuale.
Questo è il presupposto per ogni Ordine armonico più ampio e positivo per tutti.




 
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NO CONTROL

Post n°2242 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Praj
 

Più cerchi di avere controllo sulla vita più ne sarai controllato, tuo malgrado, anche se non lo credi. Resistendo al suo fluire rendi solo teso e spiacevole ciò che invece può essere rilassamento e celebrazione.



 
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MANDALA... ahahah!

Post n°2241 pubblicato il 18 Febbraio 2014 da Praj
 

 
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ZEN CHI?

Post n°2240 pubblicato il 18 Febbraio 2014 da Praj
 

Non nominare lo Zen invano: non perchè ciò sia blasfemo, ma solo perchè non sai quel che veramente è. Non cercar dunque di far effetto... quando in realtà non lo conosci affatto.


 
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SI VADA OLTRE... MA OLTRE DAVVERO!

Post n°2239 pubblicato il 17 Febbraio 2014 da Praj
 

Quando si parla di politica, sarebbe bene non permettersi mai di pronunciare le famigerate parole 'Gott mit uns! (Dio è con noi!)'.
Non andrebbero nemmeno pensate: perchè ciò è quanto più lontano ci possa essere dal vero: Dio non centra nu
lla con questi partigiani deliri di onnipotenza ideologica portati avanti da menti, seppur spesso sincere, con una visione ristretta... deformata e deformante.
Al massimo si può credere di interpretare temporaneamente il pensiero e sentimenti di una parte della gente, arrogandosi tra l'altro erroneamente l'idea che sia un intero popolo. E anche qui sarebbe opportuna una certa prudenza, perché ogni movimento d'opinione di massa va e viene, perchè è per definizione instabile e volubile.
Se proprio vogliamo tirare in ballo il Divino, va ricordato che Esso è in tutto e in tutti, anche nei cosiddetti nemici, anche negli avversari politici, per quanto sia difficile digerire questo basilare principio quando con furore ci si crede nel 'giusto'.
Si vada dunque oltre... ma oltre davvero!



 
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IN UN MONDO FOLLE...

Post n°2238 pubblicato il 17 Febbraio 2014 da Praj
 

In questo mondo folle e inconsapevole, se vuoi restare sano, devi 'fingere', in qualche modo e in alcuni momenti, che anche tu lo sia. Altrimenti puoi correre dei seri rischi, crearti inutilmente degli ostacoli, ecc... e perderti nei psicodrammi di coloro che sono identificati nei loro ruoli, che non sanno e non possono sapere ancora che è invece tutto un gioco, per quanto incredibile e duro possa apparire.
Solo chi è consapevole dunque può però permettersi in maniera opportuna questa finzione, mai il contrario, facendo ciò al fine d'aiutare i coinvolti in questa immane tragicommedia umana a rendersi conto della follia in cui versano le loro smarrite seppur arroganti menti.




 
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PENSARE TROPPO

Post n°2237 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da Praj
 

Dice il grande poeta Fernando Pessoa: "sono stanco dell'intelligenza. Pensare troppo nuoce alle emozioni."
Questo è vero, ma è pur sempre una questione di uso appropriato della stessa.
Di uso e non abuso. Altrimenti è, secondo me, è un'intelligenza discutibile.
Pensare troppo a scapito del sentire, del vivere pienamente le emozioni, non è per l'appunto molto intelligente. E un cattivo uso dell'intelligenza
(il solo pensare concettuale, coattamente discorsivo) per forza stanca e nuoce... e uccide le emozioni, le relazioni, la vita viva. Provare per credere.




 
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VERI, NON PERFETTI

Post n°2236 pubblicato il 15 Febbraio 2014 da Praj
 

Diventiamo maestri di creatività giustificativa, c'inventiamo sofismi d'ogni genere, spendiamo tanta energia psichica ed emotiva, pur di non accettarci fino in fondo, essere quel che siamo realmente, essere genuini.
Perchè abbiamo così paura di noi stessi, timore d'essere veri?



 
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IN AMORE VINCE CHI AMA

Post n°2235 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da Praj
 

In amore vince chi ama. Amare è bellissimo, ricevere amore non è altrettanto bello. Questo è uno dei segreti...
(Osho)

 
Questo è un principio profondissimo, assolutamente inconcepibile e inaccettabile dalla mente egoica che crede proprio il contrario.
Eppure, fuor dalla logica comune, è vero: in amore 'vince' chi Ama.



 
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MORALISTA DI GIORNO

Post n°2234 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da Praj
 

Spesso chi è ideologicamente moralista o proibizionista è invece indulgente, permissivo, verso se stesso, riguardo a cio' che pratica, in privato o di nascosto condannandolo però pubblicamente. Viceversa capita, curiosamente e all'opposto, che chi è antiprobizionista e non moralista, dunque eticamente indulgente e comprensivo con gli altrui errori e debolezze, sia in concreto anche più virtuoso nel privato degli stessi proibizionisti e moralisti. A molti individui piace giocare sporco, tra vizi privati e pubbliche virtù, al festival quotidiano dell'ipocrisia. E' una scorretta furbizia, un sorta di peccato psicologico.
Questo succede perchè tra il giudicare e il fare c'è di mezzo il barare... con noi stessi e con gli altri. Questa scissione fra quel che si è e quel che si vuol mostrare è la prova della nostra immaturità psicologica e spirituale.




 
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