Creato da MabelRock il 05/04/2005

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Magdalene's girl

Post n°209 pubblicato il 31 Luglio 2007 da MabelRock
Foto di MabelRock

Io l’ho sognato: era un lager abitato da un esercito di migliaia di donne senza identità.
Vittime prima delle imposizioni di ruoli stereotipati e poi del lato crudele della chiesa che considera la compassione una debolezza.
Esiste sai, un’istituzione totalitaria e poco conosciuta, rimossa, passata sotto silenzio.
Un incubo presente solo nella memoria delle pressioni fisiche e psicologiche subite.
Loro non parlano nemmeno sotto tortura, forse per il dolore, forse per la sofferenza, probabilmente per la pazzia – perché quello che ti segna – ha detto un giorno una delle tante Vera prima di sparire – sono le ferite che fanno alla tua mente.
Trasparente metafora del silenzio e dell'alienazione, strumento funzionale alla mutilazione.
Lì dove una volta entrata perdi ogni cosa.
L’identità, la dignità, il nome.
Vergini o puttane, ma mai donne.
A loro nessuno ha ancora mai chiesto perdono.


One day I'm going to die here too
And they'll plant me in the dirt
Like some lame bulb
That never blooms come any spring
Not any spring
No, not any spring
Not any spring

 
 
 
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Puntualizzazione ultima:
IO NON SONO UNA MAB.
IO SONO MAB.

 

Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai essere da un'altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci, finchè sei ancora intero. salvati. Ci sarà pure qualcosa di meglio alla tv. Oppure, se proprio hai del tempo da buttare, che so, potresti iscriverti ad un corso serale. Diventare un dottore. Così magari riesci a tirar su due soldi. Ti regali una cena fuori, ti tingi i capelli. Tanto, ringiovanire non ringiovanisci. Quello che succede qui, all'inizio ti farà incazzare. E poi sarà sempre peggio.

 

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A volte penso sia stata la luna a partorirmi tra spasmi di cosce pallide sapientemente allargate tra le stelle proprio in alto.
Così appesa sopra un concerto di David Bowie lei si apriva lasciandomi cadere.
Io sono Demon e la luna è mia madre

 

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REVOLVER - Isabella Santacroce

"L'abbandono che sento. Ora. Dopo quanto è successo.
Il senso d'esserne vittima. D'essere orribile.
L'amplificazione a dilatarmi la solitudine.
Diventa una macchia indelebile.
La vesti quasi fosse il tuo abito della domenica.
Quello coi nastri nel collo. T'appende. T'impicca lontano da tutti.
Nel regno dei crocifissi. Hai il marchio.
Quasi fossi una vacca da carne in attesa del boia che ti costringe in ginocchio. Ti spara alla testa.
Senti ciò che per te è stato scelto.
Nascere e sentire in maniera costante la morte".


 

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OCEANO MARE - A. BARICCO
Io ti ho amato, André, e non saprei immaginare come si possa amare di più. Avevo una vita, che mi rendeva felice, e ho lasciato che andasse in pezzi pur di stare con te. Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perché il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità. E lo sapevo che poi la vita non è abbastanza grande per tenere insieme tutto quello che riesce ad immaginarsi il desiderio. Ma non ho cercato di fermarmi, né di fermarti. Sapevo che lo avrebbe fatto lei. E lo ha fatto. E' scoppiata tutto d'un colpo. C'erano cocci ovunque, e tagliavano come lame.

 

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... forse, sempre, e per tutti, altro non è mai, lèggere, che fissare un punto per non essere sedotti, e rovinati, dall'incontrollabile strisciare via del mondo. Non si leggerebbe, nulla, se non fosse per paura. O per rimandare la tentazione di un rovinoso desiderio a cui, si sa, non si saprà resistere. Si legge per non alzare lo sguardo verso il finestrino, questa è la verità. Un libro aperto è sempre la
certificazione della presenza di un vile - gli occhi inchiodati su quelle righe per non farsi rubare lo sguardo dal bruciore del mondo - le parole che a una ad una
stringono il fragore del mondo in un imbuto opaco fino a farlo colare in formine di vetro che chiamano libri - la più raffinata delle ritirate, questa è la verità. Una sporcheria. Però: dolcissima ... lèggere è una sporcheria dolcissima. Chi può capire qualcosa della dolcezza se non ha mai chinato la propria vita, tutta quanta, sulla prima riga della prima pagina di un libro ? No, quella è la sola e più dolce custodia di ogni paura - un libro che inizia ... [A.B.]
 

 
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