RICHIESTE DI SOLDI PER CONTO DEGLI ESPOSITO: INFLITTE PENE A SALVATORE CANNAVACCIUOLO, GIUSEPPE SICIGNANO E ANTONIO SOMMA
Santa Maria La Carità. Era stato arrestato, a conclusioni di accurate indagini, lo scorso 27 giugno, ed ora è arrivata la prima condanna da parte della seconda sezione penale del tribunale di Torre Annunziata. Salvatore Cannavacciuolo, 51 anni, consigliere comunale di Santa Maria la Carità, coinvolto per gli inquirenti negli affari del clan Esposito retto da Tonino “'o biondo”. Cannavacciuolo, in carcere da mesi, dovrà scontare 5 anni e 6 mesi di reclusione per minaccia aggravata. Fu, infatti, protagonista di una “chiacchierata” con un imprenditore sammaritano, invitato in quel caso ad “assecondare” le richieste della cosca locale, che cercava di estorcere denaro. Tra 500 e 600 la rata annuale da versare agli Esposito, 200 euro invece quella delle festività natalizie e pasquali. Ieri pomeriggio, insieme a Cannavacciuolo sono stati condannati altri due esponenti del clan Esposito. Si tratta di Giuseppe Sicignano, 53enne fabbro, già noto alle forze dell’ordine, condannato a 5 anni, e Antonio Somma, 48enne meglio conosciuto come “o’votasole”, che dovrà scontare 9 anni e 2 mesi di reclusione per estorsione continuata ed aggravata sempre ai danni del medesimo imprenditore, un 32enne di Santa Maria la Carità. Le indagini che hanno portato agli ordini di carcerazione poco alla volta di tutti gli esponenti del clan, tra febbraio e giugno 2008, sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia, agli ordini del capitano Giuseppe Mazzullo e del tenente Andrea Minella. Nel giorno dell’arresto di Cannavacciuolo, finirono in manette con lui anche Sicignano e Gaetano Malafronte, 42 anni, residente a Sant’Antonio Abate, mentre già detenuti in carcere c'erano Antonio Somma, Ferdinando Gargiulo, 27enne detto “Nandino”. Nella prima, il 25 febbraio 2008, finirono in manette Ferdinando Gargiulo, Antonio Somma, Vincenzo Bisaccia e Ernesto Samà; nella seconda, furono arrestati il capo- clan Antonio Esposito, detenuto ai domiciliari, il reggente Ernesto Montagna e gli altri collaboratori, Luigi, Antonio e Gennaro Gargiulo (padre e due figli), e le donne di “Nandino”, Giuseppina Todisco e Antonietta Zincone; nella terza, infine, proprio il consigliere Salvatore Cannavacciuolo, Giuseppe Sicignano e Gaetano Malafronte. Sulla notizia, è intervenuto il primo cittadino sammaritano: «Ho sempre avuto massima fiducia nei magistrati – ha affermato il sindaco di Santa Maria la Carità, Francesco Cascone – e soprattutto nell'operato dei carabinieri che continuano a svolgere un grande lavoro, evitando che questa cittadina piombasse in un vero e proprio incubo. Io posso solo dire che sono sereno, che ho fiducia nelle istituzioni e che la mia amministrazione non ha nulla a che vedere con camorra». Dario Sautto - Giornale di Napoli