Creato da stabia_info il 19/06/2007

STABIA NEWS

Notizie dell'hinterland stabiese

 

Castellammare di Stabia: lo sport negato

Post n°17728 pubblicato il 30 Ottobre 2014 da stabia_info
 
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La lettera di denuncia delle Associazioni Sportive stabiesi riguardo la vergognosa situazione dell'impiantistica sportiva cittadina

Le Associazioni Sportive Stabiesi, con estremo rammarico, sottolineano il totale disinteresse della amministrazione comunale nei confronti non solo dello sport in genere ma soprattutto nell'attenzione verso le fasce deboli e minori, certamente le piu' penalizzate nel loro processo di crescita psico-fisico.
Queste cose le diciamo a valle di una serie di eventi di seguito riportati:
1) Ad un mese dall'insediamento della giunta in data 08/08/13 tra le tante necessità impellenti sul territorio si provvedeva in maniera silente all'adozione di un provvedimento che aumentava le tariffe per l'utilizzo delle strutture sportive comunali da 2 a 5 € ( così si evitava il dissesto); in seguito, su richiesta delle associazioni ad un tavolo congiunto, si conveniva, viste il diffuso panorama di crisi, ad un aumento graduale delle tariffe.
2) Situazione impianti sportivi esistenti e quelli a divenire: la situazione è ai limiti dell'inverosimile (non per colpa dell'amministrazione attuale), al di là delle palestre comunali delle scuole, non esiste una struttura comunale. Inoltre, nel tavolo indetto anche questa volta sempre su richiesta delle associazioni si era convenuto che, onde evitare le lungaggini burocratiche, ogni anno si determinava la possibilità di utilizzare le strutture scolastiche comunali ad anno sportivo avviato nonché che le convenzioni sottoscritte da ASD, Comuni e Circolo Didattico avessero termine al 30 Settembre dell' anno successivo; oggi purtroppo bisogna constatare la mancata apertura della struttura della Basilio Cecchi (una struttura sportiva a servizio del Centro cittadino) e la apertura solo a metà ottobre della struttura del Cicerone, conseguentemente con il solito rituale delle associazioni che a inizio Settembre devono questuare l'utilizzo delle strutture comunali e, di contro, un ufficio sport carente nelle unità e oberato anche da altri impegni, incapace di far fronte alle richieste con tempi celeri. La programmazione della realizzazione degli impianti sportivi prevista dal programma elettorale parlava di impianti polivalenti, piste ciclabili e piscine comunali ad oggi con un bilancio non approvato non si può nemmeno finanziare l'opera al CMI prevista dall'amministrazione Bobbio e non si può nemmeno andare avanti con il Project Financing previsto nel piano delle opere triennali relativa alla SMS Denza prevista dall'amministrazione Vozza.
3) Veramente inverosimile è la disamina dell'unico impianto comunale attualmente (Struttura di Viale Puglie) chiuso ormai da svariati anni e sottoposto a continue proroghe sulla consegna dei lavori e sul quale si è cercato a fine settembre anche di fare speculazione propagandistica circa la prossima apertura a metà ottobre. Ebbene la verità è una soltanto, da un anno è fatto notorio che, visti i lavori in eccedenza per la messa in sicurezza del costone, sono finiti i fondi, e quindi per gli arredi esterni ed interni alla struttura non vi si può provvedere, di conseguenza la medesima struttura non puo' riaprire. Su questo argomento alcune associazioni, tramite loro rappresentante, a fine agosto, si sono fatte carico di provvedere all'investimento di circa 10mila euro chiedendo che tale anticipazione venisse decurtata dalle rette mensili. La risposta è stata che tecnicamente non si poteva effettuare questa anticipazione e che invece si sarebbe provveduto alla ricerca di questa urgente somma. La ricerca è ancora in corso ed ogni mese oltre agli impianti che risultano danneggiati vi è anche il danno da mancato introito nelle casse comunali delle tariffe di utilizzo degli impianti sportivi. La domanda sorge spontanea ovvero, visto che l'attuale amministrazione è molto attenta ad evitare sprechi perché non si provvede?
Noi associazioni pensiamo sia venuto il momento di riflettere sul da farsi e immaginiamo un'azione dimostrativa al fine di far percepire all'intera collettività le ormai annose difficoltà che incontra quotidianamente chi vuole fare sport e pensiamo seriamente alla possibilità dopo tanti anni di trasferire l'attività sportiva in comuni limitrofi. Nell'attesa che si sblocchino tutte le problematiche chiediamo un incontro al sindaco e agli altri amministratori competenti che possono dedicare un attimo del proprio tempo a coloro che ad oggi vengono trattati come cittadini di serie B.

 
 
 

Tonino Scala: Caro Bobbio ti scrivo

Post n°17037 pubblicato il 17 Agosto 2011 da stabia_info
 
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Caro sindaco ti scrivo così ti distraggo un po’, e siccome sei molto impegnato mai più ti scriverò …

È tanto complicato capire che la questione è tutta politica?

È così difficile comprendere che non trattasi di atti di tifoseria?

È così complesso capire che qui si parteggia per la città e non per Bobbio o Vozza?

Caro sindaco forse lei non sa, non gliene faccio una colpa, che in politica come nella vita esistono contrasti, punti di vista diversi, nella stessa famiglia come nello stesso partito. Sa quante volte io e Vozza ci siamo beccati? Tante. Sa quante volte capiterà ancora? Tantissime. Lo scontro più eclatante è stato quello sul piano regolatore, rivendico ancora quella battaglia. Comprendo anche che la sua cultura politica è legata alla premiership: bisogna ubbidire ad un capo. È questo l’atteggiamento della sua maggioranza, che si amplia sempre più grazie al suo “buon  governo”. Contenti loro …

Per cultura politica e personale non amo essere uno yesman, amo ragionare, amo confrontarmi. So che è complicato capire queste cose se non si ha una cultura democratica, non gliene faccio una colpa. Sa bene anche che ci sono stati momenti in cui ho condiviso le sue scelte, le sue prese di posizione quando era senatore, ed addirittura le ho mostrato solidarietà quando ingiustamente è stato attaccato. That’s buon senso!  Oggi penso che ci siano delle ombre e incapacità nello gestire la cosa pubblica. Posso mai tacere sindaco?

Detto questo che ci azzecca con le osservazioni fatte, con le cose che l’opposizione sta sostenendo.

Caro sindaco, la campagna elettorale è terminata. Lo sappiamo abbiamo perso. Tanti gli errori che abbiamo commesso come centrosinistra, non c’è dubbio, non sarebbe onesto dire il contrario. Poi c’è stato il salto della quaglia e c’è stato anche il coraggio: no alle ammucchiate. Vogliamo ritornare a parlare della città? Sta amministrando? Lo sta’ facendo bene? È senza peccato? Allora perché fa di tutto per costruire mediaticamente una guerra Guelfi-Ghibellini che è solo nella sua testa?

Quando lei afferma che farà di tutto per portare o meglio riportare la legalità sono il primo ad applaudirla e a seguirla. Però c’è qualcosa che non torna. Quando i cittadini del rione Cmi si vedono cambiare le carte in tavola e dalla sera alla mattina sotto il proprio naso si vedono edificare un impianto inquinante e contro legem, cancellando di fatto un progetto che prevedeva un impianto lontano dal centro abitato lontano dal quartiere. Le chiedo: è legale tutto questo? Di chi è il suolo in questione? Chi ledeva il progetto originario? Mi aspetto delle risposte, per fugare dubbi, nient’altro.

Quando non viene utilizzato un sito di trasferenza in località Ponte Persica preferendo di lasciare la città nell’immondizia e avendo la brillante idea di costruirne uno in un quartiere densamente abitato. Mi chiedo: è legale questo? Sono camorristi quelli che difendono i propri figli? Non le sembra che può essere considerato camorrista anche chi impone con la forza una scelta assurda? Le chiedo solo una riposta.

Quando lei annuncia un dissesto finanziario nelle partecipate e poi si fanno assunzioni, dov’è la bugia? Per assumere in una società con capitale pubblico serve l’evidenza pubblica: c’è stata in quel caso? Perché non pubblica l’elenco dei nomi e dei cognomi degli assunti? Parli alla città.

Quando tra gli assunti alla Sint c’è un signore, che certamente non è il suo autista, lo so non c’è nessun contratto, che è stato un suo accompagnatore, forse il più assiduo, è trasparente questo? E delle altre assunzioni? Ne vogliamo parlare? Metta in luce questa trasparenza che ‘nce vo’.

Quando lei in commissione parlamentare, con precisione nella commissione antimafia, sostenne che alcuni assessori e consiglieri del centrosinistra erano camorristi, oggi che sono passati con lei sono diventati paladini della legalità?  Eppure era così circostanziata la sua denuncia erano accompagnati … non ricorda?

Potrei continuare caro sindaco parlando delle strisce blu, delle consulenza, delle spiagge, dell’Avis, della Fincantieri, delle Terme etc ma a che serve se lei non risponde?

Caro sindaco la mia preoccupazione è che quando si usa la parola camorra o legalità, come io uso il peperoncino sugli alimenti, cioè esagerando, si commette un errore: si perde il gusto delle cose, si rovina tutto.

Caro sindaco sono contento che lei stia portando legalità in città, ma se questi interrogativi pongono dubbi dovrebbe rispondere e non sfuggire. Può darsi che lei, preso da tante cose, (è difficile amministrare una città come la nostra), non si sia accorto di quello che sta accadendo. Prenda questa mia presente come una nota di un amico che prova a puntare i riflettori per dare un senso al suo”buon governo”.  Non sfugga e non pretenda nemmeno che chi ha dei dubbi non debba, scusate il gioco di parole, parlare o far finta di niente.  Caro sindaco questa è anche la mia città non me ne faccia una colpa!

Le auguro un buon lavoro.
Tonino Scala

 
 
 

Paolo Schettino scrive una lettera al sindaco Bobbio

Post n°16964 pubblicato il 31 Luglio 2011 da stabia_info
 
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Egregio Sig. Sindaco Luigi Bobbio,

sono Paolo Schettino, il ragazzo disabile stabiese di cui avrà sicuramente sentito parlare nei mesi scorsi, dopo che una segnalazione del 27 luglio 2010, inerente a difficoltà legate alle barriere architettoniche della mia abitazione nel quartiere Cicerone, fu letteralmente ignorata da Lei, l’ex assessore Romano, maestranze provinciali e regionali. Nella missiva veniva chiesto un aiuto concreto per risolvere l’annoso problema che, sicuramente, non affligge solo me, ma che in certe circostanze, come potrà ben capire, diventa veramente insostenibile.

Appena comparsa la notizia sui giornali locali fui subito contattato dall’allora Assessore alle Politiche sociali Emanuela Romano, la quale, forse ingenuamente, credeva di potermi aiutare non immaginando di scontrarsi col muro di gomma della burocrazia italiana. Successivamente il caso passò all’esame dell’apposita Commissione comunale, ma tutto si concluse con una frase a dir poco deprimente, «Se aiutiamo te poi dovremmo farlo con tutti e questo non è possibile!». In seguito ho avuto solidarietà, promesse e tentativi d’aiuto bipartisan, ma oltre a fallire ogni passo fatto, nessuno si è mai pubblicamente affiancato a me in questa battaglia, probabilmente, come ho sempre ritenuto, perché questi casi non sono politicamente interessanti, non sono portatori di voti insomma, riguardando, in apparenza, una meno vasta e visibile classe sociale.

Alla fine io ed i miei genitori avevamo deciso di effettuare l’installazione di una pedana esterna a nostre spese, poi abbiamo optato nella richiesta di un ausilio gratuito, il cosiddetto cingolato, cioè uno strumento su cui si carica la carrozzina e permette di fare le scale. Lei giustamente penserà che la cosa poteva risolversi da subito così, senza creare tanto caos mediatico, ma mi permetta di spiegarLe. Io conoscevo già questo “aggeggio”, ma come potrà vedere informandosi, pur essendo molto sicuro, non è il massimo della comodità e dell’autonomia, difatti incute in molti un senso di terrore, e non esagero, pertanto Le posso assicurare che il solo ad usarlo sarà mio padre, il quale è costretto a salvaguardare la mia e sua incolumità, se ne può dedurre quindi che in sua assenza o indisponibilità io resterò comunque prigioniero dei dieci scalini che mi separano dal mondo esterno.

Come ho detto in passato, rifiuto raccolte fondi e cambio d’appartamento: il primo punto è facile da comprendere, oltre ad avere una dignità ed una condizione economica non indigente, ho la consapevolezza che a questi fabbisogni ci deve pensare lo Stato; il secondo caso è inammissibile, non si possono rivoluzionare abitudini e legami per un intervento quasi irrisorio per la Pubblica Amministrazione.

Unitamente alla presente troverà le tessere elettorali mia e dei mie genitori Ciro Schettino ed Anna Russo, firmatari in calce, dunque come dissi all’inizio della mia battaglia, in occasione della prima tornata elettorale che riguarda la nostra zona (i referendum di giugno), a malincuore rinunciamo ad un nostro diritto, forse il più importante in una democrazia, il voto.

Perché questa decisione? Uno stato civile e moderno dovrebbe tutelare il benessere dei suoi cittadini in tutti gli aspetti della vita quotidiana, nel caso specifico, la libertà e la sicurezza nell’uscire di casa rientra sicuramente nelle priorità incondizionati di ogni essere umano. Se il nostro Paese non è in grado di fornirci una vita dignitosa non vedo quali siano i motivi di dare fiducia a chi non la ripaga immedesimandosi nei problemi più comuni ed aiutando coloro che ne hanno bisogno. Dunque, da questo momento io e la mia famiglia non ci sentiremo più in dovere con lo Stato che ci ha abbandonato a noi stessi, ma ci limiteremo a rispettare passivamente le leggi che esso impone.

Probabilmente io ho perso una battaglia, ma senza dubbio l’Italia ha perso una guerra di civiltà in cui le vittime sono sempre e solo i cittadini indifesi e maggiormente bisognosi.

Ci tengo a precisare che il mio gesto non è inteso a colpire Lei o un determinato colore politico, infatti dopo un mio pubblico sfogo di rabbia, che ritengo giusto e giustificabile, durante una manifestazione del 3 dicembre scorso, è stato insinuato che dietro la mia protesta ci fosse una mirata strumentalizzazione. Nulla fu più errato e, a mio avviso, grave segno di malfidenza e vano tentativo di giustificazione. Oltre a non avere io stretti contatti politici con chicchessia, ho sempre scritto e dichiarato d’aver agito solo l’anno scorso per problemi burocratici, oltre al fatto che mio padre era più giovane e non c’era urgenza di “disturbare” altri, quindi Le assicuro Signor Sindaco che le mie azioni sono fatte con convinzione ed in piena coscienza ed onestà, senza scopi nascosti. Con la restituzione delle tessere mi rivolgo a Lei che è l’Amministratore più vicino, ma il mio messaggio è espresso a tutte le istituzioni italiane, sperando in uno sprono a fare meglio.

Mi preme ricordarLe che durante il mese di maggio c’è stata l’ennesima, seppur breve, interruzione del servizio di assistenza domiciliare, anche questo è un disagio enorme che mi induce a protestare, datasi l’importanza, nonché l’indispensabilità, di tale servizio. Lungi da me immolarmi a paladino della giustizia sociale, volevo semplicemente sottoporre alla Sua sensibilità la questione, sapendo anche che la colpa non è solo del Comune di Castellammare di Stabia, ma ha un fondo di mancanze generali in materia, quindi è come un cane che si morde la coda, il sistema gira male.

Sicuro di un suo riscontro Le porgo distinti saluti.

Castellammare di Stabia, 11/06/2011 

 
 
 

Castellammare: Multiservizi, assunzioni “irregolari”

Post n°16935 pubblicato il 27 Luglio 2011 da stabia_info
 
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Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviataci da un Lettore

Alla faccia della trasparenza e’ legalità, nei giorni scorsi abbiamo assistito all’ennesimo abuso di potere con l’assunzione sia pure trimestrale di operatori ecologici alla Multiservizi Spa di C-mare , società a capitale pubblico, considerato il fatto che non vi sia stato alcun avviso pubblico sia al Comune che sul sito dell’ente in questione , con quale modalità sono state assunte queste persone? Chiamata diretta?..........

Per tutti i cittadini stabiesi ecco cosa dice la legge:

la manovra finanziaria del Governo Berlusconi, costituita dal decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, cosiddetta "legge Brunetta", stabilisce che l'assunzione per chiamata diretta nelle società private che forniscono servizi pubblici non è più consentita; il ministro Brunetta dichiara: «Le municipalizzate essendo società si muovevano secondo le norme del diritto privato. Quindi come tutte le società le assunzioni le facevano come volevano. Con questa norma in pratica si è stabilito che le società che forniscono i servizi locali si devono adeguare ai principi (stabiliti all'articolo 35 del decreto legislativo 165 del 2001) su come vengono fatte le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni.

Art. 35 dl 165/01:

Reclutamento del personale.

1. L'assunzione nelle amministrazioni pubbliche avviene con contratto individuale di lavoro:
a) tramite procedure selettive, conformi ai princìpi del comma 3, volte all'accertamento della professionalità richiesta, che garantiscano in misura adeguata l'accesso dall'esterno;
b) mediante avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento ai sensi della legislazione vigente per le qualifiche e profili per i quali è richiesto il solo requisito della scuola dell'obbligo, facendo salvi gli eventuali ulteriori requisiti per specifiche professionalità.

2. Le assunzioni obbligatorie da parte delle amministrazioni pubbliche, aziende ed enti pubblici dei soggetti di cui alla legge 12 marzo 1999, n. 68, avvengono per chiamata numerica degli iscritti nelle liste di collocamento ai sensi della vigente normativa, previa verifica della compatibilità della invalidità con le mansioni da svolgere. Per il coniuge superstite e per i figli del personale delle Forze armate, delle Forze dell'ordine, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del personale della Polizia municipale deceduto nell'espletamento del servizio, nonché delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata di cui alla legge 13 agosto 1980, n. 466, e successive modificazioni ed integrazioni, tali assunzioni avvengono per chiamata diretta nominativa.

3. Le procedure di reclutamento nelle pubbliche amministrazioni si conformano ai seguenti princìpi:
a) adeguata pubblicità della selezione e modalità di svolgimento che garantiscano l'imparzialità e assicurino economicità e celerità di espletamento, ricorrendo, ove è opportuno, all'ausilio di sistemi automatizzati, diretti anche a realizzare forme di preselezione;
b) adozione di meccanismi oggettivi e trasparenti, idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti in relazione alla posizione da ricoprire;
c) rispetto delle pari opportunità tra lavoratrici e lavoratori;
d) decentramento delle procedure di reclutamento;
e) composizione delle commissioni esclusivamente con esperti di provata competenza nelle materie di concorso, scelti tra funzionari delle amministrazioni, docenti ed estranei alle medesime, che non siano componenti dell'organo di direzione politica dell'amministrazione, che non ricoprano cariche politiche e che non siano rappresentanti sindacali o designati dalle confederazioni ed organizzazioni sindacali o dalle associazioni professionali.

4. Le determinazioni relative all'avvio di procedure di reclutamento sono adottate da ciascuna amministrazione o ente sulla base della programmazione triennale del fabbisogno di personale deliberata ai sensi dell'articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni ed integrazioni. Per le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie, ivi compresa l'Agenzia autonoma per la gestione dell'albo dei segretari comunali e provinciali, gli enti pubblici non economici e gli enti di ricerca, con organico superiore alle 200 unità, l'avvio delle procedure concorsuali è subordinato all'emanazione di apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare su proposta del Ministro per la funzione pubblica di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. (1)

4-bis. L'avvio delle procedure concorsuali mediante l'emanazione di apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, di cui al comma 4 si applica anche alle procedure di reclutamento a tempo determinato per contingenti superiori alle cinque unità, inclusi i contratti di formazione e lavoro, e tiene conto degli aspetti finanziari, nonché dei criteri previsti dall'articolo 36. (2)

5. I concorsi pubblici per le assunzioni nelle amministrazioni dello Stato e nelle aziende autonome si espletano di norma a livello regionale. Eventuali deroghe, per ragioni tecnico-amministrative o di economicità, sono autorizzate dal Presidente del Consiglio dei ministri. Per gli uffici aventi sede regionale, compartimentale o provinciale possono essere banditi concorsi unici circoscrizionali per l'accesso alle varie professionalità.

5-bis. I vincitori dei concorsi devono permanere nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni. La presente disposizione costituisce norma non derogabile dai contratti collettivi. (3)

5-ter. Le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del personale presso le amministrazioni pubbliche rimangono vigenti per un termine di tre anni dalla data di pubblicazione. Sono fatti salvi i periodi di vigenza inferiori previsti da leggi regionali. Il principio della parità di condizioni per l’accesso ai pubblici uffici è garantito, mediante specifiche disposizioni del bando, con riferimento al luogo di residenza dei concorrenti, quando tale requisito sia strumentale all’assolvimento di servizi altrimenti non attuabili o almeno non attuabili con identico risultato. (4)

6. Ai fini delle assunzioni di personale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e le amministrazioni che esercitano competenze istituzionali in materia di difesa e sicurezza dello Stato, di polizia, di giustizia ordinaria, amministrativa, contabile e di difesa in giudizio dello Stato, si applica il disposto di cui all'articolo 26 della legge 1° febbraio 1989, n. 53, e successive modificazioni ed integrazioni.

7. Il regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi degli enti locali disciplina le dotazioni organiche, le modalità di assunzione agli impieghi, i requisiti di accesso e le procedure concorsuali, nel rispetto dei princìpi fissati dai commi precedenti.

Ai posteri l’ardua sentenza……………

 
 
 

Fucaracchi stabiesi: Un'altra occasione di crescita perduta

Post n°15457 pubblicato il 05 Dicembre 2010 da stabia_info
 
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviataci da Stanislao Barretta, stabiese emigrato responsabile del sito web “Vivicentro.org”.

“Dopo aver letto e sentito di tutto, nel merito dei falò dell’Immacolata di quest’anno, se mi è permesso, esprimo il mio pensiero sull’argomento e non solo.

Comincio col dire che non vedo alcun motivo concreto e reale per contestare l’ordinanza in quanto tale dato che non sembra poi tanto campata in aria. Piuttosto a me viene da dire, considerare ed imputare, sia all’amministrazione che ai concittadini, quanto segue.

La tradizione dei fucaracchi dell’ Immacolata risale alla notte dei tempi e da sempre, a Castellammare, è stata occasione di “competizione” tra i vari quartieri (non so oggi ma, quand’ero ragazzo, c’era anche la “simpatica” abitudine di effettuare incursioni in altri quartieri per fare incetta di legna da essi accatastata ecc ecc con altri raffronti, immaginabili, che ne conseguivano … ma sempre cose tra “ragazzi”, insomma). Orbene, questa volta, vista l’ordinanza ed estrapolata la disposizione del poter effettuare tutti il proprio fucaracchio sulla spiaggia, annoto e denuncio:

1) L’amministrazione, nella sia pur condivisibile ordinanza, ha pensato unicamente a mostrare i muscoli e quindi il suo procedere da sceriffato (come è d’uso, ormai, nel centro-legaiolo-destra ovunque essi siedano su qualsiasi poltrona, scranno o strapuntino che sia) per cui, nel ciò fare, ha perso un’occasione d’oro per incentivare / alimentare non dei fucaracchi di legna ma dei fuochi di orgoglio d’appartenenza ai vari quartieri istituendo, unitamente all’ordinanza, un (ad esempio) Palio dell’Assunta da aggiudicare al miglior fucaracchio.

2) I concittadini, considerando lo spirito e le motivazioni di “competizione” esistenti, comunque, alla base degli stessi …. hanno perso anch’essi un’occasione per lanciare un’idea del genere limitandosi a contestare il decreto senza nemmeno provare a trarne vantaggio vuoi proponendo, appunto, che si istituisse un Palio che …. cogliendo l’occasione di realmente e concretamente misurarsi e confrontarsi ponendo i fucaracchi stessi l’uno accanto all’altro – sulla spiaggia – dove, così disposti, si sarebbe potuto facilmente e realmente trarre un giudizio di merito ed assegnare quindi un riconoscimento reale e concreto.

Questo per il mancato Palio dell’Assunta.

A questo c’è da aggiungere, soprattutto per l’amministrazione, che ha perso anche l’occasione per “accendere” essa stessa non dei fucaracchi di legna ma dei fucaracchi ben più importanti di “orgoglio civile” di quartiere che, nascendo oggi con dei fucaracchi, poteva poi magari essere alimentato e fatto crescere anche in tantissimi altri campi e settori ben più importanti e qualificanti quali: pulizia, correttezza, ordine, socialità, solidarietà ecc ecc a tutto vantaggio della Città e quindi di tutta la comunità Stabiese ma tant’è … gli uni troppo presi a fare operazioni di facciata e di sceriffato, gli altri a solo ribellarsi senza controproposte utili per se stessi e per la comunità tutta. E così nulla di concreto ed utile si fa per la città…ed i risultati, purtroppo, si vedono (e, talvolta, si odorano anche)!

Bah! Questo, secondo me, sarebbe stato, e sarebbe, un iter corretto per tutti e tutto, ma…ci si arriverà mai? Boh! Ormai ho 65 anni ma…continuo a sperare”.
Stanislao Barretta

 
 
 
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