A Castellammare di Stabia 2.871 voti in meno rispetto alle Politiche del 2008
"Il Pd deve, necessariamente ed urgentemente, confrontarsi sui meccanismi di selezione delle candidature; sulle le finalità del tesseramento e, quindi, sulla la funzione degli iscritti e sulle forme di democrazia interne al partito. Ci sono realtà in cui "infiltrati" si iscrivono (o vengono iscritti) al Pd non perché credono nel progetto ispiratore ma perché "danno peso" a questo o quel gruppo".
Michele Caiazzo, consigliere regionale del Pd lancia l'allarme sul radicamento del Pd, alla luce di uno studio che analizza la capacità di espansione del partito e i risultati elettorali dello scorso mese di giugno nei 91 Comuni della Provincia di Napoli e nelle 10 Municipalità del Capoluogo. "Si tratta di situazioni emerse e denunciate già nelle primarie del 2007 e che richiedono una incisiva azione di correzione. Lo scopo che ci prefiggiamo - continua Caiazzo - è quello di offrire a tutti elementi di analisi e riflessione per rilanciare il progetto del Partito democratico. Le criticità riscontrate riguardano non solo il Pd napoletano ma il partito nel suo complesso e ad ogni livello. Infatti, la scelta dei candidati prima ed i risultati elettorali del partito dopo - al Nord come al Sud, per le europee come per le amministrative - hanno evidenziato difficoltà nella selezione dei candidati; sorprese all'esito delle primarie; delusione per il voto europeo ed amministrativo, sia per l'avanzata delle destre in importanti realtà da anni governate dal centrosinistra (p.e. Comune di Prato; Province di Lecce, Milano, Venezia), sia per la conferma del Pd al governo di alcune Città e Province "sicure" non al primo turno ma solo in seguito ai ballottaggi (p.e. Comuni di Bologna e Firenze; Provincia di Torino)".
Lo studio di Caiazzo non si limita alla sola denuncia ma prospetta interventi da adottare. Per il consigliere regionale del Pd "occorre riscoprire e valorizzare la militanza politica, anche con l'utilizzo di forme e strumenti moderni; è necessario rendere pubblica l'adesione al progetto politico del Pd - per esempio rendendo facilmente consultabile a tutti e ad ogni livello l'Anagrafe degli iscritti - ed occorre adottare nuovi criteri di rappresentanza territoriale negli organismi dirigenti del partito che privilegino né la popolazione residente, né il numero di iscritti, ma i consensi effettivamente registrati dal partito alle elezioni. Al Pd - conclude - serve un popolo di iscritti, ma che siano militanti; uomini e donne sulle cui gambe deve camminare il progetto democratico, persone che vogliono contare piuttosto che esser contate".
Un primo dato che emerge dallo studio riguarda il diverso risultato del Partito democratico nella Provincia di Napoli nelle due competizioni elettorali: le europee e le amministrative.
I democratici hanno raccolto 338.202 voti nelle europee e 258.223 voti nelle provinciali, con uno scarto tra le due elezioni di 79.979 voti a favore delle prime. "Il dato è singolare - spiega Caiazzo - in quanto il voto alle europee è, tradizionalmente, un voto più politico, di opinione, mentre alle provinciali è un voto politico-amministrativo, più legato ai candidati nei collegi. Occorre, pertanto, interrogarsi sulle modalità di compilazione delle liste del Pd e sulla scelta dei candidati, sulla loro capacità di conquista dei consensi e sul grado di radicamento sui territori".
Un'ulteriore riflessione va fatta sul ruolo svolto dalle liste locali collegate al candidato presidente Nicolais. "La funzione delle liste locali - continua il consigliere regionale del Pd - è generalmente di "pescare voti" tra gli elettori che non si riconoscono direttamente in un partito ma nell'area cui esso fa riferimento. Ebbene, se ai voti conseguiti dal Pd sommiamo i voti della Lista Nicolais Presidente, dei Repubblicani democratici e della Lista L'Altro Sud, si ha un totale di 311.817 voti. Lo scarto rispetto ai voti riportati dal Pd alle europee è ancora negativo, pari a - 26.385 voti. Ne consegue - afferma Caiazzo - che tali liste non solo non hanno attratto l'elettorato che non si riconosceva chiaramente nel Pd (il cosiddetto valore aggiunto), ma hanno sottratto voti al partito. Per giunta non sono riuscite ad intercettare tutti i voti in meno che il Pd ha avuto rispetto alle europee. Anche in questo caso il partito deve interrogarsi sulla scelta di dar vita a tali liste e sulle modalità di compilazione. In alcuni casi, infatti, in queste liste hanno trovato "collocazione" esponenti politici che non è stato possibile inserire nella lista del partito; in altri casi ancora sono stati "ospitati" candidati appartenenti alla "componente" minoritaria del Pd in quei collegi; poche volte ci sono stati candidati espressione di quella società civile che non si riconosce immediatamente nel partito-apparato e a cui le liste locali dovrebbero puntare".
La differenza tra i voti ricevuti dal Pd alle provinciali e alle europee in ciascuno dei 91 Comuni della Provincia di Napoli e nelle 10 Municipalità del Capoluogo registra un valore positivo solo in 10 casi: Ischia (+ 1.670), S. Sebastiano al Vesuvio (+ 926), Striano (+ 618), Frattamaggiore (+ 571), Casamicciola Terme (+ 393), Barano d'Ischia (+ 105), Lacco Ameno (+ 96), Massa di Somma (+ 63), Massalubrense (+ 60) e Sant'Agnello (+ 46). In tutti gli altri Comuni il Pd ha ricevuto meno voti alle provinciali, con differenze superiori ai 2.500 voti registrate a Torre del Greco (- 3.716), Castellammare di Stabia (- 2.871), Pozzuoli (- 2.692) e Portici (- 2.625). Se anziché la differenza tra voti ricevuti alle provinciali e voti ricevuti alle europee, si considera quella tra le rispettive percentuali, la classifica dei Comuni in cui tale differenza è negativa cambia sostanzialmente: al primo posto c'è Casamarciano (- 29,91), seguito da Cimitile (- 24,83), Saviano (- 22,58), Roccarainola (-17,39).
Una seconda analisi contenuta nello studio attiene alla "capacità di espansione del Partito democratico" o anche alla "capacità di mobilitazione degli iscritti". A tal fine è stato calcolato per i tutti Comuni della Provincia e per le Municipalità di Napoli il rapporto tra iscritti e voti riportati dal Pd sia alle europee che alle provinciali, in altre parole si è calcolato per ogni iscritto quanti sono i voti ricevuti dal partito.
"I dati - denuncia Caiazzo - evidenziano alcuni casi-limite paradossali. Ci sono infatti Comuni dove i voti ricevuti dal Pd sono inferiori al numero di iscritti (ciò avviene per le elezioni europee a Visciano; per le provinciali, oltre che a Visciano, a Casamarciano, San Giuseppe Vesuviano e Pimonte), e Comuni in cui per ogni iscritto il Pd registra oltre 60 voti. Ci sono troppi Comuni in cui ci sono masse di iscritti e urne semivuote, e tante realtà in cui c'è una discreta simpatia degli elettori per il progetto democratico ma mancano i militanti". Occorre - conclude Michele Caiazzo - vigilare ed intervenire per ripristinare il rispetto delle regole in quelle realtà in cui "infiltrati" si iscrivono (o vengono iscritti) al Pd non perché credono nel progetto ispiratore ma perché "danno peso" a questo o quel gruppo. Quale utilità può avere il consentire l'iscrizione al partito di persone che non solo non si impegnano per rafforzarlo ma addirittura, in diversi casi, non lo votano nelle elezioni?". julienews.it