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Pompei: Scavi incustoditi, turisti si avventurano ovunque

Post n°12489 pubblicato il 06 Marzo 2010 da stabia_info
 
Tag: POMPEI
Foto di stabia_info

Durante un’assemblea sindacale proclamata per protestare contro la sovrintendenza e il governo

Susy Malafronte Pompei. Avrebbero potuto fare di tutto, magari staccare un mosaico e portarselo a casa. Di certo sono saliti su pezzi di colonne e capitelli per farsi immortalare come antiche statue. Il monumento archeologico più conosciuto al mondo per due ore in balìa dei turisti. Tutto perché qualcuno ha «dimenticato» di chiudere i cancelli mentre era in corso - fino alle 10,30 - un'assemblea indetta dalla Cisl, Uil, Flp e Rdb. Mentre gli addetti alla sorveglianza erano impegnati nell'auditorium a discutere del loro futuro lavorativo e a contestare gli ordini di servizio emessi dalla soprintendente Maria Rosaria Salvatore e il commissariamento, poco lontano, tra le antiche vestigia i visitatori circolavano all'interno delle prestigiose domus prive di custodia. I cancelli, dunque, sono stati aperti alle 8,30, nonostante non fosse stata garantita la sorveglianza necessaria alla tutela del sito e dei visitatori, e la biglietteria - gestita da privati - ha regolarmente lavorato. Se dalla soprintendenza fanno sapere che «laddove non arriva l'occhio umano si accendono i cento occhi elettronici a difesa dei tesori della città sepolta», è pur vero che gruppi di turisti si sono avventurati in zone incustodite, spingendosi anche in luoghi indicati da cartelli come pericolanti. «Ai gruppi accompagnati - ha precisato una guida turistica autorizzata dalla Regione - è stato chiesto di fare attenzione a non danneggiare gli affreschi. Per loro abbiamo garantito noi. I turisti che hanno scelto di visitare gli Scavi autonomamente, invece, potevano benissimo accedere in luoghi proibiti». Secondo i vigilantes il personale che, ieri mattina, dalle otto e trenta alle dieci è stato impegnato nel servizio di controllo era di circa trenta unità. Il numero minimo indispensabile per garantire la sicurezza a sito archeologico aperto. «Molte case - dichiarano invece le guide - erano incustodite. Ripetiamo siamo stati noi a fungere da custodi». Una delle aree più scoperte è risultata essere quella alle spalle del ristorante degli scavi. Un gruppo di turisti padroni per due ore dell'area archeologica, di cui facevano parte anche dei bambini, si sono spinti oltre i limiti del perimetro consentito al pubblico perché attirati dal meraviglioso panorama che affacciava sulle isole di Capri e Ischia. «Bellissima questa parte degli Scavi - ha detto uno studente universitario romano - è la terza volta che visito la città sepolta ma mai mi ero spinto fino a questo punto». Così come sono diventate inviolabili le colonne del Foro. Turiste giapponesi hanno osato oltre il dovuto arrampicandosi, appunto, sulle colonne romane per provare il brivido di farsi immortalare su di un monumento importante della città distrutta duemila anni fa dalla furia del Vesuvio. Gli Scavi incustoditi, oltre a rappresentare un pericolo per i visitatori che, in assenza di personale atto a far rispettare le regole, hanno avuto libero accesso alle zone proibite, hanno messo a repentaglio gli affreschi e i mosaici delle antiche dimore pompeiane. Le telecamere della soprintendenza archeologica, comunque, non hanno segnalato pericoli per i turisti e per il monumento. C'è da dire, però, che non tutti i quarantaquattro ettari riportati alla luce sono interessati dal sistema di videosorveglianza.

I sindacati attaccano la proroga della gestione straordinaria

La protesta che ieri avrebbe dovuto concretizzarsi, in orario di assemblea, nella chiusura annunciata di due ore degli Scavi parte dalla proroga del commissariamento dell'area archeologica di Pompei per attaccare anche l’organizzazione della sovrintendenza. Spiega Cerasoli della Uil che «ancora si continuano a sottrarre risorse alla contabilità della sovrintendenza di Napoli e Pompei visto che vengono tolti altri 18 milioni oltre a quelli già sottratti all'inizio pari a 40 milioni di euro». Nell'ordinanza di proroga al commissariamento, aggiunge la Uil, «continuano ad essere previsti percentuali destinate allo staff e al commissario quando questo non dovrebbe più esserci visto che Marcello Fiori ha firmato da gennaio un contratto di tre anni con il ministero». «Lo stato di emergenza e quindi il commissariamento di Pompei era e resta al 30 giugno 2010», replica il commissario Marcello Fiori che sottolinea: «Ho più volte annunciato alle organizzazioni sindacali che non intendo rimanere oltre tale data». Pompei, fa notare Fiori, «partiva da una situazione disastrosa. In questo periodo però abbiamo dato attuazione a un programma che gli stessi sindacati hanno definito serio e autorevole». E anche il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi interviene: «La nomina del commissario di Pompei rispondeva all'esigenza di far fronte ad una situazione di degrado intollerabile». Aggiunge: «Il commissario Marcello Fiori terminerà il suo incarico il 30 giugno, come ho già annunciato, perché ha portato a compimento in maniera estremamente positiva gli obiettivi per cui era stato nominato in quell'incarico». Non vuole rispondere direttamente sul caso degli Scavi «incustoditi» per due ore (per tutta la giornata è stata irragiungibile al telefono) ma affida a un comunicato la replica sulla polemica avviata dai sindacati. E Maria Rosaria Salvatore, soprintendente archeologica dice: «L'obiettivo principale dell'operato della sovrintendenza speciale per Napoli e Pompei è oggi quello di far funzionare al meglio le due strutture. Stiamo lavorando in modo che l’accorpamento sia anche di fatto e non solo per decreto. Le disposizioni finora emanate sono provvedimenti richiesti dalla normativa, fondati sulla professionalità, la competenza oltre che l'anzianità dei funzionari e dipendenti interessati e, a quanto pare, non condivisi solo da alcune sigle sindacali. La nuova organizzazione è tra l'altro molto simile a quella proposta dal mio predecessore, con ben poche differenze». Il Mattino

 
 
 
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