Creato da scaraciccio il 20/03/2006

Secondo me

Pensieri sparsi: considerazioni sulla vita e su ciò che ci circonda. No?

 

 

Polveri sottili

Post n°531 pubblicato il 10 Luglio 2013 da scaraciccio

Bingo!

Adesso e' ufficiale.
Una ricerca scientifica, condotta per 13 anni su un campione di circa 300.000 persone ha dimostrato che i tumori ai polmoni sono legati all'inquinamento ambientale, ed in particolare alle polveri sottili che vengono generate durante processi di combustione.
Non solo fumo di incendi, eruzioni vulcaniche (molti commentatori si sono soffermati su questi fenomeni) e sigarette, additati pretestuosamente come i soli responsabili della pestilenza del 2000.

Ora tra i responsabili di una malattia endemica che e' causa di un tasso di mortalita' elevatissimo nei Paesi industrializzati, rientrano a pieno diritto scarichi di automobili, riscaldamento e scarichi industriali.

Chi ha gestito la salute pubblica negli ultimi anni deve essere annoverato tra gli untori del nostro secolo.
Pur avendo il sentore che un po' di puzza nell'aria non fosse proprio sano, ministri, presidenti e sindaci si sono sistematicamente lavati le mani sostenendo che non c'era una base scientifica per giustificare la "caccia alle streghe" dell'inquinamento urbano.

Signori belli, leggetevi Lancet Oncology
http://www.thelancet.com/journals/lanonc/issue/current

che a quanto sembra sia la rivista scientifica piu' rispettata al mondo in materia di cancro.

Ora chi e' l'allarmista?
Chi e' l'ipocrita? Chi e' contrario allo sviluppo e al progresso?
Chi e' co-responsabile?

Attendo con ansia risposte.

 
 
 

L'insostenibile leggerezza della Politica Italiana e delle condizioni poco umane di questo Pianta

Post n°530 pubblicato il 31 Maggio 2013 da scaraciccio

Le vicende legate a doppio filo al conflitto magistrati-politica-sistemaeconomicoproduttivo non fa che confermare, se c'erano ancora dubbi, l'assoluta inutilita' e pericolosita' dell'attuale classe dirigente nazionale, e l'indispensabile cambio che deve seguire.

Sono forse ossessionato dalla vicenda ILVA, lo ammetto, sono abbastanza noioso, ma lo considero discretamente emblematico perche' e' una rappresentazione concreta e spettrale di tutti i macro vizi della Nazione.
Una vicenda relegata da sempre a cronaca locale (un po' di inquinamento in fondo non ha mai fatto male a nessuno, sono tutti anticorpi, come direbbe mia madre....) e divenuta tragedia europea nel secondo stesso che qualcuno, la magistratura in questione, ha osato mettere un attimino in dubbio una serie di vicende.

Casualmente, dopo alcuni lustri di indagini, perizie, studi epidemiologici, appostamenti e intercettazioni ambientali, si scopre una sinistra subordinazione e costante genuflessione da parte della politica e del sindacato, locale e nazionale, nei confronti di un'azienda di Famiglia.
Perche' di questo si tratta: per quanto grossa, l'ILVA e' un'azienda a conduzione familiare.

Famiglia che ha fatto un po' di cazzi propri per un po' di anni, fregandosene altamente e sonoramente delle responsabilita' sociali del suo business e delle relative ricadute ed implicazioni.
Forse nessuno se lo ricorda, ma il Dottor Riva, il capo Famiglia, ha anche fornito piu' volte, dall'alto del suo trono e della sua omniscienza, giudizi estetici sulla citta' di Taranto rimarcando l'inadeguatezza della stessa a proporsi come ipotetica meta turistica e incapacita' nel creare alternative alla siderurgia, ignorando (essendo un ignorante e corruttore non ci si puo' aspettare diversamente) il tessuto economico e sociale locale, tradizioni e cultura, monumenti ed iniziative, paesaggi e predisposizione naturale del territorio ad accogliere avventure economiche anche diverse dalla monocultura siderurgica.

Piombato in citta'negli anni '60 per volonta' divina, il siderurgico non si puo' e non si deve toccare.
Tutti ci hanno mangiato per decenni, in tanti sono diventati grassi e felici, e hanno anche sviluppato qualita' straordinarie quali la cecita' (incapacita' di notare scandali e reati), cretinismo (incapacita' di leggere, pensare, avere un'opinione oggettiva propria, intendere e volere), apatia (un menefreghismo finissimo, accentuato e di altissimo livello), e un enorme pressappochismo.

Un magnifico sistema al servizio dello Stato sino alla meta' degli anni '90, e poi funzionale allo Stato sotto le mani della nuova Famiglia proprietaria, che da sempre olia il sistema politico e sindacale nazionale e locale.
Una tangentina di qua', un finanziamento pubblico a PD e PDL di la', un po' di soldi per Alitalia di qua', un po' di soldi ai sindacalisti per comprarsi il silenzio di la', un po' di soldi alla curia locale di qua', un po' di raccomandazioni per fare entrare i figli dei lavoratori in una realta' disperata di la', etc etc etc.

Un enorme magna magna che ha reso felicissimi migliaia di persone, per anni.
Una felicita' di colpo messa in pericolo da un Gip e da un clan di magistrati malvagi che hanno osato togliere i paraocchi ai cittadini un po' sonnolenti e molto rincoglioniti di un piccolo capoluogo meridionale che, da un giorno all'altro, si e' scoperto fulcro vitale dell'economia nazionale, ossia un luogo strategico di importanza fondamentale per la salvaguardia del PIL Europeo.

E la madonna!!!! E allora mambo!!
Finalmente anche i cittadini un po' coglioni di questa nuova miniera d'oro potranno avere una parte d'oro anche per loro!
Magari un po' di aria piu' fresca, un po' di mare piu' pulito, magari portare la squadra di calcio in Seria A, cosi' tutti sono felici e nessuno se ne freghera' piu' dei magistrati!!!

Macche'!
L'ingordigia della Famiglia ha portato decisioni un po' sbagliatine, una piccola deviazione di qualche miliardo di euro dalle casse dell'azienda alle casse della Famiglia, secondo la piu' sana e nobile tradizione italiana.
Il tutto sempre benedetto dal clero e approvato dalla sempre prona e genuflessa classe dirigente locale e nazionale, incapace di reagire, di avere idee e ideali e di rispettarli, di seguirli con coerenza e senza compromessi.

Nulla, solo veleni (ai cittadini onesti di Taranto, citta' piu' inquinata d'Europa) e scandali che tra qualche settimana saranno solo un'eco lontano, un'impronta lasciata per sbaglio, una foto un po' sbiadita che nessuno ricordera' piu'.
Siamo un popolo bravissimo nel dimenticare in fretta.
Un'altra tangentina di qua', una raccomandazioncina di la' e via, amici piu' di prima.

La Famiglia Riva non si preoccupi, tanto lo so che non vi state preoccupando, lo so che ve ne fottete.
In fondo tutti se ne fottono, il motto fascista qua' non e' mai morto.
Me ne frego e' quello che tutti dicono e pensano.
Un quadro idilliaco di questa Italia che spero possa estinguersi al piu' presto.

Perche' anche io me ne frego: si, me ne frego del PIL e dell'economia nazionale ed europea, me ne frego delle ragioni dell'industria e del lavoro, me ne frego delle preghiere dei vescovi e delle mille ragioni che stanno dietro alla legge Salva-ILVA.

Me ne frego perche' davanti ai miei occhi, da sempre, c'e' una porcata di dimensioni mondiali, e tutti stanno bene perche' tutti se ne fregano...

E' come quando un palazzo con dentro un po' di lavoratori dell'industria tessile a Doha crolla, causando qualche migliaio di morti. Solo allora un po' di aziende chiedono scusa e promettono, falsamente, di impegnarsi a migliorare le condizioni di vita e di lavoro nel paesi in via di sviluppo.
Bella boiata! E io sono il primo a fregarsene, perche' anche io regolarmente compro i miei vestiti a causa della mia endemica crisi di contante da Primark, la quale col cacchio che paghera' di piu' e si impegnera' a migliorare le condizioni delle fabbriche da dove compra, perche' ne va del suo vantaggio competitivo, baby!

Beh, stessa cosa con l'ILVA: nessuno smettera' di comprare auto o elettrodomestici fatti con acciaio creato in seguito a reati vergognosi, in sfregio a tutte le leggi possibili.
Chi se ne frega! Tutti abbiamo famiglia e tutti dobbiamo mangiare.

Dulcis in fundo, non rimane che dire una verita' stupida, una bella scoperta dell'acqua calda: la politica e' lo specchio di quello che la gente vuole, e se stringi e vai ai bisogni fondamentali, la gente vuole  solo mangiare, scopare e fregarsene degli altri.
Altro che rispetto per l'ambiente e le condizioni dei lavoratori, chi se ne frega!

Abbiamo creato un sistema in questo mondo che da una parte ci sostenta e dall'altro ci strozza, siamo come un cane al guinzaglio corto, che ha fame ma la ciotola e' un po' lontana...

 
 
 

I reati fanno bene

Post n°529 pubblicato il 15 Maggio 2013 da scaraciccio

La Consulta ha depositato la sentenza sul Decreto Salva ILVA dicendo che tale norma e' necessaria per scongiurare una grave crisi occupazionale. Secondo la Consulta salute e lavoro stanno sullo stesso piano e quindi non e' possibile far prevaricare l'uno o l'altro. MA VAFFANCULO!!!!!!

E allora cosa si dice del rispetto delle regole? Tutela della salute? Messa in sicurezza degli impianti? Devastazione del territorio? Danni di immagine e scempio ambientale? Distruzione del tessuto economico e sociale circostante (miticultura, agricoltura, tusrismo)?

La consulta ha dato un parere economico, non si e' espressa sostenendo se la fabbrica ha prodotto in maniera illegale o meno, se e' in regola con tutte le normative europee o meno, se la mortalita' per malattie correlate all'attivita' industriale (responsabile dell'80 % dell'inquinamento locale, dati Comune di Taranto) e' legittima e giustificata o meno.

Nulla di tutto cio', solo un grosso respiro di sollievo per la cara economia italiana.
Allora giustifichiamo tutti gli scempi ambientali e civili in giro per il mondo, come le condizioni apocalittiche di lavoro in Bangladesh o Cina, giustifichiamo il lavoro minorile, giustifichiamo anche la prostituzione minorile, perche' no! In fondo sono tutte pratiche che fanno "girare l'economia" di interi Paesi.

Spero che ai signori giudici responsabili di tale aberrazione gli venga un gran bene...

 
 
 

Ammucchiata di primavera

Post n°528 pubblicato il 29 Aprile 2013 da scaraciccio

L'economia reale in Italia e' vicina ad un punto di non ritorno, con troppe aziende in crisi e un mercato stagnante.
Il made in Italy va ancora fortissimo all'estero, ma il mercato interno crolla a causa degli stipendi e pensioni sempre piu' basse (colpa di un aumento inferiore rispetto all'inflazione), l'euro super forte, tasse troppo alte, credito a famiglie e imprese a gocce, e la solita pappa fatta di corruzione ed evasione, che rimane il vero cancro della Nazione ma che nessuno si ostina a toccare.


E dopo l'effimere e filosofiche vicissitudini del Governissimo Monti, i professoroni che dovevano salvare l'Italia e che hanno solo salvato lo spread (non ricordo molto altro, a parte la riforma pasticciata delle pensioni, il ritorno della tassa sulla prima casa e l'aumento dell'IVA...), adesso e' tornato il momento della sospirata ammucchiata primaverile.

La freschezza del governo Letta, con Ministro dell'Interno nonch'e' Vice-Premier Alfano Angelino, il delfino di Berlusconi. L'asse PD-PDL al comando in nome delle grandi riforme.
Scommetto un milione (che non ho al momento) che le riforme riguarderanno un po' di processi in corso, si fara' un po' di polverone per far quadrare conti di amici e grandi sostenitori, ottenere un fragoroso applauso dalla Germania (nostra emerita creditrice e desiderosa di tenere a bada il resto d'Europa), e poi..........e poi un bel nulla.

Vediamo se anche questa volta ci azzecco, non perche' io sia intelligente o con un gran senso della politica: e' che mi brucia un po' il culo, e ricordo il perche', al contrario di altri milioni di italiani...

 
 
 

Riflessioni d'Aprile

Post n°527 pubblicato il 12 Aprile 2013 da scaraciccio

Non me ne sono reso conto.

Sono passati mesi dall'ultima volta che ho scritto due righe su questa pagina virtuale.
Mesi volati nell'oblio, nella quotidiana esperienza fatta dell'alternanza di lavoro e sonno, interrotte da brevi intervalli dedicati all'effimero: cibo, caffe' al bar, due chiacchiere con chi ti sta accanto.
Poco di piu'.

Progetti relegati da mesi nei cassetti finalmente vedono uno spiraglio di luce in questa primavere che a stento vede la luce e il calore del sole, incapace di perforare queste nuvole dense e basse.
Eppure luce c'e'.

Luce dentro di me, che si espande e si allarga e si riflette in ogni superficie che tocco o penso.
Luce di primavera.

 
 
 

La storia che ritorna

Post n°526 pubblicato il 16 Novembre 2012 da scaraciccio

Sciopero europeo, in contemporanea in Grecia, Spagna, Portogallo, Italia etc etc etc.
La storia e' la medesima.
La gran parte della popolazione e' messa alle strette, con tagli alle spese sempre piu' pressanti, costo della vita sempre piu' alto (sempre per speculzione di pochi furbi), e meno servizi (tagli alla sanita', meno prestiti concessi dalle banche a tassi sempre piu' elevati, tagli all'istruzione, tagli alla cultura etc etc etc).

La storia si ripete.
La Germania del dopo trattato di Versailles era una nazione sfasciata socialmente, uscita sconfitta dalla guerra, costretta da autorita' esterne a rinunciare a terre e a sovranita', a pagare debiti altissimi, lasciando la gran parte della popolazione in condizioni davvero difficili, in termini di disoccupazione, inflazione, costo della vita, coesione sociale.

Stessa situazione, in fondo, in Russia prima della Rivoluzione d'Ottobre, o nell'Italia prima del Ventennio Fascista.
Le condizioni che portarono alla nascita di vasti movimenti nazional popolari che si ingigantirono con la forza della demagogia e del populismo, cavalcando l'onda del malcontento del popolo, erano pressocche' le medesime: poverta' e disillusione, pesanti Pressioni esterni, una guerra finita male o una vittoria spuntata, tessuto sociale sfilacciato, assenza o quasi di una borghesia media (quel cuscinetto che separa i due estremi di ogni societa' prevenendo eventuali frizioni), instabilita' politica, rabbia.

Ora, nell'Europa dell'Euro e della Cominita' Europea, il rischio di guerre e' lontano, ma nemmeno troppo, eppure sussistono altri presupposti.
Malcontento popolare, forti pressioni esterne, una corruzione galoppante che ha portato allo sfascio sociale, pesanti debito da pagare, grandi evasori impuniti che non contribuiscono allo stato sociale, una borghesia rimpicciolita in numero e potenza, malcontento, tagli, disoccupazione, inflazione/spread che porta ad un costo della vita spesso non sostenibile, rabbia, instabilita' politica, ect etc etc.

Io vedo troppe analogie tra quel mondo di 70 anni fa che vida la nascita dei grandi mostri nazional popolari, e la sconquassata europa dei banchieri.
E le proteste stanno aumentando con l'aumentare delle ingerenze esterne.

Si sta preparanto il terreno per nuovi estremismi, e questo e' preoccupante.
Ma cio' che preoccupa di piu', e' l'apparente indifferenza della classe politica nazionale.
In un epoca di scioperi, manifestazioni, violenze, ministri che fuggono in elicottero (vedi cosa e' successo nel Sulcis), e deriva populista, la latitanza politica da spazio ad una deriva che non e' prevedibile.

In Italia ci sono movimenti popolari estremamente interessanti, che propongono da anni soluzioni e fanno domande da sempre ignorate.

Il problema e' che ogni movimento di matrice popolare ha in se i cromosomi della imprevedibilita' e della instabilita', senza una guida solida e stabile, perche' il popolo e' fatto di pecore e pecoroni, pronti a reagire davanti al cane che ringhia di piu'.

Chi e' il cane? Chi sara' il piu' forte?

Al momento ci e' ignoto, e questa "vacazio" rende il tutto ancora piu' instabile.

E questo senso di precarieta' e questa protesta allargata a tutte le nazioni dell'Area Mediterranea puo' davvero creare le basi per una nuova bolla nazionalista.

La storia ci insegna che le cose della vita ritornano, in forme e colori diverse, pero' tornano....

 

 
 
 

Operazione cieli bui?

Post n°525 pubblicato il 09 Ottobre 2012 da scaraciccio

Ma stiamo giocando? Ma che, fanno sul serio?
Operazione cieli bui????
Il governo che sta formulando una manovra di stabilita' da 12 miliardi di euro in 3 anni, e tra i provvedimenti (tra cui 1.5 miliardi di tagli alla sanita', tanto per cambiare, alla faccia del governo tecnico) c'e' quello di ridurre l'illuminazione pubblica.

Cioe', si sta alla frutta.
Se si taglia la luce pubblica si fa la fine della Corea del Nord.
Altro che ripresa economica nel 2013, altro che potenza economico-industriale e tutte le altre storie cantate per mesi.

Io ho una proposta: perche' non istituire per legge che ogni palo della luce, ogni tetto di edificio pubblico, ogni cartello luminoso debba essere alimentato da energia solare mediante appositi pannelli?
Troppo originale?
Forse, ma se e' ancora il Paese del Sole, allora forse sto cacchio di sole e' bene utilizzarlo, e non solo per l'abbronzatura estiva...

E li chiamano tecnici....
Siamo messi male.....

 
 
 

Il sistema industriale drogato italiano

Post n°524 pubblicato il 24 Settembre 2012 da scaraciccio

Sara' una casualita' oppure sembra che ci si avvicini con passo svelto verso il baratro industriale?
Alcoa (Societa' americana che produce alluminio) e' in crisi e abbandona (forse) la produzione in Italia.
FIAT smantella il Progetto Italia (investimenti da 20 miliardi) e attende di essere pompata dal mercato americano.
ILVA SPA costretta (forse) al blocco degli impianti a causa della magistratura.

Coincidenze?
Magari vale la pena fare un po' di analisi.
Il mondo occidentale e' in sostanziale crisi dal 2009.
In maniera silente e velata, si e' passati alla nazionalizzazione di interi comparti (Banche, Finaze, Assicurazioni) in Paesi come USA e Inghilterra, dove lo Stato (o come si dice a queste latitudini "quelli che pagano le tasse", ossia i cittadini) possiede spesso la maggioranza di quote societarie.
Si e' assistito al tentativo di rifinanziare debiti pubblici (Grecia e Spagna) con scarso successo (nonostante i proclami che si leggono su tanti giornali) e adesso, in Europa, si discute circa il ruolo della BCE e circa la convenienza a finanziare ulteriormente Paesi fortemente indebitati (i famosi PIIGS) per scongiurarne il default.

Il pericolo e' che, senza queste misure, interi Paesi possano avere una crisi sempre piu' profonda, e siccome i debiti Sovrani (ossia vari i buoni del tesori e certificati simili con cui ciascun Stato si finanzia ) sono posseduti sempre piu' da altri Stati tramite varie Banche e Istituti (vedi ad esempio la pressione tedesca per i debiti greci in pancia alle banche tedesche), si capisce come la tensione sia forte.

Da qui', logica conseguenza della speculazione finanziaria senza ritegno andata avanti per decenni, l'attuale crisi di liquidita': le banche, in Europa e USA, oramai centellinano prestiti e mutui, e le conseguenze sono forti.

Crollano i consumi, crollano gli acquisti di beni come case, auto, vacanze etc, crolla la fiducia dei consumatori, crollano i consensi popolari per le Istituzioni e via dicendo.
Vari Stati, Italia in primis, non hanno piu' una lira. Questo e' il succo.
Da qui' il vellutato golpe di Monti, uomo forte della Comunita' Europea, nuovo paladino della classa dirigente italiana, autore di.... di cosa e' autore?

Ci si vanta del salvataggio della Nazione.
L'Italia ha un cancro enorme chiamato mafia, corruzione, sprechi, privilegi, nepotismi, ingiustizia, inefficienza, burocrazie, tasse elevate, evasione fiscale.
Nome lungo e complesso, ma incompleto.

Per risanare l'Italia servirebbe una coscienza popolare forte, una classe dirgente capace, un sistema bancario snello, una burocrazie efficace e veloce, un sistema giuridico veloce ed equo, una tassazione piu' moderata, investimenti per la ricerca, e la morte di corruzione e mafia.

Non serve introdurre ICI, aumentare l'eta' pensionabile, e controllare un po' di scontrini fiscali nelle localita' di villeggiatura.
Troppo facile e riduttivo.
Ecco perche' c'e' ancora la crisi.

Gli investitori internazionali non investono perche' c'e' crisi a casa loro, ma questo e' il "bello" della societa' globale e liberista che e' stata osannata da sempre.
Il Mercato giudica cio' che e' conveniente, e l'Italia e' evidentemente non conveniente.
Invece che puntare sui grossi investitori internazionali, dasempre alla ricerca di territori da spolpare, di agevolazioni fiscali e di diritti sindacali da limitare, forse sarebbe ora di rivedere questo modello di sviluppo e ripartire dal basso, dalle radici di ciascuna terra, dalla storia, da cosa si e' sempre fatto, dalle eccellenze.

La Sardegna non e' l'Alcoa, ma e' ben altro.
La FIAT ha prosciugato le casse italiane tra agevolazioni, aiuti di stato, cassa integrazione guadagni e incentivi dal 1970 in poi.
Il mercato della FIAT e' in calo da 2 anni, mentre altri competitori sono in crescita.
Come mai? Scelte aziendali.
L'aver puntato su un mercato (USA) piuttosto che rischiare di investire e perdere in un mercato saturo (Italia e Europa).

Ora si da responsabilita' a Marchionne e FIAT, quando per anni l'azienda piu' importante del Paese e' rimasta attaccata alla flebo degli aiuti pagati dalle tasse degli italiani.
E data l'immensa evasione fiscale che da sempre esiste, chissa' chi e' che ha pagato per vedere la produzione di macchine come la Panda e la MIto...
Oggi non ci sono piu' i soldi per le pensioni e per la cultura, non si fa piu' ricerca e non ci sono risorse per le piccole imprese, che sono ancora circa il 95% del sistema industriale italiano.

Per ritardare l'esplsione della FIAT e di altre grosse aziende che minacciano la chiusura, si sta tramortendo e soffocando il grosso dell'aconomia nella nazione.
E il caso ILVA arriva proprio a fagiuolo.
A chi vende l'ILVA? La FIAT e' uno dei grossi clienti, ad esempio, ma anche tanti altri grossi produttori di macchinari e impianti che usano acciaio e ghisa, tutti in assordante crisi.
E a chi si da la colpa?
Alla politica locale, che ha ignorato da sempre la vocazione del territorio tutt'altro che industriale?
Allo Stato, che ha permesso uno sperpero di denaro pubblico colossale e chiuso occhi e orecchie davanti ad un disastro ambientale da panico?
Alla nuova proprieta', che da sempre usa il bastone della disoccupazione e la carota del salario a 15000 dipendenti per fare quello che vuole?

No, la colpa della crisi dell'ILVA e' ovviamente di un gruppo di magistrati che, davanti ad una montagna di reati, non poteva far altro che intervenire.

Il problema e' che il nostro sistema industriale e' da sempre drogato: investimenti inutili (legge 488 per la reindustrializzazione del SUD, ad esempio, con i grandi gruppi industriali pronti ad aprire stabilimenti a costo zero e a scappare una volta terminati gli aiuti di stato, vedi Basilicata e Puglia) ed incentivi a pioggia hanno allontanato la crisi di poco, distogliendo l'attenzione dal problema piu' serio, ossia la qualita' degli investimenti.

L'Italia ha tutto per poter essere una enorme potenza economica, ma si sta autodistruggendo per la nostra pigrizia di cittadini disinteressati, per ingordigia di politici bulimici e affamati di potere, per la corruzione di interi settori (appalti pubblici in testa), e per la totale assenza, da sempre, di un governo capace di intervenire su i problemi concreti: tasse troppo alte, corruzione troppo grande, mafia-camorra-'ndrangheta-SCU.

 

 
 
 

Il Clini dissociato

Post n°523 pubblicato il 20 Settembre 2012 da scaraciccio

Si, mentalmente.

Il cosiddetto ministro dell'ambiente del presunto governo non eletto italiano ha dichiarato, testuali parole, a proposito dell'odiosa vicenda ILVA di Taranto, che "....Non c'è nessuno oggi che, sulla base dei dati disponibili, può dire che c'è una relazione causa-effetto in particolare tra le attività industriali attuali dell'Ilva e lo stato di salute della popolazione". Poi, subito dopo, lo stesso aggiunge che "...in una zona come quella di Taranto che ha avuto cinquant'anni di industrializzazione sviluppatasi quasi in assenza di regole ambientali, è assolutamente atteso che ci sia un eccesso di patologie legate all'inquinamento".

Che vorra' dire? Che forse la piu' grande acciaieria d'Europa, grande 2 volte la citta' che la ospita, avendo inquinato per 50 anni, e' responsabile, assieme ad altre grandi industrie presenti (tanto per fare nomi AGIP e Cementir) dell'immane disastro ambientale e della salute a Taranto?

Oppure che non c'e' connessione tra inquinamento industriale e abbondanza di morti per carenza di dati?

L'unica carenza che noto e' la dignita' della classe dirigente locale e nazionale, e il tentativo nemmeno nascosto di manipolare la realta' dei fatti per tutelare uno status quo che da da mangiare a troppa gente, e parlo di politici e industriali, mica dei 15000 operai che loro malgrado "campano" con le briciole di questa tremenda speculazione.

A quando il sequestro, la distruzione, e la conversione di questa industria?
Viviamo in un'epoca globale, giusto? e allora anche l'acciaio e' globale, e vorra' dire che la Fiat e le altre aziende italiane l'acciaio lo compreranno in Germania o in Cina, mentre a taranto si fara' altro, con i soldi dell'Italia, della Comunita' Europea e dei Riva, titolari dell'azienda.

 

 
 
 

Paraolimpiadi

Post n°522 pubblicato il 03 Settembre 2012 da scaraciccio

Quando lo scorso Aprile Angilee mi chiamo' chiedendomi se ero interessato a vedere le Paraolimpiadi, a dire il vero, non me ne poteva fregar di meno.
Non provo piu' passione per lo sport da tempo: il calcio oramai mi annoia, mi annoiano questi funamboli strapagati e super caprocciosi, questi eroi moderni a cui tutto e' concesso.
Mi annoiano i tifosi, quelli che soffrono, quelli che sfottono, che insultano, che picchiano e che non fanno altro che parlare.
Mi annoiano e mi disturbano le ruberie, i trucchi, le furbate, gli scandali, le scommesse.
Stessa cosa nel ciclismo, basket, e gli altri sport praticati a livello professionistico.

Stesso discorso per le Olimpiadi, un carrozzone pomposo e costoso, un progetto faraonico in un periodo di crisi universale, un sistema autoreferenziale che ha come sponsor Mcdonalds e Coca Cola, l'antitesi della salute.

Per mille altre ragioni ho visto con diffidenza l'arrivo a Londra di questo grande circo.
Colpa del mio pessimismo intrinseco che mi trascino oramai da troppo tempo.

Cosi' quel giorno che Angi mi chiese se ero interessato ai vedere l'evento, dissi di si ma con scarsa convinzione: che sono le Paraolimpiadi? A che pro?
Questo e' il brutto dell'ignoranza.

Lo spettacolo e' stato bello.
La cerimonia di apertura, finanziata 10 anni fa quando la crisi non c'era, e' stata una bella presentazione di quanto questo Paese ha fatto nella storia recente, e la grandezza di questa citta' si e' riverbebrata nella grandezza delle opere.
Il Parco Olimpico ha trasformato per sempre il volto di una zona squaliida di Londra, e la gente di questa area ancora povera e arretrata ora potra' usare queste strutture straordinarie per fare sport.

Ma la cosa piu' straordinaria ed incredibile sono state, appunto, le Paraolimpiadi.
Le gesta di questa gente, di questi atleti dai fisici incredibili nonostante malattie, incidenti, tragedie, mi ha commosso.
Mi ha commosso vedere gente sulla sedia a rotelle sollevare pesi pari a piu' di 3 volte il proprio peso corporeo.
Mi ha emozionato vedere i ragazzi del Rwuanda giocare a pallavvolo, con i loro arti amputati.

Mi ha emozionato vedere gente straordinaria fare cose per me incredibili.
Ma soprattutto, il calore del pubblico, le grida di 80.000 persone ad incitare ragazzi e ragazze che hanno trovato nello sport un modo per superare le loro difficolta', ed essere protagonosti.

E' stata un'epifania, una scoperta, un'emozione grandissima.
Lo consiglio a tutti, guardate le paraolimpiade, vi riconciliera' con lo sport e troverete ispirazione.

 

 
 
 

Noia e ripetitivita'

Post n°521 pubblicato il 14 Agosto 2012 da scaraciccio

Lo so, mi annoio anche io quando sono costretto dalla mia coscienza a ripetere gli stessi concetti per la millesima volta.
Purtroppo accadono tutti i giorni vicende che non fanno altro che incancrenire la coscienza pubblica, accecarla e distogliere l'attenzione pubblica dai fatti concreti per spostare su fattori psicologici.

Paura, terrore, futuro incerto, manie di protagonismo, minacce.

Sto ancora parlando della triste vicenda dell'ILVA di Taranto, finalmente al centro della cronaca quotidiana, dopo quasi 50 anni di produzione selvaggia, clientelismo, politiche contestabili, sfascio del tessuto urbano, economico e sociale della citta', non curanza delle norme sulla salute e tutela dei lavoratori e dell'ambiente, minacce di licenziamenti di massa, uso della cassa integrazione e dei fondi pubblici per colmare deficenze di strategia industriale etc etc etc.

Leggendo i giornali, si apprende che c'e' un attacco su tutti i fronti alla magistratura, che fa solo il proprio dovere, ossia quello di far rispettare le regole.

Lo so, la parola rispetto associata alla parola legge fa rabbrividire molti italiani.
E' sempre stato facile per ogni italiano raggirare le leggi, avere amici di amici in grado di fare favoritismi di ogni genere e portata, fottersene degli altri in nome di "io ho famiglia".

Lo sport nazionale, dopo il calcio, e' il "che me ne fottismo" esasperato dalla politica e tollerato dalla Chiesa, da sempre.
Pentiti e sarai perdonato, poco importa se sei sempre stato un uomo di merda. Paga (in contanti o con terre o con beni o con qualunque cosa terrena di valore) per la tua indulgenza, e questa ti sara' garantita.

Cosa succede oggi?
Il tiro al bersaglio.
Il ministro dell'ambiente che parla da ministro dell'industria, parlando dell'assoluta necessita' della fabbrica per il sistema produttivo italiano e dimenticando della vergognosa situazione ambintale e della salute in citta' e provincia, annunciando che non ci saranno soldi pubblici per le bonifiche miliardarie che sono necessarie per portare Taranto a livelli di pura decenza.

Mi chiedo allora: chi fara' le bonifiche quando la fabbrica chiudera'?
Perche' mettiamocelo in testa, prima o poi succedera': se non sara' la politica o la magistratura, allora sara' il mercato che spostera' la produzione di acciaio altrove, magari dove sara' piu' conveniente produrre, o perche' in futuro cadranno le tariffe protettive e anti-liberiste sulle importazioni di acciaio straniero (come avviene in USA ed di conseguenza in Europa) che rendono strategico il settore, oppure la tecnologia consentira' a stabilimenti moderni di produrre meglio, di piu' e in maniera meno inquinante, o semplicemente in futuro si useranno altri materiali e l'acciaio sara' storia.


Allora, quando questo succedera' tra 20 anni o 50 anni o 100 anni, chi fara' le bonifiche?
Chi si assumera' la responsabilita' di abbandonare un'area grande 2 volte la citta' di Taranto al suo destino?
Cosa si fara' di questo mostro che non ha futuro?

E poi continuo a leggere, e leggo che i segretari dei principali partiti e sostenitori dell'attuale governo (non eletto dal popolo e quindi abusivo) che parlano di protagonismo di magistrati, di investimenti esteri che non verranno piu' in Italia a causa della magistratura, etc etc etc.

Lo ripetero' sino alla noia, la magistratura non fa altro che tentare di far rispettare le regole fatte da altri organi.
Se la magistratura interviene e' solo perche' altri (governo e parlamento, ma anche politica locale e regionale) non sono intervenuti e non hanno saputo o voluto (per interessi locali e nazionali e comunque di parte) modificare lo stato delle cose.

Se la magistratura, e in questo caso il GIP, dice che l'ILVA e' irregolare e che se non si modificano le cose va chiusa, significa che la sistuazione non e' piu' sostenibile.

E voglio dire a Bersani e Alfano (magari mi sentissero....) che gli investimenti esteri in italia non saranno dirottati perche' un magistrato cerca di far rispettare le leggi.
Gli investimenti di aziende serie saranno dirottati perche' in Italia la politica non esiste da sempre, corrotta e piegata a logiche di nepotismi e favoritismi, ben lontana dal rispetto delle regole.

Ma per la loro tranquillita', i due segretari non sipreoccupino piu' di tanto, perche' l'Italia ha sempre attirato gente e soldi da tutto il mondo, per le bellezze del territorio, per la cultura e la storia, l'archeologia e il culto.
E se cio' non dovesse bastare, al mondo non mancano aziende pronte ad investire dove non c'e' il rispetto delle regole: aziende americane, cinesi, indiane etc da sempre aprono e chiudono impianti in ogni parte del mondo, vanno e sfruttano per poi spostarsi dove le condizioni sono piu' favorevoli, dove i politici sono piu' malleabili, dove il popolo e' piu' ignorante, dove il rispetto delle regole e' solo retorica.

Non vi preoccupate, l'Italia non morira': abbiamo la piu' forte organizzazione mafiosa del mondo, un sistema di crimine organizzato da fare invidia, una corruzione galoppante, e una tendenza allo sporfondare e a risorgere.

Taranto esiste da 3000 anni, di cui 50 passati al servizio dell'esigenza del sistema industriale italiano.
Penso sia ora di rompere la catena.

 
 
 

La legge e l'ignoranza. Il caso ILVA

Post n°520 pubblicato il 27 Luglio 2012 da scaraciccio

Una notizia attesa, sperata e odiata, osannata e guardata come una mostruosita'.
Un caso finalmente nazionale, dopo piu' di 40 anni di drammi locali, ripercussioni gravissime su un territorio martoriato, affamato, devastato e lasciato a marcire nell'indifferenza altrui, mentre altri ci hanno guadagnato per svariati lustri.

A seguito, finalmente,  dell'intervento della magistratura, dopo ricerche, studi, perizie piu' o meno pilotate, e gravi gravissimi ritardi, e' stata riconosciuta la pericolosita' degli impianti di produzione dell'Area a Caldo dello Stabilimento ILVA di Taranto, la piu' grande acciaieria d'Italia, la terza d'Europa e il piu' grande produttore di diossina e CO2 del Continente.

La produzione non verra' fermata perche' si e' solo al primo stadio di giudizio, in una vicenda che ora si allarga dai confini Jonici e arriva a Roma e oltre, perche' l'ILVA rifornisce imprese come FIAT e tutte le grandi aziende produttrici di eletrodomestici, impianti, costruzioni etc etc ect.

Un terremoto che scuote, finalmente, tardivamente, le coscienze di molti.
8 Dirigenti agli arresti domiciliari (ma di responsabili ce ne sono troppi nella decennale storia dell'inquinamento tarantino).
Una citta' tristemente divisa tra ambientalisti giubilanti e operai e solidali preoccupati per i destini di 15000 stipendi, la spina dorsale dell'economia tarantina.

E' il caso di essere felici o tristi?
Io non lo so, per alcune semplici riflessioni.
La legge parla chiaro, e lo stato del territorio e' a senso unico: se non c'e' la bonifica degli impianti la produzione non puo' continuare.
Punto.
Taranto e' la citta' piu' inquinata d'Europa, i morti accertati (molto per difetto) per cause direttamente connesse con l'attivita' dello stabilimento sono circa 180, ma il conteggio e' ampiamente al di sotto della realta' dei fatti.

La mortalita' e l'incidenza di malattie cardiovascolari e tumorali nell'Area di Taranto sono ben al di sopra di qualunque statistica, e la causa e' di natura industriale.
Questi sono fatti non detti da me, ma constatati da perizie, ricerche, analisi e studi, locali, nazionali ed internazionali.

L'ILVA e' una azienda irregolare, e l'odiosa minaccia di licenziare migliaia di persone, perpretata per anni dalla attuale proprieta', per operare le bonifiche necessarie per rendere l'area eco-compatibile (impossibile per uno stabilimente di quelle dimensioni), ha causato solo ritardi nell'attuazione della legge.

La legge si rispetta.
L'ILVA e' fuori legge.

Detto cio', io spero vivamente che la fabbrica chiuda domani stesso.
L'economia nazionale non ne risentira', stando a logiche precise: questa e' una societa' globale, dove gli investimenti si spostano da nazione a nazione a seconda delle migliori condizioni.

In Italia non si tollera l'inquinamento e si proteggono le vite delle persone, mantre in latri Paesi questo non avviene.
Bene, le aziende possono spostare la produzione in queste aree e risparmiare (e' quanto accade da decenni con i decentramenti produttivi e lo spostamento di intere filiere produttive in Paesi senza diritti sindacali, senza tutela ambientale, senza tutela per i lavoratori minorenni etc etc etc). Questo e' non solo tollerato a livello globale, ma anzi viene considerata la chiave per mantenere la domanda aggregata in costante crescita.
La Fiat comprera' acciaio altrove.

A Taranto, nel peggiore dei casi, dopo lo shock ci saranno manifestazioni di massa e punte di emigrazione forzata (l'emigrazione tra l'altro c'e' sempre stata come un'emorragia costante), una caduta dei consumi, chiusura di esercizi commerciali, nuova ondata di criminalita'. Anni di instabilita' e pessimismo.

Pero'....
Pero' nulla e' per sempre.
Dopo, pero', migliaia di miliardi di fondi nazionali e comunitari pioverebbero per risanare il terrtorio e compensare le famiglie degli operai.
Migliaia di persone verrebbero coinvolte nei lavori di bonifica e riconversione.
Progetti internazionali potrebbero lanciare idee sull'utilizzo di quegli enormi spazi.
Tramite leggi ad hoc per lo sviluppo locale potrebbero essere finanziate le aziende zootecniche e agricole per incoraggiare la diversificazione e la trasformazione in loco.
Turismo e servizi troverebbero terre affamate ad accogliere imprese.
Il Porto verrebbe finalmente utilizzato in pieno.
Si potrebbe finanziare l'Universita' e farla diventare un grosso polo didattico e scientifico.

Dopo pochi anni, la citta' potrebbe, nella migliore delle ipotesi, essere non  solo di nuovo viva, ma anche e soprattutto piu' bella, piu' ricca, e pulita.

Un sogno?
Chi lo sa.

E allora cosa succedera'?

Le mie previsioni sono purtroppo pessimistiche.
Dubito che la politica nazionale permettera' la chiusura della fabbrica.
Se si dovesse certificare la gravita' della situazione e chiudere lo stabilimento per disastro ambientale e crimini contro la salute umana, quante teste dovrebbero cadere di ex sindaci , sindacalisti, dirigenti, e politici dell'epoca IRI?
E' vero, l'attuale proprieta' ha avuto inevitabili vantaggi, ma sembra essere una sorta di capro espiatorio, che paga in pieno il risultato di decenni di politiche fallimentari.
E poi, quanto costera' mettere in cassa integrazione 15000 e passa lavoratori per anni se non decenni (visto che di alternative lavorative sul territorio non ce ne sono)
Quanto costera' bonificare il terriorio, costruire alternative e rimborsare le vittime dei crimini commessi?

Troppa carne al fuoco.
La cosa puzza....
Vedremo, quel che e' certo e' non e' colpa dei giudici, che devono fare rispettare le leggi.
I responsabili sono altri, sono tutti quelli che hanno tollerato, abusato, chiuso gli occhi per tanto, troppo tempo davanti ad un disastro immane.
Gli operai si devono incazzare con questa gente, e non prendersela con chi chiede il rispetto delle regole.

 
 
 

L'infinita vicenda dell'ILVA di Taranto

Post n°519 pubblicato il 16 Luglio 2012 da scaraciccio

Parafrasando i Sud Sound System, "io sono tarantino e del mondo cittadino".
Un occhio alle vicende di "casa" c'e' sempre, e di imput interessanti ce ne sono.
Basta osservare e riflettere per pochi istanti sulle nefaste vicende che girano attorno allo stabilimento ILVA di Taranto, alle problematiche ambientali e alle implicazioni industriali, locale e nazionale, e sociali.

Taranto e' da sempre citta' ad alto rischio per la salute, come ampiamente documentato da diverse organizzazioni locali ed internazionali.
Il problema e' la massiccia presenza di industrie altamente inquinanti in un'area troppo vicina al centro abitato.

Problema che arriva da lontano.
Anni '60.

Epoca pre-industriale, pre-turistica, pre-istorica per la Puglia. Terra sonnolenta e indebolita dalla guerra finita oltre 15 anni prima. Un territorio dormiente, un tuffo nel passato di decenni, fatto di strade rurali, campagne sterminate, litorali deserti e selvaggi, paesi isolati e imbiancati dalla calce, piu' economica della pittura, poverta' e miseria ed emigrazione.

Arriva la ricetta del governo per risollevare la regione: re-industrializzazione.

Taranto viene scelta come centro industriale per vari motivi.
La presenza della Marina MIlitare sin dal 1850 e dell'Arsenale, quindi con una storia industriale quasi centenaria.
Un porto naturale che permette facili trasporti e approvvigionamenti.
Un territorio pianeggiante vasto e disabitato.
Venti costanti che portano via fumi e polveri dalla citta'.
Un popolo affamato.

Per queste e altre ragioni, piovono su Taranto industrie come l'ILVA, ex Italsider di stampo IRI, la Cementir per la produzione di cemento, la Raffineria Agip, etc etc etc.
Le logiche Keynesiane portano a concepire dei mostri di dimensioni critiche: piu' grandi sono, piu' economie di scala ci sono, piu' capitali e investimenti attirano, piu' profitto creano, piu' benessere generano e distribuiscono, etc etc etc.

La zona industriale viene creata a ridosso della citta', per facilitare i lavoratori.
Vengono inoltre creati interi quartieri dormitorio per ospistare la manodopera.
Migliaia di agricoltori, pastori, braccianti, artigiani, pescatori etc etc lasciano la fatica delle campagne e la miseria delle loro povere attivita' per uno stipendio sicuro.

Da qui' nasce il tutto.
Non si conosceva all'epoca il problema dell'inquinamento, e le logiche economiche non davano spazio a parole come "ristrutturazioni", ridimensionamento", "miglioramento", e altre mostruosita' moderne.

Si arriva cosi' agli anni '70 e '80, alla crisi del petrolio e dell'acciaio, alla nascita e ascesa della mafia locale, agli anni bui.
La zona industriale subisce pesanti ridimensionamenti (sino al 50%) a causa di sprechi, truffe, scandali e ruberie pubbliche.
Crisi economiche internazionali e uso di nuovi materiali e ascesa di nuovi impianti produttivi in nazioni piu' competitive danno una mazzata terrificante all'industria locale.
Suguirono cosi' disoccupazione, emigrazione, e la lacerante realizzazione di vivere su una bomba ambientale con la miccia accesa.
L'industria ha portato ricchezza e benessere per 20 anni, per poi lasciare un amaro sapore in bocca.

Poi venne la privatizzazione, Prodi ex presidente IRI fu l'artefice delle dismissioni pubbliche in nome della cassa nazionale.
L'ILVA, avvelenata da nepotismi, inefficenze, tangenti, inquinamento, usura degli impianti etc etc etc, venne di fatto svanduta, secondo l'opinione di molti, alla famiglia Riva, produttori di acciaio bresciani.

I Riva hanno rilanciato l'Ilva, stabilizzando la manodopera, limitando gli scandali, razionalizzando la produzione spostando parte degli impianti produttivi da altre sedi (Genova) a Taranto, trasformando la locale ILVA nel terzo piu' grosso produttore di acciaio d'Europa, e il Gruppo Riva in uno dei piu' importanti gruppi economici italiani (Riva era tra i "capitani coraggiosi" che hanno comprato Alitalia, per esempio....).

Non solo rose e fiori, tuttavia, anzai.
Ci sono degli effetti collaterali mica da ridere.
Gli impianti ultra sfruttati e usurati non sono stati ammodernati per decenni, nastri trasportatori e depisiti di minerali scoperti sono rimasti sino ad ora in tutto o in parte in balia dei venti , causando lo "spolveramento" costante di minerali e polveri sulla citta' per piu' di 40 anni.
L'inquinamento e' aumentato con l'aumento della produzione.
Aria, acqua, mare e terra avvelenati per decenni hanno cominciato ad accusare il colpo.

L'ILVA e' il piu' grosso produttore europeo di Diossina e Anidride carbonica.

Altre attivita' produttive locali sono state limitate e danneggiate: il turismo non e' mai deccollato al contrario del resto della Regione, mentre agricoltura, zootecnia e miticoltura hanno subito notevoli perdite in seguito alla contaminazione di derrate e capi di bestiame a causa della diossina e di altre sostanze inquinanti di natura chiaramente industriale, come dimostrato da copiosi studi e ricerche .

La citta' di Taranto, sporca, inquinata, povera, ed odiosamente operaia, si e' trovata con un mostro alle porte che da una parte succhia energie vitali (per esempio, acqua potabile viene usata per il raffreddamento degli impianti industriali, in una delle regioni piu' aride d'Europa), dall'altra provvede a dare stipendi a piu' di 15.000 famiglie.

Un problema non da poco.

Il popolo tarantino e' diviso: da una parte una larga fetta della popolazione si e' trovata ad essere strettamente dipendente da quella mefitica zona industriale, che non ha saputo o voluto creare alternative per incapacita' politica e peculirarita' del territorio (ignoranza, alienita' dal contesto industriale dalla storia e dalle tendenze e logiche economiche locali, assenza di investimenti stranieri, monocultura, etc).

Dall'altra parte, la gente ha cominciato ad essere stufa della monocultura e dell'inquinamento, chiedendo espressamente la chiusura degli impianti inquinanti con referendum e manifestazioni.
Ora ci sono di mezzo la magistratura (la facolta' di chiusura e' nelle mani dei giudici), il Governo regionale e quello Nazionale, perche' l'Ilva produce acciaio per la Fiat, per le aziende del Nord Italia di elettrodomestici, per l'Esercito, etc etc etc.
E' un problema nazionale non di poco conto.

E' vero, il gruppo Riva di recente ha speso centinaia di milioni di euro per ammodernare gli impianti, e ci sono in programma opere di miglioramento per 1 miliardo di euro circa, di cui circa il 25% per opere ambientali.
E' Vero, il Governo e' sempre stato lento per quanto concerne le tematiche ambientali e le norme sulle migliorie tecniche fondamentali.
E' vero, l'industria e' stata pubblica per quasi 30 anni, e se ci sono problemi oggi non e' tutta colpa del gruppo Riva.

Pero' e' anche vero che il gruppo Riva ha fatturato mediamente 6 miliardi l'anno dallo stabilimento di Taranto per svariati anni, che l'acquisto degli impianti avvenne a prezzi di saldo proprio a causa dello stato degli impianti e della sfilacciata organizzazione interna.
E' anche vero che non si puo' moralmente sopportare un inquinamento da recordo, con mortalita' da malattie polmonari, cancro e leucemie sconcertanti, da 3 o 4 mondo.
E' anche vero che ci sono risorse non utilizzazte sul territorio (turismo su tutti, ma anche agricoltura di qualita', zootecnia, informazione, servizi) che la politica locale e nazionale ignora di fatto da sempre.
E' anche vero che la gente e' stanca di dover scegliere tra due alternative, emigrare o lavorare all'Ilva o arrularsi in Marina, perche' a Taranto c'e' poco o nulla.

L'assoluta assenza della politica locale si riflette nelle parole, spesso sterili, delle persone atterrite dall'ipotesi di dover emigrare, di non poter lavorare piu', di preferire un ambiente insalubre ma con un lavoro ad un ambiente pulito ma da disoccupati.
La tristezza di questi discorsi si amplifica con gli inteventi di Regione Puglia e Governo, pronti a concedere centinaia di milioni all'ILVA, da sempre pronta a minacciare licenziamenti di massa nonostante i lauti profitti degli ultimi decenni e gli ampi vantaggi politici ricevuti.

La vicenda ILVA e' lo specchio della poverta' di pensiero nazionale, della scarsa visione, della pena per il presente, dell'ignoranza e della diffidenza.
Taranto e' un laboratorio, un fermento senza precedenti.
Se l'ILVA, finalemte, dovesse chiudere, si aprirebbe un decennio di sconvolgenti cambiamenti, che potrebbero trasformare la citta'.
Nell'immediato presente ci sara' probabilmente una nuova guerra di mafia, una disoccupazione senza precedenti, un'emigrazione straordinaria, disperazione e pianti.

In pochi anni, tutto questo potrebbe pero' essere storia: a Taranto c'e' l'Universita' ora, c'e' coscienza di potenzialita' inespresse, c'e' un territorio vasto e a poco costo, c'e' piu' cultura tra i giovani e voglia di uscire da un vincolo che lega il destino della citta' ad una fabbrica che ha troppo a che fare con logiche nazionali e internazionali piu' che con la piccola realta' di una citta' povera e piccola.

La questione ILVA e' al centro dell'attenzione di molti, finalmente.
Se il futuro e' un'ipotesi, allora quello di Taranto ha molte, troppe variabili....

 
 
 

I am not Italian...

Post n°518 pubblicato il 03 Luglio 2012 da scaraciccio

Meno male che c'e' ancora il calcio che rende il popolo unito e orgoglioso.. sino a quando va bene.

Prendi per esempio una finale che finisce male, metti che la squadra avversaria ci da 4 pappine. Metti che arrivi secondo e non primo. Che reazione ha l'Italiano?

Qui' a Londra di esempi ce ne sono di meravigliosi.
Siamo gente semplice, noi emigrati, che ci accontentiamo di poter dire che siamo forti in qualcosa, mentre tutti attorno ci prendono per il culo.

E allora tanti emigrati usano lo scudo del calcio per difendersi: generalizzando un po', si puo' dire che, per esempio, parlare di politica e' inutile, tanto la gente e' disinteressata e distante, e non puo' sostenere una conversazione con chi, inglese o tedesco che sia, non capisce cosa sia la mafia o la corruzione.

Parlare dell'impero romano, del rinascimento, del barocco e del rococo' etc, ricordando al mondo delle grandezze passate e' un po' come parlare di paleontologia: abbiamo fatto la storia, ma e' ora di guardare anche al presente.

E si potrebbe continuare per ora... Per farla breve, dove si inorgoglisce l'italiano all'estero? sul calcio, per forza!
E se tutto va bene sino all'ultima partita, l'orgoglio cresce con l'aumentare degli sfotto' agli sconfitti.

Ma poi, alla fine, arriva l'ecatombe, la catastrofe infinita, la sconfitta che spezza, d'incanto, la catena dell'orgoglio nazionale.

E l'italiano che fa? I am not Italian, va ripetendo, canzonando il suo accento maccheronico.
Invece di consolarsi con il secondo posto, con l'importante e' partecipare, con i complimenti per un risultato prestigioso, ci sono "lacrime" e "vergogna".

Meraviglioso!

Io vorrei lacrime e vergogna per ogni ammazzato per mafia, per ogni operaio sfigurato sul lavoro, per ogni persona che si ammazza perche' non arriva a fine mese, etc etc etc.
Io voglio lacrime e vergogna per la classe dirigente che sta ancora al potere e che ci ha condannato ad essere insultati e scimmiottati da tutti in giro per il mondo.
io voglio vergogna e lacrime per un'economia asfittica, per una chiesa corrotta, per una ipocrisia galoppante etc etc etc.
Per tutte queste cose I am not Italian.

Il calcio e' uno sport, dove un branco di ragazzini viziati e solitamente ignoranti, superpagati e adorati da masse stordite e celebrolese, si rincorre calciando un pallone. Che cacchio di orgoglio ci sta?????
Ma davvero siamo solo italiani se la nazionale di calcio vince?

Che meraviglia l'Italia....

 
 
 

Il bel Paese

Post n°517 pubblicato il 24 Maggio 2012 da scaraciccio

Tornare in Italia e' sempre un'esperienza mistica.
Si scoprono cose affascinanti.
Io, per esempio, pensavo che in Italia la Sanita' fosse pubblica, sino a quando un mio amico, che si e' fatto 9 mesi in un ospedale pubblico, ha avuto una telefonata pochi giorni fa: era la ragioneria dell'ospedale medesimo, il Niguarda di Milano, che chiedeva a chi intestare la fattura per le spese mediche, circa 200.000 euro.

Pensavo che il concetto di pulizia fosse universale: se una citta' e' sporca lo e' perche' ci sono i rifiuti per strada, per l'incuria, per scarso senso civico etc etc. Invece ho scoperto che a Roma, per alcune persone politicamente coinvolte, la sporcizia non e' cosi' diffisa, non e' peggio di prima, e se e' sporca e' per i turisti incivili che quando vanno a londra sono puliti, invece nella capitale si danno da fare per cospargere il territorio cittadino di carte e quant'altro.

Tante belle scoperte in giro per la penisola, con le bombe di mafia, le amministrative con il 40% di affluenza, una crisi economica angosciante e la gente che mi chiede "ma tu, torneresti in Italia?"

Io ci tornerei, se l'Italia fosse un Paese civile.

 
 
 

Articolo 18

Post n°516 pubblicato il 23 Marzo 2012 da scaraciccio

La panacea di tutti i mali, la riforma dell'Articolo 18.
Lo Statuto dei lavoratori lo ha introdotto negli anni '70, in modo da dare garanzie alle parti piu' deboli in un momento particolare (terrorismo, crisi del petrolio, inflazione, tensioni internazionali, guerra fredda etc etc etc). Anni di lotte sindacali, scioperi, manifestazioni spesso violente.

Alla fine il risultato e' stato quello di garantire i lavoratori contro i licenziamenti senza giusta causa.
Oggi non si fa altro che parlare della riforma dell'Articolo 18, come se tutto dipendesse da questa norma.

Addirittura Napoletano, noto lavoratore ed esperto internazionale di economia e gestione aziendale, ha assicurato che la riforma non portera' a valanghe di licenziamenti.
A chi crede ai licenziamenti facili o alle parole di Napoletano, bisogna ricordare un dettaglio, nemmeno da poco.

Dati Istat alla mano (un po' datati, a dire il vero, ma non e' che ci siano stati casi clamorosi di supersviluppo negli ultimi anni in Italia), il 95% delle imprese italiane ha meno di 10 dipendenti. No Articolo 18 per loro. Le imprese con piu' di 250 dipendenti sono 3200 e hanno il 27,5% dei dipendenti italiani. Per loro vale l'Articolo 18.

La riforma paventata non vale per i lavoratori pubblici, che sono l'ossatura del mercato del lavoro.
Insomma, la riforma di questo benedettissimo articoletto varra' per poche decine di migliaia di persone, che potranno essere licenziate anche senza giusta causa.

Io sono personalmente a favore dei licenziamenti: se una persona non lavora bene, non progredisce, non produce, non si integra, allora puo' essere licenziata.
In caso di crisi economica, un lavoratore di un'impresa in crisi puo' essere licenziato.

Gli ammortizzatori sociali devono pero' essere adeguati: compensazione, riqualificazione, contributi di solidarieta'. Non finanziamenti a pioggia, ma interventi mirati e diversificati a seconda delle caratteristiche territoriali.
Una sana e robusta migrazione, poi, non e' da demonizzare: io sono emigrato, la mia famiglia lo e', e non siamo ne' depressi ne rinneghiamo le nostre origini. Anzi: emigrare mi ha dato la possibilita' di conoscere realta' nuove, diverse, affascinanti e terribili, esperienze di vita impagabili che non avrei mai ricevuto se fossi rimasto nella mia povera citta' ad ammazzare il tempo e a lamentarmi con gli amici al bar.

Insomma, questa corsa a rimpastare l'Articolo 18 e' l'ennesima buffonata, altro fumo negli occhi per la marmaglia italiana.
L'Italia ha bisogno secondo il mio modestissimo parere di altre cose, gia' elencate piu' volte: infrastrutture (no TAV o Ponte sullo Stretto, ma di strade, autostrade, ferrovie, porti e aereoporti efficienti), un sistema bancario migliore,  meno tasse per le imprese, piu' controllo per ammazzare la corruzione, piu' controllo per ammazzare la criminalita' organizzata, piu' cultura, piu' agricoltura (i prodotti italiani all'estero sono ancora troppo poco conosciuti, e l'agricoltura invece di puntare su qualita' e trasformazione e' imbavagliata in produzioni medievali), piu' natura e turismo (certo, perche' tutti, TUTTI gli stranieri che incontro a Londra e con cui parlo quotidianamente vogliono visitare l'Italia e il Sud Italia in particolare), piu' cultura, etc etc etc.

Altro che Statuto dei lavoratori...

 
 
 

Chi e' la vera pecorella

Post n°515 pubblicato il 29 Febbraio 2012 da scaraciccio

Io non so che pensare.
Apparentemente un ignobile attivista criminale mafioso zecca (come definito da molti su you tube) ha insultato in modo orripilante un onesto servitore dello Stato in tenuta anti sommossa.
Tutti, giornali, parlamentari, comuni cittadini, applaudono al carabiniere che non ha reagito, attaccando questo criminale di un attivista.
Che spettacolo ripugnante.

Questo e' il video incriminato, andato in onda anche su Ballaro'

http://www.youtube.com/watch?v=iXBcSp315x4

Ora.
Cercando un po' nei ricordi e esaminando un po' di storia.
Chi si ricorda del G8 di Genova?
Chi si ricorda delle forze dell'ordine ai tempi della protesta dei cittadini campani contro le nuove discariche?
Chi si ricorda delle forze dell'ordine in temuta anti sommossa in molte, molte altre circostanze?
Chi non ha mai subito abusi da parte di qualcuno con la divisa?

Bene.
Diciamo che non e' semplice essere poliziotto o carabiniere quando si hanno davanti centinaia di persone, spesso armate di pietre, bastoni, spesso armi, incazzate, eccitate, spesso violente.

Non e' un lavoro facile eseguire ordini, e non e' facile reprimere la propria rabbia quando si viene offesi e insultati. Soprattutto se la paga e' bassa, e spesso si rischia la vita e la salute.

No, essere parte delle forze dell'ordine non e' facile.
Ma e' una scelta.
Una professione.
Non tutti possono fare questo lavoro, perche' serve la giusta mentalita' e lucidita', serve predisposizione, attitudine, dedizione, responsabilita' e disciplina.

Ora.
Quanti carabinieri e poliziotti posseggono tutte queste qualita' senza abusare della propria posizione??
Io spero tutti, ma ho un po' di dubbi, ma questa e' una considerazione personale.

Le forze dell'ordine devono essere preparate e disciplinate per costituzione.
Punto.
In tanti, tantissimi scelgono questa carriera che da molti, molti benefici e tante, tante responsabilita'.

Detto cio', per me e' chiaro, chiarissimo che carabinieri e  poliziotti e chiunque altro faccia parte delle forze dell'ordine non possano e non debbano reagire con violenza a provocazioni e offese, perche' cosi' e'.
Punto.

Si reagisce con violenza, purtroppo come sperimentato in molti casi, solo quando vengono ricevuti precisi ordini.
Se cio' non avviene, ci sono processi e si puo' essere radiati.
Punto.

Chi applaude e dice che avrebbe dato una randellata a quel ragazzo che provocava, io personalmente il randello fascista glielo ficcherei su per il culo.
Ma a parte questa colorita divagazione, tornando a bomba sull'argomento, il carabiniere in questione ha fatto solo ed esclusivamente il suo dovere, come da lui stesso confermato.
Punto.

In Italia siamo talmente messi male e abituati ad abusi e maialate pubbliche di vario stampo e fattura che addirittura si arriva a fare un pubblico plauso in Parlamento e sui giornali a chi fa il suo dovere.
Questi atti di ordinaria, piu' che ordinaria amministrazione, oramai sono catalogati come gesti eroici.

Tornado all'attivista NO TAV, dove sono gli insulti?
Chiamare qualcuno pecorella e' una vigliaccata?
Forse, ma se questo carabiniere avesse reagito, chi sarebbe stato l'eroe? Forse lo stesso attivista che senza protezione, non armato e a viso scoperto ha affrontato le forze dell'ordine pronte ad intervenire con la forza pubblica per ripristinare l'ordine.

Se questa persona e' un criminale, come definito da tanti, allora cosa sono gli ultras negli stadi e perche' questi sono ancora oggi tollerati e protetti?
Se questo e' un criminale, un mafioso, una zecca (ossia comunista), un nullafacente, allora cosa e' chi ruba o ammazza o abusa del suo potere?

Io considero questo video, lo spazio dato in TV e sui giornali, e gli interventi di parlamentari di tutti i fronti politici delle inutili perdite di tempo.

Ancora.
Andando ad esaminare il senso di queste proteste, personalmente penso che la Tav e tutte le altre grandi opere, Ponte sullo stretto su tutte, siano progetti non utili in questo momento storico.

Si potrebbe dirottare questi capitali su opere piu' urgenti, come dotare il Paese di un sistema energetico piu' efficace ed efficente senza dipendere dal petrolio e gas Russo.
Si potrebbe migliorare l'accesso e l'uso della rete e di Internet per privati, aziende e Pubblica Amministrazione, ancora in condizioni spesso letteralmente Medievali.
Si potrebbe migliorare e potenziare il sistema bancario, dare ossigeno alla piccola industria con nuovi crediti e prestiti, si potrebbe migliorare il pietoso sistema stradale e ferroviario italiano, si potrebbe modernizzare interi settori economici strategici come l'agricoltura di qualita' o il turismo favorendo progetti di sviluppo ad hoc, etc etc etc etc la lista e' lunga e noiosa.

Quindi, detto cio', io trovo le proteste anti TAV giuste e legittime, il comportamento e le parole di politici e pubblici amministratori fumo negli occhi, e un carabiniere che non reagisce a sfotto' da strada come ordinaria amministrazione.

Le pecorelle sono tutti quelli che si scandalizzano e che incitano alla violenza, menti labili e gia' abbondantemente lavate e saponate.

 
 
 

L'incredibile insostenibilita' ambientale

Post n°514 pubblicato il 21 Febbraio 2012 da scaraciccio

Curioso articolo su Repubblica, dove si parla di un team di ricercatori olandesi che ha creato in laboratorio un vero e proprio hamburgher.
Incolore ed insapore per il momento, pero' dimostra come sia possibile ottenere tramite materiale genetico tratto da cellule staminali bovine dei tessuti del tutto simili a quelli originali.
Lo scopo della ricerca e' arrivare ad una produzione di carne "artificiale", o meglio clonata, in modo da limitare il numero degli allevamenti bovini, ridurre il numero di capi abbattuti ogni anno, limitare l'uso delle risorse agricole destinate agli allevamenti, limitare del 60% le emissioni inquinanti degli allevamenti, e soprattutto dare da mangiare al mondo.

Ora.
Sono anni che sento sta storia di sfamare il mondo: multinazionali produttrici di piante OMG lo vanno sostenendo da anni che con i loro prodotti si puo' sfamare il mondo.
Ora arriva la carne di laboratorio per sfamare il mondo.
Il problema e' serio, d'attualita', e minaccia il futuro di questo pianeta.
Siamo 7.000.000.000 di persone piu' un incalcolabile numero di animali, pesci, insetti.
C'e' una produzione industriale e agricola in costante aumento.
C'e' una pressione in costante aumento in termini di inquinamento, utilizzo delle risorse, depauperamento dei beni finiti (come petrolio, carbone) o in via di esaurimento (riserve d'acqua).

Dunque non si tratta solo di trovate ambientaliste, almeno io la penso cosi'.
Siamo troppi. Produciamo troppo, cosumiamo troppo, vogliamo troppo.
Su questo pianeta non c'e' mai stata una situazione come quella presente: non ci sono mai state discariche, fabbriche, macchine e centrali nucleari.
Ci sono sempre stati fenomeni naturali come eruzioni, sismi, campi magnetici, fusioni e combustioni, reazioni chimiche e catastrofi.

Se ci si affida alla storia e agli studi sinora effettuati, e' possibile sostenere che mai nessun organismo vivente, in miliardi di anni di storia, ha esercitato una pressione minimamente paragonabile a quella umana.

Se si vuole sfamare il pianeta con la produzione di carne in laboratorio, penso che si parta da un punto di vista sbagliato.
La produzione di carne non deve aumentare, semmai dovrebbe aumentare il consumo di altri prodotti da agricoltura. E' vero che una percentuale impressionante di prodotti ittici e agricoli viene utilizzata per sostenere allevamenti invece che essere destinata al consumo umano.
Questa e' una contraddizione.

In Europa esistono, per esempio, leggi che limitano le produzioni (come le quote latte).
Sembra una contraddizione, in un mondo dove 4/5 della popolazione usa 1/10 delle risorse, e dove piu' di 1.000.000.000 di persone soffre fame e sete.
Eppure in molte zone del mondo se si produce di piu' di quanto permesso o, economicamente parlando, sostenibile, molto spesso queste derrate sono destinate al macero o alla distruzione, per un semplice, elementare principio economico: piu' un bene e' abbondante, meno e' il suo valore.
Per questo un diamante costa tanto, mentre acqua e banane costano nulla o quasi.

Ancora, molto spesso fondi destinati ad aiuti umanitari finiscono con l'essere spesi in campagne pubblicitarie, gadget, tangenti, e scandali vari.
Costruire un pozzo per l'acqua in una zona desertica costa qualche migliaio di euro, cosi' come l'acquisto e l'uso di tecnologie sostenibili per lo sfruttamento di risorse agricole, forestali, e ittiche in zone povere ha costi infinitamente piu' piccoli rispetto a progetti da fantascienza come la carne in laboratorio.

Ancora, il ruolo di buyer e intermediari e di processi di trasformazione e' senza ombra di dubbio destabilizzante e insostenibile.
Un prodotto che costa al produttore 20 centesimi, dopo infiniti giri finisce impacchettato nel frigo di un supermercato al prezzo di 3 euro, piu' o meno.
C'e' chi continua a chiamare tutto questo progresso.
Intanto il produttore, che non riesce a coprire le spese, deve chiedere finanziamenti, cosi' il consumatore finale finisce col pagare il prodotto anche con le tasse, parte delle quali vanno a sostenere i fondi come quello per l'agricoltura e per le zone non sviluppate.

Tanto per intenderci, tutto il Sud Italia e' considerata Zona Sottosviluppata, per cui miliardi di finanziamenti (che sistematicamente si trasformano in truffe e tangenti, per cui solo una parte infinitamente piccola arriva al destinatario finale) vengono erogati, quando potrebbero essere destinati a progetti leggermente piu' sensibili.
Ma questa e' solo un'utopia e una mia stupida illusione, vero?

Ancora, il ruolo delle multinazionali e' spesso insostenibile: aziende come Nestle' o Monsanto hanno un badget paragonabile a quello di una nazione di qualche milione di abitanti. Aziende produttrici di soia, caffe', arachidi, foraggio per allevamenti etc etc, sfruttano immensi territori, con una produzione crescente che di conseguenza impoverisce i terreni, causa un decremento della qualita', del prezzo, e degli stipendi di chi lavora nelle zone di produzione.

Un numero impreciso di derrate ittiche vengono poi utilizzate per la produzione di pesce in allevamento.

Si potrebbe continuare per ore, parlando di inconsistenza del sistema produttivo mondiale e di contraddizioni economiche.

Altro che carne in laboratorio per una domanda crescente di carne.
Bisogna limitare le produzioni mondiali, tornare a sistemi sostenibili, a produzioni locali e stagionali, ad uno sfruttamento cosciente e non depauperante delle risorse naturali, ad aiuti concreti alle comunita' in pericolo, ad un ruolo ridotto di marketing, ad una coscienza alimentare basata su un consumo di prodotti piu' sano per la salute.

Bisogna ripensare a questo mondo.

 
 
 

Ci vuole la rivoluzione

Post n°513 pubblicato il 11 Febbraio 2012 da scaraciccio

Napolitano, dall'alto del suo piedistallo e di 60 anni di politica, col suo portafoglio gonfio, col suo fare delicato tipico della persona che non ha bisogno di nulla, ha detto parole che definire offensive e' eufemistico.

Non ci sono alternative ai sacrifici, e manifestazioni fuori dal solco della legalita' (come i movimenti dei forconi, ad esempio, o scioperi ad oltranza) non sono tollerate.

I sacrifici, in Italia, li fanno da sempre i soliti milioni di coglioni che non arrivano a fine mese.
Mio padre, che vive di pensione, mi ha chiesto soldi per pagare il gas.
E chi cazzo li fa i sacrifici? Che altro si deve fare?
E non si deve protestare senno' la polizia si incazza????

E chi e' offensivo ora?

Basta!!!!!

E' ora di scendere in piazza e cacciare tutti.

Bastaaaaaaaaaa!!!!!

 
 
 

Che noia

Post n°512 pubblicato il 03 Febbraio 2012 da scaraciccio

Monti voleva dire una cosa giusta, sostenendo che il posto di lavoro fisso e' un'idea che deve uscire dalla testa di tanti.
In fondo e' una necessita' piu' che un piacere: nel mondo occidentale, ma anche in Paesi come Cina, Brasile, le Tigri Asiatiche etc, non c'e' il mito del posto a vita.
Cosi' come Martone voleva dire che in Europa ci si laurea mediamente prima che in Italia.

Quello che sostengono loro l'ho provato io sulla mia pelle a Londra, e come me migliaia di altri emigrati.
Io sono arrivato sul mercato del lavoro inglese a 30, con laurea, Master ed esperienza, eppure non e' servito a molto.
Qui' a Londra, sino a non troppo tempo fa, si poteva cambiare lavoro abbastanza facilmente, se si volevano piu' soldi o un tipo diverso di professione.

Monti e Martone, dunque, non hanno detto cose insensate.
L'assurdita' delle loro parole, semmai, deriva da 2 fattori.

1, il linguaggio. Parlare di sfigati, di noia e generalizzare e' non solo sbagliato, ma ingeneroso e offensivo.
2, il contesto. L'Italia non e' Londra, New York, o altre realta' economiche dinamiche.
Paragonare il Sud Italia alla Germania o a Hong Kong non e' solo sbagliato, ma da ignoranti.

Questa gente sembra non rendersi conto del peso delle loro parole, della posizione di privilegiati che coprono, del potere mediatico delle loro esternazioni.
E sembrano cadere dalle stelle, non essere parte del tessuto sociale italiano, sfasciato, devastato.

Chi ha la pensione non ce la fa a sopravvivere. Ma che cazzo di Paese e' questo?

 
 
 
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