Scrittore Mascherato
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Messaggi di Luglio 2014
Post n°512 pubblicato il 20 Luglio 2014 da loscrittoremascherat
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Post n°511 pubblicato il 17 Luglio 2014 da loscrittoremascherat
Il tanto implorato caldo è arrivato. Ed io devo dire che visto che devo lavorare non è che lo aspettassi con così tanta ansia. Anzi oggi inizierò ad accendere di nuovo l'aria condizionata in ufficio perchè in giacca e cravatta inizio ad avere i primi problemi di respirazione. E così oggi ho deciso di andare a bere un aperitivo a Milano dove so già che mi accoglierà un'umidità da foresta amazzonica. Domani andrò a Bologna per un seminario e poi partirò per un week end in Liguria. Non credo ce la farò io ve lo dico. |
Oggi sceso dall'auto ho sentito il canto di una cicala, forte e chiaro provenire dalla cima di una basso cipresso. Intanto camminavo sulla strada e sentivo l'umidità nell'aria che iniziava ad attaccarmi la camicia al corpo. Finalmente segni di un'estate che quest'anno non ne vuole sapere di arrivare e che fino adesso non ho rimpianto più di tanto visto che l'unica settimana in cui ero in vacanza ho trovato un tempo decente. Ma nello stesso tempo il mio fisico sente che c'è qualcosa che non va e forse anche il mio umore. Forse però l'umore è influenzato più da altro, da cose che non vanno o che vorrei andassero diversamente o entrambe le cose. La tensione oggi mi attanaglia e ci sono cose che dovrebbero avere una fine, comunque sia. Vorrei solo non pensare. Vorrei solo avere pace. |
Post n°509 pubblicato il 11 Luglio 2014 da loscrittoremascherat
Uno dei miei sogni ricorrenti al lavoro è... No dai non pensate male non si tratta di segretarie sotto la scrivania o di altri pensieri strani sulle colleghe; troppo prosaici per i miei gusti certi pensieri. Fuggire, mi metterei sotto un albero all'ombra, uno di quegli alberi che pur tenendoti al fresco ti permette tra le foglie di osservare squarci di cielo e tra le mani una bottiglia o forse due o tre di birra fredda. E li mi fermerei qualche ora fino al momento del pranzo che si sa per noi magutt è circa le 12, 12,15. Un pò mi anima questa retorica della fuga in questo periodo, sono irrequieto, è come se una leggera inquietudine mi aleggiasse intorno come fumo che non riesco a prendere. Chissà perchè mi vengono in mente Marrakech Express e Puerto Escondito. Normalmente una serata con gli amici di sempre mi fa bene in questi casi; provvederò.
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Le nuvole mutevoli nel cielo azzurro si inseguivano spinte dal vento disegnando ombre cangianti sul terreno bagnato. A piedi scalzi l'uomo camminava nel prato punteggiato di fiori viola e gialli, sentendo l'acqua piovana fredda seguire i suoi passi. Aveva tirato su gli orli dei pantaloni per non bagnarli, visto che avrebbe dovuto tornare in ufficio di li a poco. Camminava in quel campo e pensava alla sua vita, pensava ma continuavano a distrarlo il ronzio delle api, il frinire dei grilli, il merlo che prendeva il volo disturbato dalla sua intrusione. Forse non stava pensando a nulla di importante pensò tra se e se e si stupì un po di quel pensiero, se non era importante la sua vita cosa altro poteva esserlo. Ma ci sono momenti in cui pensare è inutile, questo pensierò lo folgorò; a volte forse si deve lasciare che il mondo scorra, che prenda il sopravvento l'istinto che ci fa fare quello che desideriamo e non quello che ci imponiamo. Si diresse all'auto, ma non andò in ufficio. Andò dove il cuore gli suggeriva di andare. |
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