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BLOG DI SILVIA DE ANGELIS

Messaggi del 18/07/2012

MENTRE MUOIO DI TE

Post n°409 pubblicato il 18 Luglio 2012 da das.silvia

 

frullano luci e ombre
sul volto tuo trasfigurato
in quell'esprimere saggio d'amore
nella verve d'imponente gestualità
aizzante compulsa libidine
(frizzi odorosi colmanti nari pudiche
sfrugugliano dolcemente luoghi proibiti)

e in una suadente provocazione
di mani di dita
audaci in un far di schiena inarcata
si accresce esaltante il mio temerario delirio
che metti a tacere con un languido e prolungato bacio...
mentre muoio di te


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati  aprile 2011


 
 
 

LA FORZA DELL'ACQUA

Post n°408 pubblicato il 18 Luglio 2012 da das.silvia

Il termine è improprio: dovremmo parlare di ruota ad acqua,

o, con termini più moderni, di turbina ad acqua. Il dispositivo

era noto già ai romani, che però incominciarono ad occuparsene

solo nell’ultimo secolo dell’Impero, quando gli schiavi

cominciavano a scarseggiare, essendo le guerre di conquista

terminate da tempo. Era troppo tardi. Ma è facile arguire che,

da quegli impareggiabili ingegneri che erano, i romani avrebbero

di certo trovato il modo di impiegarla su vasta scala e di

migliorarne sensibilmente l’uso, estenderne le applicazioni e

aumentarne le prestazioni. Se ne persero le tracce per secoli. Poi,

fra il X e l’XI secolo, riapparvero in Europa. In un censimento del

1086, nella sola Inghilterra si contarono oltre 5600 mulini ad acqua.

Una cifra impressionante, vista la perifericità del paese e

l’arretratezza rispetto ad altre regioni continentali. Per la prima

volta, e su larga scala, si sostituiva, sulla terraferma, alla forza

animale e umana, una fonte di energia molto maggiore e per

giunta “rinnovabile”. Fonte che si presentava disponibile su una

scala relativamente ampia, e, quel che più conta, piuttosto stabile

dal punto di vista della potenza utilizzabile.  Ancor più impressionante

fu l’avanzamento “tecnologico”, anche in settori collegati. Furono

costruite le prime dighe, per rendere regolare il flusso d’acqua, e

dunque regolare la produzione associata, e calcolabili i suoi costi.

Furono costruiti mulini con due, tre, o più, “stadi”. Cioè ruote in

linea che continuavano ad usare la forza residua dell’acqua.

Un’invenzione fu, però, cruciale: la trasformazione del moto

rotatorio della ruota in uno alternativo. Ciò rese possibile

l’applicazione della potenza non solo alla macinazione del grano

e degli altri cereali. Fu possibile avere martelli per forgiare il

metallo (il fabbro meccanizzato). Stampi per le stoffe. Macchine

che piegavano, arrotolavano e filavano sia metalli che vegetali.

Macchine che mescolavano i malti per le birre. Macchine che

permettevano di preparare la polpa per la fabbricazione della carta.

Scoperta e fabbricata per mille e più anni a mano da arabi e cinesi,

giunta in Europa la carta fu quasi da subito prodotta

meccanicamente. Le basi per una supremazia europea, basata

sulla “potenza” dell’acqua e dunque sul lavoro non animale,

furono gettate tra l’anno 900 ed il 1400. La tecnologia non è solo

invenzione: è, soprattutto, miglioramento continuo. Fare ciò che

si faceva prima, certamente; ma più rapidamente, meglio, e

a costi inferiori. (W E B)


 

 
 
 

 

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