Creato da das.silvia il 26/02/2012

Setoseallegorie

BLOG DI SILVIA DE ANGELIS

Messaggi di Luglio 2012

TOCCANTI DISEGNI

Post n°415 pubblicato il 21 Luglio 2012 da das.silvia

ora che i voli più reconditi si posano sul trepidante sfiorarmi
(mimata sensualità in bilico su cilestrino orizzonte)
scivola lo sguardo in un sorso d'attrazione
suscitando in me un desiderio sovrano...
mentre fruga lo scenario più segreto

la mancanza di te in quel riso mascalzone
fa sopire raggiate scie nel desertico sfondo
e la bocca arsa di quel velo di sensualità
trae sollievo in un trasalire d'affusolate mani...
nel circuire toccanti disegni
ove s'arrampicano salite ubriache di te


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati     febbraio 2011


 
 
 

MONICA VITTI

Post n°414 pubblicato il 21 Luglio 2012 da das.silvia

I capelli scarmigliati; la voce roca, dal timbro inconfondibile;

lo sguardo insieme languido e penetrante, sempre vivace,

prensile, sottolineato dalla grossa riga di matita, da una

passata energica di mascara, agli inizi dalle ciglia finte

, poi da ombretti fumosi e polverosi dietro gli occhiali; in fine

gli abiti, invariabilmente con qualcosa, anche solo un piccolo

dettaglio, non esattamente a posto. Monica Vitti, diva riluttante,

lontana mille miglia dallo stereotipo della star, e in particolare

dal cliché pneumatico e voluttuoso della stella italica – quella

genìa nazionalpopolare di matrone carnali e seducenti, intoccabili

sul loro piedistallo, cementate nell'immaginario collettivo in un

impasto di glamour e polvere di stelle, che dalla Lollo e dalla

Loren arriva, ridotta a formula, al burro gallico della Bellucci –

è l'epitome dell'antidiva. Quel prefisso "anti" lei lo ha fatto suo,

con naturalezza e senza fanfara, assai prima che opporsi

diventasse l'ennesima posa studiata a tavolino da publicist, per

le case di produzione. Essere attrice ed essere donna non sono

mai state qualità, men che meno attività, antitetiche per questa

romana nata nel 1931 sotto il segno dello scorpione, fosca e

complessa, solare e sensuale: Maria Luisa Ceciarelli – questo il nome

all'anagrafe – ha regalato tutte la propria verve, la propria carnalità,

ma anche i propri difetti – umani, troppo umani – e le proprie nevrosi

a Monica Vitti, creando una icona sfaccettata e raggiungibile,

perfettamente imperfetta perché, fuori dallo schermo, la perfezione

è solo una opprimente utopia, un ideale paralizzante. Lontano

dai vitinidi vespa, dalle tette generose, dalle mise infiocchettate

nelle torri d'avorio degli atelier di Piazza di Spagna, la Vitti ha

portato un soffio di realtà nell'Olimpo della settima arte,

sparigliando le carte. Non ultime, quelle dello stile. Non a caso,

ci fu molto invidiata, all'estero, negli anni Sessanta dei primi

dubbi e delle prime crepe che incrinavano il sogno del boom

a colpi di incomunicabilità ed esistenzialismi, diventando una

icona di italianità nuova. Con la stessa leggerezza che le ha

consentito di passare dalle parti tormentate e problematiche

nei film di Michelangelo Antonioni – memorabile la Giuliana

di Deserto Rosso, nevrotica fino al midollo, dai capelli mogano

al golfino nero – al ruolo di mattatrice della commedia

all'italiana, la Vitti ha attraversato mode e modi portandosi dietro

un'aura tutta sua: il glamour del tinello, la capacità leggiadra

di apparir domestica anche nelle mise e nelle situazioni più

splendenti. Una qualità concessa a poche, che le dive di oggi,

sempre in posa, sconoscono del tutto. Mai in posa, invece, la

Vitti ha sempre conservato la sciatteria garbata e travolgente

della donna che non spende troppo tempo davanti allo specchio,

che non si mira e rimira cesellando la propria beltà, ma che

semplicemente vive, accettando errori, falli, capitomboli come

parte del processo; come elemento eccitante, mai sminuente,

del gioco delle parti. Sarà forse per quei capelli ribelli, proprio

incapaci di stare a posto, o per quella maniera svagata di

portare le collane di turchesi e gli orecchini di corallo con le

bluse di seta e le giacche maschili; sarà per le sue gonne al

ginocchio, di quella lunghezza infingarda che fa sempre scappar

fuori un lembo di sottoveste; sarà, soprattutto, per quella

sana e rara capacità di non prendersi affatto sul serio. (WEB)

                     

                                             

 
 
 

RIVALERSI NEL TEMPO

Post n°413 pubblicato il 20 Luglio 2012 da das.silvia

                                          

In quei rauchi sibili frammentati

evanescenti nelle anse del pensiero

riemerge forte l’aspirazione

quasi a un indennizzo

sulle filigrane di chiglie saccheggiate

ove pastelli ridestati diano colore

alla coscienza immalinconita

Si imbibisce di lucidità l’iride

nell’attesa dello schiudersi

d’esilaranti dettagli

in quel colare avvincenti vernici

sui polpastrelli

Carezzano un suadente amplesso

di docili onde rincorrenti

in quel bisbiglio che si fa verbo forte

nel brivido sfiorato


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

 
 
 

SI SPEGNERA' IL SOLE?

Post n°412 pubblicato il 20 Luglio 2012 da das.silvia

Come tutte le stelle, anche il Sole è destinato a spegnersi

quando terminerà il suo ciclo evolutivo, tra circa 5 miliardi

di anni. Il Sole appartiene alle stelle della “sequenza principale”,

cioè quelle stelle che sono fatte prevalentemente di idrogeno

e bruciano grazie alla reazione di fusione nucleare che partendo

dall’idrogeno produce elio. Il tempo necessario per stelle di

massa pari a quella del Sole, circa 333 mila volte la massa

della Terra, per uscire dalla sequenza principale è circa 10

miliardi di anni. Poiché il Sole si è formato circa 5 miliardi di

anni fa, continuerà a esistere ancora per un tempo almeno

altrettanto lungo. Quando una stella esce dalla sequenza

principale, nel suo nucleo, ormai privo di idrogeno, cominciano

ad avvenire nuove reazioni di fusione che usano l’elio come

combustibile. Questa fase ha inizio con il cosiddetto brillamento

dell’elio durante il quale si ha una perdita di circa il 30 per

cento della massa. La stella comincia poi ad aumentare

notevolmente di dimensioni trasformandosi progressivamente

in una “gigante rossa”: poco densa ma più grande di tutto il

sistema solare. Quando anche l’elio sarà esaurito, il Sole

terminerà la sua esistenza contraendosi e raffreddandosi fino

a diventare una “nana bianca”: cioè una stella molto densa

e poco luminosa, dalle dimensioni inferiori a quelle della Terra.

(W E B)


 
 
 

DOLCE DERIVA

Post n°411 pubblicato il 19 Luglio 2012 da das.silvia

Nella galassia sparuta

traggo il solco indeciso

dedito intravedere

squarci d’intensa linearità

Mi sorprendi tu

nell’intuizione di un fremito sanguigno

volto scomporre

gravide impronte di disamore

Si dilegua l’assillo di memorie

nella proiezione di un cantico

che scolpisce emozioni

Interrompe dense quote di silenzio

in uno squarcio d’impeto su  fragili tempie

mentre il ciacolare di sensi

inclina la schiena su dolce deriva….


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati    luglio 2012


 

 
 
 

MARE E VENTO

Post n°410 pubblicato il 19 Luglio 2012 da das.silvia

Spesso sono definiti empirici ma dovrebbero essere

definiti "pratici": sono metodi che classificano fenomeni

naturali senza strumenti ma basandosi sull'osservazione

degli effetti. Tali metodi permettono di classificare e

inquadrare rapidamente la rilevanza e la pericolosità di

fenomeni quali ad esempio i terremoti valutando ciò che

accade intorno.  Questi metodi sono sufficientemente

precisi se l'osservatore è in grado di stimare correttamente

quanto vede evitando valutazioni soggettive ed emozionali

e permettono di valutare e comunicare ad altri rapidamente

l'intensità di un fenomeno senza l'ausilio di strumenti quasi

sempre indisponibili. Ne sono esempi la scala Mercalli per la

valutazione dei terremoti e quella realizzata dall'ammiraglio

Beaufort nel primo '800 per stimare le condizioni del vento

e del mare. Come è noto sono le correnti marine a determinare

i grandi spostamenti di massa nei mari, ma ai fini della

navigazione è il vento e il moto ondoso superficiale da

questi determinato ad essere rilevante. I due fenomeni

sono talmente connessi che nell'uso comune si tende a

confondere "forza del vento" e "forza del mare" identificandoli

come un fenomeno unico: in effetti ai fini pratici è proprio così

e fu proprio Beaufort a mettere in relazione in modo accurato

le condizioni del mare con la velocità del vento. Naturalmente

allora, in un epoca nella quale la navigazione a vela era

fondamentale l'elemento vento era prioritario mentre oggi lo

è di più la componente mare e anzi si tende ad inserire nella

scala originaria elementi di valutazione terrestri ( W E B)

      

 
 
 

MENTRE MUOIO DI TE

Post n°409 pubblicato il 18 Luglio 2012 da das.silvia

 

frullano luci e ombre
sul volto tuo trasfigurato
in quell'esprimere saggio d'amore
nella verve d'imponente gestualità
aizzante compulsa libidine
(frizzi odorosi colmanti nari pudiche
sfrugugliano dolcemente luoghi proibiti)

e in una suadente provocazione
di mani di dita
audaci in un far di schiena inarcata
si accresce esaltante il mio temerario delirio
che metti a tacere con un languido e prolungato bacio...
mentre muoio di te


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati  aprile 2011


 
 
 

LA FORZA DELL'ACQUA

Post n°408 pubblicato il 18 Luglio 2012 da das.silvia

Il termine è improprio: dovremmo parlare di ruota ad acqua,

o, con termini più moderni, di turbina ad acqua. Il dispositivo

era noto già ai romani, che però incominciarono ad occuparsene

solo nell’ultimo secolo dell’Impero, quando gli schiavi

cominciavano a scarseggiare, essendo le guerre di conquista

terminate da tempo. Era troppo tardi. Ma è facile arguire che,

da quegli impareggiabili ingegneri che erano, i romani avrebbero

di certo trovato il modo di impiegarla su vasta scala e di

migliorarne sensibilmente l’uso, estenderne le applicazioni e

aumentarne le prestazioni. Se ne persero le tracce per secoli. Poi,

fra il X e l’XI secolo, riapparvero in Europa. In un censimento del

1086, nella sola Inghilterra si contarono oltre 5600 mulini ad acqua.

Una cifra impressionante, vista la perifericità del paese e

l’arretratezza rispetto ad altre regioni continentali. Per la prima

volta, e su larga scala, si sostituiva, sulla terraferma, alla forza

animale e umana, una fonte di energia molto maggiore e per

giunta “rinnovabile”. Fonte che si presentava disponibile su una

scala relativamente ampia, e, quel che più conta, piuttosto stabile

dal punto di vista della potenza utilizzabile.  Ancor più impressionante

fu l’avanzamento “tecnologico”, anche in settori collegati. Furono

costruite le prime dighe, per rendere regolare il flusso d’acqua, e

dunque regolare la produzione associata, e calcolabili i suoi costi.

Furono costruiti mulini con due, tre, o più, “stadi”. Cioè ruote in

linea che continuavano ad usare la forza residua dell’acqua.

Un’invenzione fu, però, cruciale: la trasformazione del moto

rotatorio della ruota in uno alternativo. Ciò rese possibile

l’applicazione della potenza non solo alla macinazione del grano

e degli altri cereali. Fu possibile avere martelli per forgiare il

metallo (il fabbro meccanizzato). Stampi per le stoffe. Macchine

che piegavano, arrotolavano e filavano sia metalli che vegetali.

Macchine che mescolavano i malti per le birre. Macchine che

permettevano di preparare la polpa per la fabbricazione della carta.

Scoperta e fabbricata per mille e più anni a mano da arabi e cinesi,

giunta in Europa la carta fu quasi da subito prodotta

meccanicamente. Le basi per una supremazia europea, basata

sulla “potenza” dell’acqua e dunque sul lavoro non animale,

furono gettate tra l’anno 900 ed il 1400. La tecnologia non è solo

invenzione: è, soprattutto, miglioramento continuo. Fare ciò che

si faceva prima, certamente; ma più rapidamente, meglio, e

a costi inferiori. (W E B)


 

 
 
 

NEVRALGIE

Post n°407 pubblicato il 17 Luglio 2012 da das.silvia

Dolci nevralgie d’amore insoluto

lasciano sottintendere un’inedia svelata

nell’inclinazione dell’anima

intorpidita da un esile sussurro

Indenne all’avvenenza di un’emozione

si fa grande un gelido sentore

lacerando ebbrezze d’ipotetico sentimento

inarrivabile a un eccitante orgasmo della mente

 

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati    Luglio 2012

                      

 

 
 
 

L'INVIDIA

Post n°406 pubblicato il 17 Luglio 2012 da das.silvia

L'invidia è un sentimento negativo (quello positivo è

l'ammirazione) che si prova nei confronti di una o più persone

che hanno qualcosa che noi non possediamo (in quanto

sentimento negativo tendiamo quindi a portarle,

momentaneamente o stabilmente nel nostro mondo dell'odio).

Può essere diretta (quando si vorrebbe ciò che l'altro ha) oppure

indiretta (quando si desidera che l'altro perda ciò che ha).


Contrariamente alla credenza comune, l'invidia non è opposta

alla superbia, in quanto un soggetto invidioso può essere anche

superbo, quando in lui la personalità violenta non è ben controllata

e si verificano situazioni in cui è spesso vincente, cioè in cui arriva

a possedere l'oggetto del desiderio. Se il soggetto ha una

componente violenta bassa o comunque controllata, può alternare

momenti di grande affabilità e disponibilità (quando il risultato

gli è favorevole) a momenti di invidia che lui stesso comunque

avverte come peggiorativi della qualità della sua vita.


La causa
- L'invidia è un indicatore di come la propria autostima

si basi sui risultati (l'oggetto dell'invidia è sempre raggiunto o perso

con un'azione propria o altrui), anziché provenire dal "dentro di sé".

Non a caso l'invidioso tende a stilare classifiche, a vedersi in

competizione. Anche di fronte a una persona eccezionale, il

soggetto equilibrato non è invidioso per il semplice fatto che sa

che dentro di sé ci sono qualità uniche, non confrontabili, né

classificabili con altri, i suoi valori. Non è detto che nell'invidioso

l'autostima sia bassa (come nel debole) e, a prescindere dal livello

di essa, possono esserci ampi periodi di remissione dall'invidia se

i risultati esistenzialmente interessanti per il soggetto sono positivi.

La saltuarietà di comportamenti invidiosi può portare a credere che

tutti possano essere soggetti a questo sentimento negativo,

quando invece si rileva che chi ne è immune ha semplicemente

un'autostima indipendente dal risultato. ( W E B)

                   

 

 
 
 

CASA MIA

Post n°405 pubblicato il 16 Luglio 2012 da das.silvia

'sta casa che me so' costruita mattone su mattone
co' 'nsacco de fatica me fa ringalluzzì tutta perchè
ciò messo drento 'nsacco de sensazioni d'amore
de 'a vita mia che 'e staggioni hanno fatto cresce giorno pe' giorno

museo der core è piena de virgurti e de ricordi che nun
cianno 'ngrande valore de sordi ma de tanti affetti grandi
che fanno volà 'e scintille 'nfino ar soffitto e riempieno
er core de balocchi

però se oggi se guardamo 'nsilenzio ner tempo ch'è passato
co' quarche acciacco 'npiù
che fa scaturì puro 'npò de malinconia...
ma 'nfonno ce sta tanta contentezza de fa
come me pare a casa mia

T R A D U Z I O N E
questa casa che ho costruito mattone su mattone
con molta fatica mi rende gioiosa perché
ci ho messo dentro tante sensazioni d'amore
della mia vita che il tempo ha fatto crescere giorno per giorno

museo del cuore è piena di emozioni e ricordi
che non hanno grande valore economico ma di grandi affetti
che scatenano scintille fino al soffitto e colmano
il cuore di doni

però oggi ci guardiamo in silenzio nel tempo trascorso
con qualche acciacco in più
che fa scaturire un po' di malinconia...
ma in fondo c'è tanta contentezza di fare
come voglio a casa mia


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati    giugno 2011

           

 

 
 
 

BELLEZZE DELLA PENISOLA

Post n°404 pubblicato il 16 Luglio 2012 da das.silvia

Turismo culturale, gli italiani riscoprono le bellezze di casa

Veneto e Lazio le regioni più gettonate grazie al traino di

Venezia e Roma. Il patrimonio culturale del Belpaese esercita

da sempre una forte attrazione per i turisti stranieri, ma negli

ultimi anni anche gli italiani stanno riscoprendo il le bellezze

artistiche di casa, tanto che il turismo culturale interno ha

registrato una crescita del 20% in soli due anni. Il dato proviene

dall’Osservatorio CartOrange, che traccia una mappa delle

regioni più amate dai turisti esteri e nostrani.

Nel primo semestre del 2011, dei 15,6 milioni di italiani in

viaggio il 38,6% ha scelto località di interesse storico-artistico,

sia interne che estere, mentre nelle città d’arte italiane il 60,2%

delle presenze nel periodo più caldo, ossia tra luglio e

settembre, è italiano, e il 39,8% straniero.

I “turisti culturali” italiani preferiscono il Veneto (16,5% delle

presenze nel 2010), seguito a poca distanza da Lazio (15,8%)

e Toscana (15,2). Degli stranieri, invece, uno su tre sceglie il

Lazio, uno su quattro il Veneto e il 17% punta sulla Toscana.

Molto amata, soprattutto dagli italiani, anche l’Emilia Romagna,

che prima del terremoto si collocava al quarto posto con il 14%

per gli italiani e al quinto (4,3%) per gli stranieri.

Le destinazioni più gettonate sono quelle “classiche”, con Roma

e Venezia in testa, spiega Gianpaolo Romano, amministratore

delegato di CartOrange. “Quello che sta cambiando nel settore

è proprio il modo di viaggiare: il turista culturale non vuole più

visitare tutto quello che c’è da vedere – dice Romano – ma è

più selettivo e preferisce un approccio più slow. Si focalizza solo

su quello che gli interessa davvero, magari anche in una

destinazione già nota, ma intende capirla e contestualizzarla”.

Nel complesso, osserva ancora Romano, il turismo culturale

negli ultimi 10 anni è quello che è cresciuto più di tutte le

altre tipologie. Nelle località di interesse storico e artistico,

infatti, le presenze italiane sono aumentate del 17% e

quelle straniere del 54%. (W E B)


 

 

 
 
 

FIORDI DI LUNA

Post n°403 pubblicato il 15 Luglio 2012 da das.silvia

Nell’occhio ponderato

all’avvento di maestrie

calpestate nel tempo

s’inebria una rara lucentezza

distante da un silenzioso eremo

Si appropria di spazi invisibili

dispersi nel gioco sottomuro

temprato da velate certezze

consapevoli d’un giro d’emisfero

tratto in inganno

 dal baciarsi del sole

mentre scavalca eterei fiordi di luna


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati    luglio 2012

                                

 

 

 
 
 

COSA HANNO DETTO GLI EXTRATERRESTI

Post n°402 pubblicato il 15 Luglio 2012 da das.silvia

Per coloro che nutrono ancora dubbi sull’esistenza degli extraterrestri, sarebbe oltremodo

produttivo consultare le dichiarazioni fatte in un simposio della NASA in cui hanno partecipato

sia Neil Armstrong sia Edwin "Buzz" Aldrin, in qualità di ex astronauti dell’Apollo 11.


Dopo che ebbero risentito le comunicazioni radio pervenute sul nostro pianeta attraverso un

canale preferenziale, ma ugualmente captate da un radioamatore statunitense, Armstrong

disse a chiare note che non poteva entrare nei dettagli su quanto successe in quello storico

giorno del 21 Luglio 1969. Egli chiamò gli enormi dischi volanti con il nome in codice di "babies",

e confermò che le due navi extraterrestri erano enormemente superiori sia per dimensioni sia

per tecnologia. Egli ha detto esattamente: "Ragazzo, erano grandi e minaccianti!".


Armstrong aggiunse poi che la NASA, nonostante l’ammonimento, continuò con il suo programma

per non creare panico sulla Terra. L’interlocutore, un professore che non ha voluto rivelare il suo

nome, gli fece altre domande piccanti. Armstrong confermò che la storia era vera e disse di nuovo

che non poteva assolutamente rivelare altri particolari, poiché la CIA aveva già messo tutto nel più

assoluto silenzio. Il dialogo, del resto, è anche qui su Nonsoloufo. Fatta questa precisazione,

affrontiamo il discorso della conquista lunare dall’altra parte. Ci sono stati dei messaggi chiari ed

evidenti, i quali sono finiti pure nelle mani dei dirigenti NASA dell’epoca e non solo, fatti recapitare

dal contattista Eugenio Siragusa ai vari responsabili proprio nel periodo cruciale delle missioni lunari.


Egli, già il 20 Ottobre 1966, scrisse:

"Da 175.000 anni gli extraterrestri hanno le loro basi sul satellite della Terra, sulla Luna. Non è

necessario sapere come, ma è vero, che qualcuno ha visto e visitato le meraviglie di una tecnica

e di una scienza superiore ad ogni immaginazione fantascientifica umana. Ritengo che non sia facile

, nemmeno per le menti più evolute della terrena scienza, immaginare le strutture su cui poggia la

fantastica opera che solo una mente divina può edificare. Le opere più moderne e tecnicamente

più progredite della scienza terrestre, sono, nei loro confronti, insignificanti espressioni di una mente

preistorica. Se è vero che gli astronauti terrestri sarebbero destinati a visitare, dico visitare, il satellite

del pianeta che abitano, credo fermamente che rimarrebbero incapaci di superare, psicologicamente,

il trauma di quanto sarebbero costretti a costatare. Se tale ambita meta sarà concessa agli uomini di

questo mondo, e se potranno raccontare quello che i loro occhi potranno vedere, l’umanità dovrà

ricredersi in tantissime cose: dovrà disimparare tantissime concezioni sino ad oggi operanti alla base

della loro esistenza, dovrà riconoscere quella che realmente è stata e sarà. Dovrà, infine, imparare

ad essere una microscopica parte operante di una infinita, grande famiglia abitante il Cosmo. Ma è

ancora vero che l’umanità dovrà necessariamente conquistare una verità se vuole rientrare nel

consesso di questa grande e pacifica famiglia cosmica: una verità che è stata illuminata, divulgata,

ma purtroppo erroneamente interpretata e resa malamente operante. Ancora la maggior parte degli

uomini ignora la realtà che li sovrasta e crede a quello che ha toccato con le proprie mani e ha visto

con i propri occhi. Ma sono certo che il giorno si approssima e gli eventi, che vi forniranno tangibile

prova di quello che non avete voluto mai credere, sono pronti a mostrarsi con tutta la loro titanica

potenza celeste. Sul satellite della Terra, vi è ancora la stessa forza che edificò gli eventi del grande

passato: vi è la Milizia di Dio, pronta a manifestare il suo volere ed i suoi disegni. Non sono spirit

i folletti o quant’altro si possa di simile credere: sono creature viventi, animate da un solo e grande

amore, di una sola e grande giustizia, da una sola e grande pace, da un solo e grande fraterno

bene universale. Sono, nei confronti del Creatore, quello che gli uomini avrebbero dovuto essere

e non sono: 'I Figli della sua Fiamma', l’espressione vivente della sua eterna saggezza, la potenza

immortale della sua divina Intelligenza Cosmica. Sulla Luna, da 175.000 anni queste creature ci sono

e ci rimarranno sino a quando gli uomini della Terra non si saranno per sempre risvegliati ne

i valori immortali della loro vera origine. ( W E B)

 

 
 
 

FESSURE

Post n°401 pubblicato il 14 Luglio 2012 da das.silvia

E’ quel volo per così dire “tarpato”

da una friabile sfinitezza d’opinioni

trasecolate nel raro palpito di luna morente

Si dileguano oggettività di vita frementi

disperse in un non senso stucchevole

spronato da attese interrotte

e il cadere di piogge gelate…

mentre mi inarco alla ricerca di fessure

violate da un vezzo d’ardore


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati   luglio 2012

              

 
 
 

L'ENERGIA

Post n°400 pubblicato il 14 Luglio 2012 da das.silvia

L’energia è una delle risorse più importanti dell'economia

mondiale, indispensabile per garantire maggiori opportunità

di sviluppo economico e sociale. Già oggi il consumo mondiale

di energia, prodotta per l’80% da fonti fossili, la cui

combustione genera anidride carbonica e altri gas a effetto

serra, equivale a oltre 12 miliardi di tonnellate di petrolio

equivalente. La domanda è destinata a crescere, l’aumento

stimato è del 40% in 20 anni, per l’incremento della

popolazione e dei processi di industrializzazione, soprattutto

nei Paesi emergenti. Per quanto riguarda più specificamente

l’energia elettrica, il tasso di crescita annuo della domanda

fino al 2030 è del 2,5%, per arrivare a un aumento della

capacità totale di 4800 GW cioè quasi cinque volte la capacità

attuale negli USA. Le sfide sono quindi molteplici: rispondere a

una domanda di elettricità importante e contemporaneamente

fronteggiare l’esaurimento delle risorse fossili e implementare

misure per contrastare il cambiamento climatico. Per raggiungere

questi obiettivi è certamente necessario economizzare l’energia

elettrica, sviluppare sistemi di cattura e sequestro di anidride

carbonica e utilizzare al massimo le fonti rinnovabili,. Ma

nessuna fonte, rinnovabili incluse, basta da sola a coprire la

domanda di elettricità. La risposta più efficace è quindi un mix

di generazione equilibrato che includa fonti fossili, rinnovabili e

nucleare. Il nucleare infatti assicura una produzione di elettricità

stabile e permette di ridurre le emissioni di anidride carbonica:

in un anno una centrale nucleare può far risparmiare emissioni

pari a 9 milioni di tonnellate  di anidride carbonica. E’ come

togliere dalle strade 4 milioni e mezzo di automobili. (W E B)


 

 
 
 

UN TUO SUSSURRO

Post n°399 pubblicato il 13 Luglio 2012 da das.silvia

 

Nel tuo approssimativo dedalo

che schiude mani indecise

alla gestualità avvolgente saggi d’amore

ho tracciato illogico cammino

sfiorando con la punta dei piedi

tratti emotivi della tua persona

Sa dilatare strati di neve

convogliando enfasi d’imprendibile ardore

ed io come foglia accartocciata

riprendo a respirare nell’eco di un tuo sussurro…

 

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati   luglio 2012

 


 
 
 

NAPOLEONE BONAPARTE

Post n°398 pubblicato il 13 Luglio 2012 da das.silvia

Il fascino di Bonaparte, gran seduttore d' intellettuali "

camaleonti" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

 Due quadri tra i tantissimi altri hanno la forza di rappresentare

. e dimostrare . quel che realmente fu Napoleone Bonaparte,

l' immenso potere e la incommensurabile popolarita' che ebbe

durante il suo breve dominio sulla Francia e sull' Europa. Uno

e' quello in cui Jacques Louis David, nel 1812, lo ritrae in piedi

nel suo studio; l' altro e' quello in cui Jean Auguste Dominique

Ingres lo immortala assiso sul trono d' imperatore, nel 1806.

Nel primo, il Grande Comunicatore usa tutti i mezzi per mostrare

ai sudditi quel che loro da lui si aspettano. "Mentre voi dormite

tranquilli", sembra dire l' imperatore, "io vigilo, sono qui a lavorare,

a pensare alla mia e alla vostra grandezza": Napoleone e' , infatti,

nel suo studio quando l' orologio dietro di lui segna le 4 e 13

minuti (e non del pomeriggio, si badi bene, ma del mattino,

prova ne sia la candela accesa a rischiarare le carte dell' Insonne).

Nel secondo, c' e' il fasto che si addice a un dio terreno, il cui

sguardo esprime indicibile serenita' e, insieme, indomabile

volonta' , irraggiungibile potenza. La grandeur bonapartista e'

qualcosa di unico, e' la parossistica celebrazione di un mito che,

nella Francia del primo Ottocento, su tutto ha impresso la

"N" di Napoleone.

Dall' urbanistica all' architettura, dalla pittura alla scultura, dalla

moda al designer, dall' oggettistica all' editoria, come ben sanno

i collezionisti di cose napoleoniche. Tutto doveva servire ad

alimentare il mito del Grande Conquistatore, dispensatore di una

civilta' nuova, leggi nuove, una nuova politica. Per raggiungere lo

scopo, Napoleone studio' con profitto da massmediologo, mettendo

in moto una macchina del consenso che ancor oggi stupisce. In

questo seppe servirsi degli intellettuali, degli influenti figli della

Rivoluzione, i quali finirono con l' appoggiarlo (per poi farne le spese,

in molti casi) nel suo disegno autoritario. (W E B)

            

 
 
 

I TUOI PASSI

Post n°397 pubblicato il 12 Luglio 2012 da das.silvia

 

 

rintocca dolcemente il rumore dei tuoi passi

avanzano nella salita brulla del mio essere donna

scivolano suoni stantii

capaci sradicare vellutate egemonie

d'un sentimento calpestato

 

aumenta di spessore il pensiero

significato da solinghe sfumature d'inconscio

traggono luci e ombre di corallo

negli zigomi translucidi d'empatie

 

avanza la coscienza nella strada bianca senza suoni

nel contrasto arido del cemento

attanaglia sintonie sbiadite

barattano intenzioni taciute

diseredate da ragioni sciolte nel solco d'una ruga...

capace incatenare l'anima al tempo

 

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

 
 
 

PESCATORI DI FRODO

Post n°396 pubblicato il 12 Luglio 2012 da das.silvia

La pesca di frodo e la pirateria ittica rappresentano da

anni un business plurimiliardario che sta distruggendo i

mari del globo. Secondo la stima di David Agnew, responsabile

della ricerca ittica all’Imperial College di Londra, il volume

complessivo mondiale della pesca di frodo va dai due ai

quindici miliardi di dollari. Alcuni dei pesci “rubati” dai mari

possono avere un valore commerciale che arriva a toccare

cifre altissime: il tonno blu, ad esempio, può costare anche

50.000 euro. Il rischio più grave che si corre è quello della

completa estinzione di alcune razze, tra cui – solo per fare

un esempio - il merluzzo della Patagonia. Il cuore di queste

attività illecite è Las Palmas de Gran Canaria (Isole Canarie)

dove passa quasi tutto il pesce di frodo che arriva nel continente

europeo: centinaia di migliaia di tonnellate all’anno che si

disperdono successivamente su troppe rotte di contrabbando

per essere rintracciate. Secondo gli esperti questa tipologia

di criminali, i “pirati globalizzati” del pesce, è una conseguenza

dello smaltimento del comunismo sovietico. Lo sfruttamento ebbe

inizio negli anni ’50 con la costruzione delle flotte di pescherecci

sovietiche; negli anni ’70, arrivarono quelle giapponesi, dei paesi

europei e degli Stai Uniti. È con la caduta del sistema sovietico

però che il fenomeno diventa mondiale, quando la criminalità

organizzata si impossessa della flotta mercantile dell’URSS.

Quelle stesse flotte hanno già distrutto il Mar Baltico. (W E B)




 
 
 

 

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