Creato da stelladelsud_1976 il 26/04/2010

Spuma_di_mare

Tra piume di stelle...e coriandoli di cielo...(Max Gazzè)

 

Messaggi di Giugno 2014

WAVES

Post n°350 pubblicato il 30 Giugno 2014 da stelladelsud_1976
 

 

(*foto: dal web)

Non so per quanto tempo ho immaginato il mio ritorno al mare...imprimendomi ogni fotogramma di una sequenza perfetta di attimi in cui avrei contemplato quella distesa di blu, inframmezzata di turchese...fino a disperdersi nell'azzurro del cielo....mentre i piedi sarebbero sprofondati nella sabbia caldissima...Sono riuscita persino a ricostruire il piacere tattile del vento che ti accarezza il viso ed il profumo della salsedine, misto a quello della pelle che profuma di crema solare...

Questo e' stato il mio pensiero più bello e luminoso...nei momenti più brutti e difficili...eppure quando sabato mi è stato proposto di rituffarmi nel mio quadro incantato e più volte immaginato...ho titubato; bloccata da sciocche paure e tutte superficiali. Ho pensato alla prova costume che non potevo superare, al costume stesso che avrei dovuto indossare...alla meno peggio, alle cicatrici che sarebbero emerse, comunque e nonostante l'uso strategico del pareo...

Infine, ho deciso di lasciare la paura a casa e di tuffarmi nel mio squarcio fatto di azzurro e sale...e ne è valsa la pena! 

Persino il pareo è stato lasciato ripiegato nella borsa mare, mentre percorrevo a testa alta il lido, incurante di sguardi curiosi o critici sul mio aspetto fisico. Dopo tutto, non sono mai stata una Miss, quindi, non mi sono persa nessuna passerella!

Ma, mai è poi mai, mi sarei voluta perdere lo spettacolo di vedere i miei nipotini nuotare per la prima volta in mare senza braccioli, mostrandomi ogni tipo di stile appreso durante i loro nove mesi di corso di nuoto. Che gioia vederli tuffarsi sott'acqua o rimirare orgogliosa la piccola che coraggiosa sfidava le onde per recuperare una palla finita lontano...

E' una lezione che devo tenere bene a mente questa, ogni qualvolta una paura inizierà a bloccare la possibilità di godermi qualcosa di bello devo pensare a cosa mi aspetta oltre l'inaspettato brivido dell'ignoto... 

 

 

 
 
 

*

Post n°349 pubblicato il 22 Giugno 2014 da stelladelsud_1976
 

(*foto: dal web)

Ieri ho letto un bellissimo articolo scritto su Vanity Fair (n° 24) da Pino Corrias; intitolato: "Filippo dalla rete al mare".

La storia di Filippo, 29 anni e titolare di una società web, mi ha colpito tantissimo, perchè alla soglia dei trent'anni, stanco di un lavoro che lo assorbiva totalmente e lo faceva stare perennemente connesso alla rete, ha deciso insieme ad altri due amici di imbarcarsi per 40 giorni su una barca a vela soli tra cielo e mare.

Dell'articolo mi ha colpito questo brano che vi riporto e che ho trovato davvero bello e significativo:

"La solitudine porta rivelazioni e risposte . Avevo paura delle tempeste, ma ho imparato che è la bonaccia, la totale assenza di vento, che ti fa sentire veramente nudo, in balia della totale solitudine. La tempesta ti obbliga a reagire, riempiendoti di adrenalina. La calma piatta ti schiaccia, ti mette con le spalle al muro. Come nella vita.

Ho imparato che le stelle sono mille volte più numerose di quelle che immaginiamo, ma non sapevo che potessero avvicinarsi così tanto a noi che siamo infinitamente piccoli. Ho imparato che la domanda di che colore è l'oceano non è semplice come sembra, racchiude il mistero di quello che vedo....[...] Ho imparato quanto cielo, quante notti, quanti anni ci perdiamo, noi nativi digitali, per stare con la testa dentro ai social network, casual games, informazioni di bassa qualità...[...]

Dice il saggio che l'andata è solo la metà del viaggio. L'altra metà è il ritorno. Ma le cose che vedo e che provo mi stanno entrando così profondamente dentro- le albe, le balene, il sole a specchio, il buio- che il mio ritorno non sarà la fine dell'avventura. Semmai un nuovo inizio. Per rituffarmi nella vecchia vita e trasformarla, farla diventare più consapevole, più profonda. Riempirla di energia, di frequenti tempeste, di nessuna bonaccia".

 

 
 
 

IL CIGNO ED IL BRUTTO ANATROCCOLO...

Post n°348 pubblicato il 17 Giugno 2014 da stelladelsud_1976
 

Sin da bambina sfogliando il mio libro illustrato di favole, ho sempre avuto un 'innata simpatia per il piccolo anatroccolo goffo e sgraziato. Va da se' che provassi un pizzico di antipatia per l'elegante e superbo cigno, che altero e con sguardo pieno di sufficienza,  passava oltre lo sfortunato anatroccolo.

Da quasi un mese e mezzo ho cambiato reparto, e mi trovo in un contesto prevalentemente maschile, dove la presenza femminile si può contare (rispetto ad altri reparti finora da me  girati) sulle dita di una mano. Trovarmi in un contesto simile non mi crea particolari disagi, se non quello dato dalla novità e dal dover ricrearmi nuove relazioni di amicizia e/o collaborazione professionale tra colleghi.  Ma, a pensarci bene, un leggero fastidio l'ho provato quando mi sono resa conto, che una delle colleghe, al suo arrivo in ufficio veniva accolta ogni mattina entrando nell'open space con un fischio di approvazione, o ammirazione, per altro da lei gradito con un sorriso di soddisfazione. La scena si ripete ormai ogni giorno e la cosa più che crearmi gelosia, per chissà quale senso di competizione o di inferiorità, mi ha lasciato basita ed un po' imbarazzata al pensiero che una donna possa sentirsi ammirata o gratificata al suono di un fischio. 

Per fortuna, questo tipo di "saluto di apprezzamento" non viene rivolto alle altre quattro donne del reparto ( me compresa), il che mi ha rincuorato a che la mia reazione rispetto a questo comportamento di alcuni colleghi non fosse dettato da un nascosto complesso da brutto anatroccolo dinanzi al bel cigno. Che poi a dirla tutta, oggettivamente la collega in questione non è certo Monica Bellucci o Maria Grazia Cuccinotta ( prendo a paragone due bellezze mediterranee più simili alla signora in questione), ne' tanto meno non è più giovanissima. 

Ribadisco, è  pur vero che il contesto è composto da veri metalmeccanici...abituati ad atteggiamenti di accentuato cameratismo/maschilismo, quindi, va vissuto senza troppi formalismi e senza scandalizzarsi troppo, ma da donna io mi sentirei non apprezzata se fischiata...soprattutto in ufficio.

Sarà che ero abituata ad un contesto molto ingessato e più rigido, ma non posso pensare di essere una rigida bacchettona se non apprezzo più che il fischio dei colleghi uomini,  piuttosto il sorriso compiaciuto della collega.  

 

 

 
 
 

***

Post n°347 pubblicato il 14 Giugno 2014 da stelladelsud_1976
 

...Quando tutto sembra senza uscita
devi guardare bene in fondo la tua vita
e chiederti se è proprio come la volevi tu
o ti aspettavi di più
ma siamo liberi così
e ora avrai tutto il tempo per risponderti
se mi cercherai potrei raggiungerti
mentre giri un altro film
liberi da qui
di lasciarci andare e poi rincorrerci...

 

Ascoltare questa canzone mi ha fatto pensare a cosa significhi per me essere liberi...in questa fase della vita in cui mi sento spesso costretta dalle situazioni, dagli eventi e da un'esistenza, in cui stento a riconoscermi da tempo...

Di sicuro non è la vita che avrei voluto, non è qui che mi immaginavo di essere...figuriamoci fare quello che faccio, sebbene, comprenda che alcune scelte lavorative avrebbero potute essere fatte con maggior coraggio e minor "senno di poi", intraprendendo "il domani"  con spirito di avventura come avrei sempre desiderato.

Ma il lavoro, per quanto importante, non è tutto e non è tanto meno un valore assoluto e si può sempre rimediare ad un qualcosa che non ci soddisfa.

Certamente, il senso di oppressione maggiore e di mancanza di libertà è dato dal sentirsi incompiuti ed incompleti. Il mio stesso corpo è un ennesimo work in progress; dato da trasformazioni coatte e da imposizioni di ordine maggiore. Mi sento così poco femminile, così poco attraente...le mie forme non le riconosco più, non mi obbediscono più insieme al colorito del mio viso...

E' cambiato tutto in me, dal bioritmo del sonno pressochè inesistente, all'aspettativa un giorno di potersi sentire donna e madre, mentre tutte intorno a me sono madri, compagne, mogli, fidanzate di...meno la sottoscritta. E per una volta mi chiedo: ho sbagliato in cosa? A parte l'aver preso qualche "sbandata accidentale, ma non penso sia un fenomeno tanto anomalo, da condannarmi alla solitudine  o meglio a non essere mai "scelta" da nessuno...un mio amico mi dice sempre che non devo considerarmi "io" il problema, che non ho nulla di sbagliato tranne il cervello, ma quello non si può curare...:) Parole sue che condivido sorridendo di me e dei miei crucci. 

Allora il punto qual'è? Io non l'ho ancora capito...continuo a tenere occupata la mente con un lavoro che non amo, ma che svolgo con impegno e senso di responsabilità ed ancor di più con il sorriso. Mi occupo della mia salute sempre così impegnativa e cerco di tenere la mia agenda moleskine piena di liste da fare e di piccoli programmi quotidiani da portare a termine...quasi che barrare con una linea l'attività del giorno, mi faccia sentire meno pesante rietrare a casa dove manca quell'abbraccio nello spalancare la porta appena arrivati...

Come dice Cesare Cremonini: " Chissà se amare è una cosa vera!?" 

 

 
 
 

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Post n°346 pubblicato il 01 Giugno 2014 da stelladelsud_1976

 

 

Leggendo...ebbene si, mi sono riappropriata del tempo per staccarmi un pò da internet e riprendere un pò a leggere, di tutto un pò; ho trovato questa frase che mi ha colpito dritto al cuore...dei pensieri e dell'immaginazione:

 

"Non so come si chiamino, sai,

gli spazi tra un secondo e l'altro,

ma io ti penso in quegli intervalli...

(Salvador Plascencia- Gente di Carta)

 


 


 
 
 

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Se non ti spaventerai con le mie paure,

un giorno che mi dirai le tue

troveremo il modo di rimuoverle.

In due si può lottare come dei giganti

contro ogni dolore

e su di me puoi contare per una rivoluzione.

Tu hai l’anima che io vorrei avere.

(Samuele Bersani)

 

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