TARTARUGHE

...tutto ciò che ha a che fare con le tartarughe...

 
 

NOTA

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Non sono un veterinario e questo è un Blog Amatoriale, pertanto, malgrado la cura posta nella raccolta del materiale, non posso assumermi la responsabilità totale delle informazioni riportate. In caso di seri problemi riguardanti la salute delle tartarughe, consiglio sempre e comunque di rivolgersi a persone qualificate e competenti.
Inoltre, molto del materiale presente è frutto di ricerche sul web, pertanto esiste la possibilità che nel blog siano state pubblicate foto o testi senza il consenso dell'autore o proprietario del diritto.
Se questo dovesse avvenire, vi chiedo gentilmente di contattarmi e in breve tempo verrà rimosso tutto il materiale non autorizzato.
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Messaggi del 08/05/2006

Post N° 212

Post n°212 pubblicato il 08 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Un’alimentazione corretta è una cosa fondamentale per la vita delle tartarughe, tant’è che la maggior parte delle patologie più comuni e la morte entro il primo anno di vita, sono riconducibili ad una dieta errata.
Le tartarughe del resto sono particolarmente sensibili agli squilibri alimentari, soprattutto per quanto riguarda il calcio e le proteine.
Le informazioni scientifiche sui fabbisogni nutritivi delle tartarughe sono abbastanza carenti e per questo in continua evoluzione. Studi recenti hanno permesso di ottimizzare la dieta delle diverse specie e a volte hanno dimostrato che i vecchi concetti su cui si basava l’alimentazione, erano incompleti o errati.
Per quanto riguarda l’alimentazione, le tartarughe di terra possono essere divise in vegetariane o onnivore.
Le prime si alimentano esclusivamente di vegetali mentre le seconde integrano la propria dieta con insetti, invertebrati o carogne, ma comunque questi ultimi, non rappresentano la dieta base per nessuna tartaruga terrestre.

Le tartarughe vegetariane
L’alimentazione di una tartaruga vegetariana deve essere basata esclusivamente su alimenti di origine vegetale con predilezione verso quegli alimenti ricchi di fibra, vitamine e calcio ma poveri di grassi e proteine.
Un’alimentazione completa è composta dal 90% da erbe di campo e da vegetali in foglia quali dente di leone, trifoglio, ravizzone, insalata romana, lattuga, radicchio, prezzemolo, foglie di carota, cardi e fiori (di rosa, geranio, nasturzio o ibuscus). Frutta, ortaggi (meloni, pomodori, mango, ananas, mele, pere, peperoni dolci, anguria, zucchine ecc.) e brassicacee (cavolo, cavolini di Bruxelles, verza, cavolfiori, verza), devono rappresentare il restante 10% o meno della dieta. Tutti questi alimenti devono essere somministrati alternati il più possibile e integrati con complessi vitaminici ricchi di vitamina D3 per l’assimilazione del calcio e calcio (si può acquistare in farmacia dell’economico carbonato di calcio o più semplicemente “grattugiare” dell’osso di seppia). Da non sottovalutare che un’alimentazione ipervitaminica può essere molto dannosa quindi è bene somministrare vitamine non più di una volta a settimana. Un’alimentazione ricca di calcio invece non comporta particolari problemi in quanto questo viene espulso con le feci, ma per non correre inutili rischi anche il calcio è più che sufficiente somministrarlo una volta a settimana.
Gli alimenti assolutamente da evitare sono tutte le proteine animali (carne, latticini, cibo per cani o gatti ecc), i legumi (fagioli, piselli ecc), gli avocado, le banane, il pane, la pasta.
Quando è possibile, la cosa migliore sarebbe permettere alle tartarughe di scorrazzare liberamente in un giardino affinché si nutrino liberamente di erbe di campo.
Le tartarughe di tempo se alimentate in modo eccessivo sia quantitativamente che qualitativamente, in un anno, possono crescere anche fino a 5 volte rispetto a tartarughe cresciute allo stato naturale. Questa notevole crescita rapita non è però una cosa salutare per il metabolismo e diminuisce la sopravvivenza delle stesse, a lungo termine.
Uno dei problemi più evidenti di un’errata alimentazione, è la crescita anomala del carapace. La cosiddetta “piramidalizzazione” degli scuti, dovuta ad un’alimentazione o troppo eccessiva, o iperproteica, o squilibrata rispetto al calcio, fosforo e vitamine.
 
Le tartarughe onnivore
Per le tartarughe onnivore, la parte più consistente dell’alimentazione, deve essere rappresenta dagli alimenti elencati per le tartarughe vegetariane, ma questa deve essere integrata per circa un 15%  con alimenti di origine animale quali pezzetti di carne, lombrichi, larve della farina (Tenebrio molitor), kaimani (Zoophobas morio), lumache, chiocciole, grilli e talvolta cibi per cani di ottima qualità e di tipo magro.

L’acqua
L’acqua è un elemento indispensabile per le tartarughe, sia per quelle che si nutrono di vegetali freschi che per quelle originarie degli ambienti semiaridi, per questo motivo non deve mai mancare per non andare incontro a problemi di disidratazione, gotta, calcoli e patologie renali.
Le tartarughe spesso non bevono da un recipiente come i cani, ma preferiscono immergersi completamente nella bacinella e aspirare l’acqua dalle narici che, tramite una fessura presente sul palato, sono in contatto con l’interno della bocca. Per questo motivo la bacinella non deve essere troppo profonda e comunque deve permettere alle tartarughe di uscire facilmente. Una volta immerse le tartarughe di solito defecano e urinano, per questo l’acqua va cambiata regolarmente.


 
 
 

DOVE COMANDANO LE TARTARUGHE

Post n°211 pubblicato il 08 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Quando ad Aldabra nasce un bambino i genitori lo "presentano" a una tartaruga, che sarà la sua protettrice fino a quando si sposerà. Questi antichi rettili, comparsi sulla Terra prima dei dinosauri e da sempre simbolo di longevità e saggezza, hanno trovato sulla piccola isola dell'Oceano Indiano, nell'arcipelago delle Seychelles, il loro paradiso. Aldabra, infatti, ospita e protegge due specie di tartarughe, una marina e una terrestre, inserite nella "Lista rossa" come animali in grave pericolo di estinzione. Si tratta della tartaruga terrestre gigante (Geochelone gigantea) che supera il metro di lunghezza e può pesare fino a 230 chili e della tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata), che vive nelle acque costiere e depone le sue uova sulle spiagge di Aldabra. In questo piccolo atollo delle Seychelles la popolazione di tartarughe giganti, con circa 150mila individui, è la più vasta del mondo e quella di tartarughe embricate è una delle cinque più grandi esistenti sul Pianeta. Per questo l'isola è stata dichiarata Parco nazionale e gli studiosi del Centro di Ricerca di Aldabra si dedicano, insieme agli abitanti, alla salvaguardia di questi antichi ospiti. La tartaruga gigante è originaria dell'isola di Aldabra e in passato era diffusa in tutto l'arcipelago delle Seychelles. Ma fra il 1600 e il 1700 scomparve dalle altre isole a causa dello sterminio attuato dai naviganti di passaggio, che si cibavano delle sue carni. Le coste rocciose e difficilmente accessibili di Aldabra hanno però salvato la popolazione presente sull'isola. Nel 1960 le tartarughe giganti si trovarono nuovamente vicine all'estinzione: ad Aldabra fu costruita una pista d'atterraggio che mise in pericolo il prezioso e delicato ecosistema. Ma sulla base di uno studio condotto dall'Università di Cambridge, che riconosceva l'atollo dell'Oceano Pacifico come uno dei luoghi ecologicamente più ricchi del mondo, intervenne l'Unesco: nel 1982 Aldabra è stata riconosciuta patrimonio dell'umanità. Ora la tartaruga gigante è lontana dai pericoli e sull'isola la sua lunga vita, che dura più di 100 anni, scorre tranquillamente. La giornata è scandita da poche e pigre attività: un bagno nel fango per liberarsi delle zanzare e soste sotto gli alberi in cerca delle foglie di cui si nutre. La stagione più delicata è quella della riproduzione: non essendo un animale molto socievole non ama avere intorno estranei durante l'accoppiamento, che avviene fra febbraio e marzo, e la deposizione delle uova. I piccoli nascono fra i 98 e i 200 giorni dopo, a seconda della temperatura alla quale giacciono le uova: se sono esposte ad alte temperature si schiuderanno prima. Questo fattore influenza in tutte le specie di tartarughe anche il sesso dei nascituri: femmine quando la sabbia che custodisce l'uovo è calda, maschi se è fredda. Sfratto dal guscio "air-bag". Depone le uova sulla spiaggia anche la tartaruga embricata, che per dare inizio a una nuova generazione esce dalle calde acque dell'oceano Pacifico e si trascina sulla sabbia dell'isola di Aldabra. Qui cerca il luogo adatto dove scavare per mettere al sicuro i piccoli, in attesa che le uova schiudano. Questa specie, che vive anche ai Caraibi, alle Maldive e in alcune isole intorno all'Australia, deve il suo nome alla disposizione delle placche cornee del guscio, i cui margini sono sovrapposti gli uni agli altri come le tegole (embrici) di un tetto, per proteggerla più efficacemente da eventuali scontri con le barriere coralline o gli scogli. Alla particolare disposizione delle piastre deve però anche la sua "rovina". In passato è stata infatti cacciata non per le sue carni, che sono molto velenose, ma per il suo guscio, utilizzato per realizzare oggetti di vario genere.Un mercato così florido da portare all'uccisione, dal 1970 a oggi, di più di un milione di individui. Ora la caccia è stata vietata e il commercio di oggetti costruiti con il guscio di questo rettile è illegale in 130 Paesi. Ad Aldabra nessuno mette in pericolo la sua vita. L'attenzione è concentrata in particolare sulla protezione dei nidi. Le uova e i piccoli, facile preda di uccelli e mammiferi e vittime di passanti poco attenti, sono infatti molto vulnerabili. Illuminazione sotto controllo. Sull'isola molte zone sono off limits durante il periodo della deposizione. Infatti, tenendo anche conto dei turisti che visitano l'arcipelago proprio con lo scopo di vedere le sue tartarughe, è necessario evitare che il nido venga inavvertitamente distrutto. Per i neonati esiste poi un altro problema: le luci artificiali di case e locali in prossimità della spiaggia possono ingannarli e far loro sbagliare rotta. Le baby tartarughe infatti pare si orientino verso il mare seguendo il riflesso della sua superficie. Ad Aldabra, poco prima che i piccoli intraprendano il loro viaggio, l'illuminazione delle coste è tenuta sotto controllo e sguardi attenti seguono il cammino delle neonate tartarughe verso l'oceano. Qualche accorgimento, tanta passione e un ecosistema integro hanno permesso di salvaguardare le due specie di tartarughe, con la speranza che in futuro possano colonizzare altre isole e altre spiagge. 

 
 
 

COME FAVORIRE LA RIPRODUZIONE

Post n°210 pubblicato il 08 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Per favorire la riproduzione bisogna osservare alcuni punti indispensabili:
1- Disporre di animali da tempo abbituati alla vita in cattività, meglio se a loro volta già nati in allevamento.
2- Disporre di soggetti riproduttori in perfette condizioni: animali debilitati o malati avranno altro per la testa che pensare a riprodursi.
3- Aver ricreato le condizioni più adatte alla specie allevata, in fatto di temperatura, luce e spazio.
4- Incentivare con un periodo di latenza o un periodo di abbassamento termico i ritmi riproduttivi (sviluppo ovarico e spermioistogenesi).
5- Mantenere il rapporto adatto 1:2 .
6- Disturbare meno possibile gli animali durante i loro approci
7- Fare attenzione al punto di possibile deposizione delle uova: che non sia troppo frequentato da altri soggetti e che abbia un substrato morbido. Dove depongono le uova sarebbe meglio se è oscurata!

 
 
 
 
 

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Un blog di: G_ietta
Data di creazione: 31/03/2006
 

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ANATOMIA: le tartarughe viste dall'interno e dall'esterno;
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CHE COS'E' LA CITES



La CITES è la convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione
(CITES= Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), firmata a Washington il 3 marzo 1973 (e per questo conosciuta in Europa anche come "Convenzione di Washington") è un trattato internazionale applicato in più di 130 Paesi del Mondo. Il suo scopo è di disciplinare il commercio internazionale di specie animali e vegetali affinché questo non ne minacci la sopravvivenza.
www.corpoforestale.it

L'Ufficio CITES puo' fornire informazioni sulle specie protette e sulle leggi in vigore.
La polizia giudiziaria ha il compito di vigilare sull'applicazione delle norme in vigore. Per quanto riguarda il possesso di animali esotici e animali selvatici nostrani protetti e' competente l'Ufficio CITES presso il Corpo Forestale dello Stato (tel. 026709479).
In particolare si ricordino alcune norme che riguardano le tartarughe:
Tartarughe di terra (genere Testudo).
Tutte le tartarughe del genere Testudo sono protette e il loro possesso deve essere denunciato all'Ufficio CITES, cosi' come, entro 10 giorni, ogni nuova nascita e i decessi.
Tartarughe esotiche d'acqua: la maggioranza delle specie di tartarughe d'acqua esotiche in commercio non sono protette. Per verificare con esattezza se la specie in possesso rientra in questa categoria e' possibile chiedere informazioni al'Ufficio CITES presso il
Corpo Forestale dello Stato tel. 026709479.
Queste tartarughe sono esotiche e non possono quindi essere rilasciate in natura a causa dei danni che provocherebbero alla fauna locale. Per questo il WWF sconsiglia l'acquisto di specie esotiche, non solo tartarughe.
Chi non fosse piu' in grado di occuparsi della propria tartaruga puo' rivolgersi a:
ENPA sede di Milano tel 0297064220

Centro tartarughe CARAPAX a Massa Marittima in Toscana
tel 0566/940083 carapax@cometanet.it

 

SEI PRONTO AD ALLEVARE UNA TARTARUGA?


1-DA DOVE PROVIENE?

conoscere l'esatta provenienza dell'esemplare scelto ci farà capire meglio le sue esigenze di allevamento.
2-CHE DIMENSIONI RAGGIUNGE?
è importante sapere anticipatamente quanto crescerà la nostra tartaruga, in modo tale da essere certi di poterle offrire uno spazio adeguato, senza poi,come succede fin troppo spesso, doversene liberare.
3-SERVE IL CITES?
Prima di acquistare l'esemplare che abbiamo scelto verifichiamo se,quella specie,necessita di documentazione, e che, il negoziante o l'allevatore ce lo rilasci.
In modo da evitare sanzioni o addirittura il sequestro dell'esemplare.
4- COSA MANGIA?
La dieta deve essere varia equilibrata e deve evitare i mangimi confezionati.
Deve,per quanto possibile,racchiudere tutti i cibi che normalmente la tartaruga troverebbe  nel suo habitat naturale.Un'alimentazione errata può provocare gravi danni alla salute delle nostre Belve.
5- A CHE TEMPERATURA/UMIDITà ecc. DEVE VIVERE?
Molte persone si preoccupano solo di avere un esemplare "particolare", ignorando però che magari, quell'esemplare è nato in foreste tropicali, e che quindi, avrà molte difficoltà a vivere nei nostri climi, o comunque in piccoli terrari dove si "cerca" di ricreare l'habitat naturale.
Occorre conoscere a che temperature vanno in letargo e a quali si svegliano.
Informarsi, quindi, su tutto ciò che sono le "necessità biologiche"(passatemela!) della tartaruga.cerchiamo magari di prediligere specie autoctone.








 

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