TARTARUGHE

...tutto ciò che ha a che fare con le tartarughe...

 
 

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Inoltre, molto del materiale presente è frutto di ricerche sul web, pertanto esiste la possibilità che nel blog siano state pubblicate foto o testi senza il consenso dell'autore o proprietario del diritto.
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Messaggi del 10/05/2006

TARTARUGA ADOTTA IPPOPOTAMO

Post n°219 pubblicato il 10 Maggio 2006 da G_ietta
 

Un cucciolo di ippopotamo, scampato al maremoto che ha prodotto danni anche sulle coste del Kenya, e' stato adottato da una tartaruga gigante in un giardino zoologico situato nel porto di Mombasa. Lo si e' appreso dalla direzione del Lafarge Park.
Il piccolo ippopotamo - chiamato Owen - pesa 300 chili. Si trovava alla foce del fiume Sabaki, in cui e' entrata rovinosamente l'ondata di maremoto del 26 dicembre. Separato dalla madre, era stato salvato dalle guardie forestali e portato a Mombasa.
E' incredibile, il piccolo ippopotamo, che ha meno di un anno, e' stato adottato da una tartaruga maschio che ne ha cento. E la tartaruga sembra molto contenta di giocare a fare la madre'', ha detto la responsabile del parco, Paula Kahumba.
''Dopo avere perso la madre, l'ippopotamino era traumatizzato. Era in cerca di una nuova mamma. Fortunatamente ha trovato la tartaruga e si e' legato ad essa in modo fortissimo. Mangiano e dormono insieme'', ha detto Kahumba, aggiungendo che '' l'ippopotamo segue la tartaruga esattamente come seguirebbe la madre, Se qualcuno si avvicina alla tartaruga, diventa aggressivo ''.
Per natura gli ippopotami sono animali che vivono in gruppo.
Di solito restano con la madre per i primi quattro anni di vita.

 
 
 

SCHEMA SINTETICO TESTUDO HERMANNI

Post n°218 pubblicato il 10 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Areale di diffusione Europa meridionale
Conosciamo 2 sottospecie:
T. hermanni hermanni
T. hermanni boettgeri

Dimensioni
Le femmine hanno dimensioni superiori ai maschi.
Come si misura la lunghezza di un esemplare?
Rilevando la distanza tra il margine anteriore e il margine posteriore in linea retta cioè senza tenere conto della curvatura.

Alimentazione
L’alimentazione è di natura vegetale. Va somministrata una dieta a base di fibre, vitamine e minerali, e a basso contenuto di grassi e proteine. Lasciare a loro disposizione dell’acqua.

Letargo
Vanno in letargo da ottobre a marzo; nelle zone più calde il letargo inizia più tardi e termina prima. Gli esemplari sotto peso o ammalati non vanno mandati in letargo.
Temperatura ottimale per un corretto letargo tra 5 e 10°.
Durata massima 20 settimane.
Perdita di peso in questo periodo normalmente circa l’1% del peso iniziale.

Accoppiamento
Durante l'accoppiamento il maschio diventa aggressivo per cui potrebbe essere necessario separarlo dalla/e femmina/e per evitare gravi lesioni.
A che età viene raggiunta la maturità sessuale?
In natura intorno ai 15 anni. In cattività anche molto prima, verso i 4.

Deposizione delle uova
Le uova vengono deposte fra aprile e giugno e i piccoli nascono dopo 8-12 settimane.
La temperatura di incubazione determina il sesso dei piccoli.
Tra i 26 ed i 29,5°C tutti maschi
Tra i 30 ed i 31,5°C di sesso misto
Tra i 32 ed i 34°C tutte femmine

 
 
 

TESTUDO HORSFIELDI

Post n°217 pubblicato il 10 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Ordine: Cheloni
Sottordine:
Criptodiri
Famiglia:
Testudinidae
Genere:
Testudo
Specie:
Horsfieldi

Provenienza:
Kazakistan, Uzbekistan, Pakistan, Afghanistan, Iran e Cina
Caratteristiche:
Questa specie prende anche il nome di “tartaruga afgana” o “tartaruga della steppa” o “tartaruga russa”. Ha il piastrone che va dal giallo-oro al marrone, con delle macchie scure al centro delle placche. Si tratta di una testuggine terrestre molto piccola,i maschi adulti misurano infatti 11-13cm, mentre le femmine 14-16cm.
Allevamento in cattività:
E’ preferibile allevare questa specie all’aperto,anche per quanto riguarda le abitudini alimentari, ama infatti nutrirsi di fiori e li sceglie tra quelli presenti in giardino,sarà quindi opportuno piantarne molte specie (facendo attenzione che non siano nocivi). In giardino dovranno essere presenti dei rifugi in cui la testuggine possa stare all’ombra, ed è bene che ci siano anche delle rocce, sia per rendere l’ambiente più vario e interessante, che per impedirle di scavare in ogni luogo. Queste testuggini scavano tunnel incredibili e spesso collaborano tra loro per accelerare il lavoro! Se c’è una zona del giardino cui le testuggini non hanno accesso, è bene che per loro sia impossibile vederla (mediante un’alta recinzione o dei grossi cespugli piantati in vasi accostati), altrimenti il non riuscire a raggiungerla sarà grossa causa di stress.
A disposizione della testuggine si sistemerà anche un contenitore basso con 1-2cm d’acqua ed è buona norma farle fare “il bagno” settimanalmente, pare infatti che siano poco inclini a sguazzare in acqua,per cui saremo noi a bagnarle periodicamente. C’è da sottolineare che questa specie non tollera assolutamente il freddo umido (per lei è la principale causa di malattie respiratorie), quindi a seconda della zona in cui si vive va considerato se sia meglio allevarla in un grande spazio all’interno (è bene comunque portarla in ogni caso all’interno durante i periodi di pioggia). La temperatura adeguata va dai 22°C ai 27°C, con picchi di anche 32°C sotto le spot-lamp (o nel punto più caldo in cui batte il sole).
E’ molto importante far fare il letargo in un posto asciutto dove la temperatura non scenda al disotto dei 4 grandi e non salga sopra i 10 gradi. Per questo motivo, utilissimo sarà uno scatolone riempito di foglie secche e messo in un locale, spesso una cantina, con le temperature appena citate.
Alimentazione:
Si tratta di una specie prettamente vegetariana, quindi va nutrita con lattuga, indivia, radicchio, broccoli, cavolfiore, sedano, petali di rose e altri fiori come gerani, petunie ecc… (spesso sceglie i fiori che si trovano in giardino in base al colore che preferisce). Molti allevatori sostengono che sia meglio non somministrare frutta perché potrebbe causarle problemi digestivi. Sarà opportuno somministrare un integratore mineral-vitaminico (contenente calcio,vitamina A e D3) da mescolare agli alimenti, ne esistono sia in polvere che in gocce (per apportare calcio si può anche spolverizzare dell’osso di seppia grattugiato sugli alimenti).
Maturità sessuale:
Depone da una a cinque uova,in momenti differenti,che si schiudono in un paio di mesi. Se si possiede più di un esemplare, è preferibile avere un maschio con 2 o 3 femmine, oppure per avere un po’ di competizione ed incentivare l’attività delle testuggini, si possono tenere 2 maschi e 5 femmine.
*in base al CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione) è obbligatorio denunciare il possesso (nonché la nascita e il decesso in cattività) agli uffici del corpo forestale dello stato per quanto riguarda le specie protette, al fine di salvaguardarne l’estinzione e di regolarne il commercio.

 
 
 

LETARGO...PRIMA DOPO E DURANTE

Post n°216 pubblicato il 10 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Di Kiumars Khadivi pubblicato dalla “Settimana Veterinaria”  ed Le Point Vétérinaire Italie

Con l’arrivo del caldo le tartarughe di terra cominciano a risvegliarsi. Questo fatto potrebbe mostrare dei problemi di salute che non sono stati osservati durante il periodo di letargo. Cosa può succedere durante il letargo ed il risveglio? Come bisogna comportarsi in questi casi?
Le tartarughe di terra europee (Testudo Hermanni, T. Greca e T. Marginata) possono invernare in Italia in giardino o in un posto fresco a seconda della zona climatica in cui vivono e della loro età. Le differenti gestioni che vengono adottate dal proprietario della tartaruga rendono più o meno semplice il mantenimento di un monitoraggio adeguato, che permette di prevedere eventuali problemi di salute che possono insorgere durante il letargo invernale. Le tartarughe di terra che si interrano sono difficili da monitorare per diversi motivi: spesso se il giardino è ampio, è difficile trovare il nido dove si interrano, inoltre togliere una tartaruga dal suo nido e rimetterla di nuovo sotto terra potrebbe portare a stress e riinterramento errato, questo potrebbe portare all’insorgenza di danni alla salute. Le tartarughe che vengono tenute in scatole o contenitori e fatte invernare in luoghi chiusi con temperature adeguate al letargo dell’animale (Testudo Hermanni, T. Greca a 5-10°C e T. Marginata a 10-16°C) possono essere monitorate durante questo periodo con minor difficoltà e senza disturbare eccessivamente l’animale. Il letargo non sotto terra, ma in appositi contenitori a temperature monitorate è consigliabile per animali al di sotto dei 2-3 anni di età e per animali deboli o con problemi. Il monitoraggio durante questo periodo consiste nel controllo mensile dell’animale e del suo peso. Durante il periodo del letargo non devono manifestarsi dei sintomi di malattie, inoltre il peso delle tartarughe alla fine del letargo non deve essere diminuito più del 6-7%. Se si osservano dei segni di malattie o un calo eccessivo del peso è meglio interromper il sonno dell’animale ed approfondire la patologia in atto. Per evitare, o meglio per prevenire, l’insorgenza di malattie durante e dopo il periodo di letargo è utile educare i proprietari delle tartarughe di terra ad effettuare una visita di controllo prima del letargo; con esami collaterali, per esempio un esame delle feci ed un esame del sangue se il veterinario lo ritiene opportuno. Se una tartaruga entra in fase di letargo con una patologia anche lieve può risvegliarsi dopo l’inverno con la patologia amplificata e spesso cronicizzata. Per questo motivo possono sopportare un letargo senza correre rischio alla salute solo animali in buono stato di salute e in ottimo stato nutrizionale. L’animali malati o animali che hanno subito malattie prima del letargo e di conseguenza sono debilitati non dovrebbero entrare in letargo. Il risveglio dal letargo è una fase molto delicata: innanzitutto gli animali si svegliano debilitati e spesso le diverse funzioni fisiologiche si riattivano lentamente. Per svegliare le tartarughe dopo il periodo invernale o quando le temperature esterne raggiungono valori accettabili in seguito ad un letargo fatto in maniera artificiale e controllata, bisogna spostare il contenitore con la tartaruga in una zona più calda oppure, per accelerare il risveglio e la riattivazione del metabolismo, basta fare loro un bagno in acqua tiepida che aiuta inoltre a reidratare l’animale. Le tartarughe che hanno invernato all’aperto cominciano a risvegliarsi lentamente da sole, man mano che le temperature cominciano a raggiungere valori adeguati. In questo periodo primaverile le temperature sono molto variabili. I continui sbalzi di clima possono creare un abbattimento del sistema immunitario con il conseguente pericolo di insorgenza di malattie, soprattutto gli animali molto giovani che hanno subito un letargo artificiale e non sono abituati alle oscillazioni termiche, possono essere più sensibili a queste variazioni ambientali.

Patologie
Le patologie più frequentemente osservate dopo il letargo sono di origine respiratoria, gastrointestinale oppure traumatiche. Le malattie respiratorie sono dovute all’imunodepressione che segue immediatamente il letargo prima che si ristabilisca il metabolismo, inoltre i continui sbalzi ambientali, oltre a temperature notturne troppo basse, possono far insorgere sia malattie delle prime via respiratorie che polmoniti. Le patologie respiratorie hanno come sintomatologia la dispnea, di solito inspiratoria, ma spesso anche espiratoria. La frequenza respiratoria è spesso aumentata, si può notare che l’animale fatica a respirare ed i suoi movimenti respiratori sono più ampi. Le tartarughe respirano estendendo la testa ed aprendo la bocca durante l’espirazione. Il flusso nasale può essere presente o meno a seconda che siano interessate o meno le prime vie respiratorie. I problemi che possono portare solitamente a delle malattie del tratto gastrointestinale, dopo il periodo di letargo, sono: nella maggior parte dei casi la presenza di parassiti, mentre in altri casi la presenza di contenuto alimentare nello stomaco o nell’intestino di animali che entrano in fase di letargo. Gli animali che non vengono sverminati prima del letargo possono addormentarsi con una alta carica di parassiti. È vero che anche i parassiti in questo periodo entrano in una fase letargica, ma comunque nel risveglio possono proliferare per l’insufficiente risposta immunitaria e portare a gravi danni gastrointestinali, o addirittura ad un’occlusione per la presenza di un numero molto elevato di parassiti adulti. Oltre ai parassiti intestinali, anche materiale alimentare che sosta per tutto il periodo del letargo nel tratto gastrointestinale, può creare dei danni alla mucose per la macerazione e la degradazione e di conseguenza facilitare l’insorgenza di malattie secondarie. Questa e una patologia che difficilmente colpisce gli animali che si ritirano in modo naturale all’aperto, ma colpisce soprattutto gli animali che vengono messi a dormire in modo artificiale. In questo caso le tartarughe mangiano fino all’ultimo giorno, visto che non sentono la variazione di clima ed il metabolismo non rallenta progressivamente come nel caso del letargo naturale, quando le tartarughe vengono spostate improvvisamente nel contenitore per il sonno invernale e poste al fresco, l’intestino smette di lavorare e tutto il materiale alimentare si ferma nel canale digerente e può degradarsi. Infine le patologie che possono isorgere sono di origine traumatica, ma non dovute ad incidenti, ma in generale ad aggressioni da parte di roditori (topi e ratti). Bisogna essere molto attenti a scegliere il posto adatto dove posizionare il contenitore per il letargo, affinché la tartaruga inerme non venga disturbata da animali. Le tartarughe durante il periodo di letargo non sono per nulla reattive e possono servire come cibo per roditori, che rosicchiano le parti molli come ad esempio gli arti. Così facendo gli aggressori causano gravi mutilazioni alle tartarughe che spesso sono molto difficili da curare.
Le patologie più frequentemente osservate dopo il letargo sono di origine respiratoria, gastrointestinale oppure traumatiche.Le malattie respiratorie sono dovute all’imunodepressione che segue immediatamente il letargo prima che si ristabilisca il metabolismo, inoltre i continui sbalzi ambientali, oltre a temperature notturne troppo basse, possono far insorgere sia malattie delle prime via respiratorie che polmoniti. Le patologie respiratorie hanno come sintomatologia la dispnea, di solito inspiratoria, ma spesso anche espiratoria. La frequenza respiratoria è spesso aumentata, si può notare che l’animale fatica a respirare ed i suoi movimenti respiratori sono più ampi. Le tartarughe respirano estendendo la testa ed aprendo la bocca durante l’espirazione. Il flusso nasale può essere presente o meno a seconda che siano interessate o meno le prime vie respiratorie.I problemi che possono portare solitamente a delle malattie del tratto gastrointestinale, dopo il periodo di letargo, sono: nella maggior parte dei casi la presenza di parassiti, mentre in altri casi la presenza di contenuto alimentare nello stomaco o nell’intestino di animali che entrano in fase di letargo. Gli animali che non vengono sverminati prima del letargo possono addormentarsi con una alta carica di parassiti. È vero che anche i parassiti in questo periodo entrano in una fase letargica, ma comunque nel risveglio possono proliferare per l’insufficiente risposta immunitaria e portare a gravi danni gastrointestinali, o addirittura ad un’occlusione per la presenza di un numero molto elevato di parassiti adulti. Oltre ai parassiti intestinali, anche materiale alimentare che sosta per tutto il periodo del letargo nel tratto gastrointestinale, può creare dei danni alla mucose per la macerazione e la degradazione e di conseguenza facilitare l’insorgenza di malattie secondarie. Questa e una patologia che difficilmente colpisce gli animali che si ritirano in modo naturale all’aperto, ma colpisce soprattutto gli animali che vengono messi a dormire in modo artificiale. In questo caso le tartarughe mangiano fino all’ultimo giorno, visto che non sentono la variazione di clima ed il metabolismo non rallenta progressivamente come nel caso del letargo naturale, quando le tartarughe vengono spostate improvvisamente nel contenitore per il sonno invernale e poste al fresco, l’intestino smette di lavorare e tutto il materiale alimentare si ferma nel canale digerente e può degradarsi.Infine le patologie che possono isorgere sono di origine traumatica, ma non dovute ad incidenti, ma in generale ad aggressioni da parte di roditori (topi e ratti). Bisogna essere molto attenti a scegliere il posto adatto dove posizionare il contenitore per il letargo, affinché la tartaruga inerme non venga disturbata da animali. Le tartarughe durante il periodo di letargo non sono per nulla reattive e possono servire come cibo per roditori, che rosicchiano le parti molli come ad esempio gli arti. Così facendo gli aggressori causano gravi mutilazioni alle tartarughe che spesso sono molto difficili da curare.

Terapie ed intervento
Nel caso di insorgenza di patologie immediatamente dopo il letargo bisogna agire repentinamente, perché bisogna ricordarsi che gli animali appena svegli sono molto debilitati e potrebbero avere il sistema immunitario non ancora funzionante al cento per cento. Se i segni clinici interessano l’apparato respiratorio bisogna prime definire il sito dell’infezione, cioè se è interessato il tratto respiratorio superiore (rinite, rinotracheite), oppure il tratto profondo (bronchite, broncopolmonite o polmonite). A tale scopo può servire oltre alla visita e all’auscultazione, anche un’indagine radiografica. Nel caso di infezioni, oltre all’utilizzo di un antibiotico a largo spettro, può essere molto utile definire l’agente patogeno attraverso un lavaggio tracheopolmonare,  oppure un tampone retrofaringeo e successivamente effettuare un’antibiogramma per utilizzare antibiotici mirati. Se l’infezione è gastrointestinale, bisogna definire prima la causa. A tale scopo e per valutare la gravità della situazione può essere utile un’indagine coprologica sia al fresco che per flottazione, oltre naturalmente ad un esame radiologico. Se necessario si può effettuare un’indagine radiologica con contrasto per definire la gravità della situazione e la prognosi. A seconda del referto si utilizzeranno antimicrobici o antiparassitari adeguati. Nel caso in cui non si riuscisse a risolvere l’infezione con prodotti farmaceutici, se si rileva l’eventuale presenza di un’occlusione intestinale, poterebbe essere necessario un intervento chirurgico; per asportare la massa occludente, oppure per asportare il tratto intestinale gravemente danneggiato dal ristagno di materiale. Quando si è in presenza di traumi inflitti da roditori bisogna valutare naturalmente la gravità del danno. Dopo un’accurata pulizia, oltre ad un curettage se necessario, o meglio se possibile, potrebbe essere necessario l’impiego di antibiotici a largo spettro per combattere eventuali infezioni secondarie. Conseguentemente a ferite inferte da altri animali, le tartarughe possono subire gravi traumi psicologici, dovuti alla brutalità ed alla sorpresa di queste lesioni, che possono essere il motivo principale della difficoltà di curare il soggetto colpito. Per prevenire e limitare le patologie dovute al letargo, è sufficiente una buona educazione informativa del padrone dell’animale: consigliare di effettuare una visita approfondita prima del letargo, dove l’animale viene sverminato e valutata la capacità di poter affrontare il letargo e  appena dopo il risveglio dell’animale una visita per individuare eventuali danni o patologie a cui sono stati esposti gli animali. Naturalmente le patologie che possono insorgere dopo il periodo di letargo non si limitano solo a quelle precedentemente elencati in questa sede, ma possono essere di svariati natura. Le patologie elencate sono tra le più frequenti e possono essere molto pericolosi se non curate tempestivamente.

 
 
 
 
 

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CHE COS'E' LA CITES



La CITES è la convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione
(CITES= Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), firmata a Washington il 3 marzo 1973 (e per questo conosciuta in Europa anche come "Convenzione di Washington") è un trattato internazionale applicato in più di 130 Paesi del Mondo. Il suo scopo è di disciplinare il commercio internazionale di specie animali e vegetali affinché questo non ne minacci la sopravvivenza.
www.corpoforestale.it

L'Ufficio CITES puo' fornire informazioni sulle specie protette e sulle leggi in vigore.
La polizia giudiziaria ha il compito di vigilare sull'applicazione delle norme in vigore. Per quanto riguarda il possesso di animali esotici e animali selvatici nostrani protetti e' competente l'Ufficio CITES presso il Corpo Forestale dello Stato (tel. 026709479).
In particolare si ricordino alcune norme che riguardano le tartarughe:
Tartarughe di terra (genere Testudo).
Tutte le tartarughe del genere Testudo sono protette e il loro possesso deve essere denunciato all'Ufficio CITES, cosi' come, entro 10 giorni, ogni nuova nascita e i decessi.
Tartarughe esotiche d'acqua: la maggioranza delle specie di tartarughe d'acqua esotiche in commercio non sono protette. Per verificare con esattezza se la specie in possesso rientra in questa categoria e' possibile chiedere informazioni al'Ufficio CITES presso il
Corpo Forestale dello Stato tel. 026709479.
Queste tartarughe sono esotiche e non possono quindi essere rilasciate in natura a causa dei danni che provocherebbero alla fauna locale. Per questo il WWF sconsiglia l'acquisto di specie esotiche, non solo tartarughe.
Chi non fosse piu' in grado di occuparsi della propria tartaruga puo' rivolgersi a:
ENPA sede di Milano tel 0297064220

Centro tartarughe CARAPAX a Massa Marittima in Toscana
tel 0566/940083 carapax@cometanet.it

 

SEI PRONTO AD ALLEVARE UNA TARTARUGA?


1-DA DOVE PROVIENE?

conoscere l'esatta provenienza dell'esemplare scelto ci farà capire meglio le sue esigenze di allevamento.
2-CHE DIMENSIONI RAGGIUNGE?
è importante sapere anticipatamente quanto crescerà la nostra tartaruga, in modo tale da essere certi di poterle offrire uno spazio adeguato, senza poi,come succede fin troppo spesso, doversene liberare.
3-SERVE IL CITES?
Prima di acquistare l'esemplare che abbiamo scelto verifichiamo se,quella specie,necessita di documentazione, e che, il negoziante o l'allevatore ce lo rilasci.
In modo da evitare sanzioni o addirittura il sequestro dell'esemplare.
4- COSA MANGIA?
La dieta deve essere varia equilibrata e deve evitare i mangimi confezionati.
Deve,per quanto possibile,racchiudere tutti i cibi che normalmente la tartaruga troverebbe  nel suo habitat naturale.Un'alimentazione errata può provocare gravi danni alla salute delle nostre Belve.
5- A CHE TEMPERATURA/UMIDITà ecc. DEVE VIVERE?
Molte persone si preoccupano solo di avere un esemplare "particolare", ignorando però che magari, quell'esemplare è nato in foreste tropicali, e che quindi, avrà molte difficoltà a vivere nei nostri climi, o comunque in piccoli terrari dove si "cerca" di ricreare l'habitat naturale.
Occorre conoscere a che temperature vanno in letargo e a quali si svegliano.
Informarsi, quindi, su tutto ciò che sono le "necessità biologiche"(passatemela!) della tartaruga.cerchiamo magari di prediligere specie autoctone.








 

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