Tu e il Paradiso

Immagini sacre, preghiere e pensieri...dal Cielo

 

SE SIETE INFELICI NON RIMPROVERATELO A ME!

 

Io sono la Luce,

e voi non mi vedete.

  Io sono la Via,

e voi non mi seguite.

  Io sono la Verità,

e voi non mi credete.

 Io sono la Vita,

e voi non mi cercate.

 Io sono il Maestro,

e voi non mi ascoltate.

 Io sono il Capo,

e voi non mi obbedite.

 Io sono il vostro Dio,

e voi non mi pregate.

 Io sono il vostro grande Amico,

e voi non mi amate.

Hai ragione, o Gesù, troppo poco ti ricordiamo

e troppo poco ti amiamo, per questo siamo infelici.

Ma le tue braccia aperte ci invitano al tuo cuore

e ci assicurano il perdono.

Nel tuo cuore, fonte di luce,

ritroveremo la forza per seguirti Via, Verità e Vita;

la grazia per ascoltarti Capo e Maestro;

la gioia per amarti Dio di Amore,

Amico di quanti confidano in te. 

 

 

AREA PERSONALE

 

PREGHIERA A PADRE PIO

 

Tu povero nascesti, o Padre Pio 

come fu Cristo, il nostro Redentore,

compagna l'umiltà ti fu fedele,

 immensa la Tua fede nel Signore.

Simigliante a Gesù anche le piaghe, 

che Tu accettasti con rassegnazione

memore del penoso Suo Calvario e della tormentata Sua Passione.

Or che Tu godi dell'Eterna Luce, fulgente, radiosa ed infinita,

continuando a darci il Tuo aiuto 

mostrati a noi quel che Tu fosti in vita.

In questo mondo pieno di tristezza 

dona il sollievo a tutti i sofferenti,

infondi in noi l'amore in ogni cuore, 

la fratellanza tra le umane genti.

Noi affidiamo a Te le nostre pene, 

or che ormai sei più vicino a Dio,

fa quel che puoi per il nostro bene 

intercedi per Noi, o Padre Pio!

 

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Don Dolindo Ruotolo (maestro della spiritualità napoletana e della Chiesa cattolica)

Post n°80 pubblicato il 08 Febbraio 2013 da osservandoilparadiso


 Il suo incontro con Padre Pio avvenuto nel 1953:

“Mi abbracciò, e benedicendomi mi disse: “Tutto il Paradiso è nell’anima tua. C’è stato sempre, c’è, e ci sarà per tutta l’eternità”.
Ebbe ancora in vita fama di santità. Di lui disse san Pio da Pietrelcina, ai fedeli napoletani in pellegrinaggio da lui: «Perché venite qui, se avete Don Dolindo a Napoli? Andate da lui, egli è un santo».
Dolindo nacque il 6 ottobre 1882 a Napoli. Quinto degli undici figli di Raffaele, ingegnere e matematico, e Silvia Valle, discendente della nobiltà napoletana e spagnola, ebbe un'infanzia difficile per problemi di salute e le ristrettezze economiche della famiglia. Scrive Don Dolindo: «Papà mio aveva per abitudine di im­porre ai suoi figli nomi che spesso coniava egli stesso con un significato speciale: dopo la morte di Giuseppina, egli impose sem­pre i nomi di Gesù o di Maria ai suoi figli. Il mio nome Dolindo significa dolore; lo formò egli stesso, e mi confidò, quando avevo 14 anni, che me lo aveva imposto con una previsione curiosa. Egli mi diceva: "Io sento che tu devi essere non già un sa­cerdote comune, ma un apostolo, e sento che non per caso ti ho maltrattato tanto nell'infanzia".
Dell'estrema povertà della fami­glia, don Dolindo scrive:«Ricordo che per sfamarmi in un modo qualunque, andavo raccattando i residui delle erbe dalle immondizie: torsoli di fi­nocchi, foglie di ravanelli e simili, e li fa­cevo... ad insalata. Avevo un poco di olio e di aceto mescolati insieme, che conservavo in un manico vuoto di tegame di Marsiglia; con quello condivo l'insalata e poi scuote­vo le foglie e i torsoli appena unti, per con­servarlo novellamente per un'altra volta. Andavamo sempre mezzo scalzi per mancanza di scarpe, o dovevamo adattarci a mettere gli stivaloni vecchi di papà. Era un problema trascinarli appresso, e non difendevano dal freddo».
Già dalla prima infanzia, Dolindo sen­tiva arcani raccoglimenti e desideri di penitenza e raccontava che a meno di quattro anni - quan­do gli riusciva - metteva in bocca della polvere di chinino per sentirne l'amaro e partecipare un pochino alle sofferenze di Gesù.
"Ricordo che amavo la solitudine, benché fossi molto vivace. Ero attratto assai dagli spettacoli naturali e soprattutto dal sole. Quando entrava il sole nella stanza, io mi sentivo pieno di gioia, mi sedevo in terra e mi sentivo l'anima tratta in Dio. 
Non sapevo pregare ancora e ricordo che mi sentivo una tranquillità interna, una pace che mi faceva rimanere immobile e pensavo a Dio".
L'8 giugno 1896, Elio e Dolindo, i due figli più grandi, furono accettati nella Scuola Apo­stolica dei Preti della Missione di san Vincenzo dei Paoli a Napoli.
Nel cammino dell'esercizio delle virtù si inol­trò decisamente, incoraggiato e guidato dai supe­riori e alla sua intelligenza... pensò la Madonna, alla quale chiese aiuto. Ed in proposito egli narra nell'autobiografia, un episodio che egli definisce "strano" e che fu certamente singolare, se ne determinò l'intelligenza da un'ora all'altra; così scrive Don Dolindo:

"... Recitavo con i condiscepoli il Santo Rosario, ed avevo davanti a me que­sta immagine, appoggiata ad un libro. Dissi alla Madonna: O mia dolce Mamma, se mi vuoi sacerdote, dammi l'intelligenza, perché lo vedi che sono un cretino.

D'un tratto, genuflesso come ero, mi as­sopii, l'immagine si mosse, per vento o per grazia speciale, non so dirlo, mi toccò la fronte e mi risvegliai dall'assopimento con la povera mia mente pronta e lucida. Discorrevo di tutto, verseggiavo, ero un altro; ma solo, allora come ora, per ciò che glorificava Dio. Per il resto ero e sono un autentico cretino. Ricorro a te, Mamma mia, e tu m'illumini... quanto sei bella! ...».

Da un giorno all'altro Dolindo divenne, così, un allievo intelligente, anzi geniale e studioso.
Questa immagine della Madonna egli la conser­vò e la chiuse in una comicetta a formare un qua­dretto che ancora oggi è conservata fra i ricordi di Don Dolindo.
Le sue giornate cominciavano alle 2,30 del mattino per terminare verso la mezzanotte, scandite da tanti rosari e preghiere, dallo studio dei testi sacri e dalla scrittura, dall’immancabile sostegno a tutti quelli che glielo chiedevano tra cui molti poveri e ammalati e non si risparmiava per nessuno.
Fondò L’Apostolato Stampa che ancora oggi, tramite i frati francescani dell’Immacolata, si occupa della divulgazione dei suoi scritti e formò diverse figlie spirituali con il compito di avvicinare i soggetti più renitenti alla chiamata di Dio e con quello di educare le nuove generazioni.
Nel 1960 un ictus gli immobilizzò il lato sinistro del corpo. Morì il 19 novembre 1970. Il suo corpo è tumulato nella chiesa di San Giuseppe dei Vecchi a Napoli.
Don Dolindo Ruotolo scriveva sul Rosario: “ La Corona non è semplicemente un oggetto per contare una serie di Ave, di Pater, di Gloria, ma è come un libro che il cristiano -anche il più ignorante- porta con sé e legge; è un legame di amoroso ricordo che ci unisce a Gesù e a Maria; è una collana di perle celesti, perché ogni granello è un tesoro di indulgenze e un pegno di misericordia per i meriti di Gesù e di Maria.
I grani del Rosario sono come lo svolgersi di una pellicola cinematografica, perché ricordano i grandi misteri della Redenzione e li ripresentano all’anima. Senza il Rosario chi avrebbe più ricordato i misteri della Redenzione? Eppure, il loro ricordo è il segreto della vita interiore, ed è indispensabile perché noi possiamo essere cristiani veri e portare il sigillo di Gesù”.
- Dai suoi scritti sul "Paradiso del Servo di Dio"  -
“Un’altra cosa certissima nella gloria dell’eterna felicità è questa: nonostante la diversità della gloria delle singole anime, tutte però sono felicissime a seconda della loro capacità. Il piccolo che mangia un piatto piccolo o beve un piccolo bicchiere è ugualmente satollo e soddisfatto come lo è un adulto che mangia un piatto grande, proporzionato al suo appetito, o beve un bicchiere grande, proporzionato alla sua sete. Dieci, cento, mille bicchieri di diversa capacità, dal più piccolo al più grande, sono tutti ricolmi quando sono riempiti sino all’orlo.
In Cielo perciò non ci sono rammarichi, non ci sono invidie verso coloro che hanno una gloria più grande. È tutta un’armonia di piena felicità; è come un organo meraviglioso, dove le canne più piccole sono in perfetta armonia con quelle più grandi.
In Cielo non vi sono lacrime, non vi possono essere lamenti, non rammarichi, neppure pensando all’amore che si sarebbe potuto dare a Dio nella vita terrena; neppure riconoscendo di aver potuto meritare di più, sfruttando i dolori della vita. È Dio che armonizza e compie la felicità di ogni anima, e la sua amorosa Volontà si contenta del loro stato di meriti, e le satolla in pieno, armonizzando ognuna nei disegni del suo amore e della sua misericordia.
Noi diremmo nella nostra stoltezza che ogni anima ha il suo destino; ma il posto di un’anima non è un destino, e tanto meno lo è cieco ed implacabile, è invece il lavoro delicato dell’Infinito Amore che, seguendo con riverenza amorosa l’umana libertà, ricama mirabilmente sia coi fili di oro, sia con quelli di seta o di cotone, sia coi fili lunghi che con quelli corti e, sul canovaccio dei suoi disegni di amore, forma con tutti un ricamo mirabile, e glorifica nel ricamo ogni filo, ponendolo là, dove di tutti si forma un variopinto fiore di potenza, di sapienza e di amore, che brilla nell’Eterna Trinità”.
"L'ATTO DI ABBANDONO"
(contro le ansie e le afflizioni)
ha scritto questo insegnamento sull'abbandono in Dio ispirategli da Gesù stesso.
"Perché vi confondete agitandovi? Lasciate a Me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà. Vi dico, in verità che ogni atto di vero, cieco completo abbandono in me produce l'effetto che desiderate e risolve le situazioni più spinose. Abbandonarsi a Me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a Me una preghiera agitata perché Io segua voi e cambiare così l'agitazione in preghiera.
 
Abbandonarsi, significa chiudere placidamente gli occhi dell'anima, stornare il pensiero della tribolazione e rimettersi a Me, perché lo solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, all'altra riva.
 
Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo e il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi affligge. Quante cose Io opero quando l'anima, nelle sue necessità spirituali e in quelle materiali, si volge a Me, mi guarda e, dicendomi "PENSACI TU" chiude gli occhi e riposa!
 
Avete poche Grazie quando vi assillate per produrle; ne avete moltissime quando in preghiera è un affidamento pieno a Me. Voi nel dolore pregate perché lo tolga, ma perché lo tolga come voi credete... Vi rivolgete a Me, ma volete che Io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma che gliela suggeriscono.
 
Non fate così ma come vi ho insegnato nel Pater: "SIA SANTIFICATO IL TUO NOME", cioè sii glorificato in questa mia necessità: "VENGA IL TUO REGNO", ossia, tutto concorra al tuo Regno in noi e nel mondo, "SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ", PENSACI TU.
 
Io intervengo con tutta la mia onnipotenza e risolvo le situazioni più chiuse. Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: "SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ, "PENSACI TU". Ti dico che Io ci penso, che intervengo come medico e compio anche un miracolo quando occorre. Tu vedi che l'infermo peggiora? Non ti sconvolgere, ma chiudi gli occhi e dì: "PENSACI TU". Ti dico che Io ci penso.
 
È contro l'abbandono, la preoccupazione, l'agitazione e il voler pensare alle conseguenze di un fatto. È come la confusione dei fanciulli, quando pretendono che la mamma pensi alle loro necessità e vogliono pensarci loro, intralciando con le loro idee e i loro capricci infantili il suo lavoro.
 
Chiudete gli occhi e lasciatevi portare dalla corrente della mia Grazia; chiudete gli occhi e lasciatemi lavorare; chiudete gli occhi e non pensate al momento presente; stornate il pensiero dal futuro come da una tentazione. Riposate in Me credendo alla mia bontà e vi giuro, per il mio Amore che, dicendomi con queste disposizioni: "PENSACI TU", Io ci penso in pieno, vi consolo, vi libero, vi conduco.
 
E quando debbo portarvi in una via diversa da quella che vedete voi. Io vi addestro, vi porto nelle mie braccia, poiché non c'è medicina più potente di un mio intervento di Amore. Ci penso solo quando chiudete gli occhi. Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, a tutto pensare e vi abbandonate cosi alle forze umane, o peggio agli uomini, confidando nel loro intervento. E questo che intralcia le mie parole e le mie vedute. Oh, come Io desidero da voi questo abbandono per beneficarvi e come mi accoro nel vedervi agitati!
 
Satana tende proprio a questo: ad agitarvi per sottrarvi alla mia azione e gettarvi in preda alle iniziative umane. Confidate perciò in Me solo, riposate in Me, abbandonatevi a Me in tutto.
 
Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in Me e del nessun affidamento in voi: Io spargo tesori di Grazie quando voi siete nella piena povertà!
 
Se avete vostre risorse, anche in poco, o se le cercate, siete nel campo naturale, seguite quindi il percorso naturale delle cose che è spesso intralciato da satana. Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i Santi.
 
Opera divinamente chi si abbandona a Dio.
 
Quando vedi che le cose si complicano, dì con gli occhi dell'anima chiusi: "GESÙ PENSACI TU". E distraiti, perché la tua mente è acuta... per te è difficile vedere il male. Confida in Me spesso, distraendoti da te stesso. Fa' così per tutte le tue necessità. Fate così tutti e vedrete grandi, continui e silenziosi miracoli. Ve lo giuro per il mio Amore.
Io ci penserò, ve lo assicuro.
 
Pregate sempre con questa disposizione di abbandono, ne avrete grande pace e grande frutto, anche quando Io vi faccio la Grazia dell'immolazione di riparazione e di amore che impone la sofferenza. Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e dì con tutta l'anima: "GESÙ PENSACI TU". Non temere, ci penso Io e tu benedirai il tuo nome umiliando te stesso. Le tue preghiere non valgono un patto di fiducioso abbandono; ricordalo bene.
Non c'è novena più efficace di questa:
 
"O GESÙ, MI ABBANDONO IN TE, PENSACI TU".
"ABBANDONATI AL MIO CUORE...E VEDRAI".
 
Voglio che tu creda nella mia Onnipotenza e non nella tua azione: che tu cerchi di mettere in azione Me, non te negli altri.
 
Tu cerca la mia intimità, esaudisci il mio desiderio di averti, di arricchirti, di amarti come voglio. Lasciati andare, lasciami riposare in te, lasciami sfogare su di te continuamente la mia Onnipotenza. Se tu rimarrai vicino a Me non ti preoccuperai di fare per conto tuo, di correre per uscire, per dire di aver fatto; mi dimostrerai che credi nella mia Onnipotenza e Io lavorerò intensamente con te quando parlerai, andrai, starai in preghiera o dormirai, perché "ai miei diletti do il necessario anche nel sonno " (Salmo 126). Se starai con Me senza voler correre ne preoccuparti di cosa alcuna per te ma la rimetterai con totale fiducia a Me, Io ti darò tutto quello che ti necessita secondo il mio disegno eterno.
 
Ti darò i sentimenti che voglio da te, ti darò una grande compassione verso il tuo prossimo e ti farò dire e fare quello che Io vorrò.
 
Allora la tua azione verrà dal mio Amore. Io solo, non tu con tutta la tua attività, potrò fare dei figli nuovi, che nascono da Me. Io ne farò tanti di più quanto più tu vorrai essere un vero figlio quanto l'Unigenito, perché lo sai che: "Se farai la mia Volontà, mi sarai fratello, sorella e madre " per generarmi negli altri, perché Io produrrò nuovi figli, servendomi di veri figli. Quello che tu farai per riuscire, è tutto fumo in confronto a quello che faccio Io nel segreto dei cuori per quelli che amano."
 

 
 
 
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INFO


Un blog di: osservandoilparadiso
Data di creazione: 13/12/2010
 

E' GRADITO ALLA MADONNA E A GESÙ

CHIEDIAMO AI SANTI DI INTERCEDERE PER NOI

Novena a Dio Padre e ai 9 Cori degli Angeli (per qualsiasi grazia)

Novena a S.Gianna Beretta Molla (per avere un figlio) -

Novena a S. Teresa di Lisieux - 

 

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LA MADONNA CI ESORTA A RECITARE IL ROSARIO

 

A Fatima, a Lourdes e a Medjugorje la Madonna ha incitato insistentemente alla recita del Rosario

La Mamma celeste ci ha invitato a recitare il Rosario come arma potente contro il male.

Può sembrare una preghiera ripetitiva, invece è come due fidanzati che si dicono l'un l'altro tante volte "ti amo"... 

"Col Rosario si può ottenere tutto. 

Esso è come una lunga catena che lega il cielo alla terra; 

una delle estremità è nelle nostre mani e l'altra in quelle della S. Vergine. 

Finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo, perché questa preghiera è potente sul suo cuore. 

La dolce Regina del Cielo non può dimenticare i suoi figli che, senza interruzione, ripetono le sue lodi. 

Il Rosario sale come incenso ai piedi dell'Onnipotente. 

Maria lo rinvia subito come una benefica rugiada, che viene a rigenerare i cuori. 

Non c'è preghiera che sia più gradita a Dio del Rosario". 

(S. Teresa )

" Durante un esorcismo, attraverso la persona posseduta, 

Satana mi ha detto : 

Ogni Ave Maria del Rosario, è per me una mazzata in testa ; 

se i cristiani conoscessero la potenza del Rosario, per me sarebbe finita ! " 

(Don Gabriele Amorh )

 

 
 

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