Tu e il Paradiso

Immagini sacre, preghiere e pensieri...dal Cielo

 

SE SIETE INFELICI NON RIMPROVERATELO A ME!

 

Io sono la Luce,

e voi non mi vedete.

  Io sono la Via,

e voi non mi seguite.

  Io sono la Verità,

e voi non mi credete.

 Io sono la Vita,

e voi non mi cercate.

 Io sono il Maestro,

e voi non mi ascoltate.

 Io sono il Capo,

e voi non mi obbedite.

 Io sono il vostro Dio,

e voi non mi pregate.

 Io sono il vostro grande Amico,

e voi non mi amate.

Hai ragione, o Gesù, troppo poco ti ricordiamo

e troppo poco ti amiamo, per questo siamo infelici.

Ma le tue braccia aperte ci invitano al tuo cuore

e ci assicurano il perdono.

Nel tuo cuore, fonte di luce,

ritroveremo la forza per seguirti Via, Verità e Vita;

la grazia per ascoltarti Capo e Maestro;

la gioia per amarti Dio di Amore,

Amico di quanti confidano in te. 

 

 

AREA PERSONALE

 

PREGHIERA A PADRE PIO

 

Tu povero nascesti, o Padre Pio 

come fu Cristo, il nostro Redentore,

compagna l'umiltà ti fu fedele,

 immensa la Tua fede nel Signore.

Simigliante a Gesù anche le piaghe, 

che Tu accettasti con rassegnazione

memore del penoso Suo Calvario e della tormentata Sua Passione.

Or che Tu godi dell'Eterna Luce, fulgente, radiosa ed infinita,

continuando a darci il Tuo aiuto 

mostrati a noi quel che Tu fosti in vita.

In questo mondo pieno di tristezza 

dona il sollievo a tutti i sofferenti,

infondi in noi l'amore in ogni cuore, 

la fratellanza tra le umane genti.

Noi affidiamo a Te le nostre pene, 

or che ormai sei più vicino a Dio,

fa quel che puoi per il nostro bene 

intercedi per Noi, o Padre Pio!

 

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E' il mese dedicato alla Madonna....La nostra riconoscenza sia almeno questa:meditare e compatire i Suoi dolori

Post n°162 pubblicato il 02 Maggio 2013 da osservandoilparadiso

 

 

 

MEDITAZIONI SUI SETTE DOLORI DI MARIA SS ADDOLORATA

 (Tratto da: “MARIA REGINA E MADRE DI MISERICORDIA” - DON GIUSEPPE TOMASELLI)

 

 

 

 

Quarto dolore: INCONTRO CON GESÙ

 Gesù prediceva agli Apostoli i dolori che l'attendevano nella Passione, per di­sporli alla grande prova: « Ecco, ascen­diamo a Gerusalemme ed il Figlio del­l'uomo sarà consegnato ai principi dei Sacerdoti e degli Scribi e lo condanne­ranno a morte. E lo daranno in mano ai gentili per essere deriso, flagellato e crocifisso, ed, il terzo giorno risorgerà » (S. Matteo, XX, 18). 

Se Gesù disse questo più volte agli Apostoli, di certo lo disse anche alla Ma­dre sua, alla quale nulla nascondeva. Ma­ria Santissima conosceva attraverso le Sa­cre Scritture quale sarebbe stata la fine del suo Divin Figlio; ma sentendo la storia della Passione dalle labbra stesse di Gesù, il suo Cuore sanguinava.

Rivelò la Beata Vergine a Santa Bri­gida, che quando si avvicinava il tem­po della Passione di Gesù, i suoi occhi materni stavano sempre pieni di lacrime ed un sudore freddo le scorreva per le membra, prevedendo quel vicino spetta­colo di sangue.

Quando cominciò la Passione, la Ma­donna era a Gerusalemme. Non assistet­te alla cattura nell'Orto del Getsemani e neppure alle scene umilianti del Sinedrio. Tutto questo era avvenuto di nottetem­po. Ma fatto giorno, quando Gesù fu con­dotto da Pilato, la Madonna potè essere presente ed ebbe sotto il suo sguardo Ge­sù flagellato a sangue, vestito da pazzo, coronato di spine, sputato, schiaffeggia­to e bestemmiato, ed infine ascoltò la sentenza di morte. Quale madre avrebbe potuto resistere a tanto strazio? La Madonna non mori per la fortezza straordi­naria di cui era dotata e perché Dio la ri­servava a maggiori dolori sul Calvario.

Quando il doloroso corteo si mosse dal Pretorio per andare al Calvario, Maria, accompagnata da San Giovanni, vi andò ed attraversando una strada più breve, si fermò per incontrarsi con l'afflitto Ge­sù, che di lì sarebbe passato. Era conosciuta dai Giudei e chi sa quante parole ingiuriose abbia udito con­tro il Divin Figlio e contro di Lei! 

Secondo l'uso del tempo, il passaggio del condannato a morte era annunziato da un mesto suono di tromba; precede­vano quelli che portavano gli strumenti della crocifissione. La Madonna con lo schianto nel Cuore udiva, mirava e lacri­mava. Quale non fu il suo dolore quando vide passare Gesù carico della croce! Il volto insanguinato, la testa ricoperta di spine, il passo vacillante! - Le ferite e le lividure lo facevano sembrare un lebbro­so, quasi da non riconoscersi (Isaia, LITI).

Dice Sant'Anselmo che Maria avrebbe voluto abbracciare Gesù, ma non le fu concesso; si contentò di guardarlo. Gli oc­chi della Madre s'incontrarono con quelli del Figlio; non una parola. Che cosa sarà passato in quell'istante tra il Cuore di Gesù ed il Cuore della Madonna? Non può esprimersi. Sentimenti di tenerezza, di compassione, d'incoraggiamento; visio­ne dei peccati dell'umanità da riparare, adorazione della volontà del Divin Pa­dre! ...

Gesù continuò la via con la croce sulle spalle e Maria lo seguiva con la croce nel Cuore, diretti tutti e due al Calvario per immolarsi a bene dell'umanità ingrata.

« Chi vuol venire dietro a me, aveva detto un giorno Gesù, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua! » (San Matteo, XVI, 24). Anche a noi ripete le stesse parole! Prendiamo la croce che Dio ci assegna nella vita: o povertà o malat­tia o incomprensione; portiamola con merito e seguiamo Gesù con gli stessi sentimenti con cui lo seguiva la Madon­na nella via dolorosa. Dopo la croce c'è la gloriosa risurrezione; dopo il patire di questa vita c'è il gaudio eterno.

ESEMPIO Nel dolore si aprono gli occhi, si ve­de la luce, si mira al Cielo. Un militare, dedito ad ogni sorta di piaceri, non pen­sava a Dio. Sentiva il vuoto nel cuore e cercava di riempirlo con gli svaghi che gli permetteva la vita militare. Così con­tinuò, finché gli sopraggiunse una gran­de croce. Preso dai nemici, fu chiuso in una tor­re. Nella solitudine, nella privazione dei piaceri, rientrò in se stesso e si accorse che la vita non è un giardino di rose, ma un intreccio di spine, con qualche rosa. Gli tornarono alla mente i buoni ricordi dell'infanzia e cominciò a meditare la Passione di Gesù e i dolori della Ma­donna. La luce divina rischiarò quella mente ottenebrata.

Il giovane ebbe la visione delle sue colpe, avverti la sua debolezza per tron­care ogni peccato ed allora ricorse per aiuto alla Vergine. La forza gli venne; non solo potè evitare il peccato, ma si diede ad una vita di densa preghiera e di aspra penitenza. Gesù e la Madonna ri­masero così lieti di questo cambiamento, che confortarono il loro figliuolo con del­le apparizioni ed una volta gli fecero ve­dere il Paradiso ed il posto che gli era preparato. Quando fu liberato dalla prigionia, ab­bandonò la vita del mondo, si consacrò a Dio e divenne fondatore di un Ordine Religioso, detto dei Padri Somaschi. Mo­rì santamente ed oggi la Chiesa lo vene­ra sugli Altari, San Girolamo Emiliani.

Se non avesse avuto la croce della pri­gionia, forse quel militare non si sarebbe santificato. 

 
 
 

E' il mese dedicato alla Madonna....La nostra riconoscenza sia almeno questa:meditare e compatire i Suoi dolori

Post n°161 pubblicato il 02 Maggio 2013 da osservandoilparadiso

 

 

 

 

 

MEDITAZIONI SUI SETTE DOLORI DI MARIA SS ADDOLORATA

 (Tratto da: “MARIA REGINA E MADRE DI MISERICORDIA” - DON GIUSEPPE TOMASELLI)

 

 

 Terzo dolore: SMARRIMENTO DI GESÙ

Avvenne che Gesù, all'età di dodici anni, essendo andato con Maria e Giu­seppe a Gerusalemme secondo la consue­tudine della festa ed essendo finiti i gior­ni della festa, rimase in Gerusalemme e non se ne accorsero i suoi parenti. Cre­dendo che Egli fosse nella comitiva dei pellegrini, fecero un giorno di cammino e lo cercarono tra gli amici e i conoscen­ti. E non avendolo trovato, ritornarono a Gerusalemme per cercarlo. Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai Dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Quelli che ascoltavano, si stupivano della sua prudenza e delle sue risposte. Maria e Giuseppe, vedendo­lo, si meravigliarono; e la Madre gli dis­se: « Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco tuo padre ed io, addolorati, ti abbia­mo cercato! - E Gesù rispose: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo trovarmi in quelle cose che riguardano il Padre mio? - Ed essi non compresero il significato di queste parole. E discese Gesù con loro e venne a Nazaret; e sta­va soggetto ad essi. E la Madre sua con­servava tutte queste parole nel suo cuo­re (S. Luca, II, 42).

Il dolore che provò la Madonna nello smarrimento di Gesù, fu tra i più acerbi della sua vita. Più prezioso è il tesoro che si perde, più dolore si ha. E quale tesoro più prezioso per una madre che il proprio figlio? Il dolore è in rapporto all'amore; quindi Maria, che viveva so­lo dell'amore di Gesù, dovette sentire in modo straordinario la puntura della spada nel suo cuore.

La Madonna in tutte le pene conservò il silenzio; mai una parola di lamento. Ma in questo dolore esclamò: Figlio, per­ché ci hai fatto questo? - Di certo non intendeva rimproverare Gesù, ma fare un'amorosa lagnanza, non conoscen­do lo scopo di quanto era avvenuto.

Ciò che soffrì la Vergine in quei tre lunghi giorni di ricerca, non possiamo comprenderlo appieno. Nelle, altre pene aveva la presenza di Gesù; nello smar­rimento mancava tale presenza. 

Dice 0­rigène che forse il dolore di Maria fu intensificato da questo pensiero: Che Ge­sù si sia smarrito per colpa mia? - Non c'è maggior pena per un'anima a­mante che il timore d'avere disgustata la persona amata.

Il Signore ci ha dato la Madonna co­me modello di perfezione e ha voluto che soffrisse, e moltissimo, per farci com­prendere che la sofferenza è necessaria ed apportatrice di beni spirituali la la pazienza è indispensabile per seguire Gesù che porta la Croce. 

L'angoscia di Maria ci dà degli inse­gnamenti per la vita spirituale. Gesù ha una moltitudine di anime che lo amano davvero, servendolo con fedeltà e non a­vendo altro di mira che fargli piacere. Di tanto in tanto Gesù si nasconde a loro, cioè non fa sentire la sua presenza, e le lascia nell'aridità spirituale. Spesso que­ste anime si turbano, non sentendo il pri­mitivo fervore; credono che le preghiere recitate senza gusto non siano gradite a Dio; pensano che sia un male il fare il bene senza slancio, anzi con ripugnanza; in balia delle tentazioni, ma sempre con la forza di resistere, temono di non pia­cere più a Gesù.

Costoro si sbagliano! Gesù permette l'aridità anche alle anime più elette, af­finché si distacchino dai gusti sensibili ed affinché abbiano a soffrire molto. In­vero l'aridità è per le anime amanti una dura prova, spesso un'angosciosa agonìa, pallidissima immagine di quella provata dalla Madonna nello smarrire Gesù. 

A chi è tribolato in questo modo, si raccomanda: la pazienza, aspettando l'o­ra della luce; la costanza, non tralascian­do alcuna preghiera od opera buona, su­perando la noia o l'abbattimento; dire spesso: Gesù, ti offro la mia angoscia, in unione a quella che tu provasti nel Get­semani e che la Madonna provò nel tuo smarrimento! -

ESEMPIO Il Padre Engelgrave narra che una povera anima era angosciata per afflizio­ni di spirito; per quanto bene facesse, credeva di non piacere a Dio, anzi di di­sgustarlo. Era devota della Madonna Addolora­ta; a Lei pensava spesso nelle sue pene e contemplandola nei suoi dolori ne ri­ceveva conforto. Ammalatasi gravemente, il demonio approfittò per tormentarla di più con i soliti timori. La Madre pietosa venne in aiuto della sua devota e le apparve per assicurarla che il suo stato spirituale non dispiaceva a Dio. Così le disse: Perché temi i giudizi di Dio e ti rattristi? Tu tante volte mi hai consolata, compaten­do i miei dolori! Sappi che è proprio Gesù che mi manda a te per darti sollievo. Consolati e vieni con me in Paradiso! -

Piena di confidenza, quell'anima de­vota dell'Addolorata, spirò.

 
 
 

E' il mese dedicato alla Madonna.... La nostra riconoscenza sia almeno questa:meditare e compatire i Suoi dolori

Post n°160 pubblicato il 02 Maggio 2013 da osservandoilparadiso

 

 

 

 

MEDITAZIONI SUI SETTE DOLORI DI MARIA SS ADDOLORATA

 (Tratto da: “MARIA REGINA E MADRE DI MISERICORDIA” - DON GIUSEPPE TOMASELLI)

 

 

 

 

Secondo dolore: LA FUGA IN EGITTO

 I Magi, avvisati dall'Angelo, ritorna­rono alla propria patria, non ripassando da Erode. Questi, irato per essere stato deluso e temendo che il nato Messia un giorno gli avrebbe tolto il trono, stabilì di uccidere tutti i bambini di Betlemme e dei dintorni, dai due anni in giù, nella stolta speranza di coinvolgere nella strage anche Gesù.

Ma l'Angelo del Signore apparve nel sonno a Giuseppe e gli disse: Alzati, prendi il Bambino e la Madre sua e fug­gi in Egitto; starai lì finché io te lo dica. Infatti manca poco che Erode cerchi il Bambino per ucciderlo. - Giuseppe si alzò, prese il Bambino e la Madre sua di nottetempo e si recò in Egitto; quivi rimase sino alla morte di Erode, affinché si adempisse quanto era stato detto dal Signore per mezzo del Profe­ta: « Ho chiamato dall'Egitto il mio Figliuolo » (San Matteo, II, 13).

In questo episodio della vita di Gesù consideriamo il dolore provato dalla Ma­donna. Quale angoscia per una madre il sapere che il proprio figlio è cercato a morte, senza motivo, da un uomo forte e prepotente! Deve fuggire subito, di notte, nella stagione invernale, per recar­si in Egitto, circa 400 miglia distante! Abbracciare i disagi di un lungo viaggio, per le vie incomode ed attraverso il deser­to! Andare ad abitare, priva di mezzi, in paese sconosciuto, ignara della lingua e senza conforto dei parenti!

La Madonna non disse parola di la­mento, né contro Erode né verso la Prov­videnza, che tutto disponeva. Avrà ri­chiamato alla mente la parola, di Simeo­ne: Una spada trapasserà la tua stessa anima! -

È provvidenziale ed umano l'ambien­tarsi. Dopo parecchi anni di dimora in Egitto, la Madonna, Gesù e San Giusep­pe si erano acclimatati. Ma l'Angelo or­dinò di ritornare in Palestina. Senza ad­durre pretesti, Maria riprese il viaggio del ritorno, adorando i disegni di Dio. 

Quale lezione devono apprendere i de­voti di Maria!

La vita è un intreccio di contrattempi e di disillusioni. Senza la luce della fede, potrebbe avere il sopravvento lo scorag­giamento. È necessario mirare gli avve­nimenti sociali, familiari ed individuali, con gli occhiali celesti, cioè vedere in ogni cosa il lavoro della Provvidenza, che tutto dispone per il maggior bene delle creature. I disegni di Dio non si possono scrutare, ma con l'andar del tempo, se si riflette, ci si convince della bontà di Dio nell'aver permessa quella croce, quel­l'umiliazione, quella incomprensione, nel­l'avere impedito quel passo e nell'averci posto in circostanze impreviste.

In ogni contrarietà procuriamo di non perdere la pazienza e la fiducia in Dio e in Maria Santissima. Uniformiamoci ai voleri di Dio, dicendo umilmente: Signore, sia fatta la tua volontà!

ESEMPIO Si narra nelle Cronache Francescane che due Religiosi dell'Ordine, amanti del­la Madonna, si misero in viaggio per vi­sitare un santuario. Pieni di fede, aveva­no fatto molto cammino ed infine s'inol­trarono in un fitto bosco. Speravano po­terlo presto attraversare, ma non vi riu­scirono, essendo venuta la notte. Presi da sgomento, si raccomandarono a Dio e al­la Madonna; compresero che la volon­tà divina permetteva quel contrattempo. Ma la Vergine Santissima veglia sui suoi figliuoli tribolati e viene a soccorrerli; meritarono questo soccorso quei due Fra­ti, che si trovavano nell'imbarazzo.

I due sperduti camminando ancora, s'imbatterono in una casa; s'accorsero ch'era una nobile abitazione. Chiesero ospitalità per la notte. I due servitori, che aprirono l'uscio, accompagnarono i Frati dalla padrona. La nobile matrona chiese: Come vi tro­vate in questo bosco? - Siamo in pelle­grinaggio ad un santuario della Madon­na; ci siamo per caso sperduti.

- Dato che è così, passerete la not­te in questo palazzo; domani, ' quando partirete, vi darò una lettera che potrà giovarvi. -

Il mattino seguente, ricevuta la lette­ra, i Frati ripresero il cammino. Allonta­natisi un po' dall'abitazione, osservaro­no la letterà e si meravigliarono a non vedervi l'indirizzo; nel frattempo, guar­dando all'intorno, si accorsero che l'abi­tazione della matrona non c'era più; era sparita ed al suo posto c'erano gli alberi. Aperta la lettera, vi trovarono un foglio, firmato dalla Madonna. Lo scritto dice­va: Colei che vi ha ospitato è la vostra Madre Celeste. Ho voluto ricompensarvi del vostro sacrificio, perché vi siete messi in viaggio per amor mio. Continuate a servirmi e ad amarmi. Vi aiuterò in vita ed in morte. -

Dopo questo fatto, si può immagina­re con quanto ardore quei due Frati ono­rassero la Madonna per tutta la vita. Iddio permise quello smarrimento nel bosco, affinché quei due potessero pro­vare la bontà e la delicatezza della Ma­donna.

 
 
 

E' il mese dedicato alla Madonna.... La nostra riconoscenza sia almeno questa:meditare e compatire i Suoi dolori

Post n°159 pubblicato il 02 Maggio 2013 da osservandoilparadiso

 

 

 

 

MEDITAZIONI SUI SETTE DOLORI DI MARIA SS ADDOLORATA

 (Tratto da: “MARIA REGINA E MADRE DI MISERICORDIA” - DON GIUSEPPE TOMASELLI)

 

 

 

 

 

 

Primo dolore: LA PROFEZIA DI SIMEONE

Affinché la devozione ai dolori di Ma­ria si radichi nel nostro cuore, conside­riamo una ad una le spade che trafissero il Cuore Immacolato della Vergine.

I Profeti avevano descritta la vita di Gesù in tutti i particolari, specialmente nella Passione. La Madonna, che cono­sceva le profezie, accettando di divenire Madre dell'Uomo dei dolori, sapeva be­ne a quante sofferenze sarebbe andata incontro.

 È cosa provvidenziale non conoscere le croci che Dio ci riserva nel corso della vita; la nostra debolezza è tale che resterebbe schiacciata al pensiero di tutte le tribolazioni future. Maria Santissima, af­finché soffrisse e meritasse di più, ebbe una conoscenza dettagliata delle pene di Gesù, che sarebbero state anche pene sue. Per tutta la vita portò in pace nel cuore la sua amarezza amarissima.

Presentando Gesù Bambino al Tem­pio, senti dirsi dal vecchio Simeone: « Questo Bambino è posto in segno di contraddizione ... Ed una spada trapas­serà la tua stessa anima » (S. Luca, II, 34).

Ed invero, il cuore della Vergine sentì sempre la trafittura di questa spada. A­mava senza limiti Gesù e si doleva che un giorno sarebbe stato perseguitato, chia­mato bestemmiatore ed indemoniato, sa­rebbe stato condannato innocentemente e poi ucciso. Dal suo Cuore materno non si allontanava tale visione dolorosa e poteva dire:"Il mio diletto Gesù è per me un mazzetto di mirra!" 

Scrive il Padre Engelgrave essere sta­ta rilevata a Santa Brigida questa soffe­renza. La Vergine disse: "Nutrendo il mio Gesù, io pensavo al fiele ed all'aceto che i nemici gli avrebbero dato sul Calvario; rivolgendolo nelle fasce, il mio pensiero andava alle corde, con le quali sarebbe stato legato come un malfattore; quando lo contemplavo addormentato, me lo figu­ravo morto; quando miravo quelle sue sacre mani ed i piedi, pensavo ai chiodi che l'avrebbero trafitto ed allora i miei occhi si riempivano di lacrime ed il mio Cuore era straziato dal dolore." 

Anche noi abbiamo ed avremo nella vita la nostra tribolazione; non sarà la spada acuta della Madonna, ma certo per ogni anima la propria croce è sem­pre pesante. Imitiamo nella sofferenza la Vergine e portiamo in pace la nostra amarezza.

A che giova dirsi devoti della Ma­donna, se nel dolore non ci si sforza a rassegnarsi ai voleri di Dio? Non si dica mai quando si soffre: Questa sofferenza e troppa; supera le mie forze! - Il dire così è una mancanza di fiducia in Dio ed un affronto alla sua bontà e sapien­za infinita.

Gli uomini conoscono i pesi che i loro giumenti possono portare e non danno ad essi un peso più forte, per non aggra­varli. Il vasaio sa quanto tempo la sua creta deve rimanere nel forno, per essere cotta al grado di calore che la renda pronta agli usi; non ve la lascia né più né meno.

Bisogna non aver riflettuto mai per osare dire che Dio, Sapienza infinita e che ama di amore infinito, possa caricare le spalle delle sue creature di un fardello troppo pesante e possa lasciare più a lungo di quanto occorra nel fuoco della tribolazione.

ESEMPIO Nelle Lettere Annuali della Compa­gnia di Gesù si legge un episodio, avve­nuto ad un giovane indiano. Questi aveva abbracciata la Fede Cattolica e viveva da buon cristiano. Un giorno fu preso da forte tentazione; non pregò, non rifletté al male che stava per compiere; la passione lo aveva accecato. Decise di uscire da casa per commet­tere un peccato. Mentre si avviava all'u­scio, udì queste parole: - Fermati! ... Do­ve vai? -

Si voltò e vide un prodigio: l'imma­gine della Vergine Addolorata, ch'era alla parete, si animò. La Madonna stac­cò dal suo petto la piccola spada e riprese a dire: Su, prendi questa spada e ferisci me, anziché il Figlio mio, col peccato che vuoi commettere! -

Il giovane, tremante, si prostrò a ter­ra e con vera contrizione chiese perdono, piangendo dirottamente.

 

 
 
 

E' il mese dedicato alla Madonna.... La nostra riconoscenza sia almeno questa:meditare e compatire i Suoi dolori

Post n°158 pubblicato il 02 Maggio 2013 da osservandoilparadiso

 

 

 

 

recitiamo il 

Rosario dei 7 dolori di Maria

e, ricordando la Passione di Gesù, meditiamo......meditiamo........

 

 

 

MEDITAZIONI SUI SETTE DOLORI DI MARIA SS ADDOLORATA

 (Tratto da: “MARIA REGINA E MADRE DI MISERICORDIA” - DON GIUSEPPE TOMASELLI)

 L'ADDOLORATA

Sul Calvario, mentre si compiva il grande sacrificio di Gesù, si potevano mi­rare due vittime: il Figlio, che sacrifica­va il corpo con la morte, e la Madre Ma­ria, che sacrificava l'anima con la compassione. Il Cuore della Vergine era il riflesso dei dolori di Gesù. D'ordinario la madre sente le soffe­renze dei figli più delle proprie. Quanto dovette soffrire la Madonna a vedere morire Gesù in Croce!

Dice San Bona­ventura che tutte quelle piaghe ch'erano sparse sul corpo di Gesù, erano nello stesso tempo tutte unite nel Cuore di Maria. - Più si ama una persona e più si soffre nel vederla soffrire. L'àmore che la Vergine nutriva per Gesù era smisu­rato; lo amava di amore soprannatu­rale come suo Dio e di amore naturale come suo Figlio; ed avendo un Cuore delicatissimo, soffrì tanto da meritare il titolo di Addolorata e di Regina dei Martiri. Il Profeta Geremia, tanti secoli pri­ma, la contemplò in visione ai piedi del Cristo morente e disse: « A che ti para­gonerò o a chi ti somiglierò, figlia di Ge­rusalemme? ... La tua amarezza infatti è grande come il mare. Chi ti potrà consolare? »(Geremia, Lam. II, 13). E lo stesso Profeta pone in bocca alla Ver­gine Addolorata queste parole: « O voi tutti che passate per la via, fermatevi e vedete se c'è dolore simile al mio! » (Geremia, I, 12). Dice Sant'Alberto Magno: Come noi ' siamo obbligati a Gesù per la sua Passio­ne sofferta per nostro amore, così pure siamo obbligati a Maria per il martirio che ebbe nella morte di Gesù per la no­stra eterna salute. La nostra riconoscenza verso la Ma­donna sia almeno questa: meditare e compatire i suoi dolori.

Gesù rivelò alla Beata Veronica da Binasco che molto si compiace nel vede­re compatita la Madre sua, perché gli sono care le lacrime che Ella sparse sul Calvario.

La stessa Vergine si dolse con Santa Brigida che sono molto pochi coloro che la compatiscono e la maggior parte di­mentica i suoi dolori; onde le raccoman­dò tanto di aver memoria delle sue pene. La Chiesa per onorare l'Addolorata ha istituito una festa liturgica, che ricorre il 15 settembre. Privatamente è bene ricordare tutti i giorni i dolori della Madonna. Quanti devoti dí Maria recitano ogni giorno la corona dell'Addolorata! Questa corona ha sette poste ed ognuna di queste ha sette grani. Che si allarghi sempre più la cerchia di coloro che onorano la Vergine Dolente! E’ una buona pratica la recita quoti­diana della preghiera dei Sette Dolori, che trovasi in tanti libri di devozione, ad esempio, nel « Massime Eterne ».

Nelle « Glorie di Maria » Sant'Alfon­so scrive: Fu rivelato a Santa Elisabetta Regina che San Giovanni Evangelista de­siderava vedere la Beata Vergine, dopo essere stata assunta in Cielo. Ebbe, la grazia e gli apparvero la Madonna e Gesù; in tale occasione intese che Maria domandò al Figlio qualche grazia spe­ciale per, i,devoti dei suoi dolori. Gesù promise quattro grazie principali:

 1. - Chi invoca la Divina Madre per i suoi dolori, prima della morte meriterà fare vera penitenza di tutti i suoi peccati.

 2. - Gesù custodirà questi devoti nel­le loro tribolazioni, specialmente al tem­po della morte.

3. - Imprimerà loro la memoria della sua Passione, con grande premio in Cielo.

4. - Gesù porrà questi devoti in ma­no di Maria, affinché Ella ne disponga a suo piacere e loro ottenga tutte le grazie che vuole.

ESEMPIO Un ricco signore, abbandonata la via del bene, si diede completamente al vi­zio. Accecato dalle passioni, fece espres­samente un patto con il demonio, prote­stando di dargli l'anima dopo la morte. Dopo settant'anni di vita di peccato giunse al punto della morte. Gesù, volendo usargli misericordia, dis­se a S. Brigida: Va' a dire al tuo Con­fessore che corra al letto di questo mori­bondo; lo esorti a confessarsi! - Il Sa­cerdote andò per tre volte e non riuscì a convertirlo. In fine manifestò il segre­to: Non sono venuto da voi spontanea­mente; Gesù stesso mi ha mandato per, mezzo di una santa Suora e vuole ac­cordarvi il suo perdono. Non resistete più alla grazia di Dio! -

L'infermo, sentendo ciò, s'intenerì e ruppe in pianto; poi esclamò: Come pos­so essere perdonato dopo avere servito il demonio per settant'anni? I miei pec­cati sono gravissimi ed innumerevoli! - Il Sacerdote lo rassicurò, lo dispose alla Confessione, lo assolvette e gli diede il Viatico. Dopo sei giorni quel ricco si­gnore moriva. Gesù, apparendo a S. Brigida, così le parlò: Quel peccatore è salvo; al pre­sente è in Purgatorio. Ha avuta la gra­zia della conversione per intercessione della mia Vergine Madre, perché, seb­bene vivesse nel vizio, tuttavia conser­vava la devozione ai suoi dolori; quando ricordava le sofferenze dell'Addolorata, se ne immedesimava e la compiangeva. -


Continua.........

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: osservandoilparadiso
Data di creazione: 13/12/2010
 

E' GRADITO ALLA MADONNA E A GESù

CHIEDIAMO AI SANTI DI INTERCEDERE PER NOI

Novena a Dio Padre e ai 9 Cori degli Angeli (per qualsiasi grazia)

Novena a S.Gianna Beretta Molla (per avere un figlio) -

Novena a S. Teresa di Lisieux - 

 

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LA MADONNA CI ESORTA A RECITARE IL ROSARIO

 

A Fatima, a Lourdes e a Medjugorje la Madonna ha incitato insistentemente alla recita del Rosario

La Mamma celeste ci ha invitato a recitare il Rosario come arma potente contro il male.

Può sembrare una preghiera ripetitiva, invece è come due fidanzati che si dicono l'un l'altro tante volte "ti amo"... 

"Col Rosario si può ottenere tutto. 

Esso è come una lunga catena che lega il cielo alla terra; 

una delle estremità è nelle nostre mani e l'altra in quelle della S. Vergine. 

Finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo, perché questa preghiera è potente sul suo cuore. 

La dolce Regina del Cielo non può dimenticare i suoi figli che, senza interruzione, ripetono le sue lodi. 

Il Rosario sale come incenso ai piedi dell'Onnipotente. 

Maria lo rinvia subito come una benefica rugiada, che viene a rigenerare i cuori. 

Non c'è preghiera che sia più gradita a Dio del Rosario". 

(S. Teresa )

" Durante un esorcismo, attraverso la persona posseduta, 

Satana mi ha detto : 

Ogni Ave Maria del Rosario, è per me una mazzata in testa ; 

se i cristiani conoscessero la potenza del Rosario, per me sarebbe finita ! " 

(Don Gabriele Amorh )

 

 
 

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