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Post n°2373 pubblicato il 14 Ottobre 2017 da namy0000
Ritengo che il suo sia un vero e proprio martirio, ha sacrificato la vita per la madre. Il fatto si era svolto così: l’assassino, di cui non farò il nome, era abituato a ubriacarsi e a picchiare la moglie Elizaveta. Aveva denunciato il ripetersi delle violenze, ma invano. Il figlio di 19 anni, figlio adottivo dei due, era in allarme. A notte fonda il padre non era ancora tornato nella casa di Remanzacco, in provincia di Udine: aveva intuito il perché. E si era attrezzato. Questa volta avrebbe impedito la consueta tortura della mamma. La donna si era rifugiata dietro il figlio. Il marito, infuriato per non riuscire a usare i pugni su di lei, afferrò un coltello da cucina. E cercò di slanciarsi per colpire. Il ragazzo ha fatto da scudo, da armatura filiale, e il suo cuore è stato trafitto. La madre era salva, ferita ma salva. L’ergastolo dei due primi gradi di giudizio non vale più. Non c’è più scritto sulla scheda personale “fine pena mai”. Io credo che sul nome di quel ragazzo debba essere scritto “fine gloria mai”, come l’amore che non finisce. Non ho ancora scritto il suo nome. Boris ha faticato a trovarlo. Si chiamava Ion. Era di una famiglia moldava.
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