Creato da viburnorosso il 02/06/2011
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Percorsi circolari. Ovvero il tram finisce la sua corsa là dove l’ha iniziata.

Post n°394 pubblicato il 11 Agosto 2014 da viburnorosso

Sono tornata a Praga.
Ci ero stata nel ‘92. L’estate dopo quella in cui mio padre se ne era andato.

Nonostante fosse passato un anno continuavo a sentirmi sospesa in una bolla di indeterminatezza: tutte le cose che sarei potuta diventare e che intanto non riuscivo ad essere.
Cercavo una direzione, insomma.
Cosa abbastanza normale a vent’anni, anche senza essere passati per una perdita, ma quella contingenza rendeva più pressante questa mia necessità.

Nel frattempo avevo letto Lo scherzo di Kundera. E le curiose coincidenze tra vita e finzione, mi avevano convinto che Milan (sì, Milan, perché i lettori hanno un rapporto intimo con i loro autori preferiti e li chiamano per nome) avesse scritto quella storia pensando proprio a me.
Perché quella storia parla di uno che si riconcilia con la vita che l’ha sbeffeggiato, depone il rancore, e trova finalmente la sua strada.
E chi era quello, se non io?

Con quel libro quindi Kundera mi stava indicando la direzione esatta.
Fa nulla che l’avesse scritto qualche anno prima che io nascessi.
Fa nulla che all’epoca in cui io l’avevo letto, lui avesse già da un pezzo abbandonato la Cecoslovacchia.
E fa nulla se di lì a poco si sarebbe definitivamente messo a scrivere in francese, abbandonando la confortante intimità dell’idioma materno.
Quel libro era stato evidentemente scritto per me.

Quindi dovevo andare a Praga.
E portare a termine il tentativo già intrapreso l’anno prima, nell’agosto del ’91, durante il mio inter-rail, quando l’improvvisa notizia di un tentato colpo di stato a Mosca, mi aveva spinto all’ultimo a cambiare destinazione e interrompere il mio viaggio a Berlino.

L'anno seguente riuscii nel mio intento. Andai a Praga e ci rimasi due settimane.
Trovando in effetti la mia strada.
Quella che poi mi avrebbe spinto, respinto e riportato ancora più a nord e più a est.

Ricordo che abitavo in un appartamento subaffittato, di cui un amico mi aveva passato l’indirizzo. Una casetta spartana, per i nostri gusti di occidentali preglobalizzati, ma dotata di curiose comodità tardosovietiche.
Fu lì che vidi per la prima volta un forno a microonde, per dire. E che capii che non andava bene per tostarci il pane.

Un po’ feci la turista, un po’ girai senza meta.
Tutte le mattine prendevo il tram in una piazza e davanti alla fermata c’era un porticato con degli archi. Li contavo nell’attesa.
Al ritorno, invece, me li lasciavo alle spalle.

Durante questo soggiorno non avevo messo in conto di tornarci.
Un po’ perché non avrei saputo come ritrovarlo, quel posto, e un po’ perché penso che le cose abbiano un senso per il momento in cui le abbiamo vissute e che perciò sia meglio non andarne a rinnovare il ricordo che ne conserviamo.
Che poi è il motivo per cui non ho mai riletto quel romanzo.
Perché ci rimarrei male se non ci ritrovassi le cose che ci avevo trovato in quel momento, come invece è assai probabile che sia.

La mia idea era di ripartire da Praga con nuove immagini da affiancare a quelle più vecchie, senza andare a ricolorare  quelle più sbiadite.
Così pensavo.
Finché qualche giorno fa, stanchissima, di ritorno da un giro al Castello, mi sono vista sfilare davanti un porticato con degli archi.
Il tram ha rallentato e ci si è fermato davanti. Questione di qualche secondo, e poi è ripartitito lasciandosi 22 anni alle spalle.

Anche dietro alle nuove insegne al neon, era impossibile non riconoscerla: la piazza era ovviamente quella in cui aspettavo di scoprire la mia strada.
Perché talvolta i percorsi sono circolari e ripassano senza volerlo per il punto da cui siamo partiti.
Ma è un ritorno elusivo. Perché nel frattempo noi non siamo più gli stessi.
Fortunatamente. 

Forse adesso posso rileggere quel libro. E trovarci dentro un altro "senso".

 
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Commenti al Post:
sciarconazzi
sciarconazzi il 11/08/14 alle 21:48 via WEB
"Un tram che, ripartendo, si lascia 22 anni alle spalle", geniale nella sua forza evocativa!
Brava Viburnella.
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 12/08/14 alle 10:24 via WEB
In effetti ci sono tram che in tre fermate ci ripercorri una vita!
Grazie Squalo!
(Rispondi)
 
 
sciarconazzi
sciarconazzi il 12/08/14 alle 19:31 via WEB
Mi è un vero piacere :-)
(Rispondi)
oltre.lo.specchio
oltre.lo.specchio il 12/08/14 alle 10:25 via WEB
i percorsi a volte son circolari, ma per quanto i luoghi restino identici, il tempo trascorre e noi cambiamo non solo nell'aspetto.....
(Rispondi)
esperiMente
esperiMente il 12/08/14 alle 18:32 via WEB
Il tempo non aspetta, perché il cerchio non è rotondo.
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 14/08/14 alle 21:57 via WEB
Il cerchio non è rotondo? ecco perché mi si è sempre spezzata la punta al compasso!
(Rispondi)
 
 
esperiMente
esperiMente il 18/08/14 alle 15:35 via WEB
Si vede che avevi un compasso tarato prima della pioggia.
(Rispondi)
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