Creato da alfredofiorani il 05/01/2008
Letteratura italiana
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Le vostre opinioni
Care lettrici, cari lettori, volete mettervi alla prova come recensori di Alfredo Fiorani?
Avete letto L'orizzonte di Cheope e All'amore il tempo? Siete stati svegli tutta la notte per terminare di leggere o scrivere un racconto o una poesia?
Leggendo Laudomia Bonanni. Il solipsismo di genere femminile o Penelope: il vissuto femminile e la scrittura avete cominciato ad interessarvi alla letteratura femminile? E per colpa de L'incantatrice orientale pensate ora di trascorrere la vostra vita in un circo? Infine, dopo aver divorato La memoria impura, avete sofferto di claustrofobia?
Insomma...TOCCA A VOI! Alfredo aspetta commenti e opinioni - buone o cattive, non importa - e, appena possibile, vi risponderà.
Voglio ringraziarvi per le numerose visite e sono lusingato del successo che questo blog va riscuotendo per l'interesse che manifestate sugli argomenti proposti.
Per ovvie ragioni di tempo, non mi è tuttavia possibile commentare i singoli innumerevoli post che proponete nei vostri rispettivi innumerevoli blog (capirete che allo staff che per me cura la redazione di questo blog e del sito posso chiedere molto, ma non fino a questo punto).
Perciò annoto nella lista dei miei amici una selezione di quei blog che, avendomi contattato o perché amici di amici, ho visitato e ritenuto interessanti, esprimendo in tal modo il mio apprezzamento.
Vi ricordo che questo spazio è a vostra disposizione.
Se volete, potete inviare, oltre ai vostri commenti, anche i vostri post - avendo cura di indicare il tag nel quale desiderate che siano rubricati - affinché possano essere proposti e discussi in questa sede.
Alfredo Fiorani
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Trovate altre curiosità e notizie
su Alfredo Fiorani
nella sezione
del sito web
http://digilander.libero.it/
alfredofiorani/
« Alfredo Fiorani e il suo... | L'amore come sofferenza... » |
Con La memoria impura Alfredo Fiorani ritorna al romanzo dopo L’incantatrice orientale (1994) e L’orizzonte di Cheope (1998), mostrando una vocazione narrativa che va al di là dello stesso genere letterario, nel senso che si offre come un luogo di metaforizzazione dell’esistenza e delle sue implicazioni sociologiche, etiche, religiose.
La memoria impura è la storia di un uomo che ha ucciso, dopo averle violentate, una piccola folla di bambine.
Sul punto di essere scarcerato dopo una condanna a venticinque anni, ripercorre con la memoria tutte le tappe della sua storia personale nell’intento di fare chiarezza dentro di sé in vista del suo rientro nella società civile.
Ma questo esame retrospettivo, questa angosciosa e per certi versi spietata autoriflessione, non lo porta da nessuna parte: lo lascia con gli stessi dubbi, gli stessi timori, le stesse tentazioni, la stessa inerzia morale di cui è stata condita la sua esistenza, per cui, una volta fuori dal carcere, egli non soltanto non ha maturato nessun proposito di riscatto, ma è riassalito dalla stessa febbre di violenza che ne aveva fatto un criminale; convinto, pertanto, che per lui non c’è alcuna speranza di salvezza, decide di porre fine ai propri giorni.
E’ una forma di redenzione (ossia il sacrificio di sé con cancellazione del male perpetrato agli altri) oppure, più verosimilmente, egli non se l’è sentita di confrontarsi con una società ostile e quindi incapace di offrirgli una qualsiasi forma di redenzione?
In altre parole, il protagonista della storia è un eroe che sacrifica se stesso per il bene degli altri o un vigliacco che rinuncia ad affrontare le difficoltà dell’esistenza?
Ed ancora: è la vittima di un’educazione famigliare e sociale o un caso patologico irrimediabile?
Di primo acchito, La memoria impura sembrerebbe la registrazione clinica di uno dei tanti delitti a sfondo sessuale di cui sono piene le cronache del nostro tempo; sennonché, ad una più profonda lettura, ci si accorge che la storia che Alfredo Fiorani ci racconta è solo una metafora per denunciare, da un lato, le carenze di una società incapace di offrire un’opportunità di recupero a che, per una ragione o per l’altra, si trova a dover fare i conti con la giustizia e, dall’altro, per suggerirci che il male non è soggettivamente una scelta sbagliata o un giudizio sbagliato: non ha, come dire, un’ontogenesi storica, ma un’ontogenesi metastorica con implicazioni fortemente religiose.
In altri termini, Alvaro, il protagonista del romanzo, non è tanto un criminale nel senso strettamente giuridico del termine, quanto un peccatore, un predestinato alla dannazione esistenziale, e, come tale, tende pertanto ad una impossibile redenzione.
Dal male nessuno è immune afferma l’autore (p.44) e le domande non sono la salvezza dell’uomo giacché non esistono risposte sulla verità vera dell’esistenza.
Da qualche parte tutto già esiste.
Non si inventa nulla (p.66).
La sola risposta è l’amore, la fede, la capacità di mettere in ascolto, in attesa della luce, perché solo la luce ha la certezza della sua venuta.
In tutto il libro infatti aleggia una sorta di concezione deterministica: la gioia dell’uno bilanciata dal dolore dell’altro, il bene dal male, la fortuna dalla sfortuna, come se la realtà delle cose fosse un ambito chiuso, dove tutto è già stato deciso e stabilito dal principio dei tempi. Sotto questo aspetto, il romanzo si offre come un viaggio attraverso il mistero dell’esistenza, attraverso le zone oscure dell’anima dell’uomo, attraverso quei territori insondabili dell’inconscio, in cui tutto si confonde, gli opposti si azzerano e identità si contraddicono.
Allora anche il dubbio, in mancanza dall’altro, diventa la sola certezza possibile e la sofferenza l’unica via che conduce alla conoscenza profonda delle cose, al centro segreto di esse (p.89).
Da qui l’invito a riflettere, a riflettere bene prima di condannare, a capire, a mettersi nei panni del colpevole, anche perché in ognuno di noi c’è una memoria impura di errori, di omissioni, di egoismi, di indifferenza, di complicità (insomma di mali commessi anche senza volerlo); una memoria che ci accusa, che ci dice che il peccato non è mai completamente individuale, ma chiama in causa la responsabilità di tutti.
Pietro Civitareale
in Rivista Abruzzese, Anno LVI, n.1, Gen/Mar 2003
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In libreria
All'amore il tempo
Romanzo
Manni Editore, San Cesario, 2007
Laudomia Bonanni.
Il solipsismo di genere femminile
Saggio
Edizioni Noubs, Chieti, 2007
Omaggio Video
Omaggio Video
a Laudomia Bonanni
da un'idea di
P. Tocci
direzione e montaggio di
C. Nannicola
http://www.archive.org./details/
ComeSeIlFioreNascesseDallaPietra
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