Creato da alfredofiorani il 05/01/2008
Letteratura italiana
|
Le vostre opinioni
Care lettrici, cari lettori, volete mettervi alla prova come recensori di Alfredo Fiorani?
Avete letto L'orizzonte di Cheope e All'amore il tempo? Siete stati svegli tutta la notte per terminare di leggere o scrivere un racconto o una poesia?
Leggendo Laudomia Bonanni. Il solipsismo di genere femminile o Penelope: il vissuto femminile e la scrittura avete cominciato ad interessarvi alla letteratura femminile? E per colpa de L'incantatrice orientale pensate ora di trascorrere la vostra vita in un circo? Infine, dopo aver divorato La memoria impura, avete sofferto di claustrofobia?
Insomma...TOCCA A VOI! Alfredo aspetta commenti e opinioni - buone o cattive, non importa - e, appena possibile, vi risponderà.
Voglio ringraziarvi per le numerose visite e sono lusingato del successo che questo blog va riscuotendo per l'interesse che manifestate sugli argomenti proposti.
Per ovvie ragioni di tempo, non mi è tuttavia possibile commentare i singoli innumerevoli post che proponete nei vostri rispettivi innumerevoli blog (capirete che allo staff che per me cura la redazione di questo blog e del sito posso chiedere molto, ma non fino a questo punto).
Perciò annoto nella lista dei miei amici una selezione di quei blog che, avendomi contattato o perché amici di amici, ho visitato e ritenuto interessanti, esprimendo in tal modo il mio apprezzamento.
Vi ricordo che questo spazio è a vostra disposizione.
Se volete, potete inviare, oltre ai vostri commenti, anche i vostri post - avendo cura di indicare il tag nel quale desiderate che siano rubricati - affinché possano essere proposti e discussi in questa sede.
Alfredo Fiorani
Area personale
Menu
Tag
Cerca in questo Blog
I miei link preferiti
I miei Blog Amici
- Abraxas
- Adam Leve
- A senso unico
- A volte...
- Blog penna calamaio
- Buonamusica
- Camelia
- Camilla
- Comunione
- Coniglio mannaro
- Controventox
- Cosepreziose
- Dissonanze perfette
- Donne in volo
- Emozioni
- Es vedrà
- Finestra sul mondo
- Fino all'amore
- Frammenti di cuore
- Fotograffiando
- Gioland
- Girovagando
- I colori dell'anima
- Il bene tolto
- Il cucchiaino
- Il fumo giallo
- Il mondo secondo io
- Il pelo del vizio
- Impressioni digitali
- In dipendenza
- In Esistente
- La Donna Camel
- La mia arte
- Lampidistratti
- L'angolo delle fate
- Le fate scalze
- Le poesie del cuore
- Libertà di parola
- L'isola che c'è
- L'italietta
- Lullaby of Lily
- Marematta
- Mente e cuore
- Nellavecchiafattoria
- Oliviaspaghetti
- Ombre di luce
- Oniricamente
- Outing
- Papaveri ed ombre
- Paradossiamo
- Pensandovivendo
- Poesie
- Por la carrettera
- Preferirei di no
- Presente e futuro
- Racconti di Roma
- Respiro di frequente
- Ricordi
- Rizoma
- Silenzio urlato
- Tintinnii
- Tuttiscrittori
- Un mondo di parole
- VagaMente
- Verità
- Violenza sulle donne
- Voci dal sottosuolo
- Voci di donne
- Why not?
- Writer
Trovate altre curiosità e notizie
su Alfredo Fiorani
nella sezione
del sito web
http://digilander.libero.it/
alfredofiorani/
« La navigazione ininterro... | Giuseppe Rosato: “Tracci... » |
Lorenzo Calogero nasce a Melicuccà (RC) il 25 maggio 1910. Consegue la laurea in medicina nel 1937. Nel ’42 tenta il suicidio. Nel ’54 gli viene affidato l’incarico di medico condotto a Campiglia D’Orcia (SI) che abbandona l’anno dopo. Nel ’56 viene ricoverato a Villa Nuccia (CZ), una clinica per malattie nervose. Qui, tenta ancora il suicidio. Un nuovo ricovero imposto agli inizi del ’58 si protrarrà fino alla metà del ’59. Tornato a Melicuccà, visse isolato alla periferia del paese dove fece un uso incontrollato di caffé, sigarette e sonniferi. Morì misteriosamente fra il 22 e il 25 marzo del 1961.
Questa è, in sintesi, la vita di una delle voci più alte e controverse della poesia del ‘900 italiano. Misconosciuto al grande pubblico e spesso ignorato anche dagli addetti ai lavori, Lorenzo Calogero è, con Dino Campana (anche lui internato, nell’ospedale di Castel Pulci), l’unico poeta orfico del secolo scorso.
Ma, anche se la posterità non ha trovato ancora un consenso unanime sull’opera calogeriana, ciò non esclude che vi siano stati rilevanti contributi critici come quelli di Montale, Luzi, Zampa, Spagnoletti, Piromalli, Lanuzza e, in special modo, l’attenzione di Leonardo Sinisgalli, al quale Calogero inviò una copia di MA QUESTO… pregandolo di recensirlo “anche se dovesse dirne tutto il male che si può immaginare.” Invece, è proprio Sinisgalli che intuisce per primo le qualità del poeta e si offre di firmarne la prefazione.
L’attenzione su Calogero viene anche dall’estero: Telegram di Zagabria, Times, Die Welt di Amburgo, dallo Stockolms Tidningem, da Jo Guglielmi su Action Poétique di Grenoble.
Sopra tutti questi apprezzamenti, si pone quello lapidario di Ungaretti: “Lorenzo Calogero, con la sua poesia ci ha diminuiti tutti.”
Anche se quella virgola posta tra il nome e il resto della frase, sembra voler dire: sì, Lorenzo Calogero, quello lì, quel “giovane strano”, come lo definì Betocchi nel ’36, consigliandogli di non affrettare la stampa di POCO SUONO, titolo eponimo della bellissima poesia: Di tanto rovinoso mare/ poco suono giunge/ alle mie orecchie assorte/ in contemplazione dell’Eterno/che come un angelo passa.
Strano, per la verità, doveva apparire il poeta agli occhi dei suoi tanti interlocutori. Strano per il suo aspetto dimesso, per la sua condizione mentale (che a molti altri ha arriso) e forse per il suo essere del Sud. Strano anche per la sua assoluta dedizione alla poesia alla quale sottomise, omologandola, la sua stessa professione di medico (dirà infatti: sono vissuto nella mia professione come se scrivessi versi). Strano: un aggettivo dall’interpretazione aperta ad ogni accezione possibile. Strano è, di fatto, colui che esce dall’ordinario, dalla consuetudine e che può, di conseguenza, nel bene e nel male, racchiudere in sé tutte le antitesi e le asimmetrie della fenomenologia umana.
Una esperienza poetica atipica, dunque, quella di Lorenzo Calogero, sia sotto l’aspetto dell’uomo che sotto quello del poeta; un’esperienza che, in ogni caso, non perde mai la sua forza, né la sua capacità di scavo nella parola, ma che, nel suo integrale orfismo (inteso come anelito di liberazione, rifugio dello spirito migliore e luogo di conforto nel presente) si offre come una totalità scrittoria da riscoprire continuamente, nella quale l’espressività viene prima della verità. Un’esperienza poetica, in definitiva, che vive di sé medesima, nell’isolamento delle sue potenzialità semantiche, senza raccordi con l’esterno e con la storicità.
Molto indicativo, a tale riguardo, è quanto lo stesso Calogero ebbe a scrivere ad Alba de Cèspedes nel 1955, al tempo in cui era medico a Campiglia d’Orcia: “Se non ho preso mai in considerazione condizioni storiche come motivo di poesia è perché mi è sembrato che la storia (…) sia proprio la più grave nemica della poesia (…). Storia sono principalmente le condizioni della maggioranza e comunque di quelli che in un modo o nell’altro si sono imposti, scienza sarebbe la verità ancora da ricercare sia pure nel seno della storia qualora questa si consideri come un modo di agire anziché di essere…” Calogero (l’uomo e il poeta) motiva così il suo certo isolamento.
Pur prestabilito dall’annoso e nauseante clichè post mortem, ci fu all’epoca un caso Calogero, caso che, non soltanto è ancora irrisolto, ma venne immediatamente relegato un una sorta di “terra di nessuno”. Un’anomalia dell’esperienza poetica italiana del Novecento da dimenticare al più presto…
A tale riguardo vale la pena riportare quanto scrive Stefano Lanuzza: ”Dopo la promozione, all’inizio degli anni sessanta di un caso-Calogero che ha provocato qualche soprassalto nella sonnecchiante cultura italiana presso cui tutti i giochi erano stati fatti, si è assistito alla repentina reintegrazione dell’autore in un solco regionalistico o decentrato, valso esclusivamente a esorcizzare e immediatamente escludere come irrilevante una voce che, al contrario, a seguirne gli echi, non cessa di marcare la proprio presenza” (Lo sparviero sul pugno. Guida ai poeti italiani degli anni ottanta”
-Spirali Edizioni, Milano, 1987-)
L’ampolla della solitudine entro la quale Calogero fu in vita, venne sempre assecondata dall’allitterazione suono-sonno-sogno, che diventò poi un ossessivo modo di vivere.
Calogero controlla al meglio la sua angoscia, uno stato d’animo a lui favorevole che lo rende un intelligente e “freddo” calcolatore, un abile ragno nel gioco della sintassi, dove il rincorrersi incessante d’immagini e sensazioni danno corpo ad una lettura che si delinea come un fluido incorporeo capace di sorprendenti malie oniriche e dove la penetrante insistenza della sua arte compulsiva si completa nella continua rigenerazione del “materiale” a sua disposizione e che egli stesso si procura favorendo la paradossale insonnia, sostentandosi di caffé, sigarette e sonniferi.
Purtroppo, però, ad onta dei suoi quindicimila e più versi, della sua produzione poetica poco suono echeggia nei laboratori della critica e della stampa italiana.
Ed è per questo forse che, conscio dell’indifferenza verso la sua opera, Lorenzo Calogero scrisse ai margini di un foglietto: Non affannarti troppo per le cose della vita, un gran fiotto d’oscurità regnerà dopo di esse.
Il corpo del poeta senza vita venne ritrovato nella sua casa di Melicuccà il 25 Marzo del 1961 (ma, la morte potrebbe risalire anche a tre giorni prima).
Accanto alle sue spoglie c’era un biglietto sul quale il poeta aveva annotato: “vi prego di non essere sotterrato vivo”.
Serafino Di Cesare
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
In libreria
All'amore il tempo
Romanzo
Manni Editore, San Cesario, 2007
Laudomia Bonanni.
Il solipsismo di genere femminile
Saggio
Edizioni Noubs, Chieti, 2007
Omaggio Video
Omaggio Video
a Laudomia Bonanni
da un'idea di
P. Tocci
direzione e montaggio di
C. Nannicola
http://www.archive.org./details/
ComeSeIlFioreNascesseDallaPietra
Ultimi commenti
Inviato da: qualchevoltasuccede
il 24/03/2008 alle 13:32
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 15:25
Inviato da: qualchevoltasuccede
il 22/03/2008 alle 19:07
Inviato da: alfredofiorani
il 22/03/2008 alle 12:42
Inviato da: qualchevoltasuccede
il 26/02/2008 alle 11:45