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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Armageddon Rag - George R. R. Martin

Post n°1049 pubblicato il 26 Aprile 2013 da bluewillow
 

Titolo: Armageddon Rag Titolo originale: The Armageddon Rag Autore: George R. R. Martin Traduzione: Benedetta Tavani Casa editrice: Gargoyle Books pag: 478

Turbinando nel cerchio che si allarga
ECCOLO CHE ARRIVA!
Il falco non può sentire il falconiere
ECCOLO CHE ARRIVA!
I migliori mancano di ogni convinzione
mentre i peggiori
OH SÍ!
Sono pieni di intensità appassionata
ECCOLO CHE ARRIVA!
ECCOLO CHE ARRIVA!
ECCOLO CHE ARRIVA!


Li sentite i riff di chitarra e le note del basso scuotervi le ossa, mentre Pat Hobbins e i Nazgûl si dannano sul palco per farvi sanguinare le orecchie? Armageddon Rag è un libro e non un disco, ma io potrei quasi giurare di averli sentiti, leggendo le descrizioni dei concerti fatte da George R.R. Martin in questo volume, mentre le bacchette del batterista Gopher John volteggiavano un'ultima volta per aria e una canzone di duro rock metallico si trasformava nel preludio alla fine del mondo.
Cosa sta arrivando? Ma l'Armaggeddon naturalmente che, nel caso vi fosse sfuggito, come probabilmente sarà accaduto, distratti dalle molte imminenti fini del mondo che si sono succedute di recente, secondo Martin avrebbe potuto manifestarsi nel lontano 1983, anno di uscita di “Armageddon Rag” .
L'inizio di questo volume potrebbe forse travi in inganno,  perché formalmente sembrerebbe proprio un giallo: Jamie Lynch, odiatissimo manager dei Nazgûl, band musicale scioltasi nel 1971 in seguito all'omicidio del frontman Pat Hobbins durante un concerto, in stile Woodstock, a West Mesa, viene a sua volta brutalmente ucciso nella sua casa nel Maine, ad oltre una decina di anni di distanza, ma nella stessa data della morte di Hobbins.
Sandy Blair, scrittore perennemente in ritardo con le consegne dei propri volumi (notate qualche somiglianza con il nostro Martin eh?), viene chiamato a scrivere un articolo sulla strana coincidenza  da un giornale per cui ha lavorato in passato, l'Hedgehog. Per Sandy, in crisi di ispirazione letteraria e sentimentale, inizierà una serie di investigazioni, che lo porteranno molto lontano, e un lungo viaggio di ricordi negli anni '60 e '70, alla ricerca della verità sull'omicidio di Jamie Lynch, di Pat Hobbins e sulla fine degli ideali della propria generazione.
“Armageddon Rag” è soprattutto un'amara, dura riflessione su cosa abbia portato al fallimento della rivoluzione dei costumi e della cultura degli anni '60, di come quei sogni si siano dispersi nel vento, lasciando al posto di hippie fricchettoni una generazione finita a conformarsi a quegli stessi canoni che aveva rinnegato, a diventare quel che aveva cercato di distruggere, forse anche per non aver saputo controllare le proprie diramazioni più violente.
Nel corso degli spostamenti alla ricerca degli elementi superstiti dei Nazgûl, Sandy andrà a trovare diversi amici del passato, un tempo come lui giovani che avevano creduto di poter cambiare il mondo, ognuno a proprio modo colpito dal senso di sconfitta o deciso a vivere in un dorato isolamento.
Proprio quando le riflessioni di Sandy giungeranno al culmine della tristezza, attraverso visioni allucinate e oniriche in cui si mescolano presente e passato, ecco la sorpresa: credevate davvero che George R.R. Martin avrebbe fatto a meno di elementi fantastici?  Avete potuto supporre che fossero solo un reverente omaggio quei riferimenti a Tolkien, come il nome dei  Nazgûl dedicato agli emissari di Sauron che davano la caccia a Frodo nel primo libro di “Il Signore degli anelli”? Nemmeno il nome di Pat Hobbins vi ha insinuato un briciolo di dubbio, così simile alla parola Hobbit?
Ebbene, dovrete ricredervi: svolta a U in corsa, ancora traballanti per tutti quei sogni di Sandy che forse vi hanno confuso, e vi troverete a leggere quel per cui George R.R. Martin è divenuto famoso, cioè fantasy, o meglio un thriller con elementi horror e fantastici.
Quindi eccovi servita in salsa rock, con gli annessi sesso e droga in dosi abbondanti, la fine del mondo e un eroe che deve fermarla, magari ritrovando anche se stesso lungo la strada.
Di questo libro ho apprezzato soprattutto la grande capacità di rendere la scrittura evocativa di George R. R. Martin. E' difficile comunicare la musica attraverso le parole scritte, ma questo libro ci riesce in pieno: mi è sembrato davvero di partecipare ai concerti dei Nazgûl, tanto che sul serio, non scherzo, penso quasi di averne sentito la musica e di aver visto ballare Pat Hobbins sul palco davanti ad una folla urlante.
Ammetto che deve essere stato d'aiuto il fatto che i versi che vedete all'inizio di questo post, tratti da una canzone dei Nazgûl, sono in realtà di una poesia di Yeats, “The second Coming” (a parte il ritornello “eccolo che arriva”) e si sa che la poesia è parente stretta della musica, ma credo che il buon George abbia comunque il ritmo nel sangue di suo.
“Armageddon Rag” ha certamente degli elementi fortemente biografici tratti dalla vita dello stesso Martin, come si intuisce dal fatto che il protagonista, di professione scrittore, sembra fatto appositamente per interpretare un suo alter ego: i sogni infranti e le molte riflessioni su amore ed amicizia di Sandy Blair hanno un carattere estremamente personale, sono forse molto più dell'autore che non del personaggio.
Credo che il manifestarsi del fantasy nel mezzo del giallo mi abbia lasciato un po' spiazzata, la mia parte razionale avrebbe preferito una spiegazione meno mistica al mistero, ma avrei dovuto aspettarmelo, visto che avevo già letto il primo volume delle “Le cronache del ghiaccio e del fuoco”, dove la magia fa la sua comparsa proprio sulla fine, cambiando anche qui le carte in tavola e che in copertina c'è, grande e grossa, la parola Armageddon che di sicuro non promette gialli alla Simenon.
“Armageddon Rag” è un thriller-rock decisamente originale e molto noir, con calde vibrazioni luciferine alla chitarra, dove scorrono sangue, lacrime e speranze della generazione sessantottina e in cui abbondano nostalgia e rimpianto.
In fondo è vero che per quanti misteri un scrittore fantasy possa inserire in un romanzo, forse quello più grande e soprannaturale è perché tutti quei sogni siano andati in fumo.

 
 
 
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