Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

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Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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« Marie AntoinetteMessaggio #344 »

La fattoria degli animali – George Orwell

Post n°343 pubblicato il 10 Luglio 2007 da bluewillow
 

Titolo: La fattoria degli animali Titolo originale: Animal Farm Autore: George Orwell Traduzione: Bruno Tasso (e Elena Albertini per la postfazione dell'autore) Casa editrice: Mondadori pag: 115 costo: 6,80 euro


In una fattoria inglese gli animali, ispirati dalle teorie  del “Vecchio Maggiore”, un anziano maiale, decidono di ribellarsi alla tirannia umana e di cacciare il proprietario signor Jones, accusato di sfruttarli ignobilmente, per dar vita ad una società utopistica “La fattoria degli animali”, dove nessun animale verrà più vessato. A guidare la rivolta sono Palla di Neve e Napoleon, i due maiali più intelligenti, che inizialmente collaboreranno per rendere realmente migliore la vita di tutta la fattoria. Con il tempo però i maiali tenderanno a riservare per sé sempre più privilegi, rivendicandoli in virtù della propria maggiore intelligenza e quando Palla di Neve verrà forzatamente estromesso dal proprio ruolo, Napoleon diverrà un vero e proprio dittatore, riportando gli animali ad uno sfruttamento peggiore del precedente.
L'intero racconto è una evidente allegoria della rivoluzione bolscevica e delle sue conseguenze sulla popolazione sovietica: il signo Jones è lo zar Nicola II, l'oppressore per eccellenza;  il Vecchio Maggiore rappresenta un misto fra Marx, colui che elaborò le teorie che ispirarono la rivoluzione, ma non potè materialmente parteciparvi e Lenin, che creò i punti fondametali del programma bolscevico; Palla di Neve  sarebbe invece Troskij, in parte realmente pervaso dagli ideali della rivoluzione, ma in fondo già pronto a creare un privilegio; infine Napoleon sarebbe Stalin, la parte più oscura e sanguinaria della rivoluzione: colui che non si fece scrupolo di eliminare centinaia di nemici , o potenziali tali, che iniziò l'opera di revisionismo storico e creò un vero e proprio culto della propria persona. Come si evince anche dal nome, Napoleon non rappresenta però solo Stalin, ma la nefasta figura del dittatore in generale: i delitti di Napoleon sono quelli di tutti coloro che giungono al potere sull'onda dell'utopia e la tradiscono.
Come scrive lo stesso Orwell nella postfazione del libro (che in origine era una introduzione), il racconto fu scritto nel 1943, ma a quell'epoca nessun editore volle pubblicarlo: l'Inghilterra era infatti alleata dell'Unione Sovietica nella lotta alla Germania di Hitler e in quel delicato momento nessuno voleva lanciare strali contro  Stalin. Tuttavia l'autore incontrò numerose difficoltà anche dopo la guerra: gli fu addirittura chiesto di non rappresentare i leader della rivoluzione animalista sotto forma di maiali, perché questo sarebbe stato considerato un insulto e sarebbe parso un attacco non solo a Stalin, ma alla stessa sinistra inglese, che si rifiutava di criticarne la condotta. La cosa turbò molto lo stesso Orwell: si considerava egli stesso “di sinistra”, ma non avrebbe mai chiuso gli occhi di fronte all'orrore della dittatura e ai terribili delitti che comportò.
Infine il libro fu pubblicato e divenne un enorme successo, che continua del resto anche oggi.
“La fattoria degli animali” è un ammonimento sempre valido contro le false seduzioni delle utopie, che dominarono la prima metà del novecento, ma si risolsero in immani bagni di sangue, portando all'instaurazione di regimi tutt'altro che ideali. La storia ci dimostra che di tanto in tanto i Napoleon tornano sulla scena, sventolando la bandiera del bene comune, ma pensando invece solo ad arricchire le proprie tasche.

 
 
 
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