L'angolo di Jane

Le osservazioni - Jane Harris

Titolo: Le osservazioni Titolo originale: The observations Autrice: Jane Harris Traduzione: Massimo Ortelio Casa editrice: Neri Pozza pag: 460 costo: 18 euro

C'è chi sostiene che il romanzo sia morto con l'800, secolo in cui furono scritti alcuni tra i più grandi capolavori di questo genere letterario. Il romanzo ottocentesco ha in effetti molti pregi, come l'attenzione al linguaggio, il fatto che spesso gli autori sentano di dover dare un significato a quanto scrivono che vada al di là di una semplice storia e possa essere d'insegnamento al lettore, come se gli scrittori perseguissero un ideale di bellezza e bontà. Proprio per queste caratteristiche che ne hanno determinato il successo però, spesso  i romanzi ottocenteschi sono anche molto distanti dal descrivere onestamente la realtà del mondo con cui si confrontano. Questo è particolarmente vero per il romanzo inglese di epoca vittoriana, in cui ci sono molte ellissi su situazioni frequenti  nella vita reale: ad esempio tutti i personaggi parlano sempre in maniera molto corretta e rispettosa, priva di volgarità, indipendentemente dal tipo di educazione ricevuta e dall'estrazione sociale; nei romanzi gentiluomini hanno un passato immacolato e sposano caste fanciulle, ma nessuno parla del fatto che nella vita reale frequentino invece bordelli e siano tutto meno che modelli di purezza; le donne sono descritte spesso come creature fragili, deboli, pronte a svenire alla prima forte emozione, ma non si accenna mai al fatto che magari svengano a causa del corsetto troppo stretto, che più che indumento era un vero e proprio  strumento di tortura, capace di provocare persino deformazioni ossee.
Nel suo “Le osservazioni”,Jane Harris (nata a Belfast nel 1961 da non confondere con la quasi omonima Joanne Harris, nota invece per “Chocolat”), sembra aver deciso di rimettere mano ad un classico intreccio ottocentesco, riscrivendolo però nella forma che potrebbe avere se uno scrittore d'epoca decidesse di lasciar perdere omissioni e abbellimenti, e si limitasse a descrivere la realtà per quello che è davvero.
La protagonista del romanzo, la quindicenne Bessy Buckley, non ha infatti nulla della dolce e sottomessa fanciulla, o dell'eroina caduta che sarebbe stata nella penna intinta in un calamaio duecento anni fa, ma è invece una vivace ragazza, dal linguaggio spesso colorito e volgare, come avrebbe potuto essere davvero qualcuno cresciuto, dopo una vita molto dura, per le strade di Glasgow.
Sfuggita ad un passato molto fosco, che verrà rivelato solo un po' alla volta nel corso del romanzo, mettendo in luce aspetti dell'epoca in gran parte taciuti nei romanzi vittoriani, Bessy viene assunta quasi per caso come cameriera della bella e distinta Arabella, padrona della tenuta di Castle Haivers. Il comportamento della giovane gentildonna è però dei più singolari e non sono poche le strane richieste che la padrona fa a Bessy, fra cui quella di tenere un diario che leggerà ogni giorno
 Ben presto Bessy scoprirà che a Castle Haivers si sono succedute molte cameriere e che un alone di mistero sembra aleggiare sul tempo trascorso a servizio di Arabella.
La storia, scritta in prima persona dalla protagonista, è costruita a flashback alternando pezzi del diario alle considerazioni di una Bessy più adulta.
Quello che avrebbe potuto essere un romanzo gotico, diventa nella versione a “colori reali” di Jane Harris una divertente parodia di questo genere, in cui si rimescolano in maniera insolita tutti gli elementi classici (misteri, fantasmi, follia e fosche passioni) con la semplice aggiunta di una goccia di umorismo.
Il personaggio di Bessy avida d'affetto, allegra, furba e vendicativa è certamente molto ben riuscito, anche se in effetti a volte si desidererebbe che fosse un po' meno sboccata, come pure quello della sua antagonista Arabella, che invece le fa da contraltare con il suo cinico distacco.
Il risultato è un romanzo estremamente piacevole, in cui anche temi decisamente  difficili da trattare si inseriscono in maniera molto fluida nella narrazione, senza che ci siano stonatura fra le parti più spensierate ed allegre e quelle invece più drammatiche. Una lettura apparentemente leggera, ma che invece tratta molti temi delicati: ipocrisia, immigrazione, pregiudizio, riscatto sociale e morale.