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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Un matrimonio in provincia - Marchesa Colombi

Post n°494 pubblicato il 17 Maggio 2009 da bluewillow
 

BLOG CALENDARIO 2009 - MAGGIO

“E' difficile immaginare una gioventù più monotona, più squallida, più destituita d'ogni gioia della mia. Ripensandoci, dopo tanti e tanti anni, risento ancora l'immensa uggia di quella calma morta che durava, inalterabile, tutto il lungo periodo di tempo, da cui erano separati i pochissimi avvenimenti della nostra famiglia.”

foto marchesa colombiInizia così “Un matrimonio in provincia”, romanzo pubblicato nel 1885 che nonostante quest'incipit  venato di malinconia, ha il pregio di riuscire a far coesistere nella stessa opera umorismo e realismo, nella rappresentazione della piccola società borghese del fine ottocento novarese, vista attraverso gli occhi di Denza, una fanciulla ingenua, romantica e dotata di molta fantasia.
L'obiettivo dell'autrice sembra essere quello di mettere alla berlina i classici romanzi d'amore, nei quali il sentimento spiana sempre ogni difficoltà, riuscendo ad unire in maniera indissolubile i protagonisti,  portandoli quasi fatalmente ad un finale di felicità o tragedia.
Nella realtà quotidiana narrata invece dalla Marchesa Colombi (nome d'arte di Maria Antonietta Torriani,), non ci sono peripezie o pericoli mortali da superare per coronare l'unione dei personaggi, ma ostacoli forse non meno insormontabili, sebbene molto poco romanzeschi, come l'impossibilità di comunicare liberamente con l'amato, che si può solo guardare da lontano, alla passeggiata o alla messa.
La scrittrice ci racconta il mondo chiuso, ma fatto di sogni, di una fanciulla che vive in una società che limita immensamente il campo d'azione delle donne, lasciando loro solo qualche spiraglio di libertà legato alla speranza di sposarsi e trovare un buon partito.
La giovane Denza e la sorella Titina trascorrono un'esistenza monotona e un po' triste, nella famiglia composta da un padre che non ritiene le scuole fondamentali per le proprie figlie, una matrigna che non è cattiva come quella delle favole, ma forse solo troppo tirchia, pragmatica  e monopolizzata nell'affetto per il  proprio bambino (l'erede!) per essere molto amata, ed una vecchia zia zitella, condannata a dormire dietro un paravento in cucina, che sembra essere lo spettro di quello che può accadere ad una giovane che non trovi marito.
Molto probabilmente diversi sono gli spunti autobiografici nel libro, visto che anche la madre della scrittrice si risposò in seconde nozze e  Maria Antonietta Torriani e la sorella Giuseppina vissero in questa seconda famiglia nella quale guardacaso nacque proprio un fratellino.
Se un altro scrittore, più incline ad un verismo drammatico, ci avrebbe parlato di matrimoni infelici e di vite sprecate nella vana rincorsa di una amore impossibile, Marchesa Colombi preferisce invece offrirci una quadro sentimentalmente più moderato, senza punte di tragicità, che rende la Denza dell'ottocento,  entusiasta o delusa nelle proprie speranze a seconda dei casi, non molto diversa da qualunque giovane moderna che fantastichi su un amore del quale non sia del tutto certa. La differenza sta forse nel fatto che nessuno oggi si sognerebbe di passare mesi e mesi nell'attesa di rincontrare per caso l'oggetto del desiderio, né tantomeno di attendere anni per un segno concreto d'affetto, ma escludendo i tempi in cui la storia raccontata dalla scrittrice si sviluppa, non pochi sono i punti in comune fra i sogni di Denza e quelli di molte ragazze: sarà anche passato oltre un secolo, ma la gente continua ad illudersi, a  fantasticare e a provare cocenti delusioni ancora come nell'800, forse solo un po' meno a lungo, e in fondo possiamo dire “per fortuna”.
In maniera molto leggera quindi, Marchesa Colombi ci fa rivivere attraverso la scrittura  in prima persona di Denza, le modeste avventure sentimentali di una ragazza ingenua perfino per gli standard del 1885, che non può fare a meno di essere involontariamente buffa per quanto si possa essere solidali con i suoi patemi d'animo.
Denza non incontrerà né un fascinoso mascalzone, né un prode salvatore, ma solo la versione “provinciale” degli stessi, decisamente meno poetici ed affascinanti, perché poesia e sogno in una vita borghese e ristretta non superano mai i confini, per quanto spaziosi, della testa fantasiosa di una ragazza. Il romanzo infatti conclude con una riflessione che, nello stile di tutto il romanzo, è amara e divertente al tempo stesso.

“Così dopo tutti quegli anni d'amore, poesia, di sogni sentimentali, fu concluso il mio matrimonio.

  Ora ho tre figlioli. Il babbo, che quel giorno dell'incontro con Scalchi aveva accesa lui la lampada che mi consigliava, dice che la Madonna mi diede una buona ispirazione. E la matrigna pretende che io abbia ripresa la mia aria beata e minchiona dei primi anni.
Il fatto è che ingrasso”


I diritti di copyright di questo breve romanzo, che si legge in pochissime e dilettevolissime ore, sono attualmente scaduti, quindi è possibile scaricarne gratuitamente una copia (o quante copie volete) da questo indirizzo di Liber Liber, dove sono riportate anche altre opere di questa scrittrice davvero molto brava, ma forse un po' dimenticata della nostra letteratura.
Se siete allergici ai formati elettronici però, anche Einaudi ne ha una versione cartacea con una introduzione di Natalia Ginzburg.

 
 
 
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- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
Se volete leggere altre definizioni simili e più divertenti (magari vi torna comodo) potete trovarle QUI

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