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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Un oscuro scrutare - Philip K. Dick

Post n°598 pubblicato il 13 Settembre 2010 da bluewillow
 

Titolo: Un oscuro scrutare Titolo originale: A Scanner Darkly Autore: Philip K. Dick Traduzione: Carlo Pagetti Casa editrice: Fanucci pag: 319 costo: 9,90 €

"Un oscuro scrutare", pubblicato per la prima volta per Ballantine Books nel 1977, è forse uno dei libri maggiormente autobiografici di Philip K. Dick ed anche uno di quelli che richiese più fatica per essere completato: scritto di getto nell'arco di sole due settimane, fu poi sottoposto a molte revisioni nell'arco di diversi anni, prima di giungere ad una stesura definitiva.
Il libro affronta infatti il tema della tossicodipendenza , argomento molto spinoso per l'autore,  che per anni fu un forte consumatore di stupefacenti e visse a pieno l'onda di folle entusiasmo per le droghe che attraversò gli anni '60 e '70, arrivando anche a trasformare la propria casa in una sorta di comune per tossici, dopo che la prima moglie lo aveva abbandonato. In questo periodo "hippie" la pericolosità delle droghe fu  spesso messa in secondo piano rispetto alla presunta capacità di queste ultime di aprire nuove porte alla percezione, soprattutto fra coloro che ritenevano che drogarsi potesse in un certo senso esaltare le capacità artistiche. Per un certo tempo Dick divenne fortemente dipendente da amfetamine, arrivando a scrivere, sotto l'effetto di droghe, anche 68 pagine al giorno. Se le sue pagine vi sembrano a volte confuse, bhe ora sapete perché: personalmente ho forti dubbi che esistano droghe in grado di creare il talento, mentre sicuramente ne esistono parecchie in grado di arrecare danni permanenti. Anche Dick giunse a questa conclusione, dopo che molti dei suoi amici finirono per morire a causa della droga, e  finì per seguire una terapia in un centro di riabilitazione, anche questa però fonte di brutte esperienze citate nel romanzo.
Nella toccante "Nota dell'autore" finale lo scrittore dedica il volume a quelle persone che

 "sono state punite eccessivamente per quello che hanno fatto. Volevano divertirsi, ma si comportarono come quei bambini che giocano per strada, che per quanto possano vedere come ciascuno di loro, l'uno dopo l'altro, rimanga ucciso, travolto, mutilato, annientato, non per questo smettono di giocare. Per un certo lasso di tempo noi tutti siamo stati davvero felici, seduti qua e là senza faticare, semplicemente cazzeggiando e giocando. Ma questo lasso di tempo è stato terribilmente breve e la punizione che ne è seguita è stata al di là di ogni immaginazione; e anche quando la vedemmo abbattersi su di noi, non riuscivamo a crederci."
Fra costoro lo scrittore comprende anche sé stesso, dicendo addirittura: "io non sono un personaggio di questo romanzo:io sono il romanzo"
La nota termina con il triste e lungo elenco degli amici morti o con psicosi permanenti a causa dell'uso di droghe.
Dick specifica chiaramente che "Un oscuro scrutare" non vuole contenere una morale, ma solo esporre dei fatti, raccontando quanto realmente accaduto.
In origine infatti il volume non era stato pensato come un romanzo di fantascienza ed era ambientato nel presente dell'autore. Il capo della Ballantine Books, Judy-Lynn Del Rey, però non era convinta che Dick potesse essere seriamente preso in considerazione da critica e pubblico con un romanzo mainstream (cioè non di genere), e spinse lo scrittore a modificarne l'ambientazione, spostandola nel 1994, quasi venti anni dopo. In questo volume gli elementi tecnologici futuristici sono in effetti poco  presenti e soprattuto non molto importanti ai fini della storia, che resta comunque incentrata sulla progressiva distruzione psicologica di un poliziotto infiltrato della narcotici, Fred, il cui nome è Bob Arctor sotto copertura, che finisce per diventare realmente un tossicodipendente.
Il progressivo uso della Sostanza M (la lenta Morte),distrugge progressivamente le connessioni fra emisfero destro ed emisfero sinistro del poliziotto, nel quale si sviluppano due personalità totalmente separate: da un lato c'è Fred che sorveglia un gruppo di drogati in cui sa di essere infiltrato, sebbene non sia più in grado di capire con chiarezza sotto quale identità, dall'altro c'è Bob Arctor che invece intuisce che c'è qualcuno, fra coloro con i quali divide l'appartamento, che si comporta in maniera strana, realizzando dei veri e propri sabotaggi e tentando di incastrare lo stesso Bob in qualcosa di pericoloso. La vera identità di Fred è sconosciuta anche agli altri poliziotti per cui lavora perché come agente è tenuto ad usare  una "tuta disindividuante", un accessorio in grado di impedire la percezione delle reali fattezze di chi la indossa
"L'oscuro scrutare" è quello di Bob/Fred alla ricerca di una verità che non fa che sfuggire, ed appare come un riflesso sfuocato visto in uno specchio deforme ed è in realtà molto più complicata di quanto sembri in prima battuta.
 Tutti i personaggi, soprattutto quello di Donna, la fidanzata e pusher di Bob, hanno caratteristiche duali, oscillando sempre fra bene e male, fra fiducia e paura, in un lungo delirio che è in parte indotto dalla sostanza M, in parte dovuto ad una intrinseca distorsione di un sistema sociale che combatte formalmente le droghe e allo stesso tempo sembra incoraggiarle e lucrare su di esse.
Questo romanzo è spesso contorto, a volte volgare, in alcuni punti terribilmente ripetitivo (perché tutte le donne sono "pollastrelle" e non portano il reggiseno ad esempio?), ma il bello di Philip K. Dick è che riesce sempre, ma proprio sempre, a scrivere dei finali eccezionali, che lasciano attoniti, e "Un oscuro scrutare" non è da meno. Sono pochi i libri in cui un finale cambia un romanzo, ma sembra che Dick li scriva proprio in questo modo: ci lascia credere qualcosa per tutto il tempo e poi cambia tutte le carte in tavola, offrendoci visioni impagabili di realtà nerissime.

P.S: non ha attinenza con questo libro in particolare, ma ne ha con i libri in generale. Vi segnalo infatti che sul blog di LadyAileen c'è una interessante intervista a Vicki Satlow, una delle poche persone che svolge con successo in Italia, il lavoro di  agente letterario. L'agente letterario è un po' come il procuratore sportivo per i calciatori, o il manager per i cantanti: si occupa di ottenere le migliori condizioni contrattuali per gli scrittori che rappresenta, aiutandoli a gestire i loro affari. In America e in altri paesi questa figura è molto più presente che non Italia: nel nostro paese infatti le case editrici preferiscono trattare direttamente con lo scrittore. Altrove invece le case editrici si rifiutano di trattare con uno scrittore che non sia rappresentato da un agente letterario, che in un certo senso si occupa un po' di separare il grano dal loglio al posto degli editori.
Sembra che sia stato proprio un agente letterario a decretare il successo di J.K. Rowling, la celebre scrittrice britannica autrice della saga fantasy più venduta del secolo, che dopo aver letto i primi tre capitoli de "Harry Potter e la pietra filosofale" che gli erano stati inviati, decise di rappresentarla. In precedenza la Rowling aveva tentato inutilmente di proporre il proprio libro a molti editori.
Chissà se qualcuno si è mai accorto di aver avuto "Harry Potter" fra le mani e di averlo cestinato!

 
 
 
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-non vedo il becco di un euro, ma in compenso a scriverlo sto andando alla neuro
-nessuno mi regala i libri
-nessuno mi regala i biglietti del cinema
-nessuno mi paga per scrivere e per dire quello che penso...
- e nemmeno quello che non penso!
- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
Se volete leggere altre definizioni simili e più divertenti (magari vi torna comodo) potete trovarle QUI

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