VIETATO CALPESTARE LE IDEE
Messaggi di Marzo 2014
Quando leggo un post sulle pagine nei vari blog , non posso fare a meno di riflettere...Ora ne ho letto uno dove cè un video che mostra una donna cieca dalla nascita che riesce a sentire per la prima volta. Questo il video http://larep.it/QmM0jB |
Post n°754 pubblicato il 26 Marzo 2014 da brunaverdone
Oggi è il tuo compleanno madre mia. Il mio cuore e il mio pensiero sono con te. Non potrebbe essere diversamente. Se avessi potuto scegliere una madre non avrei potuto fare di meglio. Il destino mi ha regalato una madre splendida! Tutto il nostro essere,nel bene e nel male parte da lì, dalle madri. Le nostre radici. Anche ora che non ci sei più, tu sei parte integrante di me. Tu, l’esempio costante di come si può essere sempre nel giusto. Senza se e senza ma… Onesti, responsabili, e amorevoli nel formare una famiglia… Uno dei suoi grandi pregi era la facoltà di ascoltare. In una società dove tutti vogliono parlare, dove spesso si viene interrotti nel bel mezzo di un discorso, lei si metteva in ascolto e taceva guardandoti negli occhi. Affermava ogni volta, che c’è sempre da imparare nell’ascoltare gli altri, che s’impara di più ascoltando piuttosto che parlando. Forse anche perché, consapevole di aver conseguito solo la terza elementare, e conoscendo bene i suoi limiti, teneva gli occhi aperti sul mondo per assorbire tutto quello che avrebbe potuto arricchire la sua anima. E quanto era grande la sua anima! Quanto amore era capace di regalare. Chi l’ha conosciuta sa cosa dico, e che non esagero. Ripeteva spesso che anche la persona più umile, semplice , o insignificante può aiutarci a guardare le cose in un'altra prospettiva; regalarci un modo diverso per osservare la vita e quindi, nuova presa di coscienza e conoscenza.…Questa,una delle sue regole di vita. Sapeva far tesoro di ogni cosa o persona. Insieme a lei ti sentivi in un porto sicuro. Ci diceva sempre che vale tutto quello che si dice solo se poi si mette in pratica con l’esempio. Quello, infatti, è stata la sua regola di vita. Quello per cui io sono diventata quello che sono. Una donna e madre a sua immagine e somiglianza ma di sicuro in difetto…Non potrei mai eguagliarla. Aveva talmente tante qualità, che metteva spesso al servizio degli altri, non basterebbe un libro per descriverle… Katia l’aveva soprannominata “la nostra Madre Teresa di Calcutta”per la sua generosità nei confronti degli altri. La nostra casa era sempre piena di ospiti, Paesani che venivano per operazioni da fare al Policlinico…e noi abitando lì vicino, eravamo il giusto supporto. E come se non bastasse, se in ospedale conosceva nuove persone in difficoltà, era capace di portare anche loro in casa…Davvero un porto di mare sicuro e confortevole. Ovunque ci fosse bisogno, lei era immancabilmente disponibile e presente. Come si poteva non ammirarla? In casa sua, e nel suo cuore, c’era sempre posto, non c’era pericolo di restare chiusi fuori… Grazie madre adorata! Riposa in pace. |
Noi tutti,nessuno escluso,ogni giorno ripetiamo meccanicamente i stessi gesti e le stesse cose...Ogni tanto però, dovremmo prendere visione e fare un piccolo controllo su quanto stancamente andiamo facendo. Forse sarà l'avvicinarsi della primavera che mi ha fatto riflettere su questo,sul fatto che ripetiamo, senza neanche farci caso più di tanto,le nostre giornate "fotocopia"...Questo non è un bel vivere. Dobbiamo essere grati alla vita e essere consapevoli che abbiamo in mano le redini per poterla, almeno in parte,indirizzare da una parte o dall'altra.Non lasciamoci prendere dalla pigrizia. Bando alla routine e incominciamo a scompaginare l'ordine prestabilito...Guardiamoci dentro e cerchiamo di portare in superfice le cose che abbiamo dimenticato nel nostro profondo, le cose che abbiamo sempre rimandato di fare, i nuovi progetti...Non lasciamo che resti sepolta questa parte di noi, tanto prima o poi chiederà il conto...Anche l'anima vuole la sua primavera! E' tempo di rinascita. |
Post n°752 pubblicato il 18 Marzo 2014 da brunaverdone
UN RICORDO DEDICATO A KATIA per il suo compleanno mancato oggi 15 Marzo
"Eppure sono stata qui! Sono passata di qui! Qualunque cosa accada, non dimenticatemi!" da "L'Identità" di Milan Kundera
All'Esquilino la sua casa. Tutt'intorno, i luoghi che hanno fatto da scenario alla sua breve esistenza: troppo presto estromessa dal banchetto della vita, non restano che amare riflessioni e dolci ricordi. Quanti hanno preso la gomma e cancellato dall'agenda il suo nome? Quando sarebbe stato il tempo giusto per farlo? Oggi, ieri, dopo un anno? Far sparire dall'agenda un nome può essere facile, ma cosa si prova nel cancellare il nome di una persona amata che muore? Per gli amici di Katia, per chiunque l'abbia conosciuta non deve essere stato facile. Quanti conservano i suoi messaggi nel telefonino per sottrarre il suo passato all'oblio? Incredibile come l' assenza possa essere ancora riempita dal ricordo. La misura è colma, straripa, ma crea ancora immagini e pensieri che si rincorrono, dove il presente ed il passato si confondono e si amalgamano... come scatole cinesi: un ricordo ne contiene un'altro e poi un'altro ancora, uno che si era perduto riaffiora dal profondo abisso della mente. Così ricordare diventa un'ancora di salvezza, un regalo inaspettato, una resurrezione. Tutto mi parla di lei: mia figlia. I multicolori negozi degli indiani dove andavamo alla ricerca di monili originali, quelli dei cinesi dove invece nessun abito andava bene perché troppo piccolo! L'edicola di giornali sotto casa, dove prima di andare al lavoro si intratteneva a chiacchierare con chiunque, il postino che un tempo era stato suo collega, ogni cosa, ogni angolo di strada, tutto mi parla di lei... Accanto alla porta d'ingresso di casa ci sono ancora i segni con cui le due sorelle, Katia e Barbara si divertivano tanto ad essere misurate dal papà nella fase di crescita... Altri segni del suo passaggio li ritrovo nelle pagine che sfoglio. Tutto quello che leggeva ha brani evidenziati con segni di penna, sottolineava parole che le davano emozioni, passi che le sembravano rivelazioni; al margine, appunti indirizzati a me: anche quello era un modo di comunicare... Nella casa che lei aveva in affitto, proprio accanto alla nostra, sono sparite, cancellate dalle pareti imbiancate, le tracce del suo passaggio, nulla resta a raccontare la sua storia: un nuovo inquilino entra, mette le sue cose dove prima c'erano quelle di Katia e, magicamente, si ricompone un mondo nuovo. Ma deve essere rimasto nell'aria il suo spirito gioioso, vi si creano atmosfere cariche di magia, che producono singolari epifanie. Sul ballatoio, infatti, come una volta, attraverso la porta chiusa giunge una musica a tutto volume. La vita continua. La gioventù torna ad animare quelle stanze, sugli scaffali nuovi libri, giunge a noi il frastuono di allegre serate, altri giovani s'incontrano, vanno e vengono in continuazione. Manca solo Katia. Mi incammino per le stradine che avvolgono il quartiere come un gomitolo sfilacciato, sanpietrini divelti, cartacce, pagine di giornale, buste di plastica volano al primo soffio di vento. Una folata più forte, insieme alle carte scompiglia i miei pensieri, li mescola e li confonde sparpagliandoli alla rinfusa. Continuo a camminare, i miei occhi si posano sui mie piedi: calzo le scarpe di Katia. Un rito, questo, ormai consolidato: ogni giorno porto a spasso un frammento di lei, una cosa che apparteneva a lei. Un golfino, una borsa, un monile: mi sembra di rafforzare il nostro " stare insieme". L'evocazione del ricordo è forte: i giardini di Piazza Vittorio, dove lei insieme con il suo cane amava passeggiare. I ruderi, i sassi, gli alberi, tutto ha memoria, questo cielo, io lo so, questo prato, tutto è stato accarezzato dal suo sguardo, è stato amato e vissuto. Per questo credo che il suo riflesso e la sua essenza sono rimasti impigliati tra i rami degli alberi: come un palloncino sfuggito dalla mano di un bambino così la sua vita sfuggita alla terra... Eccola tra i fiori dei melograni, eccola tra i gatti che si stendono pigri al sole. Lei non è scomparsa completamente. E' rimasto loro il ricordo addosso. Il suo sguardo era luminoso. Tutto di lei irradiava luce e calore , perché lei, amandoti, ti lasciava, come le farfalle, un poco del suo colore addosso. Perchè quando rideva fragorosamente, e solo così sapeva farlo, ti rovesciava addosso una cascata di allegria contagiosa. Ora la sua assenza s'impone sopra ogni cosa, s'imprime come un'ombra. Prima era una luce abbagliante, ora è un'ombra che non conosce luoghi invalicabili, limiti o barriere. L'invisibile non è il nulla! Basta crederci. Una farfalla m'investe sfiorandomi dolcemente i capelli... A volte, mentre sono in giro nel quartiere, ho come delle allucinazioni...Una ragazza con il fisico sottile, lunghi capelli e passo danzante mi passa accanto, si allontana quasi fluttuando: una lancinante fitta al cuore mi inchioda... Dolore, rabbia, amore, spasimo, assenza, sgomento... Non è lei... ma ricordo malinconicamente che anche Katia è passata di qui...
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Finalmente sta per aprire i battenti alle scuderie del quirinale una Mostra edicata a Frida Kahlo, na pittrice che amo molto. Ho letto molti libri su di lei e anche la sua storia di vita è altrettanto interessante quanto i suoi quadri. Nel sito dedicato alla memoria di mia figlia,visto che anche lei l'amava molto, ho inserito diverse pagine a lei dedicate...per chi volesse vederle ecco i vari link Questo per vedere le pagine del suo bellissimo e colorato diario http://www.katiaverdone.it/diarigrandiautoriFrida.asp Questo per le sue opere e la sua vita http://www.katiaverdone.it/fridakahlo.asp |
Non è uno stato di grazia, né il talento innato di chi sa come reagire ai colpi della vita. Ma un'arte sapiente. Che si può apprendere. Una ricerca scientifica sulla felicità? Strana idea. Ma gli americani, si sa, riescono a fare statistiche su tutto. E a dimostrare che per ottenere qualcosa basta volerlo. Lo proverebbero le risposte dei cinquemila volontari che si sono offerti come cavie per misurare, nell'arco di dieci anni, le variazioni del loro "quoziente di contentezza". Risultato: tutte le persone che all'inizio della ricerca si erano dichiarate felici, hanno confermato il loro stato d'animo a distanza di molto tempo. Anche dopo aver subito torti e colpi bassi dal destino. Conclusione dei ricercatori: esiste una predisposizione alla felicità. Non si tratta di un talento innato. Per poter leggere la partitura delle emozioni e imparare a destreggiarsi tra le difficoltà della vita, bisogna impegnarsi. Questa almeno è la tesi di Intelligenza emotiva (Rizzoli) di Daniel Goleman, professore di psicologia ad Harvard, secondo cui la felicità sarebbe una "inclinazione biologica", come l'amore, la tristezza, la paura. Non abita tra le stelle, ma nel nostro cervello, in un insieme di circuiti neurologici chiamato amigdala, che controlla le funzioni emozionali. In alcune persone questi circuiti sono "manomessi" da un eccesso di razionalità: sono gli infelici, che Goleman divide in Sopraffatti (non hanno controllo sulle emozioni) e Rassegnati (si controllano ma non reagiscono agli stimoli). Invece gli Autoconsapevoli dominano le emozioni senza bloccarle. Persone particolarmente intelligenti? No, dice Goleman: l'intelligenza razionale non basta per essere felici o amati. L'intelligenza emotiva (che si può imparare) è la capacità di prevedere e controllare gli impulsi, incanalandoli nella giusta direzione. Nessuno può essere felice senza imparare ad ascoltare gli altri e le loro emozioni. Una ricetta troppo facile? In realtà la felicità che toglie il fiato non possiamo costruircela. Però, ed è quello che sosteneva anche Freud, ci sono persone che la felicità sanno cercarla (e spesso la ottengono) e altre che si rifiutano inconsciamente di vivere esperienze positive, convinte che per ogni piacere goduto ci sia un prezzo da pagare: preferiscono una vita mediocre agli alti e bassi delle emozioni. Allora forse è vero, come sostiene il professor Salvatore Natoli, filosofo e autore di La felicità (Feltrinelli) che quello stato di grazia ce lo può regalare solo il destino. Ma lo stesso Natoli aggiunge: "È saggio pascersi delle piccole felicità e trovare pienezza nella ricchezza del quotidiano". di Giulia Giacomini |
Mi sono resa conto ,quanto poco basterebbe per decidere se una persona ha qualche cosa da condividere piacevolmente con noi. In fondo anche da una semplice conversazione possiamo già capire da che parte collocarla. Non certo per sostenere la tesi che noi siamo meglio o superiori a lei, ma solo per decidere se possiamo passare del tempo insieme in modo da regalarci, anche con un semplice scambio di parole, atmosfere e sensazioni,non banali e scontate. Ormai si vive sempre correndo quindi, dovremmo,quel poco tempo che abbiamo a disposizione condividerlo con le persone con cui riusciamo a vivere delle vere sintonie e intrecciare fili conduttori che si mescolano per costruire nuovi percorsi...Persone che ti aprono nuovi orizzonti anche se fino a quel momento, stupidamente, pensavamo di averli visti già tutti... In fondo da come si esprime una persona, da come usa le parole, i gesti... Da come si comporta in e con la famiglia. Gli amici che frequenta, anche quelli sono un riflesso della sua personalità...Le cose che ama,le sue passioni,i suoi sogni, i suoi progetti, i suoi interessi...Tutto questo è la somma di ciò che una persona è.
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